Remo Bassini e La Notte del Santo
Remo Bassini e La Notte del Santo
Ho letto “La notte del santo” di Remo Bassini e sento di aver conquistato qualcosa che mi girava attorno ma che non avrei saputo cogliere perché non è nella mia natura l’interesse verso la lettura “del giallo”. Pensavo che fossero solitamente scritti pieni di dati e di casi statistici per comporre delle matematiche soluzioni a sorpresa di un’inchiesta di omicidio, per divertire il lettore nell’esercizio palestrato dei pensieri e meccanismi d’inchiesta.
Un esercizio di sudoku, pura logica, niente sentimenti, asettico.
Sbagliavo!
Con “La notte del santo” Bassini introduce i lettori in un noir mediterraneo per il piacere che ha di descrivere la Torino, la Valsesia e i suoi dintorni, i luoghi che ama e che ben conosce, in più ci mette tanta emozione nella descrizione dei suoi personaggi, scava nelle loro profonde intimità umane proprio come avviene nei rosenoir. Gli elementi polizieschi a volte sono solo il pretesto per inscenare intrecci sentimentali tra i protagonisti, per portarli a confessare i più torbidi e deboli pensieri, tutti quasi sempre nella condizione di estrema solitudine.
Non è una lettura commerciale ma ero contenta di trovarmi, al calar della sera, nel caldo del mio letto in compagnia del libro di Bassini. Ero entrata nel suo ritmo descrittivo.
Ho dialogato con Remo seduti al Bar Signorelli nella nostra amata Cortona, tanto da capire che un “pezzetto di lui” è descritto in più di un personaggio nel libro. All’apparenza è calmo e pacato ma lo tradiscono gli occhi che scrutano acuti tutto ciò che lo circonda. Lui sente il peso delle sue intense esperienze di vita, è un guerriero ed ha la forza di combattere per difendere i suoi libri e si sente leggero solo quando scrive perché finalmente “è a casa” e ciò lo fa star bene. Come autore crescerà molto ancora.
Spesso rileggendosi, scopre persino di meravigliarsi, si piace e piace a tutti noi!
E’ un uomo nel pieno della maturità, ha vissuto ogni età della sua vita con molta consapevolezza, è stato operaio in fabbrica, brillante studente di lettere e filosofia, ora non spreca nulla di ciò che lo ha portato ad essere lo scrittore e giornalista Remo Bassini.
Assocerei il suo stile ad una colonna sonora di Jazz romantico, piacevole ma imprevedibile, affascinante ma mai rassicurante. A Remo piace la notte, descrive cieli grigi, stanze fumose, aliti che odorano di alcol, capigliature spettinate e occhiaie che segnano il passaggio di brutte riflessioni. I dialoghi ed i pensieri celati dei personaggi assumono le note profonde ed a volte contrapposte dei casi della vita. Anche le anime bianche nel libro passeggiano insieme alla loro ombra cupa.
Descrive la nostra società: il ricco, lo sfigato, l’incompreso, il viziato, il presuntuoso, il puzzolente e il sofferente. Bassini ha le idee chiare quando compone, i suoi personaggi sono franchi ed a noi arrivano diretti dalla scena, tanto che in essa appariamo come degli ologrammi, ci stiamo dentro, ne sentiamo i profumi ed i “puzzi”.
In tutte queste descrizioni Remo Bassini possiede il dono della sintesi e della logica investigativa, del resto è un giornalista.
La notte del santo è un bel romanzo di difficili e sofferte atmosfere umane intrecciate da dinamiche poliziesche del tutto secondarie al valore introspettivo che rilascia al lettore. Bassini ci ricorda uno spaccato sociale tangibile quanto importante, indispensabile per la visione reale della nostra Italia.
Remo mi ha raccontato Una piccola curiosità: “il titolo La notte del santo, è stata una scelta dell’editore Sergio Fanucci, io avevo pensato ad esempio a Un’altra Carmen. Penso però che La notte del santo sia più funzionale al giallo”, ed io che l’ho appena letto, sono pienamente d’accordo con il Fanucci, perché …. beh della Carmen e dell’altra … dovete proprio leggere l’intera storia!
Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®