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Maggio, 2024

Mag 18

2024

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Mario PARIGI e Le Origini del Fascismo a Cortona (1919-1925)

Nel mese di maggio alla @factorydardano44 Mario Parigi, storico e scrittore, ha proposto ad Aldo Calussi, ideatore e curatore dei tantissimi e frequentatissimi pomeriggi culturali cortonesi, un suo libro: Le Origini del Fascismo a Cortona (1919-1925)”.

Il racconto, in tema di politica e delle imminenti elezioni europee, è dei più interessanti ed opportuni, mentre è stato addirittura coinvolgente quasi fino alla commozione, per gli ospiti che hanno riconosciuto, attraverso le fotografie dell’epoca, il proprio nonno, lo zio, l’amico del babbo o il proprio allora solo un bambino.

Gli argomenti trattati dal Parigi non sono stati “storia di propaganda” perché è un intellettuale schietto e onesto, forse come pochi, ma ha offerto una preziosa occasione alla comunità cortonese per comprendere come un fenomeno divenuto tragicamente nazionale, si sia potuto seminare sin nei più piccoli centri italiani.

Il Fascismo è stato un progetto studiato scientificamente e a tavolino, con processi diversi indirizzati specificatamente nelle varie regioni tra il Nord e il Sud d’Italia.

Le colonie organizzate per i fanciulli che non si erano mai allontanati dai territori d’origine e non avevano mai visto il mare, sono servite ad infondere simpatia e le stesse gare sportive dovevano risultare aggregative nel nome del Popolo Italiano.

Il Regime cercava consensi e delineava l’accrescere del suo Potere con le più ragionate strategie, anche le più crudeli, che però erano “vestite da buoni panni”.

Ciò è avvenuto purtroppo con la prepotenza e attraverso la violenza perchè la Democrazia non era prevista e neppure contemplata!

Al riguardo Mario Parigi con le sue meticolose ricerche, attraverso le consultazioni degli archivi regionali e statali, è riuscito a ricomporre e ricostruire nomi e fatti, foto e cerimonie, festeggiamenti e sconfitte, tutto documentato dalle note bibliografiche.

Non poteva certo generalizzare gli argomenti perché in quel pomeriggio in via Dardano 44 è come se ci fosse stata una “Presa Diretta” con i protagonisti cortonesi di quel ventennio!

Per un paese piccolo o grande che sia avere la possibilità di poter gestire autonomamente la ricostruzione di quel periodo ha un grande valore e coinvolge tutti in enormi responsabilità.

Ogni paese, frazione, cittadina o piccolo centro deve sentire il bisogno di conoscere la propria storia mentre, invece, per le grandi città le ricostruzioni sono curate direttamente dalla grande politica nazionale.

Nelle scuole non si sono mai letti paragrafi riguardo le due Grandi Guerre meno che mai studiato il Ventennio Fascista mentre si è sempre sussurrato: I Protagonisti di quegli anni sono ancora in vita!

Diversamente dalla Germania che ha processato i suoi crimini, nel nostro Sconfitto Paese il passaggio dei Gerarchi Fascisti alle loro funzioni nel Nuovo Parlamento Italiano è stato accompagnato da silenziosi e complici consensi, quando per le strade le vendette dei cittadini venivano bagnate con il sangue.

Senza voler entrare nel merito di un colore politico, rosso o nero che sia, posso ricordare semplicemente che la prepotenza e la sopraffazione dell’individuo con torture, minacce, crimini e abusi di potere tanto da impedire la facoltà del lavoro, il diritto di proprietà e di esistenza, sono esperienze vissute da dover rappresentare alle generazioni future proprio per poterle scongiurare.

Scrivere un diario di bordo quando ancora i capitani delle navi e i loro nipoti sono ancora in vita e  possono offrire testimonianze dirette, risulta un’occasione rara per rielaborare lutti e ingiustizie.

Questo è il miracolo della Democrazia, infatti Mario Parigi ha studiato con onestà le vicende vissute in quegli quegli anni e la sua conferenza presentata precedentemente anche in altre sedi, ha concesso sempre diritto di replica.

Le Vendette sono inutili ma i Nemici vanno comunque riconosciuti per salvarsi!

Per questo il lavoro di ricerca e scrittura di Mario Parigi hanno un valore immenso che potrà anche essere portato come esempio disciplinare in tutte le scuole.

