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Cronaca cortonese

Mar 22

2025

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La Ricerca sulla Sessualità Femminile a Nudo

Solo il titolo sulla locandina ha originato “Solo Posti in Piedi” alla “FactoryDardano44” di Cortona per la conferenza della neuroscienziata Celeste Bittoni, dottoranda all’Università di Padova, dipartimento di Psicologia della Socializzazione e dello Sviluppo, co-fondatrice di Padova Sex Lab, un laboratorio di ricerca multidisciplinare che esplora tutte le sfumature della Sessualità Femminile.

Serata Brillante ed Istruttiva.

Come professionista della comunicazione posso onestamente affermare che semplificherò la spiegazione scientifica mentre come giornalista sottolineerò l’importanza di questo appuntamento sotto il profilo individuale e collettivo.

In sessantasette anni ho assistito per la prima volta ad una conferenza che raccontasse in modo serio ed esplicativo l’organo sessuale femminile nel dettaglio e ne spiegasse anche la funzione nel dettaglio. Troppi pregiudizi ed ignoranza hanno accompagnato nei secoli precedenti il mondo intimo femminile minando sia la sua salute fisica che psicologica.

Spero che il mio semplice articolo sull’argomento contribuisca ad indicare una strada sicura per colmare la sana curiosità delle mie giovani lettrici desiderose di ricevere delle delicate risposte.

Il focus è decisamente molto sentito dalla Società e se è vero che nell’umanità esistono 7 donne per 1 uomo, comprendiamo quanto sia importante per le donne riconoscere la propria salute sessuale ed il suo piacere e quanto questo benessere incida numericamente sulla popolazione mondiale.

Per l’organo maschile è sempre stato più facile individuarne la salute o le sue patologie, diversamente da quello femminile che si sviluppa molto internamente e dove è più complesso indagare ed eventualmente, sperimentare nuovi stimoli.

In più soggetti presi in esame affetti da malesseri diversi si è constatato che il piacere che si ricava dall’orgasmo comporta un alleggerimento se non addirittura la scomparsa del malessere stesso.

Gli ultimissimi studi hanno quindi evidenziato quanto il piacere sessuale possa innalzare la soglia del dolore del 70% fino al 100 %; allora fosse anche solo per questo aspetto, pensate quante nuove cure possiamo progettare per la terapia del dolore.

Attualmente per sconfiggerlo o semplicemente per alleviarlo dobbiamo assumere farmaci che comunque intossicano il nostro organismo, allora perché non immaginiamo nuove cure mediche che recuperino energia dalle nostre stesse risorse interne?

Una scoperta rivoluzionaria che potrebbe diminuire l’uso dei farmaci.

Un’ipotesi apparentemente fantasiosa ma nella ricerca nulla è certo ma tutto viene rigorosamente sperimentato.

Pensate che solo da pochi anni esistono disegni fedeli alla realtà del sesso femminile esterno.

I primi studi ufficiali riguardo la sessuologia umana si hanno solo negli anni “60 dai ricercatori statunitensi William Masters, ginecologo e dalla dottoressa Virginia Eshelman Johnson, sessuologa. Questi egregi pionieri hanno firmato il primo studio di ricerca sulla fisiologia sessuale umana esaminando nel corso di 11 anni oltre diecimila atti sessuali compiuti da 700 volontari. Questi esperimenti li hanno portati ad individuare 3 fasi: l’eccitazione, l’orgasmo, la risoluzione sia per la masturbazione che per i rapporti sessuali.

La maggior parte dei loro pazienti si presentava in coppia, manifestando discrepanze nel desiderio. Purtroppo gli studi di allora rimasero privi dei rilievi psicologici e neurologici perché non esistevano ancora gli Elettroencefalogrammi e la Risonanza Magnetica di ultima generazione ….

Ma dai racconti delle prime esperienze di ricerca in questo campo si può anche dedurre quanto sia delicato e difficile poter sviluppare statistiche che hanno necessità di tanti soggetti volontari coinvolti in un esercizio così intimo come la masturbazione o l’atto sessuale condiviso!

Proprio per queste motivazioni è importante diffondere la conoscenza del lavoro della dottoressa Celeste Bittoni e del Padova Sex Lab perché ci ha spiegato con chiarezza e semplicità quanto sia difficile preparare i volontari nei quali la componente psicologica gioca un ruolo fondamentale.

Arrivare oggi a promuovere uno studio di “Ricerca per Migliorare il Benessere Femminile”, è a dir poco stupefacente ma grazie all’evoluzione culturale delle nuove generazioni ed a una strumentazione più sofisticata si possono raccogliere “dati certi”.

Forse perché è difficile convincere gli uomini che dirigono quasi tutti i dipartimenti del Mondo della Medicina?

Per condurre oggi una buona ricerca in questo campo della medicina femminile al quale raramente si sono dedicati metodi di sperimentazione e studi specifici, si sta praticamente partendo da ZERO. Non esistono linee guida e protocolli, tutto si deve ancora compiere!

Oggi gli studi sperimentali nel campo della sessualità femminile si svolgono grazie al volontariato delle donne, studentesse, mamme, sorelle, amiche.

Di volta in volta si aggiungono elettrodi per registrare meglio gli stimoli che arrivano al cervello e solo con l’ausilio delle volontarie, insieme alla professionalità del gruppo universitario del “Padova Sex Lab” tutto al femminile (tranne il capo il Prof. Jeff Kiesner) si percorrono azioni, si sperimentano metodi, si registrano dati che si raffrontano con quelli di poche altre università al mondo. Attraverso queste prime ma fondamentali esperienze si individuano le apparecchiature che saranno più adatte per una certa raccolta di dati e tutto potrebbe portare a nuove strade d’indagine.

La Ricerca è preparazione professionale, metodo, serietà, sacrificio ma anche intuizione, fantasia e creatività.

Alla luce dei fatti possiamo pensare che la dottoressa Celeste Bittoni passerà alla storia insieme al suo Capo ed al “Padova Sex Lab” per aver riconosciuto fra i primissimi studiosi della scienza umana il potere terapeutico del piacere sessuale.

Finalmente una strada aperta da percorrere con decisione.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mar 07

2025

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GLI ULTIMI DINOSAURI

In una qualsiasi Domenica Mattina durante la mia passeggiata per Ruga Piana in Cortona, un giovanotto in divisa da Boy-Scout mi ha offerto con il sorriso un fiore di carta con attaccato un bigliettino: “se regali un sorriso arrivi dritto al cuore, non tenerlo solo per te, donalo”, allora ho risposto: “grazieeee” ma lui ha proseguito donandomene un altro spiegandomi che se lo avessi desiderato lo avrei anch’io regalato con un sorriso a chiunque avessi voluto.

Allora ho compreso l’importanza del gesto, solo che per me era stato facile e piacevole ricevere quella gentilezza ma mi chiedevo: senza la protezione e la presentazione che la divisa Scout aveva offerto a lui, sarei stata altrettanto libera di cuore nel donare l’altro fiore di carta ad uno sconosciuto?

Avevo il timore di essere presa per una persona come minimo “su di giri” o magari per un individuo invadente, facilmente invece per una donna un po’ strana!

Lo Scoutismo nasce nel 1907 da un’idea del tenente generale inglese Robert Baden-Powel, è un Movimento che ha da sempre come obiettivo la cura della formazione fisica, morale e spirituale della gioventù mondiale. Visti i tempi e l’ambiente frequentato, l’Ufficiale Inglese presentava nella sua idea delle basi organizzative militari, utili inizialmente da un punto di vista pratico e mai per nulla violento.

