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Written by Roberta Ramacciotti

Set 02

2024

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Omaggio a Puccini

Le associazioni del “Piccolo Teatro della Città di Cortona” e gli “Amici della Musica di Cortona” insieme hanno organizzato nella Chiesa di San Domenico un bellissimo evento in memoria di Giacomo Puccini, sponsor il Comune di Cortona, la BCC e la Fondazione Nicodemo Settembrini.

Puccini riempie di pagine e pagine l’enciclopedia della Treccani, è tra gli uomini italiani più conosciuti nel mondo e per noi tutti è un piacere essere rappresentati da un simile talento.

Dunque per il dr. Mario Parigi Presidente del Piccolo e Direttore Artistico degli Amici della Musica” (per 20 anni ne è stato anche il Presidente) si è presentato un arduo lavoro ma il progetto e la sua realizzazione sono stati un successo e tanto e di più, è stato raccontato e rappresentato così elegantemente che la risposta del pubblico, con la sua standing ovation finale nei confronti dei musicisti sono stati un indiscusso trionfo.

Bilanciati e gradevoli i testi preparati dal Parigi che insieme alle immagini proiettate hanno spiegato un mondo che non c’è più e preparato la platea all’ascolto musicale.  Una Regia Perfetta!

Interessante anche l’intervento del Direttore Artistico del Piccolo Vito A. Cozzi Lepri che ha raccontato il Puccini. Brave ed eleganti le attrici del Piccolo Donella Baccheschi e Rita Adreani che hanno accompagnato il pubblico nelle presentazioni dei brani lirici.

Serata Superba, Raffinata accolta da un Pubblico Attento e Preparato che ha saputo apprezzare il lavoro. Bravi Sempre Così!

Dunque un intenso pomeriggio musicale dedicato al racconto del Puccini Bambino, Uomo, Cacciatore, Poeta, Compositore ed a queste narrazioni è seguita la splendida interpretazione canora del Soprano Noemi Umani accompagnata al pianoforte dal Maestro Oberdan Mearini.

La chiesa ha accolto un folto pubblico anche di stranieri, bella gente veramente e mi fa piacere pensare che questi signori tornando nei loro paesi conserveranno un magnifico ricordo di Cortona. Per l’ospitalità ringraziamo il padrone di casa Don Giovanni Ferrari.

Poi il Canto Lirico: la Soprano Noemi Umani si è rivelata una vera professionista, la sua potente e intonata voce ha riempito la grandezza degli spazi del tempio, oltre che brava è stata molto generosa concedendo anche uno splendido bis “Quando men vo” tratto dalla Boheme. La Noemi Umani si è diplomata in Canto Lirico presso il Conservatorio “L.Cherubini” di Firenze, nasce ad Arezzo nel 1993 ed è dunque giovanissima ma presenta un curriculum di studio e di performance di eccellenza. Solo con ore e ore dedicate agli esercizi giornalieri si raggiungono dei risultati eccellenti e lei oltre a mietere consensi e successi tra il pubblico ha il rispetto dei colleghi.

I brani eseguiti: “Chi il bel sogno di Doretta” da La Rondine 1917; “In quelle trine morbide” dalla Manon Lescaut 1892; “Si, mi chiamano Mimì” da La Boheme 1895; “Sogno d’or” Ninna Nanna per canto e Pianoforte 1912; “Un bel dì vedremo” Madama Butterfly 1903; “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi 1918; “Vissi d’arte” dalla Tosca 1899.

Dunque un programma di sala dei più ambiziosi e dei più richiesti ma anche dei più difficili, una bella sfida per la Umani perchè al giorno d’oggi, qualsiasi ascoltatore può digitare contemporaneamente sul proprio cellulare le esecuzioni della leggendaria Callas nelle opere pucciniane e si sa quanto siano uniche, ma è anche vero che è molto emozionante ascoltare la musica e il canto dal vivo se eseguite, come nel nostro caso, con passione e dedizione.