Aggiungo che dobbiamo porre la massima attenzione oggi ai fenomeni di bullismo, di omotransfobia, intolleranza religiosa e di razza o di qualsiasi altro fenomeno che denunci la volontà di sopraffazione nei confronti dell’altro perché attraverso i secoli, i brand dei partiti cambiano nome e colore per seguire le tendenze, proprio come le mode, ma le crudeltà perpetuate sulle persone comuni sono purtroppo le stesse.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mag 02

2024

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PICCOLO TEATRO DELLA CITTA’ DI CORTONA

CINQUANT’ANNI DI SPETTACOLI

(1973-2023)

“Il Teatro scuote i Pensieri dell’Uomo, Commuove, Divaga, Istruisce, porta allo Scoperto le Filosofie di Vite Passate, Presenti e Future. Il Teatro è l’Eterna Rappresentazione della DONNA e dell’UOMO su questa Terra. Li Unisce e Li Divide.

Rappresenta i Giovani e i Vecchi, i Sani e i Malati, i Ricchi e i Poveri, è l’espressione della politica dei sentimenti.

Quando il Teatro diventa Sublime è Poesia e non morirà mai finché vivrà l’Essere Umano”.

(rr 1.05.23)

Il 13 aprile scorso, la Compagnia del Piccolo Teatro della Città di Cortona ha invitato tutta la cittadinanza a partecipare alla conclusione delle celebrazioni dei suoi primi 50 anni di attività con un’altra presentazione del libro “PICCOLO TEATRO DELLA CITTA’ DI CORTONA CINQUANT’ANNI DI SPETTACOLI (1973-2023)” curato dal prof. Vito Amedeo Cozzi Lepri, Preside di professione, Scrittore e Regista per passione.

In verità non ci sono confini tra passioni e doveri, tutto contribuisce ad arricchirci con uguale importanza.

Per la cittadinanza non è stato solo un pomeriggio trascorso nell’elegante sala Medicea del MAEC, ha rappresentato una di quelle rare occasioni dove ci si rincontra tra intimi amici, colleghi di lavoro, vecchi compagni di scuola, vicini di casa, opposti in politica. Più che una conferenza è stata una riunione che ha riaccolto in privato la comunità cortonese.

Non ero presente ma il socio Azelio Cantini mi ha inviato un bel video girato dal romano Carlo Lancia, cortonese di adozione, altra preziosa risorsa per la memoria storica di Cortona e quello che scrivo è ciò che prepotentemente le immagini e il sonoro mi hanno trasmesso.

Sono occasioni rare per ritrovare le proprie radici, per riavvolgere matasse ingarbugliate, dove noi “turisti residenti” risultiamo per i cortonesi spesso il prezzemolo in ogni minestra, magari non sempre risultiamo opportuni e per alcuni, spero pochi, “ci azzecchiamo poco”!

Gli onori di casa del nuovo Presidente del Piccolo Mario Parigi sono stati simpatici e avvolgenti e insieme al Presidente uscente e già nostalgico Ferdinando Fanfani, la sua commozione era tangibile, hanno chiamato a intervenire e contribuire con un pensiero o un ricordo tutti i presenti e ciò ha creato un evento vivace ma anche un pò malinconico per la cittadinanza.

I rappresentanti di tutte le Istituzioni e quelle della vita civile Cortonese hanno partecipato con sentimento come l’assessore Silvia Spensierati in rappresentanza del Comune e il Prof. Paolo Bruschetti, Vice Lucumone dell’Accademia Etrusca.

Anche l’intervento del Dott. Mario Aimi Presidente dell’Accademia degli Arditi ha regalato un bellissimo cameo ricordando uno spettacolo al Signorelli dell’allora ottantacinquenne Ernesto Calindri, attore indimenticabile, che gli aveva personalmente raccontato come Cortona per lui significasse il suo primo debutto avvenuto nel teatro del Seminario di Cortona. La sua famiglia in quegli anni viveva a Cortona perché il suo babbo vi lavorava.

Dunque Cortona conserva tesori negli scrigni grandi del Teatro Signorelli come in quelli piccoli del Piccolo.

Sempre illuminanti gli interventi del Prof. Nicola Caldarone Presidente del Comitato tecnico del MAEC, attualmente impegnato a Terontola insieme al poeta Azelio Cantini in “Lezioni di Teatro“ a raccontare l’importanza del teatro che “parla” direttamente al pubblico e che offre da millenni un metodo efficace per educare una comunità. Sono entrambi impegnati a presentare l’attività teatrale di molti autori mondiali come Shakespeare, del nostro Dario Fo e di Moliere che nel suo “Avaro” mette in evidenza, oggi più che mai, il difetto dell’avaro sentimento umano nei confronti del profitto che non è mai sufficientemente ricco, a costo della stessa vita umana.