Successivamente il movimento si è saputo aggiornare mettendo al centro come obiettivo principale l’educazione civica e cattolica di ogni singolo componente prima ancora dello sviluppo dello spirito di sopravvivenza.

Oggi si può osservare all’interno dello Scautismo una cura più sofisticata per la formazione personale. Non ci sono più imposizioni che possano forzare un comportamento, infatti già dai più piccoli, i lupetti e le coccinelle, tramite il gioco, si ritaglierà il metodo più adatto per ogni singolo individuo affinché imparino tutti a rapportarsi con l’altro.

Per i più grandi, i Boy-Scout e le Guide, impareranno a gestire con responsabilità l’aiuto nei confronti di un disabile o di una persona anziana.

Tanta acqua è passata sotto i ponti dalle prime parole di Baden-Powel “sull’imparare facendo”, ora vivono un Percorso Interno che porta alla Scoperta di se stessi e dell’altro insieme alla Competenza di saper “Offrire il Migliore Aiuto”, dunque una importante  azione di volontariato.

Il gruppo attraverso attività all’aria aperta e coltivando impegni presso le case per anziani e gli incontri con le persone “speciali” contribuiscono a formare nuove amicizie. Questa forza lavoro si traduce in energia gioiosa che strappa dalla solitudine e dalla tristezza tante persone sole ed abbandonate.

Oggi poi i reparti hanno squadriglie miste, e gli equilibri sociali sono certamente compensati.

Ai miei tempi non erano proprio ammesse esperienze miste e questo rappresentava un grande limite. E’ un’organizzazione che ha sempre avuto comunque a cuore il benessere spirituale di tutti gli individui grandi e piccoli senza distinzione sessuale.

La descrizione che dovrei dare dello Scoutismo nell’anno 2025 è ovviamente più complessa e articolata ma mi è stato sufficiente constatare la gentilezza spesa tra i componenti del gruppo e quella che riservano ai bisognosi, agli anziani ed ai portatori di handicap per pesarne il valore sociale.

L’associazione ha superato la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, si è cucita addosso aggiornamenti e modifiche per risultare utile alla Società.

Possono accadere, come in tutte le comunità, incidenti ed incomprensioni tra i componenti ma sono proprio queste criticità che daranno modo loro di crescere attraverso la sincerità, lo spirito di sacrificio e la comprensione reciproca, ma sarà proprio il dialogo interno svolto regolarmente, un deterrente per fugare i primi malintesi.

Mentre scrivo ho ancora accanto al pc il secondo fiore di carta, ora mi metto le scarpe e scendo in strada a donare un sorriso.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Feb 20

2025

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Gino Severini Oggi si Riscatta

Per comprendere realmente e senza pregiudizi il Movimento Futurista dalla sua nascita, inizierò da una breve cronologia per riconoscere come siano andate “realmente le cose”.

Nel 1880 a Trento (allora impero Austro-Ungarico) si inaugurò il primo Impianto di Illuminazione Elettrica Pubblica.

Nel 1909, il 13 Gennaio, decollò il primo triplano di costruzione interamente italiana vicino all’Ippodromo di Mirafiori.

Nel febbraio 1909 sul quotidiano francese “Le Figaro” il poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti espose i principi base del Movimento Futurista che si nutriva di letteratura, poesia, arte, musica e teatro.

Nel febbraio del 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono il Manifesto dei pittori futuristi e nell’aprile dello stesso anno il Manifesto tecnico della Pittura Futurista.

Nel luglio del 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale che si concluse nel novembre del 1918.

Nel 1917 la Rivoluzione Bolscevica marcò un destino epico non solo per le future URSS ed UE ma anche per gran parte del mondo.

Fra il 1918 e il 1920 si diffuse la Spagnola, una pandemia influenzale, che causò nel mondo 50 milioni di morti, più che in guerra, solo in Italia si contarono 600.000 vittime.

Nel 1919 Benito Mussolini fondò il partito fascista che governò l’Italia dal 1922 al 1943 sotto un regime totalitario fortemente repressivo e drammaticamente violento.

Il 21 Ottobre 1924 andò in onda la prima trasmissione radio in Italia.

Nel 1929 venne scoperto il potere antibatterico della Penicillina.

In questo contesto storico l’Uomo Occidentale visse Enormi Cambiamenti dettati dalle molteplici scoperte scientifiche e la conseguente Rivoluzione Industriale condizionò l’Uomo a concepire una Nuova Visione del Mondo.

Tutto questo è ben vissuto ed espresso dal Movimento Artistico Futurista e raccontato nella mostra allestita a Roma nella Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea.

Gino Severini racconta che quando venne in contatto con Marinetti per decidere se aderire o meno al Movimento Futurista, invitò personalmente nel gruppo anche Amedeo Modigliani ma il pittore si rifiutò di aderire tanto che Severini lo trascrisse nel suo libro “La vita di un pittore”:

“queste manifestazioni non gli andavano, il complementarismo congenito lo fece ridere, e con ragione, perciò invece di aderire mi sconsigliò di mettermi in quelle storie; ma io avevo troppa affezione fraterna per Boccioni, inoltre ero, e sono sempre stato pronto ad accettare l’avventura …”

E vista la poliedricità delle stupende opere del Severini fortuna nostra è quella di poterne godere, invece per lui e per molti altri artisti costò loro una damnatio memoriae. Ancor oggi hanno necessità di riscattarsi e la mostra di Roma rende loro i giusti onori.

In verità Gino Severini è entrato oramai da tempo nel firmamento degli artisti Illustri di riconoscimento mondiale, ma ancora troppe riserve sono ancora aperte sul Movimento Futurista che ebbe il solo difetto di essere apprezzato anche dal Dittatore Mussolini che ne comprese immediatamente l’enorme valore e lo fece suo strumento per affascinare le piazze.

E’ una storia che avrebbe avuto un lieto fine culturale se contemporaneamente il Regime non si fosse sporcato del sangue delle persone perseguitate, torturate e uccise.

Personalmente ho cercato di dissociare le crudeltà fasciste e naziste dall’affascinante e vulcanico Movimento Futurista che è nato prima dell’avvento della dittatura mussoliniana e non aveva certamente inizialmente l’obiettivo di pubblicizzare il fascismo, ma solo di cercare mecenati potenti perché le sperimentazioni tra arte e scienza sono sempre risultate costose.

Schierarsi è un limite alla propria libertà, scegliere invece è una ricchezza che ognuno di noi compie con il proprio coraggio e limpidezza.

Dall’immediato secondo dopoguerra solo artisti coraggiosi e liberi di spirito e pregiudizi politici studiavano il futurismo nelle poche biblioteche aperte, note le testimonianze di Prampolini e Balla, mentre su un altro versante il manifesto dello Spaziolismo 1947 di Lucio Fontana rivelava nelle sue opere il rapporto evoluto dal Movimento Futurista, ma mai cessato, tra arte e scienza.

Nella mostra di Roma le emozioni ed interpretazioni artistiche sono alla portata dei bambini che osservano e giocano tra i capolavori e commentano le opere con appropriate osservazioni, perché se l’arte deve essere “spiegata troppo” allora è un’altra cosa!

Il Futurismo che ci piaccia o no lascia un’eredità importante e sta a noi farne buon uso, dopo Alberto Burri e Lucio Fontana fino all’arte cinetica degli anni 50 … e questi Illustri Signori sono solo una millesima quota degli artisti che sono maturati dopo il Movimento Futurista.

L’arte è una fabbrica di energia per chi la compie e per chi la osserva, nutre tutti indistintamente.

