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Novembre, 2022

Nov 20

2022

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IL TEATRO A.D. 2022

Cosa rappresenta il Teatro nell’Anno Domini 2022?

Tutto!

Sicuramente l’indispensabile benzina per alimentare la parte più nobile della vita dell’Uomo sulla Terra, perché solamente la più antica e sofisticata espressione dei racconti e dei pensieri tramandata dai saggi e dagli scrittori e commediografi fino ai tempi moderni, ci consente di non perdere la rotta positiva a noi destinata.

Per l’Uomo il Teatro è Critica, è un suo luogo sacro, la sua Chiesa Universale.

Dunque quanto è importante difendere la sua esistenza e quanto siamo disposti a lottare per la sua tutela?

E’ una domanda stimolante da rivolgere ad una mente libera e sensibile allo sviluppo dell’intelligenza, mentre risulta scomoda e pericolosa da porre ad un oscurantista che ha come obiettivo limitare gli orizzonti dell’Umanità.

Dunque il Teatro è anche Progresso!

Quando ammiriamo al MAEC le scene elleniche dipinte sui vasi e i frammenti datati VI sec. A.C ci accorgiamo che già allora l’Uomo sentiva il bisogno di rappresentare composizioni teatrali colme di significato. C’è un frammento conservato nel museo di un’anfora attica, databile al primo quarto del VI sec. a.C., (rinvenuto nel Tumulo II° del Sodo presso Cortona) che ritrae in soli pochi centimetri una complessa storia di 4 personaggi: Atena e Zeus testimoni della vittoria di Herakles su Kyknos. Figure che si accompagnano, sovrappongono, si combattono e sconfiggono. Possiamo ammirare che già nel VI sec. A.C. oltre la bellezza dell’immagine (sono dipinti persino i dettagli delle trame delle stoffe) c’era la capacità di studiare una complessa regia dove la sintesi non penalizzava un articolato racconto ma lo enfatizzava.

Sublimi e colti artisti!

Dunque un vaso, un piatto riportavano “scatti fotografici” di un vivere quotidiano, domestico e lussuoso, sereno quanto a volte drammatico e all’Uomo è sempre piaciuto: raccontarsi!

E’ un modo per conoscersi di più, un po’ come uno sportivo che si studia attraverso un video che lo ritrae, lo fanno anche un attore, un manager, può essere utile per correggersi e migliorarsi.

Dal VI sec. a.C. nel mondo Occidentale si svelava in Grecia anche il genere teatrale. Sono le prime tragedie scritte in versi da: Eschilo, Sofocle e Euripide insieme alle commedie di Aristofane e Menandro.

Narrano le mitiche storie degli dei che sorprendentemente ancor oggi risultano essere attuali per i  sentimenti più intimi dell’umanità. Sembra che l’esistenza dell’Uomo sulla Terra sia caratterizzata dal perpetuarsi del Buono e del Cattivo, della Luce e dell’Ombra, del Brutto e del Bello come della Felicità e della Drammaticità.

Questo è un aspetto veramente interessante, quanto scientifico e, se fossi un antropologo come uno psicologo o uno psichiatra, terrei in seria considerazione certi aspetti di molte narrazioni.

In verità si studiano e molto.

Il Teatro dunque è Storia, ma è soprattutto Ricerca nell’Anima dell’Uomo e della Donna, è espressione di Bellezza, di Conforto e di Commemorazione.

Non voglio lanciare un pensiero pubblicitario solo a favore della stagione teatrale del Signorelli di Cortona di cui attendo con piacere l’inizio, in verità desidero farlo nei confronti di tutti i teatri italiani che sono finalmente di nuovo al lavoro. Dopo le chiusure forzate purtroppo a causa della pandemia, sono pronti ad accogliere gli spettatori e le loro critiche.

Il Signorelli di Cortona ha presentato un programma che non ha nulla da invidiare ai principali palcoscenici dei capoluoghi italiani. Senza fare nomi posso evidenziare che sarà rivolto ai giovanissimi e non, agli appassionati del classico, e alla divertente commedia, alla buona musica e non mancherà il balletto.

Ci aspettano dei bellissimi appuntamenti e sarebbe un peccato mancarli.

