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Dicembre, 2023

Dic 31

2023

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Roberto Michele Cenci -I racconti di nonno Guido-

Roberto Michele Cenci l’ho conosciuto in un’intima cena fra amici, dove non si deve apparire per condizione “necessariamente fichi”, ma si deve essere solo: persone Vere e Affettuose.

E’ il must della padrona di casa di Donna Cristina.

Roberto M. Cenci è un uomo distinto, colto, dallo sguardo mite ma penetrante.

Ho appreso solo a fine cena, che persegue da tutta la sua vita la difesa alla sua amata Gaia, ovvero la terra, prima laureandosi in Scienze Naturali presso l’Università degli studi di Milano, poi con un Master in Diritto Ambientale e poi con la sua professione di Dirigente presso la Commissione Europea dove ha realizzato progetti ambientali.

Nello scambio dei doni natalizi ha donato il suo libro intitolato: “I racconti di nonno Guido”.

Uno scritto dedicato alle stressate famiglie di oggi e ai loro fanciulli che hanno necessità di conoscere realmente la portata delle denunce che apprendono attraverso i telegiornali e di capirne i problemi per poi saper ricercare le risoluzioni.

Tutto in chiave Positiva e Fiduciosa.

La copertina è deliziosa, ben curata nel disegno e nei colori, è un libricino che ti invita a toccarlo e ad aprirlo seduto in poltrona magari circondato da giovani amici.

I suoi racconti narrano la sensibilità umana e la casa che la Terra offre ai suoi abitanti.

Un libro per Piccini ma anche per i Grandi che spesso smarriti e non sanno come educare i Piccoli.

Sono proprio gli scienziati a suggerirci di spiegare cose Difficili in modo Semplice e Roberto M. Cenci racconta situazioni drammatiche riguardo l’inquinamento delle acque, dei mari e dei fiumi senza allontanare e spaventare il giovane lettore, ma facendogli riconoscere le sue piccole stesse esperienze, tanto da non farli sentire meno soli e più fiduciosi.

Sottolinea nelle sue righe il valore della Famiglia come quello dell’Amicizia e l’Amore per il Creato.

Un pentagramma musicale di parole scritte che sanno di acqua limpida e pulita, di aria pura, di sentimenti facili ma profondi.

E’ chiaro il metodo usato dallo scrittore Cenci perché ha sempre curato il Bimbo che c’è in lui e crescendo come uomo, non lo ha mai dimenticato, perché è sempre stato per lui fonte di grandi risorse.

La genuinità di scrittura che usa è voluta, adatta alle giovani menti e questa è una risorsa perché sarà più facile sia l’ascolto che l’insegnamento.

Non usa punti esclamativi né quelli interrogativi, ha un ritmo da alfabeto morse che culla il fanciullo e lo induce a pensare mentre ascolta.

I Piccoli hanno i loro tempi e non possiamo immergerli in “cose tutte appiccicate”!

Sa che per le loro menti fantasiose ma genuine non c’è posto per inquinamenti “sopralerighe” perché i fanciulli vivono silenziosamente le loro giostre colorate.

Racconta loro la Realtà con grande semplicità e non omette nulla di scomodo, usa solo la delicatezza.

Cenci con il suo ordine di scrittura, li prende dolcemente per mano ed insegna ai bambini la Speranza una forza positiva che li aiuterà nella crescita per tutta la vita!

Di più non svelo e lascio al bravo lettore comunicare l’emozione alle giovani menti la sera, prima che s’immergano in quei meravigliosi sogni fatti di avventure tutte da scoprire.

Sono i Giovani Fanciulli di Oggi l’unica vera risorsa che ci salverà dai nostri stessi errori.

Roberto Michele Cenci è un uomo dalle molteplici risorse pronto a vivere le avventure che gli suggerisce il suo cuore.   

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Dic 22

2023

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C’E’ ANCORA DOMANI

Un Film di Paola Cortellesi

Nel mese di dicembre è stato proiettato, nelle sale del Teatro Signorelli di Cortona, il film “C’è ancora domani” diretto da Paola Cortellesi e da lei scritto insieme a Furio Andreotti e Giulia Calenda.