In questo contesto il nostro Gino Severini è presente con quadri di grande rappresentanza dove gli stessi titoli ne descrivono fedelmente i temi. Pubblico la foto di un ritaglio della “Danseuse articulée” del 1915 Olio su Cartone che presenta elementi mobili collegati da spaghi, della Fondazione Magnani Rocca Mamiano di Traversetolo (Parma). Oggi questa opera potrebbe apparire un gioco per ragazzi, ma allora Severini aveva il coraggio di sperimentare nuove strade. Sfidava i salotti buoni, quelli dei guadagni sicuri, del resto sappiamo che avrebbe avuto la capacità di dipingere meravigliose maternità ad olio ma, chi vive nell’avanguardia conosce e accetta il rischio di non essere compreso, magari non contemporaneamente o spesso solo alla sua morte.

Con il loro radicale e audacissimo fanatismo il Movimento Futurista ha sprigionato energia e visioni premonitrici.

Marinetti descriveva “l’arte è per noi inseparabile dalla vita. Diventa arte-azione e come tale è la sola capace di forza profetica e divinatrice.”

E fu veramente profetica, F.T. Marinetti scriveva ancora: “gli uomini del futuro parleranno con telefoni senza fili”, e sempre di Marinetti: “ La massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale. Ecco che cos’è la pubblicità” e ancora Fortunato Depero scriveva nel Manifesto dell’Arte Pubblicitaria Futurista nel 1931: “L’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria”.

Sono veramente sorprendenti questi annunci espressi un secolo fa! E’ quasi impensabile questa capacità profetica, ma questo dono lo hanno i filosofi, i poeti e gli artisti, certo ognuno ha il suo stile ma tutti sono mossi da una febbre interna che si chiama energia ed ecco perché ci dobbiamo affidare alla cultura perché dona una visione più profonda ed autentica del Mondo che ci circonda.

Oramai lo sappiamo la Realtà spesso è più interessante di una Favola banale.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Gen 16

2025

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DI LA’ DAL FIUME di Massimiliano DEIANA

Un caro amico mi ha mostrato un libro pubblicato nell’ormai passato 2024: DI LA’ DAL FIUME di Massimiliano Deiana.

Accolgo sempre con piacere le segnalazioni riguardo attività ed iniziative legate al nostro territorio perché “fanno comunità”. Il narrato è una favola vestita di storia e leggende legate alla vita di Leonardo da Vinci nella provincia di Arezzo ed all’incarico che al tempo ricevette dai Medici per progettare la bonifica della Val di Chiana. Il racconto ci avvicina persino alla Regina Elisabetta II del Regno Unito appassionata di storia e letteratura.

La trama è a tratti misteriosa e rocambolesca con vicende narrate a strati viaggiando nel tempo, attraverso i personaggi di una famiglia: c’è un nonno, adorato ed amato come un padre da un nipote, una mamma, un babbo, amici e una bella giovane donna di cui innamorarsi … Del resto una piccola saga familiare che ha legami diretti con la casa Reale d’Inghilterra è un’idea che incuriosisce certamente.

Cosa mi ha attirato in questo libro? La descrizione dei nostri viottoli e chiesette di campagna, bagnate da ruscelli dalle acque cristalline e il pensare che ci possa aver passeggiato Leonardo mi ha entusiasmato. Poi è descritto l’amore per i libri antichi e per la pittura e sono narrate le vicende, a volte banali, che si accompagnano alla creazione di un capolavoro.

Sul quadro della Gioconda e sulle sue “gemelle” dipinte dai suoi assistenti, i misteri storici si alimentano con il trascorrere della narrazione e si intrecciano con la storia dell’arte. In verità, in parte, li inventiamo anche noi che non conosciamo ovviamente tutte le vicende accadute nel quotidiano di allora e ci piace immaginare fatti affascinanti per costruire cinematograficamente un Passato accattivante.

E’ avvolgente anche il semplice calore umano che si scambiano i protagonisti, giovani e anziani che sconfina dalle pagine del libro e che in questi tempi bui, scalda il cuore di ognuno di noi.

Massimiliano Deiana è un avvocato che esercita la sua professione ma quando cessa di lavorare libera il suo spirito dipingendo e leggendo di storia dell’arte. Porta un cognome sardo di cui va fiero ma è nato in Toscana ed ama il suo forte legame con il territorio natale.

“DI LA’ DAL FIUME” è un libro per famiglie che ci tiene incollati su di una comoda poltrona fino all’ultima riga. Del resto basta l’amore per un simpatico e vivace racconto ben descritto a scuotere la nostra curiosità, un argomento per le piacevoli chiacchierate familiari a fine pasto con tozzetti e vin santo e poi le coincidenze storiche ci sono e gli stessi personaggi famosi sono realmente esistiti.

Dunque una promozione accattivante per una gita alla scoperta di una certa chiesetta in una valle aretina e per gli appassionati delle pitture botaniche di Leonardo da Vinci sono percorsi naturali dove riconosci le vegetazioni da lui stesso studiate. La storia dell’arte lo riconosce come il gran pittore ma in verità lui si annoiava nel dipingere, per lui era solo un mezzo per “annotare”  mentre si appassionava di più a trascorrere una giornata da “vero scout” ad ammirare gli intrecci naturali tra la flora e la fauna.

Questo libro ci provoca domande veramente interessanti e in forma leggera e leggibile per tutti, un piccolo trampolino di lancio per chi vorrà approfondire in seguito con studi più complessi. Spiega la fatica necessaria affrontata dagli “addetti ai lavori” inerenti le ricerche storiche, i costi, i sacrifici e quanto spesso dei piccoli colpi di fortuna aiutino per raggiungere l’obiettivo.

La lettura è divertente, calda e accogliente, piena di dubbi storici che offrono suspence come i suoi personaggi.

Trascrivo una nota dell’autore: “… dentro queste pagine c’è tutto l’amore che provo per ciò che ci circonda, la mia terra, la mia città, il mio lavoro, i miei valori, le mie passioni, la mie amicizie, la mia meravigliosa famiglia e le mie piccole cose, che non sono molte ma sono preziose, perché anche le cose possono avere un’anima…”

Cari lettori con questa sua riflessione vi lascio alla vostra quotidianità preziosa più di uno scoop pubblicitario che spesso è costosissimo ma anche tanto effimero.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Dic 11

2024

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DON CIOTTI

Subito dopo l’intervista a Don Ciotti nella sede del Centro Congressuale di Sant’Agostino a Cortona ho pensato: “Forse ho incontrato un Santo!”

I Manager si fanno pubblicità, i Santi No, perché quelli veri non hanno bisogno di spiegarti i Massimi Sistemi con parole difficili che tra l’altro intimoriscono e allontanano le persone, l’Amore Universale si condivide nelle società occidentali attraverso l’esercizio della giustizia, delle pari opportunità e con la generosa assistenza ai più bisognosi.

Rivolgo il benvenuto a Don Ciotti, ha gli occhi limpidi, non sfugge lo sguardo e gli pongo la mia prima domanda: “Don Ciotti lei si sente oggi nel 2024 più San Francesco il poeta dell’Amore Universale o più frate Elia suo ingegnere gestionale? “

Mi risponde:” Innanzitutto non esiste “un” Don Ciotti perché rappresento un Noi. Tutte le cose che sono state fatte lo sono state accogliendo l’enorme contributo delle forze etiche, sociali, culturali e politiche nel senso più profondo del termine, tutto è stato raccolto e ridistribuito al servizio del sociale, del più debole … mi sento vicino allo spirito di San Francesco e poi sono grato al Papa che ha voluto dare al suo pontificato un’impronta di sobrietà, di attenzione al povero con l’invito ad essere tutti più semplici”.