Massimo apprezzamento per la Soprano che è stata all’altezza delle esigenze di Puccini ed un plauso anche al pianista Oberdan Mearini, noto ai cortonesi come docente presso l’Istituto di Istruzione Superiore “L.Signorelli” e collaboratore con la Scuola Comunale di Musica di Cortona. Insieme hanno donato una serata da brividi ma anche di nostalgia per un mondo che sta sparendo dai nostri orizzonti.

Ma dedichiamo anche uno spazio al Grande tra i Grandi: Giacomo Puccini. Nasce in Toscana a Lucca il 22 dicembre del 1858 e muore in Belgio a Bruxelles il 29 novembre 1924, ma non immaginiamoci la capitale dell’Europa e la Lucca di oggi. Thomas Edison brevetterà la sua illuminazione nel mondo solo nel 1879 e nel 1861 avviene la proclamazione del Regno d’Italia ma ancora altri conflitti si succederanno in Italia, nel 1866 la terza guerra d’Indipendenza e la Prima Guerra Mondiale nel 1914-18.

Siamo dunque ancora lontani dal mondo odierno, solo il 24 dicembre 1906 Fessendon effettuerà la prima trasmissione via radio di voce umana e la televisione e internet non sono neppure immaginate dalla fantascienza.

Allora possiamo affermare che le meravigliose note che ha composto Puccini nell’arco della sua vita non le avrebbe potute immaginare fra il frastuono contemporaneo delle suonerie dei cellulari, dei motori dei frigoriferi o dei condizionatori. Per nostra fortuna è vissuto prima ed ha espresso per noi una poesia musicale irripetibile, mentre la tecnologia oggi ci regala invece la possibilità di riascoltarla a nostro piacimento.

Puccini nasce in una famiglia di musicisti, sono da generazioni Maestri di Cappella al Duomo di Lucca ma alla morte del padre, cadendo la famiglia in ristrettezze, fu seguito musicalmente da uno zio materno che lo trovava troppo vivace e scapestrato e con scarso talento ma che per fortuna lo introdusse lo stesso allo studio della tastiera e canto corale. Grazie Zio l’umanità ti è grata!

L’innamoramento per la lirica nacque in lui quando assistette all’Aida di Giuseppe Verdi al Teatro Nuovo di Pisa allora ebbe chiara la Via della sua Vita.

Dunque Puccini è stato uno dei geni italiani che ha ideato e scritto in musica poemi teatrali: l’Opera Lirica, una grande rappresentazione di recitazione, di canto, sinfonie, preludi e overture di grandi orchestre, potenti cori, balletti dalle splendide coreografie e scenografie, è un’arte delle più sofisticate e complesse ed anche delle più complete. Le sceneggiature spaziano dalle fiabe, ai romanzi e le trame spesso celano moti rivoluzionari. Puccini espresse drammi amorosi intensi come forte fu la sua passione per le tante donne che desiderò nella vita e che del resto furono la sua magnifica ispirazione. La vita di sua moglie, Elvira Bonturi, fu difficile ma purtroppo per la signora, alla storia passeranno solamente il genio musicale pucciniano e non certo il suo maschilismo.

Era un uomo solitario, amava la vita in campagna, la caccia e coltivava altre mille passioni. Visse felicemente nella villa a Torre del Lago (Viareggio) che fu per lui il luogo che amò perché riusciva a comporre contemplando l’acqua e i meravigliosi panorami e gli piaceva ritirarsi in allegria con gli amici artisti.

Dopo i primi stenti nella carriera ebbe un enorme successo mondiale, fu acclamato, tanto invidiato e anche poco stimato dagli intellettuali perchè non fece politica in un mondo dove la politica produsse guerre su guerre.

Ancora oggi le note di Puccini penetrano nel nostro intimo e ci fanno conoscere mondi a noi celati dalla frenesia del nostro quotidiano.