Gli interventi degli ospiti sono dei veri e propri contributi a favore del ricordo dei vari allestimenti teatrali del Piccolo.

La poliedrica persona del Parigi, nella sua nuova investitura, ha saputo attirare per questa significativa riunione eminenti figure dirigenziali di Cortona.

I miei non sono stucchevoli complimenti, con essi desidero sottolineare come i molteplici interessi del Parigi che vanno dal giornalismo alla musica, dall’attività di storico e scrittore e molto altro ancora, potranno attrarre nuovi soci al Piccolo, questione fondamentale per la sopravvivenza di questo tipo di associazioni amatoriali.

Il Consiglio del Piccolo è sostenuto soprattutto dai suoi membri: donne e uomini che con sacrificio e amore sostengono l’attività teatrale del Piccolo. Persone che nella vita svolgono i più svariati  lavori e quando giunge il momento in famiglia del meritato riposo, si incontrano nella sede di via Guelfa per iniziare “l’altro lavoro fatto di sogni”!

Questo piccolissimo ambiente è stato trasformato in passato nella sala prove dalle volenterose mani di Eugenio Lucani, Nanni Fumagalli, Rolando Bietolini e da Mario Bocci altro attore di successo del Piccolo presente in sala.

E… finalmente entra in scena il grande Vito!

Uomo di raffinata cultura, poliedrico “attore professore, regista preside” nonché filosofo e scrittore.

Il complesso lavoro di Vito Amedeo Cozzi Lepri per il libro del Piccolo è stato costruito con la pazienza, costanza, cultura e determinazione. Lui ha intrecciato contatti casuali o voluti con le persone, ha tessuto un sapiente lavoro psicologico con la vitalità e l’intelligenza che lo distingue.

Vito oltre a investigare, scovare tra incartamenti impolverati dal tempo, ha speso molta energia nel ricontattare figli e nipoti di registi, soci e attori per ridare vigore alle singole storie che hanno contribuito a creare tutti i 70 spettacoli messi in scena dal Piccolo dal 1973 al 2023 tanto che occorrerebbe aggiungere un’appendice al libro stesso perché c’è già molto del nuovo.

Vito è un uomo positivo che per natura desidera unire e non dividere.

Dunque una riunione che ha visto ben speso il patrocinio del Comune di Cortona, della Banca Popolare di Cortona e dell’Accademia Etrusca.

Non ci sono solo espansioni culturali in questi progetti c’è crescita di conoscenze e amicizie.

Vito Cozzi Lepri ha impostato la lettura del libro in un arco di 5 Atti dove il Prologo accenna a degli aneddoti, avventure e curiosità dei 50 anni di vita privata e pubblica del Piccolo.

Si potrebbero scrivere altre 70 sceneggiature!

Nel Romanzo della descrizione delle commedie del Piccolo, Cozzi Lepri racconta di quando recitava al fianco di Franco Sandrelli uno dei fondatori del Piccolo che creò insieme alla moglie Luigina Crivelli, una vera “nuvola creativa”.

Sempre la Maestra Crivelli, insieme al Sandrelli e i colleghi di allora, professori della scuola negli anni”70 di Cortona, promossero l’attività teatrale perché capivano quanto questa energia potesse positivamente aiutare a far crescere una meravigliosa generazione.

Vito ha raccontato ancora di Franco Sandrelli presente in sala insieme alla figlia Eleonora, di quanto fosse artista dentro, pittore, scenografo, attore e regista poi ancora della Maestra Luigina Crivelli, del Comm. Giuseppe Favilli, del prof. Mario Fattorini, come anche di Corrado Pavolini regista, drammaturgo, critico letterario, poeta, librettista, tutte persone luminose che lasciarono quell’eredità della quale godiamo oggi.

Ha raccontato anche di Azelio Cantini quando si addormentò e non avviò la musica per la scena perché stanco di una partita a tennis durata 2 ore e della successiva mangiata di 6 paste del Vannelli.

Ha raccontato pure di piccole curiosità citando la Signora Candida Marri preziosa e indispensabile “trova robe” per le scene degli spettacoli.

Poi Azelio Cantini con la sua sensibile poesia ha omaggiato chi non è più tra noi e ricordiamoci che erano e sono solo Attori Dilettanti dove il collante è l’amore per il teatro!