Quando si sveglia al mattino qual è il suo primo pensiero?: ”Ringrazio il Signore per i beni del Creato .. dormo poco, ma già nelle prime ore dell’alba dove ammiro la bellezza dei cieli, rifletto sui contenuti e le dinamiche degli incontri che avrò durante la giornata … Ringrazio il dono della Vita … Se dovessi ritornare sui miei primi passi, ripercorrendoli non farei certi errori, sicuramente ci metterei ancora più forza perché oggi più che mai la realtà è ancora più frantumata e in sofferenza, molti ambienti sociali soffrono di marginalità invalicabili, di esclusione allo studio, al lavoro, alla cura e sono abbandonati alla violenza. Non ricevono assistenza riguardo le loro fragilità … E’ stato fatto tanto in passato ma è necessario fare di Più perché i tempi cambiano e con essi anche i vari tipi di violenza, di soprusi e sopraffazioni. Oggi per fare del bene bisogna creare una politica sociale trasversale e nel qual caso i Governi non dovessero proteggere le classi più deboli divenire una spina nel fianco. Tacere diverrebbe una Colpa e Parlare un Obbligo Morale.”

Ma Don Ciotti non si limita ad essere il Grillo Parlante dei Governi, propone, promuove e coordina tutte le iniziative etiche di volontariato che si compiono intorno a e con lui. Ha l’appoggio di Papa Francesco ma sono i Governi che devono ascoltare le denunce, riconoscere i problemi e stanziare dei capitoli di spesa per difendere il Popolo dalla droga che viene spacciata indisturbata e che crea una filiera di negatività. Pensiamo alla violenza che genera, alla malattia del corpo e a quella dell’anima e non riflettiamo mai abbastanza riguardo l’assistenza necessaria per i figli dei drogati. Pensiamo ancora al gioco d’azzardo, alla prostituzione, all’usura, alla violenza delle donne, alla corruzione …

Don Ciotti dedica pensieri e strategie per combattere il male, ma cura la spiritualità delle azioni perché ci invita a cercare Dio in noi e tra di noi, pensa al peccato e al peccatore perché si devono salvare tutti dall’emarginazione e dalla violenza.

I suoi racconti sono molteplici ed esorta gli adulti ad ascoltare i giovani perché è attraverso il loro sentire che potranno arrivare le soluzioni.  Noi vecchi possiamo proporre solo vecchie soluzioni!

Allora ecco scendere in campo la forza del “Noi” che lui sottolinea di continuo perché il Nostro Buon Futuro Sociale lo raggiungeremo con pari diritti e dignità solo se capiremo che non possiamo solo delegare la totale responsabilità ai Politici, ai Magistrati e alle Forze dell’Ordine, ma vivendo anche noi nella quotidianità il sentimento dell’accoglienza.

Don Ciotti ha ricevuto in eredità la sua missione dalla strada: da un barbone. Ha raccontato che da ragazzo andando tutti i giorni a scuola in autobus, aveva notato un uomo vestito di stracci seduto su una panchina: “Quest’uomo leggeva libri e sottolineava le pagine con quelle matite di una volta rosse e blu .. poi, superata la mia grande timidezza, ho preso contatto con lo sconosciuto e ho scoperto essere stato un medico molto amato e rispettato nel suo paese ma poi un dolore troppo grande, lo ha intrappolato nella sua paura di vivere .. allora quell’uomo sempre muto che non rispondeva mai a nessuna delle mie domande, un giorno improvvisamente mi disse: “guarda laggiù quei ragazzi che entrano ed escono dal bar, si sballano di alcol e farmaci!” Io non compresi immediatamente l’altruistico grido di allarme del barbone perché a Torino nei primi anni “70 non era ancora conosciuto il potere devastante e distruttivo dell’eroina e non raccolsi subito la gravità del messaggio.”

Don Ciotti non lo incontrò più, quell’uomo morì, ma gli rimase addosso l’eredità del suo dono: l’amore per la giustizia e la solidarietà nei confronti di chi ha bisogno. 

Purtroppo non è sufficiente un pasto al giorno, occorre molto ma molto di più!

Ognuno di noi nel suo piccolo mondo può determinare delle scelte. Ogni ragazzo, bambino, fanciulla che riusciamo ad allontanare dalle droghe è una vittoria, ogni donna alla quale offriamo un lavoro onesto la sottraiamo alla prostituzione, ogni uomo al quale concediamo un’occupazione lo sottraiamo all’usura, alla criminalità … e non si parla solo di immigrazione da paesi in guerra ma degli stessi nostri compaesani: milanesi, calabresi, siciliani, veneti e napoletani … Non occorre andare in India per fare volontariato probabilmente nel nostro stesso palazzo c’è dell’aiuto da offrire.

La Forza risiede nella Condivisione, nel Noi per poter esserci sempre, da Soli non è possibile!

Don Ciotti è tra gli Uomini Sacri al Genere Umano perché ha il coraggio con la sua mano destra di riceve la forza e l’energia dell’Amore Universale e con la Sinistra cerca di ostacolare il Male. Ci insegna ad individuare la strada che unisce la Terra e il Cielo.

E’ riduttivo e insignificante scrivere che viva una vita Difficile, i suoi incubi sono quelli di tutte le anime perseguitate. Lui va oltre il Religioso Sentimento Cattolico, segue il puro messaggio di Cristo, lo abbraccia totalmente: amore, comprensione e compassione verso il prossimo: donne, uomini e bambini, gialli, neri o con gli occhi a mandorla.

Don Ciotti è una persona di elevatissima profondità e coerenza umana al passo con i tempi, l’abbandono al materialismo è il suo rifugio.

Coglie il silenzioso grido di dolore dei giovani, nutre per loro un amore protettivo senza confini e pregiudizi, e denuncia il disagio delle loro connessioni internet che non sono relazioni tra coetanei.

Lui ci invita a seguirli educandoli e sostenendoli dando loro fiducia e responsabilità.

 “Allora è necessario restituire l’uomo a se stesso”.

E’ un uomo nato nelle montagne bellunesi e con la sua famiglia si è trasferito a Torino una città ai piedi delle Alpi. E’ un uomo mite che ha un profondo amore per la giustizia.

La registrazione di questa conferenza curata da Carlo Lancia sarà trasmessa nelle scuole ma a mio avviso far conoscere Don Ciotti alle scolaresche del territorio avrebbe rappresentato un enorme valore per i ragazzi. È un uomo che non si dimentica e che fa uscire il meglio dalle nostre persone.

Predica la teologia della fatica e ci invita a diffidare dei camminatori solitari e commuove il pubblico femminile riconoscendo l’enorme valore del sentimento umano delle donne: “gli apostoli hanno abbandonato il Cristo sotto la Croce le Donne erano lì a piangerlo e custodirlo”.

Riflettiamo sul nostro piccolo ma essenziale operato perché “la fiammella dura più di una vampata”

Grazie Don Ciotti

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Nov 21

2024

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LUCA MERCALLI PREMIO PANCRAZI

La Fondazione Nicodemo Settembrini di Cortona ha assegnato il Premio “Pietro Pancrazi”, alla sua XIII Edizione, al Prof. Luca Mercalli, Climatologo, Presidente della Società Metereologica Italiana e Direttore della rivista Nimbus da lui fondata.