Questo e molto altro ci è stato donato in un colto pomeriggio cortonese, un momento per menti che sanno espandersi, poco mondano forse, privo di parolacce e battute volgari, ma a noi piace così.  

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ago 23

2024

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Crazy Nautico Cincinnato

Carissimi,

quest’anno lo “Spettacolo dei Soci”, quello a noi dedicato, è stato il più disorganizzato ma anche il più interessante, profondo e divertente di quelli che si sono realizzati finora.

La tanto attesa pioggia scesa scrosciante proprio nelle ore di prova e il Covid, si ancora lui, che da qualche anno purtroppo ci terrorizza e dissocia, hanno causato enormi disagi organizzativi.

Allora con solo sei giorni senza prove condivise e con solo i compitini “fatti in casa”, singolarmente o in coppia, posso affermare senza essere smentita che lo spettacolo “Crazy Nautico Cincinnato” si è rivelato un Vero Successo!

E’ un evento aggregativo importante per la nostra piccola Comunità, anzi lo definirei essenziale perché tutti noi siamo indubbiamente “Cittadini Dentro” ma a volte anche molto “Paesani Fuori” nel significato più negativo del termine ( mi perdoneranno i paesani veri!). Infatti spesso manifestiamo il peggio di noi negli eccessivi e cattivi pettegolezzi che sporcano l’ambiente quanto la sporcizia che viene lasciata in spiaggia sotto i nostri stessi ombrelloni. Per fortuna non tutti sono così maleducati e incivili, ma quei pochi Fanno Danni!

Allora uno spettacolo di qualità come quello rappresentato ieri sera assume un importante valore comunicativo. Si sono presentate volontariamente sul Palco tante persone che si sono messe in gioco, Grandi e Piccini, sapendo di scoprirsi agli altri ma prima ancora a se stessi.

Un’esperienza che matura e che rilascia nel proprio intimo Bei Pensieri.

I registi i “Magnifici Quattro” sono partiti dall’idea del tema della “Follia” manifestato embrionalmente da Fabio Maramao, grande anfitrione teatrale che conosciamo, seguiamo e ammiriamo da anni, e rielaborato dai colti e capaci Alessandra Barbini, Mauro D’Alessandro e Vincenzo Chiaula. Hanno portato in scena con sensibilità ed incisività tanti aspetti del nostro essere folli, spesso celati ma anche pericolosamente esibiti. Dunque la follia rappresentata in tutte le salse, tragica comica, incompresa, delirante, esasperante, distruttiva e positivamente allegra.

Gli sceneggiatori Silvia Delle Site e Vincenzo Chiaula hanno rielaborato testi teatrali che hanno donato un contenuto intenso alla recita. Questi personaggi che dedicano amatorialmente nelle loro vite il loro tempo libero al teatro, hanno una vera e propria passione che vivono da veri Maestri. Hanno capacità professionali eccezionali e sono anche molto generosi perché scoprono e favoriscono nuovi talenti, li prendono per mano e li portano sul palco certi del loro successo. Bravi, non sono narcisisti e amano condividere la Conoscenza e il Divertimento.

In codesto concetto risiede l’enorme valore della serata che per la sua realizzazione, ha portato a conoscersi in molti, spendendo tutti bene il proprio tempo. E quanti di noi durante l’inverno ripenseranno piacevolmente a questa serata? Ci strapperà sicuramente un sorriso in un momento buio.  

Il sipario si apre scoprendo una Brillante l’IDEA: l’invenzione del Personaggio CINCINNATO! Veramente Fantastica perché sulla sua esistenza umana si potranno scrivere delle commedie divertenti.

Tanti sono gli aspetti della follia umana e tanti sono stati gli sketch rappresentati.

Molto Simpatica l’interpretazione di Marco Morici altro bravo attore, sempre affidabile sulla scena che insieme a Vincenzo hanno recitato una commediola di Lillo e Greg “L’amico Avvelenato”.