L’intervento di Donella Baccheschi, una delle più giovani e valide acquisizioni tra i soci racconta di una Donella fanciulla timida, muta fino a vent’anni, anche se oggi non ci potrebbe credere nessuno visto il piacere che ha nel parlare e quanta classe e presenza scenica riesce a spendere bene sul palcoscenico!

Ciò spiega quanto lavoro utile promuove la disciplina dell’introspezione teatrale.

L’intervento sul finire del brillante Andrea Santiccioli, senza microfono, fa respirare l’aria delle quinte del Piccolo, l’allegria, la spontaneità, l’energia e la profondità e fantasia.

Bellissima la sua riflessione sul fatto che fare teatro significa principalmente diventare belle persone.

Vero! Il teatro fa emergere dalle nostre profondità la nostra bellissima luce! Fare teatro significa esplorare se stessi e scoprire il nostro opposto. Il coraggio poi è nell’accettarsi ma … questo è un altro meraviglioso film.

Naturalmente è nello stile professionale di Vito ricordare i successi del Pescatori, Alfredo Fazzini, Rolando Bietolini, Susanna Bocci, Augusto Bietolini, Marco Nocchia, Mario Bocci nel libro ci sono tutti nessuno escluso!

Vito ha elogiato particolarmente Lina Bartelli per il lavoro da regista e della messa in opera di Jesus Christ Superstar ed ha sottolineato anche l’altro meritatissimo successo della sua regia e cura delle “Donne che corrono con i lupi” del 2019. Ricordo ancora la recita “da brividi” di Giovanna Bianchi nel monologo di Franca Rame. Fu Magnifica Unica.

Poi Vito ha raccontato con il cuore e l’emozione nella voce, gli aneddoti e le accidentali occasioni che hanno caratterizzato le prove delle scene dei vari 70 spettacoli, aneddoti commoventi anche per me che non conoscevo tutti i personaggi che menzionava, perché bastava immergersi nel bagaglio della melanconia umana per comprendere il valore dei ricordi raccontati dal Preside.

Ma fermiamoci perché il libro va letto, va ricordato e rivissuto.

Di tutti c’è stato un meritato ricordo e Vito spinge proprio tutti a mettersi in gioco, invita persino l’abbottonato e serissimo, esimio Professor Paolo Bruschetti.

Un libro che verrà conservato nella biblioteca del Comune di Cortona per il suoi ricordi in esso raccolti e per l’intimità cortonese in essa conservata.

Mi perdoneranno i “dimenticati” in codesto scritto, perché nel libro ci sono tutti i bravi e sensibili personaggi che hanno contribuito a far nascere, crescere e “mantener sana” la salute della Compagnia del Piccolo Teatro di Cortona, ma noi giornalisti abbiamo sempre il difetto di dover contenere le battute!

Fuori dalle mura secolari del MAEC soffiano Venti di Guerra. Dentro le vite umane respirano più che mai le passioni, perché più si teme di perderle, con più forza esse dilagano perché del teatro ci si innamora una sola volta, ma è per tutta la vita.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mag 02

2024

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Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento

Nel Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio si è declinata un’interessantissima conferenza del dr. Paolo Giulierini già Direttore del MAEC e del Mann, rispettivamente il Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, organizzata dalla Signora Carla Rossi su desiderio di Don Ottorino che tanto lavoro spende affinché questo magnifico luogo di culto viva principalmente, come naturale sede di Caritas.

Il tema della Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento è stato l’argomento trattato prendendo in considerazione il cammino dell’Uomo nel territorio cortonese e del suo più ampio perimetro.

Il dr Giulierini ha reso coinvolgente il narrato citando luoghi e chiese noti al pubblico presente.

Dai cippi della località Carpaccio che testimoniano i rilievi astronomici degli etruschi che osservavano il sole, la luna, le stelle, i fulmini e le saette, come il volo degli uccelli, ed attraverso questi studi, pensavano di comprendere il volere delle loro Divinità.

Persino molti anni dopo Frate Elia ha avvertito il bisogno di erigere la seconda Chiesa dedicata a San Francesco a Cortona sul suolo di un antico santuario Etrusco. E chi di noi, non è venuto a conoscenza dell’eccezionale ritrovamento delle tantissime statuine votive a San Casciano dei Bagni ritenuto un posto dalle grandi proprietà di guarigione?

L’Uomo ha sempre avvertito Presenze Divine, ed ha anche sempre richiesto loro: Protezione.