La manifestazione è stata interessantissima per la cura dell’organizzazione che ha speso il Vice Presidente Mario Parigi. Lo stesso Mercalli ha dichiarato che non avrebbe potuto sceneggiarla meglio. La regia del Parigi con i testi e i video scelti, hanno tenuto alta l’attenzione degli spettatori offrendo dei contributi che hanno spiegato più di mille parole le catastrofi alluvionali.

Con grave danno per l’Umanità le fake news sul clima imperano e vorrebbero riportarci indietro di 50 anni, nonostante siano stati pubblicati al riguardo studi scientifici di altissimo profilo che spiegano le cause che hanno portato la crisi climatica e ambientale sulla terra.

Presente un pubblico di eccezione: tanti, tanti studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado dei licei di Cortona, tutti educatissimi e attenti ascoltatori e un bel po’ di boomer che però non guastano mai! :o) 

Nella sede del Teatro Signorelli di Cortona grazie all’ospitalità dell’Accademia degli Arditi con il Patrocinio del Comune, Luca Mercalli ha presentato attraverso la sua attività di giornalista il suo magistero critico, vivace, curioso e scientifico per nulla retorico. L’impegno per le sue divulgazioni sulla crisi climatica e ambientale della Terra è totale, un vero e proprio missionario. Pensate che a 17 anni ha costretto i suoi genitori ad accompagnarlo oltre confine per poter acquistare testi sulla meteorologia allora introvabili in Italia! Erano gli anni “80. Fin da piccolo ha avvertito e dimostrato una grande sensibilità verso le sue montagne Torinesi.

Gli scienziati di tutta la Terra purtroppo non vengono ancora ascoltati e lo dimostrano le assenze alla COP29 a Baku in Azerbaijan importante paese casualmente esportatore di petrolio e gas.

E’ ormai chiaro che gli Stati, le Compagnie Petrolifere, i proprietari delle miniere di carbone e le Multinazionali non vogliono affrontare l’inevitabile rivoluzione economica/finanziaria necessaria per salvare la Razza Umana dall’estinzione, non hanno mai veramente intrapreso delle azioni che potessero bloccare le emissioni dannose. Temono forti perdite per le loro ricchezze personali, invece noi comuni mortali temiamo per le nostre vite, dei figli e nipoti!

Mercalli però ci da una speranza perché afferma che è stata scoperta la causa che determina gli sconvolgimenti climatici e ambientali ed è l’Uomo, si siamo noi proprio noi, con le nostre abitudini consumistiche fatte di plastica, petrolio, carbone ad inquinare la Terra…!

Ma questo è anche un bene perché siamo in grado di individuare una reale soluzione! Ma aimè gli anni sono passati dalle prime denunce negli anni “60 e stiamo ancora nel 2024 attraversando la preistoria del percorso da attuare per mitigare le cause che porteranno alla distruzione della razza umana nel Mondo.

La Terra beninteso sopravviverà all’Uomo!

Allora accade che le bombe con le loro emissioni tossiche continuino ad esplodere e i paesi che sono in via di sviluppo bruciano gas e carbone mentre sono pochissimi i paesi virtuosi che stanno adottando ottime misure per contrastare il diabolico trend. Noti studi economici hanno inequivocabilmente stabilito che l’ammontare dei costi per ricostruire i Paesi colpiti per esempio da alluvioni molto vicino a noi come in Emilia e Romagna, sono 10 volte superiori a quelli che sarebbero necessari per pianificare già da oggi una linea comune “mondiale” di interventi veramente efficaci per evitare la distruzione che provocano gli eventi catastrofici climatici e ambientali.

Ma dobbiamo essere tutti d’accordo.

Forse l’Elite mondiale crede di gestire l’Immortalità o pensa di trovare un rifugio esclusivo su Marte?

In un’intervista prima della conferenza di Cortona ho domandato al prof Mercalli:

“Cosa posso fare io, mia figlia, i bimbi che incontro al parco, il commercialista, il panettiere, insomma le persone comuni, per interrompere l’aggravarsi dei fenomeni catastrofici metereologici?”

Mercalli: “Crisi climatica, crisi ambientale, crisi del nostro futuro .. la prima cosa da comprendere è che le risorse del nostro pianeta sono limitate e che ogni volta che noi consumiamo un prodotto della Terra riduciamo le ricchezze della sua miniera e in più abbiamo aumentato i materiali in discarica. In una società dove ci si sente realizzati attraverso il consumo sfrenato, cambiare consapevolmente attraverso un abito mentale più parsimonioso non vuol dire vivere in miseria ma ciò che poteva essere sufficiente 40 fa come chiudere il rubinetto dell’acqua quando ci laviamo i denti, serve a poco ed allora bisogna aumentare il peso del nostro impegno come, ad esempio, trasformare la nostra casa che attualmente è un dispersore di enormi quantità di energia. Si può lavorare sull’isolamento termico sostituendo gli infissi di porte e finestre e poi è significativo installare impianti che catturano le energie rinnovabili come gli impianti fotovoltaici e i pannelli termici per l’acqua calda. All’osservazione che l’Italia presenta città e borghi antichi nei quali è impossibile o addirittura deleterio applicare le nuove tecnologie si può rispondere che queste realtà occupano solo il 10% del territorio nazionale mentre nell’altro 90% ci sono capannoni, aree di parcheggio, centri commerciali, scuole e uffici, ministeri e anche brutte periferie di grandi città, tutte situazioni adatte a favorire l’installazione di pannelli solari o altro.

Nessuno chiede di mettere i pannelli solari sulla cupola del Brunelleschi o su S. Pietro ma si può certamente iniziare da situazioni più adatte.

Questo per quanto riguarda l’uso domestico, poi ci sono altre realtà come l’eolico e idroelettrico che sono gestite dagli Stati e dalle Grandi Industrie.

Il secondo tema sono i trasporti e l’incidenza sull’inquinamento dell’aria. Non usare l’aereo dove non è necessario vale 2 tonnellate e mezzo di Co2 ossia un terzo delle emissioni di un anno di un italiano. Utilizzare i mezzi pubblici, il telelavoro e il cellulare che aiutano le riunioni e diminuiscono gli spostamenti, poi c’è il tema del cibo che spesso viene sprecato perché acquistato, non consumato e buttato. Spesso, per moda, ci facciamo catturare da cibi esotici trasportati nei container oltreoceano, mentre dovremmo mangiare cibi locali freschi e stagionali e noi italiani in questo contesto siamo proprio fortunati! Mangiare poca carne perché gli allevamenti hanno una responsabilità importante sulle emissioni. Poi ci sono gli oggetti, nulla si conserva e tutto si butta anche se funziona ancora. Non va bene! Anche qui è necessario abbandonare le mode che esasperano i restyling. Ritornare a Riparare prima di Buttare in discarica, eliminare “l’usa e getta” dove si può.

Tutto ciò può far molto ma la parte preponderante del problema appartiene alla politica dei Grandi Paesi condizionata dai Potenti produttori Petroliferi e di Gas e di Carbone. Anche se il Sistema Democrazia si sta indebolendo, ci consente ancora di votare allora pretendiamo dalle coalizioni italiane di Destra e Sinistra che abbraccino la richiesta trasversale del popolo italiano di mettere in atto le procedure per la transizione ecologica; penso che chi le inserirà per primo nel programma di Governo potrebbe avere anche l’appoggio del partito degli astensionisti. E’ facile chiedono solo Onestà!