La presenza del Chiaula durante lo spettacolo è una sicurezza per tutti perché oltre ad essere un bravo presentatore e conduttore sa accompagnare con sensibilità i più insicuri in scena. E’ una Garanzia!

Brava Silvia per il lavoro che ha trascritto dal monologo di Stefano Benni “Le Beatrici” e bravissimi gli interpreti: Antonella e Roberta de Pero, Emanuela Dionisi, Monica Maramao, Corrado Artale, Fabrizio Diomedi e Francesco Sorino. Meraviglioso il dialetto toscanaccio, sono state veramente brave nel trasportarci in un’altra regione. Sempre più disinvolta e brava la Emanuela. Originali e Comiche le interpretazioni del Sorino di Dante e dell’Artale del Leopardi.

Anche la figura di Fabrizio Diomedi in scena è una sicurezza per la sua bellissima voce che spende bene sia come presentatore che come abilissimo cantante.

Bellissimo e raffinatissimo lo sketch del Diavolo curato e interpretato da Fabio Maramao, dalla sensuale Alessandra Barbini e Mauro D’Alessandro che si sono mossi con tanto buon gusto in una erotica coreografia.

Sempre fantastico Giorgio con il suo mimo delicato ed elegante sempre tanto espressivo.

Interessante da ascoltare Gigi con le sue curiose e preziose cronache dell’Antica Roma.

Deliziose le due coreografie curate personalmente dalle bimbe: Claudia, Elisa, Martina e Vera sono proprio delle promettenti ballerine!

Toccante l’interpretazione viscerale di Fabio nella sua rielaborazione tratta dal monologo “Psicosi delle 4 e 48” di Sarah Kane. Incisiva e diretta allo spettatore anche la scenografia.

Spettacolare il duetto di danza moderna di Gianmarco, una rivelazione assoluta di grande talento accompagnato dalla brava Giulia anche lei cresciuta negli anni. Mi sono rammaricata di non aver chiesto il Bis.Vi rivogliamo presto sul palco con più esibizioni!

Una bella rivelazione recitativa e di sicura presenza scenica quella di Fabrizia Florio, irriconoscibile se non dai suoi pantaloni!

Toccante la recita della canzone di Cristicchi “ti regalerò una rosa” letta e interpretata magistralmente da Alessandra. La Barbini è un elemento di spicco negli spettacoli dei Soci perché con la sua intelligenza teatrale e la grande avvenenza ha la capacità di ricoprire ruoli sempre diversi, e insieme al bravo Fabrizio, accompagnati dalla chitarra di Lucio Gnessi con i suoi armoniosi arrangiamenti musicali hanno rapito il pubblico in un magico ascolto.

Esplosiva e fantastica la coreografia finale del balletto di Mauro D’Alessandro sempre un bravissimo e dinamico ballerino attorniato da un folto corpo di ballo e molte agli esordi come la Lory.

Il saggio monologo sulla Violenza della Guerra scritto da Vincenzo ci ha riportati tutti tristemente con i piedi per terra. Sullo sfondo scorrevano i drammatici scatti fotografici che hanno segnato i terribili appuntamenti nella storia delle vecchie guerre, Vietnam, Tienanmen … tutte immagini elaborate da Alessandra, Fabio e Vincenzo. Sono stati messaggi coerenti, mai purtroppo fuori luogo perché purtroppo attualissimi anche se inascoltati.

Del resto per l’Uomo il Teatro è Critica, è un suo luogo sacro, la sua Chiesa Universale.

Significativa la scelta della canzone di Baglioni “Ninna Nanna Nanna Ninna” con i testi di Trilussa cantata da Alessandra, Fabrizio, Vincenzo, Fabio e Mauro che accompagnati dalla presenza corale di tutta la compagnia ha rappresentato un Finale di Grande Emozione. C’erano tutti dai più piccoli ai più grandi. Bravi!