La Porta Bifora di Cortona ha conservato per secoli una statuetta dalle due facce che significava che era lì per proteggere il regno dei morti e dei vivi. Studiando i vari culti pagani e religiosi si comprendono le difficoltà esistenziali degli uomini di quell’epoca e si capiscono le strategie adottate dalle classi dirigenti.

Posso solo menzionare in modo frammentario pochissimi esempi perché la conferenza è stata ricca di elementi che il Gulierini snocciolava in “quantità industriale” e con la massima disinvoltura tipica dell’uomo colto ma mai noioso.

Dunque il pensiero dell’Uomo Antico è stato sempre più sofisticato di quello che possiamo immaginare e le varie venerazioni e dottrine che l’uomo ha deciso di seguire verso le sue Divinità sono state sempre dettate dal desiderio di sentirsi Protetto in tutte le fasi della sua vita, quella Giovanile, Adolescenziale, Adulta e per la Vecchiaia.

I Soggetti Spirituali dovevano proteggere le donne in cinta, i neonati, i fanciulli che erano colpiti da una devastante mortalità soprattutto nei primi mesi di vita.

In sintesi posso affermare che le varie testimonianze archeologiche come quelle storiche rinascimentali hanno evidenziato come l’uomo abbia evoluto nel corso dei secoli il suo rapporto con il Divino o meglio ancora come la “Classe Dirigente” del momento abbia ritenuta più utile una dottrina piuttosto che un’altra, del resto è sempre stato difficile scindere la politica dalla religione ed il contrario.

Poi la conferenza è atterrata sui miracoli che una comunità di artigiani ha attribuito ad un dipinto di una dolce Madonna con il suo Bimbo proprio nella località del Calcinaio e della successiva costruzione della sua Chiesa quella di Santa Maria delle Grazie. Un Grande Voto di Riconoscenza alla Madonna per i miracoli compiuti in quella piccola comunità.

Visitando l’interno della grande navata, dilatata dal disegno prospettico che ne amplifica le dimensioni in altezza e profondità, lo stato d’animo del visitatore anche del più profano, viene catturato dalla musicalità del calcolo matematico dell’architetto Francesco di Giorgio Martini.

Gli spazi parietali bianchi sono delineati in verticale e in orizzontale dalla grigia pietra serena, modanature e pilastri pensati con una geometria ordinata ed elegante, imponente e armonica dove all’interno di questi riquadri sono state collocate grandi finestre ornate da proporzionati timpani in pietra. Gli alti occhi tondi invadono gli interni con la luce naturale di un intero giorno. Molto si è scritto e parlato su questo Capolavoro della sua Pura Perfezione ornata poi dalla vetrata di Guillaume de Marcillat e dai dipinti del Papacello, del fiorentino Jacone e di Alessandro Allori.

In questo contesto di rara raffinatezza, dove è facile ordinare i propri pensieri e devo contenere l’ammirazione per il progetto dell’architetto, scorgo nel braccio destro del presbiterio tantissimi pacchi di cartone sulle panche della Chiesa. Sono la testimonianza del Banco Alimentare fortemente voluto e seguito da Don Ottorino, raccolto, svolto e distribuito nella sua casa, il Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio.

Allora comprenderete che il luogo vive di una profonda e luminosa Bellezza perché è facile assistere alla processione di persone alle quali vengono regalati pacchi di generi alimentari, azioni compiute preservando sempre la dignità dei bisognosi.

La gentilezza del dr Paolo Giulierini si inserisce nelle azioni di volontariato che sostengono il Santuario oramai abbandonato all’incuria amministrativa di prevenzione e protezione dell’intero corpo di fabbrica. Un Gioiello Rinascimentale completamente abbandonato dai Partiti Politici e Religiosi e da chi se ne dovrebbe occupare per reale competenza da decenni e decenni.

Dunque l’attrazione del personaggio Giulierini a cui siamo grati, ha ripopolato gli scranni affascinandoci descrivendo il cammino spirituale dell’uomo etrusco fino all’epoca rinascimentale. L’archeologo ci ha narrato come fin dai tempi antichi l’uomo sia sempre stato grato ai doni della Madre Terra: l’acqua, la luce, il fuoco e tutti i doni della terra. L’essere umano per sua natura ha sempre perseguito il proprio benessere, peccato che OGGI sia in atto la distruzione di Madre Natura e che siano rifiutati tutti i Miracoli che le poche Diplomazie Democratiche esistenti riescano faticosamente a proporre.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®