In un mondo saturo di informazioni tossiche indirizziamoci verso le divulgazioni scientifiche che non sono manipolate da interessi contrattuali. Oggi la scienza ci ha dato una diagnosi ed anche se ci spaventa e appare scomoda, dobbiamo impegnarci ad accettarla perché l’alternativa sono le alluvioni in Emilia Romagna, la siccità prossima alla desertificazione in Sicilia, la tempesta Vaia, un vero e proprio uragano, che ha distrutto milioni di alberi e conifere nel nostro Nord Italia.

Il fatto umanamente triste è che purtroppo neppure personaggi carismatici mondiali come Antònio Guterres Segretario Generale delle Nazioni Unite e Papa Francesco sono riusciti a comunicare il dramma che abbiamo di fronte. “

Queste e tante altre parole sono state spese da Luca Mercalli per farci comprendere che gli eventi eccezionali che oggi viviamo sono eventi climatici e ambientali moderati rispetto a quelli che potranno capitare tra 10, 20 o 50 anni”.

E’ un po’ come se le persone che vivono all’occidentale siano oramai drogate dalle “vite facili”!

La Fondazione Settembrini ancora una volta ha portato a Cortona un personaggio di fama e cultura, prezioso per la nostra società moderna che ci ha illuminato sul nostro presente e prossimo futuro.

Ci ha scoperti ancora predatori dei tesori terrestri ma sta a noi redimerci e accettare con piccole e grandi rinunce di difendere la bellezza che ci circonda.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ott 08

2024

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“Cresciamo nel Piccolo Teatro della Città di Cortona”

Le socie della Compagnia del “Piccolo Teatro della Città di Cortona” Livia Angori e Francesca Barciulli hanno iniziato un’avventura meravigliosa nella quale si vedono protagoniste, insieme ad una quindicina di fanciulle/i dai 6 ai dieci anni per creare un laboratorio teatrale: “Cresciamo nel Piccolo”.

In pochi giorni si sono completate le iscrizioni e questo dimostra come la comunità Cortonese creda in questo progetto formativo dove i giochi teatrali, adeguati all’età dei fanciulli, saranno degli stimoli per la loro crescita e la conoscenza delle loro potenzialità.

Livia attraverso una mia intervista telefonica ha raccontato come ha presentato il suo progetto in una riunione con i genitori, li ha adeguatamente informati riguardo tutti i molteplici aspetti che l’attività del laboratorio teatrale affronterà. Primo fra tutti riconoscere nel bimbo il desiderio di imparare, di ascoltare e lavorare insieme agli altri compagni, ma che sarà sempre un gioco che li porterà ad avere una corretta presenza scenica. Ha inoltre sottolineato che i bimbi non dovranno mai scoraggiarsi “impariamo a ridere di noi stessi” ed a vivere con leggerezza le eventuali difficoltà.

E’ certo importante l’insegnamento dell’ironia.

Ha anche spiegato che la sede del Piccolo in Via Guelfa, 46 non sarà un luogo dove si potranno parcheggiare i propri figli o un doposcuola.

Penso che sarà fondamentale anche comprendere l’originale passione del bimbo perché a volte i genitori proiettano sulla prole tutti i sogni che loro non sono riusciti a realizzare, ed allora un qualsiasi fanciullo non a proprio agio con l’attività teatrale, in un altro sport o hobby potrebbe invece divenirne il campione.

Fare Teatro è una disciplina specifica che porterà i giovani appassionati ad impegnarsi fino a conoscere il proprio spirito di sacrificio. Non sempre tutti possiamo fare tutto e quando si tratta di bambini ricordiamoci che desiderano principalmente amore, solo e tanto amore.

Ci saranno delle regole da rispettare e la stessa Livia Angori mi ha spiegato che il loro obiettivo è creare un gruppo di lavoro di bimbi che imparino a crescere insieme conoscendosi, acquisendo consapevolezza di ciò che si compie.

Sarà un Gioco e sarà Bello!

Lavorare insieme è un’esperienza profonda per qualsiasi individuo. I fanciulli agiranno con giocosità e scopriranno quello che non immaginavano mai di poter esprimere, daranno fiducia alle loro inclinazioni e si ritroveranno altrettanto stupiti nell’ammirare la propria amichetta del cuore recitare la Gioia e la Tristezza, l’Antipatia e la Simpatia.

Impareranno a complimentarsi l’uno con l’altro ma anche ad aiutarsi, perché non tutto sarà sempre semplice. Nel conoscersi i bimbi non sempre saranno pronti nell’accettarsi e scoprirsi realmente “meno Alti e Belli dei loro Supereroi”!

Impareranno invece a condividere le difficoltà e questo li spaventerà di meno quando dovranno affrontare la loro trasformazione in giovani donne e uomini.

Ricordiamoci delle nostre infanzie e tutto sarà più comprensibile!

Dunque a Livia e Francesca spetta il compito più difficile e certamente delicato perché sono consapevoli dell’enorme responsabilità che si assumono sulla formazione dei giovani attori, il loro insegnamento serio e sensibile non si limiterà ad agire nell’ambito di un palcoscenico ma travalicherà inevitabilmente la profondità delle giovani anime desiderose di imparare ad esprimersi.

Il Teatro ha sempre affascinato l’Uomo perché in esso l’Umanità si è sempre rispecchiata con sacralità.

Livia e Francesca li affascineranno raccontando la favola della storia del Teatro e li prenderanno sempre per mano per inseguire il Sogno più antico del Mondo: il Racconto dell’Umanità, l’amore e l’odio, la sua bontà e crudeltà, la sua bellezza e la sua vanità.

Le due signore sono motivate dalla loro profonda passione per il teatro che hanno coltivato sempre “amatorialmente” nelle loro vite e con tanto successo.

Meritano la fiducia come accompagnatrici teatrali e Livia ha tenuto a dichiarare nella sua intervista, che è motivata principalmente dal suo sentimento di amore nei confronti dei bimbi.

E’ mamma e nonna ed è particolarmente protettiva del mondo fanciullesco.

A Cortona mancava proprio da tempo un laboratorio teatrale del Piccolo per i piccoli, allora non possiamo che augurare alle Belle Signore il miglior lavoro!

Dedicarsi con amore e passione alla conoscenza e diffusione dell’arte teatrale è un’altissima missione perché eleva ed espande lo spirito di chi la pratica e di chi la osserva. Ascoltare è anch’essa un’Arte delicata che muove note, a noi interne.

L’Attore ha la necessità fisiologica di avere un pubblico e lo spettatore può godere di un bel regalo.

E’ dunque ancora più importante per la vita riconoscere quanto sia necessario acquisire anche la conoscenza di giovarsi degli spettacoli teatrali perché questa pratica assume ricchezza per il proprio benessere. Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ago 11

2024

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La “Maternità” di Gino Severini

Come dipingerebbe Gino Severini oggi la sua “Maternità”?

Già perché allora nel 1916 era ammirata come un’opera laica di grande contemporaneità, mentre noi oggi la studiamo come un prodotto oramai classico di sofisticata tradizione interpretativa.

Come uomo Severini “fotografò” nella sua “Maternità” il suo dramma personale di padre e marito per la grave malattia del suo bimbo appena nato, che morì di polmonite poco dopo la nascita, ma come artista dipinse per il mondo, l’orrore per il conflitto in corso della Prima Guerra Mondiale dove persero la vita milioni e milioni di persone, tutti figli sacrificati.

Ma per quale causa, visto che la violenza oggi è decuplicata?

Nel Santuario di Santa Margherita di Cortona c’è una cappella votiva ai caduti cortonesi della Prima Guerra Mondiale, un affresco dipinto da Osvaldo Bignami che riporta i nomi di oltre seicento concittadini che non fecero mai ritorno in Valdichiana. E’ una pittura che mi sconvolge ogni volta che la guardo perché mi scuote nell’animo.

