La Guerra in Tavola e l’Arma e’ il Grano

La Guerra in Tavola e l’Arma e’ il Grano

Il Grano non ha bisogno di presentazioni, ha necessità però di essere difeso e preservato dalla speculazione che in Europa genererebbe inflazione mentre, secondo una stima delle Nazioni Unite, la sua mancata distribuzione provocherebbe solo carestie, malattie e morti in 53 Paesi nel Mondo.

Il Grano rappresenta per l’Uomo una priorità e per il “Mondo della Pace” il mezzo imprescindibile per mantenere una stabilità politica tra i Popoli.

La Guerra nella vicina Ucraina ha cambiato gli obiettivi dell’Europa che si prefigge di raggiungere l’indipendenza alimentare in soli tre anni seguendo un modello italiano, anzi toscano.

Più che di Globalizzazione Indiscriminata in passato si doveva lavorare per una rispettosa Collaborazione Economica, ma del resto sapete che credo ancora nelle Fate Buone e speriamo che si possa ora porre rimedio!

Dunque l’Italia non soffre “un allarme grano” lo riceve dal Canada, dagli Stati Uniti e dall’Europa, in più ha una crescente produzione interna di buona qualità come quella della stessa Val di Chiana.

Pensate che un pastificio a Castiglion Fiorentino riesce a produrre 100 tonnellate al giorno di pasta con materia prima toscana e italiana e che viene esportata in 70 Paesi.

Certo i costi di semina, crescita e raccolta insieme alle spese del trasporto del grano sono ancora in aumento tanto che il prezzo della pasta al Kg per le produzioni di alta qualità è quasi raddoppiato in un anno.

Il Mondo del Grano Italiano (come del resto tutte le produzioni agricole alimentari) fa fatica perché non è pagato con il giusto valore. Per eccesso costa di più la plastica che lo avvolge!

I produttori della Val di Chiana che hanno aderito al  contratto di filiera corta di Coldiretti hanno garantito un prezzo minimo di vendita del grano che copre i prezzi di produzione. In sostanza l’agricoltore nel momento della sua semina già conosce il potenziale acquirente e si spera che venga sempre rispettato il patto sulla qualità e sul prezzo.

Il raccolto è vicino e sono previsti 50 quintali per ettaro, sono ottime stime!

Recuperare autosufficienza significa però riattivare proprietari e agricoltori di terreni incolti ma anche accompagnare i processi con l’abbattimento burocratico e lo sgravamento degli oneri. Non ci sono produttori pigri solo tassazioni complicate e in eccesso!

Solo in Toscana ci sono 60.000 ettari di terreni che sono stati abbandonati nel passato a causa delle direttive imposte dalla UE riguardo le importazioni di grano e cereali dall’estero.

Qualcosa sta cambiando e siamo anche noi consumatori che possiamo indirizzare con le nostre scelte le politiche commerciali.

Personalmente posso fare economia su un capo di vestiario, sull’acquisto di un’utilitaria più economica, spendere per una serata da trascorrere con gli amici in pizzeria invece che in un super ristorante e molto altro .. ma se posso scelgo ancora di mangiare con qualità la pasta, la farina e l’olio che mi nutrono, insieme all’acqua buona, materie che incontrano il mio apparato digestivo tutti i giorni.

Il nostro fegato vale sul mercato più di una Ferrari!

Lo scrivo con rispetto perché sono consapevole che lo stato di povertà non permette scelte all’apparenza sofisticate, ma se possiamo, diamo ancora priorità assoluta alla cura del corpo perché la nostra salute è un Bene Inestimabile.

Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®

“Foto Pixabay”

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