E poi ci sono state le figure nascoste ma che valorizzano da sempre il lavoro di tutti: Simone Salvati ha curato con precisione il montaggio post produzione, oggi questo lavoro rappresenta la più rielaborata delle regie per le opere cinematografiche, televisive e teatrali.

Marcello Maroder è stato un indispensabile risolutore di problemi.

Non riesco a citare tutti, eravate tantissimi ed avete avuto il pregio di alimentare allegria e positività.

E in ultimo un applauso Speciale va a Claudio Colantoni prezioso e imprescindibile Uomo Ovunque dello spettacolo.

Grazie per la bella anteprima che spero si trasformi in un completo spettacolo, curato e ampliato per poterlo “gustare maturo” il prossimo anno.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ago 11

2024

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La “Maternità” di Gino Severini

Come dipingerebbe Gino Severini oggi la sua “Maternità”?

Già perché allora nel 1916 era ammirata come un’opera laica di grande contemporaneità, mentre noi oggi la studiamo come un prodotto oramai classico di sofisticata tradizione interpretativa.

Come uomo Severini “fotografò” nella sua “Maternità” il suo dramma personale di padre e marito per la grave malattia del suo bimbo appena nato, che morì di polmonite poco dopo la nascita, ma come artista dipinse per il mondo, l’orrore per il conflitto in corso della Prima Guerra Mondiale dove persero la vita milioni e milioni di persone, tutti figli sacrificati.

Ma per quale causa, visto che la violenza oggi è decuplicata?

Nel Santuario di Santa Margherita di Cortona c’è una cappella votiva ai caduti cortonesi della Prima Guerra Mondiale, un affresco dipinto da Osvaldo Bignami che riporta i nomi di oltre seicento concittadini che non fecero mai ritorno in Valdichiana. E’ una pittura che mi sconvolge ogni volta che la guardo perché mi scuote nell’animo.

Da mamma penso alla “morte nel cuore” delle altrettante loro mamme.

Dunque l’avvento della Grande Guerra uccise anche tutte le libere sperimentazioni pittoriche e materiche che tanto avevano affascinato gli artisti all’epoca perché tutta la loro fantasia si sciolse al sole di fronte alle atrocità perpetuate sugli uomini. La stessa luce elettrica cambierà in quegli anni la visione delle accecanti giornate estive o i chiari di luna, si percepirono infatti nuove strade artistiche ma ciò non poté rassicurare molti di loro che per non smarrirsi nell’orrore abbandonarono le sperimentazioni e cercarono conforto in un ritorno al recente passato pittorico. I geni creativi avevano necessità di riavvolgere la matassa del tempo per ritrovarsi esseri pietosi, cercarono di ridesiderare le cose semplici e di riportare l’ordine naturale delle cose.

Gli Artisti sopra ogni cosa sono e saranno sempre donne e uomini con particolari sensibilità, pronti a sacrificare le loro comfort zone per liberare la passione della loro poesia, raccontare la loro filosofia, mostrare la loro pittura, scultura e architettura.

Nella visione della “Maternità” di Gino Severini conservata al MAEC sono racchiusi tutti codesti pensieri.

Purtroppo Ora come Allora continuiamo a vivere a braccetto con le atrocità delle guerre diffuse per il mondo a macchia di leopardo, con l’aggravante di non aver imparato Nulla per difenderci dalla parte Crudele dell’Uomo.

In un solo giorno di bombardamenti nella sola Ucraina, la nostra atmosfera si avvelena portandoci di 50 anni in avanti e poi parliamo di auto Elettriche, Nuove Fonti Rinnovabili?

NO COMMENT!!!

Allora di fronte alla conoscenza di dover rispettare oggi la sostenibilità ambientale ed economica nel mondo per il mondo come rappresenterebbe la sua Maternità il Severini?

In verità penso che il pittore avendo già allora dipinto laicamente la sua Madonna con il Bimbo oggi non aggiungerebbe nulla di più e questo eleva l’opera ad essere tutt’ora un lavoro di grande avanguardia.