Da mamma penso alla “morte nel cuore” delle altrettante loro mamme.

Dunque l’avvento della Grande Guerra uccise anche tutte le libere sperimentazioni pittoriche e materiche che tanto avevano affascinato gli artisti all’epoca perché tutta la loro fantasia si sciolse al sole di fronte alle atrocità perpetuate sugli uomini. La stessa luce elettrica cambierà in quegli anni la visione delle accecanti giornate estive o i chiari di luna, si percepirono infatti nuove strade artistiche ma ciò non poté rassicurare molti di loro che per non smarrirsi nell’orrore abbandonarono le sperimentazioni e cercarono conforto in un ritorno al recente passato pittorico. I geni creativi avevano necessità di riavvolgere la matassa del tempo per ritrovarsi esseri pietosi, cercarono di ridesiderare le cose semplici e di riportare l’ordine naturale delle cose.

Gli Artisti sopra ogni cosa sono e saranno sempre donne e uomini con particolari sensibilità, pronti a sacrificare le loro comfort zone per liberare la passione della loro poesia, raccontare la loro filosofia, mostrare la loro pittura, scultura e architettura.

Nella visione della “Maternità” di Gino Severini conservata al MAEC sono racchiusi tutti codesti pensieri.

Purtroppo Ora come Allora continuiamo a vivere a braccetto con le atrocità delle guerre diffuse per il mondo a macchia di leopardo, con l’aggravante di non aver imparato Nulla per difenderci dalla parte Crudele dell’Uomo.

In un solo giorno di bombardamenti nella sola Ucraina, la nostra atmosfera si avvelena portandoci di 50 anni in avanti e poi parliamo di auto Elettriche, Nuove Fonti Rinnovabili?

NO COMMENT!!!

Allora di fronte alla conoscenza di dover rispettare oggi la sostenibilità ambientale ed economica nel mondo per il mondo come rappresenterebbe la sua Maternità il Severini?

In verità penso che il pittore avendo già allora dipinto laicamente la sua Madonna con il Bimbo oggi non aggiungerebbe nulla di più e questo eleva l’opera ad essere tutt’ora un lavoro di grande avanguardia.

Lui ritrae l’istinto materno, la cura per un figlio e prima ancora il sacrificio della donna e la responsabilità che mette nella sua gravidanza dove ama far crescere un feto sano.

La Donna è un elemento Sacro per il proseguimento della specie umana e il tutto non potrebbe che essere interpretato diversamente!

Più volte come pittrice, di fronte ad un immacolato foglio bianco, mi sono posta lo stesso quesito perché nel mondo la Donna continua ad avere una vita Difficile.

Sono tante le immagini che propongono le artiste contemporanee e non sempre rimandano l’immagine serena di una madre con in braccio il suo bimbo che nutre.

Oggi molte figure di donne vengono ritratte crocifisse o mentre allattano, hanno il viso incappucciato da un passamontagna nero come nell’importante opera di Argelia Bravo.

Del resto viviamo un’umanità violenta!

Ma non meravigliamoci o scandalizziamoci perché già il Maestro Hieronymus Bosch nel 1497 dipingeva una santa crocifissa e conosciamo bene quanto le donne debbano sacrificarsi per raggiungere ”l’uguaglianza” con il maschio.

L’Arte Vera è lo specchio del nostro vivere perché mette a nudo Verità Comode e Scomode.

Posso aggiungere che per alleggerire la visione delle cose ho ammirato la Presidente Giorgia Meloni scendere la scaletta con la sua figliuola per intraprendere l’ultima missione economica e politica in Cina. Del resto le scuole sono chiuse ed un fanciullo apprezza di conoscere il lavoro del proprio genitore e sa comprendere così, a volte più dei grandi, il perché delle sue assenze da casa.

Mi ha riempito d’orgoglio vedere e sapere l’inserirsi della Signora Meloni nell’impenetrabile mondo maschile dove solo la sensibilità di una donna e madre possono scalfire i muri dell’indifferenza.

Spero dunque si dia più fiducia e potere alle donne perché visti i risultati attuali ottenuti dai secoli precedenti di sola conduzione maschile, non ci resta che provare.

Da progressista ho sperato di veder ricoprire da Donne della Sinistra Italiana le cariche più alte dello Stato, non è stato così, allora è importante sostenere “Tutte” la Presidente Meloni nella sua doppia lotta: quella Visibile della Politica/Partitica e quella Invisibile e più subdola dei Maschi al Potere perché è importante non essere “fascisti dentro” considerando purtroppo quanti finti “personaggi di sinistra” girino indisturbati.

Dunque siamo partiti dalla visione poetica che Gino Severini aveva della “Maternità” nell’Arte fino ad arrivare ai giorni nostri.

Credo che oggi disegnando, mi affiderei comunque a una visione dolce della donna madre perché qualsiasi altro pensiero l’allontanerebbe dalla sua natura di leonessa protettrice della specie, questo non limiterebbe nel modo più assoluto per qualsiasi donna di vivere la propria esistenza senza necessariamente intraprendere il ruolo di madre.

Siamo partiti da un capolavoro pittorico ma ciò è coerente perché l’Arte stessa è scienza nella storia dell’Uomo ma questo sarà fonte di approfondimento per un altro articolo per il futuro.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Giu 06

2024

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Sala Nocchia, di nuovo Quì

E’ un venerdì sera a Cortona, la fine di un maggio che non vuole  dare spazio all’estate ormai incombente. Ma alla fine cederà e rimpiangeremo a lungo questa aria tiepida, mai invadente, portatrice di piacevolezze atmosferiche.

Sono in via Guelfa davanti alla sede del Piccolo Teatro della Città di Cortona intitolato a Marco Nocchia, un ambiente piccolo, angusto per lo scopo a cui è stato adattato, ma carico di significati. Conosco questo fondo perché ci sono stato nel 2020 per un evento molto simile. I soci del Piccolo erano chiamati ad esibirsi proponendo testi classici, propri o rivisitazioni di pezzi famosi. Era stata una piacevole sorpresa perché allora ero totalmente a digiuno, e anche un po’ scettico, sulla qualità degli attori che invece mi avevano sorpreso positivamente. Era stata una bella serata.

Questa volta sono preparato. Entro e mi ritrovo avvolto in una atmosfera che sa di magico e di amore per il teatro. Le pareti sono letteralmente  tappezzate da locandine di spettacoli allestiti negli anni dalla Compagnia. E’ un viaggio a ritroso nel tempo. Riconosco opere famose a cui ho assistito anche in prestigiosi teatri romani ma soprattutto mi incanto a leggere tra gli interpreti nomi di amici e conoscenti, di gente che incontro al bar, alcuni presenti in sala, altri no.

E’ un teatro dentro la gente, dentro la comunità cortonese. Amici, parenti o semplicemente persone che sono cresciute insieme. Qualcuno nato in altre regioni ma accomunato dall’indiscutibile amore per Cortona.

Il “regista” dell’evento è Vito Cozzi Lepri. E’ un coordinatore che ha lasciato ai suoi discepoli ampia libertà. Ognuno poteva rappresentare quello che voleva come voleva. Unico vincolo era che dovevano recitare in coppia. In pratica un duetto obbligatorio.