Più degli Uomini Antichi, l’Uomo Tecnologico (noi!) ha necessità di ricordarsi che nelle proprie vene scorre del sangue liquido e rosso e non i cavi per della fibra.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Nov 16

2022

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PRESEPE 2022 Bambolotti Rotti nel Teatro di una Fossa Comune

La ricorrenza del Natale è vicina.

Ho sempre associato questa festività alla Pace e mi chiedo come oggi si possa festeggiare con gioia la Nascita del Sacro Bimbo con la guerra in Europa e in tutte le altre parti del Mondo.

In verità, un buon cristiano mi spiegherebbe che oggi è necessario ricordarla più che mai, perché il Sacrificio della Vita di Gesù al servizio dell’Umanità è l’esempio più Alto di Solidarietà.

La risposta si deve ricercare nell’amore ma non solo nei bei regali, nei gesti facili o nelle comode o eleganti occasioni, l’amore si nasconde anche tra le situazioni scomode, quelle che ci mettono a disagio.

Allora come costruirò oggi il mio Presepe?

Poserò Gesù Bambino al centro di una Fossa Comune popolata di Barbie e Ken dalle braccia e gambe mozzate.

Forse ci sarà la figura della Madonna dolce e sofferente. Fin da quando frequentavo il Catechismo, ho sempre provato un sentimento di pietà verso la figura di Maria, una giovanissima fanciulla che ancor prima di mettere al mondo la sua creatura era già a conoscenza della sua drammatica fine. Forse non si è goduta un giorno da Mamma Felice.

Poi forse aggiungerò la figura di Giuseppe e lo vestirò magari con una tuta mimetica, ma non gli disegnerò un fucile sulla spalla perché la sua figura è quella di un pacifista.

Al centro posterò il Piccolo Gesù, triste perché circondato da un mare di bambolotti rotti, con teste e arti mutilati. Faccine dagli occhi cavati dalle torture. Orbite vuote di una vita spezzata.

Forse in molti conserviamo in cantina i giocattoli distrutti dall’innocenza del gioco infantile, ma quelli che ho rappresentato nella mia fotografia, sono nella realtà degli esseri umani che al mattino prendevano il cappuccino al bar, accompagnavano i loro bimbi a scuola e andavano al lavoro …

Il mio Presepe sarà un macabro spettacolo, ma la guerra e le torture lo sono ancora di più. Rappresenterò le fosse comuni che vediamo in parte oscurate dai telegiornali, corpi marciti insieme ad altri.

Prego per quelle anime sconosciute! Facciamolo a prescindere dal Credo e dal Pensiero Politico. Non so se basteranno le nostre preghiere sentite e sincere per quei disgraziati, ma speriamo che nel seno della propria famiglia anche gli uomini più malvagi siano colpiti dalla “Magia del Natale”.

Eppure il messaggio della Capanna è un grido di Amore carico di Speranza e Solidarietà!

Ma pare che questo potente sentimento abbia abbandonato i Palazzi del Potere e i Salotti Buoni e mentre i cieli continuano ad essere minacciati dalle bombe nucleari, stiamo perdendo la fiducia di essere ascoltati.

Spesso il mio egoistico spirito di sopravvivenza, m’impone di dimenticare per qualche ora gli orrori compiuti e provati nel Mondo perché mi sento di affogare nella crudeltà.

Penso continuamente alle perdite che stanno subendo quelle popolazioni: i loro cari massacrati insieme alle loro abitazioni. Rifletto banalmente sui loro oggetti sparsi fra le macerie, mi guardo intorno nella mia camera e simulo distruzione: utensili, quadri, oggetti e manufatti accumulati da una vita, ora disintegrati!

Quando potranno riavere un fiore in casa?

Durante il Natale ho sempre fatto il giro nelle Chiese di Cortona per visitare i Presepi, molti sono bellissimi e antichi ma più passano gli anni e m’invecchio, avverto di voler vedere espresso qualcosa di diverso, di più spontaneo e umano.

Chissà come allestirebbero i loro Presepi i bimbi di Cortona? Forse dai loro pensieri potremo ritrovare un messaggio di speranza.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®