Le Magnifiche Chiese fuori le mura due perfette “padrone di casa”
Le Magnifiche Chiese fuori le mura due perfette “padrone di casa”
… La mia amica Paola ed io avevamo appena lasciato alle nostre spalle Santa Maria delle Grazie al Calcinaio ed eravamo dirette a casa sua al Torreone. La strada saliva con dolci curve. Attraverso i vetri del finestrino della macchina, venivo catturata dalla cinta muraria di Cortona. Essa si presentava con delle pietre ciclopiche etrusche alla base (IV e III sec. a.c.) e, tutti i periodi, fino a quello tardo rinascimentale, si distinguevano nettamente. Volevo scendere e toccarle per percepire le vibrazioni del tempo. La solidità della pietra, gli incastri a secco, le braccia e la fatica degli uomini, l’ingegneria che aveva progettato quelle difese, mi colpirono allora e lo fanno, ancora, quando le osservo. “Sono pensieri che non sempre traduci, ma sono nella tua mente, anche quando pensi di non farlo su niente!” Intanto il panorama della sottostante Val di Chiana, rapiva la mia vista, era pari ad una visione aerea. Il Trasimeno e gli ordini delle montagne lontane arricchivano il paesaggio, pensavo qui c’è tutto: terra, aria, acqua e sole!
Percorrendo la cinta semicircolare delle mura, verso la direzione dove tramonta il sole, avevo scorto il Camposanto un gioiello anch’esso, mantenuto con le preghiere ed il rispetto verso i propri cari.
Poi un’altra cupola e la visione dell’intera chiesa: Santa Maria Nuova, come Santa Maria delle Grazie al Calcinaio si presentava su un crinale verde ma diversamente, aveva come quinta il monte S.Egidio e la corolla della sua boscosa catena montuosa, dalle verdi vallate, arredate dalle case e dagli ulivi, che formavano i tipici giochi geometrici dei giardini e paesaggi all’italiana.
L’insieme era troppo bello, di una teatrale esuberanza, che mi riempiva di felicità, ed il tutto in una sola giornata! Così Cortona si poteva permettere “2 biglietti da visita” d’eccezione! Anche questo tempio religioso di gusto manierista era ubicato fuori dalle mura, una composizione elaborata a croce greca, costruita verso la metà del XVI secolo dall’architetto Giorgio Vasari. Tre lati frontali di entrata, uguali nelle porte d’ingresso e nelle finestre, con il quarto braccio dedicato, internamente, alla funzione di altare ed all’abside. Elegante, scenografica, con una ricchezza di forme esatte, concentrate nel secondo registro. Il gioco dei tetti espresso con le ripetute geometrie simmetriche per le facciate, con gli occhi colorati da artistiche vetrate circolari ornate di cornici, capeggiati ed incorniciati da importanti timpani. Le facciate apparivano come “vettori simbolici” verso Chi sta in alto! Un virtuosismo tecnico d’espressione, reso ancora più amabile, dalla usura della pietra causata dalle intemperie attraverso i secoli.
Ancora oggi, appena arrivo a Cortona, dopo aver faticosamente scaricato la macchina nello stretto vicolo Petrella, osservo delle piccole cerimonie di rito che fanno parte “del mio bel vivere”.
Una di queste è il gioco “tana libera tutte!”. Corro a salutare da Piazza Garibaldi la chiesa di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio e Santa Maria Nuova da Porta Colonia. Le chiese sono poste ai lati opposti di Cortona e per me fungono da solenni guardiane e, con il tempo, mi appaiono sempre più belle, anche se di diverso stile. Mi affascina questa visuale perché, solitamente, le chiese si ammirano dal basso, mentre io dall’alto della città posso apprezzare il loro grande temperamento architettonico.
La sensazione che ho maturato negli anni verso questi due templi è che, per la loro collocazione, rivolgano continuamente un messaggio silenzioso, ma potente, sull’intera vasta vallata……..
Roberta Ramacciotti