Scelta apparentemente semplice ma in effetti studiata “a tavolino”. L’obiettivo era quello di far sprigionare al massimo l’energia che è in ognuno di noi senza vincoli di dogmi teatrali per spingere le persone che già si cimentavano in questo meraviglioso hobby ad andare oltre, a gettare il cuore oltre l’ostacolo e contemporaneamente attirare nuove leve, nuove preziose risorse che fossero in grado di mettersi in discussione e entrare nella grande famiglia teatrale per proseguirla nel tempo.

Posso dire che c’è certamente riuscito. Il risultato è stato ottimo.

In questo ambiente che trasuda amore per il teatro si è sprigionata una energia calda verso la quale non si poteva restare indifferenti, sono stato coinvolto in ogni singola esibizione saltando da scene profondamente drammatiche a duetti divertenti sul filo di una brillante ironia. Felicità e tristezza a braccetto come vecchi amici.

Una cosa posso affermare senza tema di smentite come diretto testimone di ambedue gli eventi a quattro anni di distanza uno dall’altro; sono cresciuti, il livello medio della recitazione, anzi delle interpretazioni, è molto alto, molto vicino al professionismo che per alcuni interpreti è già un fatto acquisito.

Un unico grosso neo, l’inadeguatezza della sala che ha costretto gli attori a dei veri “salti mortali” per esibirsi con qualità ma, del resto l’indifferenza delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo non ha permesso di individuare nuove e più adatte strutture per questa attività che qualifica e rende migliore la comunità cortonese, un vero fiore raro che dovrebbe essere coltivato con amore, un bene prezioso che poche altre comunità possiedono.

Ho sentito dire che esisterebbero in Cortona luoghi che potrebbero essere più adatti a questa esigenza ma che occorre volontà e determinazione da parte delle autorità per renderli disponibili e agibili.

Come spesso accade, anche in questo caso, speriamo nella prossima amministrazione!

Fabio Romanello

Mag 02

2024

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Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento

Nel Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio si è declinata un’interessantissima conferenza del dr. Paolo Giulierini già Direttore del MAEC e del Mann, rispettivamente il Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, organizzata dalla Signora Carla Rossi su desiderio di Don Ottorino che tanto lavoro spende affinché questo magnifico luogo di culto viva principalmente, come naturale sede di Caritas.

Il tema della Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento è stato l’argomento trattato prendendo in considerazione il cammino dell’Uomo nel territorio cortonese e del suo più ampio perimetro.

Il dr Giulierini ha reso coinvolgente il narrato citando luoghi e chiese noti al pubblico presente.

Dai cippi della località Carpaccio che testimoniano i rilievi astronomici degli etruschi che osservavano il sole, la luna, le stelle, i fulmini e le saette, come il volo degli uccelli, ed attraverso questi studi, pensavano di comprendere il volere delle loro Divinità.

Persino molti anni dopo Frate Elia ha avvertito il bisogno di erigere la seconda Chiesa dedicata a San Francesco a Cortona sul suolo di un antico santuario Etrusco. E chi di noi, non è venuto a conoscenza dell’eccezionale ritrovamento delle tantissime statuine votive a San Casciano dei Bagni ritenuto un posto dalle grandi proprietà di guarigione?

L’Uomo ha sempre avvertito Presenze Divine, ed ha anche sempre richiesto loro: Protezione.

La Porta Bifora di Cortona ha conservato per secoli una statuetta dalle due facce che significava che era lì per proteggere il regno dei morti e dei vivi. Studiando i vari culti pagani e religiosi si comprendono le difficoltà esistenziali degli uomini di quell’epoca e si capiscono le strategie adottate dalle classi dirigenti.

Posso solo menzionare in modo frammentario pochissimi esempi perché la conferenza è stata ricca di elementi che il Gulierini snocciolava in “quantità industriale” e con la massima disinvoltura tipica dell’uomo colto ma mai noioso.

Dunque il pensiero dell’Uomo Antico è stato sempre più sofisticato di quello che possiamo immaginare e le varie venerazioni e dottrine che l’uomo ha deciso di seguire verso le sue Divinità sono state sempre dettate dal desiderio di sentirsi Protetto in tutte le fasi della sua vita, quella Giovanile, Adolescenziale, Adulta e per la Vecchiaia.

I Soggetti Spirituali dovevano proteggere le donne in cinta, i neonati, i fanciulli che erano colpiti da una devastante mortalità soprattutto nei primi mesi di vita.

In sintesi posso affermare che le varie testimonianze archeologiche come quelle storiche rinascimentali hanno evidenziato come l’uomo abbia evoluto nel corso dei secoli il suo rapporto con il Divino o meglio ancora come la “Classe Dirigente” del momento abbia ritenuta più utile una dottrina piuttosto che un’altra, del resto è sempre stato difficile scindere la politica dalla religione ed il contrario.

Poi la conferenza è atterrata sui miracoli che una comunità di artigiani ha attribuito ad un dipinto di una dolce Madonna con il suo Bimbo proprio nella località del Calcinaio e della successiva costruzione della sua Chiesa quella di Santa Maria delle Grazie. Un Grande Voto di Riconoscenza alla Madonna per i miracoli compiuti in quella piccola comunità.

Visitando l’interno della grande navata, dilatata dal disegno prospettico che ne amplifica le dimensioni in altezza e profondità, lo stato d’animo del visitatore anche del più profano, viene catturato dalla musicalità del calcolo matematico dell’architetto Francesco di Giorgio Martini.

Gli spazi parietali bianchi sono delineati in verticale e in orizzontale dalla grigia pietra serena, modanature e pilastri pensati con una geometria ordinata ed elegante, imponente e armonica dove all’interno di questi riquadri sono state collocate grandi finestre ornate da proporzionati timpani in pietra. Gli alti occhi tondi invadono gli interni con la luce naturale di un intero giorno. Molto si è scritto e parlato su questo Capolavoro della sua Pura Perfezione ornata poi dalla vetrata di Guillaume de Marcillat e dai dipinti del Papacello, del fiorentino Jacone e di Alessandro Allori.

In questo contesto di rara raffinatezza, dove è facile ordinare i propri pensieri e devo contenere l’ammirazione per il progetto dell’architetto, scorgo nel braccio destro del presbiterio tantissimi pacchi di cartone sulle panche della Chiesa. Sono la testimonianza del Banco Alimentare fortemente voluto e seguito da Don Ottorino, raccolto, svolto e distribuito nella sua casa, il Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio.

Allora comprenderete che il luogo vive di una profonda e luminosa Bellezza perché è facile assistere alla processione di persone alle quali vengono regalati pacchi di generi alimentari, azioni compiute preservando sempre la dignità dei bisognosi.

La gentilezza del dr Paolo Giulierini si inserisce nelle azioni di volontariato che sostengono il Santuario oramai abbandonato all’incuria amministrativa di prevenzione e protezione dell’intero corpo di fabbrica. Un Gioiello Rinascimentale completamente abbandonato dai Partiti Politici e Religiosi e da chi se ne dovrebbe occupare per reale competenza da decenni e decenni.

Dunque l’attrazione del personaggio Giulierini a cui siamo grati, ha ripopolato gli scranni affascinandoci descrivendo il cammino spirituale dell’uomo etrusco fino all’epoca rinascimentale. L’archeologo ci ha narrato come fin dai tempi antichi l’uomo sia sempre stato grato ai doni della Madre Terra: l’acqua, la luce, il fuoco e tutti i doni della terra. L’essere umano per sua natura ha sempre perseguito il proprio benessere, peccato che OGGI sia in atto la distruzione di Madre Natura e che siano rifiutati tutti i Miracoli che le poche Diplomazie Democratiche esistenti riescano faticosamente a proporre.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®