Mancava dalle sale un Bel Film, di quelli che ti emozionano, che ti svelano quello che forse non riuscivamo ad immaginare, che ti rapiscono per come si spiegano e che ti riempie di nostalgia verso quelle Signore, Bambine, Fanciulle che forse non ci sono più.

Eravamo nell’immediato dopoguerra.

Quelle Donne sono state le nostre Nonne e le loro figlie, sono le madri smemorate che coccoliamo oggi nell’intimità delle nostre famiglie.

Un film in bianco e nero dove la fotografia di Davide Leone ha ricostruito impeccabilmente l’atmosfera polverosa ed arida del quartiere Testaccio di Roma, di una città bombardata nella seconda guerra mondiale. Ma la sua sensibilità si è spinta oltre ritraendo i visi scarni ed emaciati per gli stenti patiti a causa della carestia e delle malattie. Gli alleati quando entrarono a Roma si meravigliarono per la magrezza della sua popolazione! E questa è storia.

Quadri che fanno riprendere vita ai nostri stessi ricordi familiari. Dopo aver assistito alla proiezione del film sono vivi nei miei pensieri i frammenti, pochi in verità, dei racconti sfuggiti ai miei nonni e ai loro 6 figli che all’epoca abitavano nel quartiere Prati di Roma in via Germanico. La fame ed il freddo erano stati così crudeli al punto che nessuno ha mai voluto rammentare i particolari, perché significava riperdersi in quel tragico vissuto.

La ricostruzione dell’ambientazione di “C’è ancora domani” è precisa e coerente come in un documentario, solo che gli attori BRAVISSIMI e diretti magistralmente dalla Cortellesi, hanno ridato voce e vita, alla quotidianità di quei giorni lontani e la sceneggiatura è recitata come per una commedia, tanto sono curati i dettagli nei dialoghi.

Nei primi fotogrammi nella scena del risveglio al mattino di una coppia popolana, al “buongiorno” di Delia (Paola Cortellesi) il marito Ivan (Valerio Mastrandrea) risponde con uno schiaffone e lei: Nulla, rimane Immobile …

Da quel gesto si comprende subito il costume familiare che si vuole narrare e che purtroppo non è solo quello di allora.

Forse è un film scritto per gli uomini, per quelli che desiderano capire e le scene al ralenti degli attimi di violenza quotidiana che Delia subisce in casa non fanno che evidenziare e ridicolizzare quel bullo nullafacente del marito.

La Cortellesi è stata abile perché ha ricatturato l’attenzione e l’interesse del pubblico con originalità e veridicità perché l’argomento della violenza sulle donne è uno dei titoli più frequenti nei telegiornali trasmessi tutti i giorni.

Allora Come Ora?

Dunque nel mondo cinematografico attuale il film appare come una grande stella e speriamo che non illumini solo come una grande cometa per poi fuggir via velocemente.

Il contenuto di “C’è ancora domani” restituisce dignità alla lotta delle donne per il raggiungimento della parità dei diritti e dei doveri con gli uomini.

Nel film sono descritte con chiarezza assordante le ingiustizie che le nostre bisnonne, nonne e madri subivano in famiglia e fuori nel mondo del lavoro e dimostra inequivocabilmente quanto ancora dobbiamo lottare e siamo nel 2024.

Possibile che dobbiamo Anche ed Ancora spiegare quanto sia difficile e oneroso per una donna che ha necessità di lavorare il ruolo di mamma? Per uno Stato Sano dovrebbe essere il primo Pensiero dare supporto con asili e interventi economici adeguati, perché dove c’è “organizzazione familiare” c’è più salute.

Dunque riavvolgiamo i fili della matassa della lotta femminista importantissima nello scorso secolo ma poi messa in “confusione” da altre “false liberazioni” che forse, a mio parere, hanno depistato riguardo il primario obiettivo della donna di acquistare la totale Parità di Rispetto Morale ed Economico nei Diversi Rispettivi Ruoli dell’uomo e della donna.

Commoventi nel film le riprese delle donne al loro Primo Voto! Oggi purtroppo la delusione nei confronti della Politica è tale che si vota sempre meno ma questo, è un altro film.

Il Successo di “C’è ancora domani” risiede nel presentare con grande semplicità cinematografica, attimi poetici, drammatici, affettuosi e ingiusti della Società dove è evidente che il motore trainante e creativo sia: Donna.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Dic 07

2023

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CALLAS,CALLAS,CALLAS

La Compagnia Opus Ballet di Rosanna Brocanello si è esibita con successo al Teatro Signorelli nello spettacolo: Callas, Callas, Callas.

