Al Teatro Signorelli: Il Requiem di Terezin con Francesco Attesti

Al Teatro Signorelli: Il Requiem di Terezin con Francesco Attesti

Il Teatro è l’Olimpo per l’Umanità e fin dai tempi antichi ha sempre raffigurato il modo artistico più elevato per esprimersi. Le stesse scenografie sono dipinti, frutto di disegni, la musica accompagna il canto e la danza, sono sculture animate e la recita degli attori a volte assume persino la sacralità di una preghiera.

Il teatro nobilita l’Uomo: cura la Bellezza, custodisce la Sapienza, esprime l’Amore.

Il 24 aprile u.s. al Teatro Signorelli di Cortona è stata invitata tutta la cittadinanza per ascoltare il “Requiem di Terezin” con la regia di Sergio Bianconcini, il Maestro Francesco Attesti al pianoforte e la Voce dell’Attrice Valeria Gudini. Quest’opera nasce dal capolavoro del Requiem di Giuseppe Verdi (1874) che il Maestro aveva dedicato alla memoria di Alessandro Manzoni per l’anniversario dalla sua morte. E’ un’imponente esecuzione per orchestra, a volte anche più d’una, coro e voci soliste. La casa Ricordi d’accordo con Verdi, richiese anche un arrangiamento musicale per le rappresentazioni salottiere che fu scritto nello stesso anno, per organo e pianoforte da Alfred Lebeau, organista allora della chiesa di Notre Dame.

Il Requiem nasce come una messa Cattolica concepita in onore di eventi funebri e invoca la resurrezione dell’anima dopo la morte e la libertà dopo la prigionia del proprio corpo, si canta infatti “Libera me Domini”.

A un musicista ebreo di nome Josef Bar, internato con la sua famiglia nel campo di concentramento di Terezin venne in mente di organizzare, insieme ai suoi colleghi artisti imprigionati come lui, la rappresentazione del Requiem di Verdi nel lager alla presenza delle massime autorità Naziste.

Questa “prigione di facciata” era stata concepita dal Regime per buttare “fumo negli occhi” durante le visite della Croce Rossa Internazionale rassicurando così anche tutta la stampa, gli artisti ebrei e le loro famiglie rassicurandoli che non sarebbero mai stati divisi, tantomeno torturati e uccisi.

Così non accadde.

Il Concerto ci fu e il giorno seguente furono trasferiti tutti e uccisi nei forni.

Il concerto andava oltre una simbolica sfida nei confronti dei loro assassini, in verità Urlava contro, con la forma della sola Bellezza, che non sarebbero MAI riusciti a uccidere anche le loro Anime.

Il Requiem di Terezin narra nel modo più esplicito come sia stata usata l’Arte dalla sadica perversione nazista per torturare e sopprimere gli internati, Donne, Uomini, Anziani e Bambini che oramai provavano sentimenti che andavano Oltre il Dolore e la Sofferenza e non si preoccupavano di usare la Prudenza.

Gli artisti sono artisti e il fuoco sprigionato dalla vera arte è incontenibile!

Da questa storia vissuta direttamente, Josef Bar scrisse il “Requiem di Terezin” ovvero il diario scritto del Concerto del Requiem di Verdi come ultimo atto della sua vita.

Il tutto è stato rievocato al Signorelli: il pianista Francesco Attesti, eccellente esecutore riconosciuto più all’estero che in Italia ha eseguito la trascrizione musicale di Lebeau (quella salottiera) insieme all’attrice Valeria Gudini che ha recitato il racconto di Josef Bar. Sono stati due magnifici interpreti che sotto la guida sensibile del regista Bianconcini hanno infuso sui presenti un forte impatto al quale i nostri cuori non potevano sottrarsi.

La Gudini, che fuori dal palcoscenico è anche un’encomiabile maestra di teatro ad Arezzo, ha declamato con l’aura di una Sacerdotessa. La sua voce inseguiva lo struggente pentagramma, il suono del pianoforte di Attesti accompagnava le sue corde vocali, si prendevano, si allontanano e infine, insieme, incidevano un solco nelle anime degli spettatori! Tutto si compiva in un lontano passato mentre scene di una tristezza inaudita si aprivano nel sipario privato della nostra immaginazione.

Il Concerto al Signorelli è stato organizzato per la celebrazione di un evento molto particolare che ha avuto come protagonisti Elisa e suo fratello Antonio Debenedetti, i quali hanno raccolto nella sala Consiliare di Cortona la Cittadinanza, l’Amministrazione Comunale e tutte le Alte Istituzioni del nostro territorio per Ufficializzare un Solenne Ringraziamento di Salvezza. La loro famiglia di origini ebraiche è stata salvata dalla persecuzione Nazista nel 1944 grazie all’ospitalità offerta dalla famiglia Pancrazi e al riserbo dei cortonesi, tutte azioni che hanno messo a rischio la vita di tutta la comunità ma questo si chiama ancora: Coraggio e Amore per il Prossimo.

… E’ possibile che ora siate comodamente seduti a leggere il giornale nella vostra poltrona preferita, che abbiate come sottofondo le amate voci dei vostri familiari, i rumori casalinghi della porta che cigola, il rubinetto dell’acqua che scorre in cucina, nel contempo, i suoni della vostra città oltrepassano le mura della vostra abitazione, sono tutti doni rassicuranti che sono stati strappati agli ebrei e ai perseguitati dell’Olocausto.

“Piccola Nota”: il 4 maggio u.s. Francesco Attesti ha ricevuto dal LIONS di Cortona nella Sala del Consiglio del Comune, il premio “Cortona Città nel Mondo”. Il Maestro Attesti, cortonese di nascita, nella sua giovane carriera ha già ottenuto importanti successi nelle città di Salisburgo, Mosca, San Pietroburgo, Londra e New York conferendo onore anche a Cortona. Merita il riconoscimento di ambasciatore cortonese. Attesti la musica la percepiva già da fanciullo, osservando la pennellata del Beato Angelico e del Signorelli, probabilmente segnava già il ritmo salendo e scendendo le scale, la musica è sempre stata la sua compagna di vita ma … questa … è un’altra storia per un altro articolo.

Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®

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