Tre Coreografi diversi, creativi e unici hanno affascinato il pubblico restituendo il loro immaginario sulla vita della famosa soprano Maria Callas: Adriano Bolognino, Roberto Tedesco, Carlo Massari. Tutti e Tre Grandi per Differenza e Qualità di Contenuti. Chi più poetico, chi più spregiudicato e performante, chi più teatrale.

Tre visioni della Donna e dell’Artista Cantante. Non si richiede allo spettatore di scegliere quella più piaciuta perché le persone usciranno dal teatro più ricche di energia, di idee e di tanta eleganza.

Le loro tre coreografie accompagnate dal mondo musicale della Callas di Bellini, Puccini Donizetti, Bizet, Verdi .. e quella della musica elettronica di Vito Pizzo, Giuseppe Villarosa e l’editing musicale di Luca Martone rappresentano una difficile sfida per qualsiasi corpo di ballo e richiedono una sensibile e profonda capacità d’interpretazione. I ballerini della Compagnia Opus Ballet di Rosanna Brocanello sono stati precisi e hanno tratto forza dagli studi e dai duri allenamenti e hanno ballato Animandosi d’Intelligenza. C’è stata Ricerca e Sperimentazione.

Sono stati un Vero Successo!

Lo spettacolo al Signorelli ci ha fatto amare la danza contemporanea e molti spettatori hanno scoperto e ammirato il coraggio delle Avanguardie. Hanno eseguito con fluidità e bellezza i vari e raffinati disegni compositivi dell’arte danzante e per questo, hanno donato gioia e stupore in teatro.

Nel famoso corpo di ballo di Maurice Bejart dove i ballerini e le ballerine erano scelti sicuramente per la loro bravura ma rigorosamente anche per un particolare “standard di altezza e peso”, ricordo come in scena fossero Magnifici, ma pupazzi tutti uguali, tutti Belli, anzi Bellissimi ma senza anima, se non la sola, quella moltiplicata e replicata del geniale Bejart.

Al Signorelli le meravigliose coreografie composte con note ricche di nuove armonie e di originali ritmi dei veri e propri “Pentagrammi Danzanti”, hanno accompagnato i ballerini della Brocanello che non potevano, per questi elevati contenuti, limitarsi a “Pupazzi Interpretativi” perché con la loro sensibilità e cultura hanno contribuito alla ricerca evolutiva dell’arte della danza.

Sono Disciplinati ma Liberi! Ottima Scuola.

Del resto è proprio la Brocanello che nella sua scuola di Firenze, si dedica molto all’ascolto delle idee presentate dai suoi allievi: Ballerini Intelligenti.

Consideriamo poi che nel balletto classico il singolo movimento che compie un ballerino, nella danza moderna viene triplicato, per questo è difficilissima e faticosissima.

Invito i lettori a seguire i ballerini della Compagnia Opus Ballet perché si animano sul palcoscenico al pari di sculture viventi e lo spettatore non può che raccogliere felice i fotogrammi delle più sofisticate pose compositive, Arte Pura, ricordi preziosi e indelebili da conservare per vivere le nostre vite con stile.

Sono stata felice di assistere al Signorelli all’omaggio alla Callas, la grande soprano che ha dominato e incantato il pubblico dei teatri lirici di tutto il mondo. Negli anni 60/70 fu la Regina del melodramma, ineguagliabile interprete di compositori come Bellini, Donizetti, Verdi e Rossini… Ma non fu solo un’artista carismatica perchè visse come una vera Diva divenendo in quegli anni anche la Regina del Gossip!

In verità seppe nascondere sotto i suoi Costumi Mondani, la sua fragilità umana, ben più reale, drammatica e sofferente di quelle interpretate teatralmente, morì in solitudine nel settembre del 1977 a 54 anni.

Ora rappresenta un Mito, una Leggenda che i fantastici coreografi Adriano Bolognino, Roberto Tedesco e Carlo Massari hanno saputo raccontare attraverso i ballerini della Compagnia Opus Ballet di Rosanna Brocanello. Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Foto Paolo Bonciani