Lui ritrae l’istinto materno, la cura per un figlio e prima ancora il sacrificio della donna e la responsabilità che mette nella sua gravidanza dove ama far crescere un feto sano.

La Donna è un elemento Sacro per il proseguimento della specie umana e il tutto non potrebbe che essere interpretato diversamente!

Più volte come pittrice, di fronte ad un immacolato foglio bianco, mi sono posta lo stesso quesito perché nel mondo la Donna continua ad avere una vita Difficile.

Sono tante le immagini che propongono le artiste contemporanee e non sempre rimandano l’immagine serena di una madre con in braccio il suo bimbo che nutre.

Oggi molte figure di donne vengono ritratte crocifisse o mentre allattano, hanno il viso incappucciato da un passamontagna nero come nell’importante opera di Argelia Bravo.

Del resto viviamo un’umanità violenta!

Ma non meravigliamoci o scandalizziamoci perché già il Maestro Hieronymus Bosch nel 1497 dipingeva una santa crocifissa e conosciamo bene quanto le donne debbano sacrificarsi per raggiungere ”l’uguaglianza” con il maschio.

L’Arte Vera è lo specchio del nostro vivere perché mette a nudo Verità Comode e Scomode.

Posso aggiungere che per alleggerire la visione delle cose ho ammirato la Presidente Giorgia Meloni scendere la scaletta con la sua figliuola per intraprendere l’ultima missione economica e politica in Cina. Del resto le scuole sono chiuse ed un fanciullo apprezza di conoscere il lavoro del proprio genitore e sa comprendere così, a volte più dei grandi, il perché delle sue assenze da casa.

Mi ha riempito d’orgoglio vedere e sapere l’inserirsi della Signora Meloni nell’impenetrabile mondo maschile dove solo la sensibilità di una donna e madre possono scalfire i muri dell’indifferenza.

Spero dunque si dia più fiducia e potere alle donne perché visti i risultati attuali ottenuti dai secoli precedenti di sola conduzione maschile, non ci resta che provare.

Da progressista ho sperato di veder ricoprire da Donne della Sinistra Italiana le cariche più alte dello Stato, non è stato così, allora è importante sostenere “Tutte” la Presidente Meloni nella sua doppia lotta: quella Visibile della Politica/Partitica e quella Invisibile e più subdola dei Maschi al Potere perché è importante non essere “fascisti dentro” considerando purtroppo quanti finti “personaggi di sinistra” girino indisturbati.

Dunque siamo partiti dalla visione poetica che Gino Severini aveva della “Maternità” nell’Arte fino ad arrivare ai giorni nostri.

Credo che oggi disegnando, mi affiderei comunque a una visione dolce della donna madre perché qualsiasi altro pensiero l’allontanerebbe dalla sua natura di leonessa protettrice della specie, questo non limiterebbe nel modo più assoluto per qualsiasi donna di vivere la propria esistenza senza necessariamente intraprendere il ruolo di madre.

Siamo partiti da un capolavoro pittorico ma ciò è coerente perché l’Arte stessa è scienza nella storia dell’Uomo ma questo sarà fonte di approfondimento per un altro articolo per il futuro.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Lug 18

2024

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Il Mondo Visto dal Diversamente Abile

Ho indossato gli occhiali del Diversamente Abile, ho la mia colonna vertebrale ricostruita anche grazie a un trapianto osseo, a viti e dischi a mensola, insomma sono in convalescenza da un’operazione che ha rimesso e bloccato nella giusta sede una vertebra e che spero mi eviterà la sedia a rotelle nella grande vecchiaia. Non mi manca la forza di scherzare e ironizzare con chi mi sta vicino e di pensare che magari perderò la vita con un raffreddore la prossima settimana, ed allora tutta questa sofferenza e speranza andranno veramente in fumo, anzi in cielo!

Sembra l’inizio a effetto di una sceneggiatura di una nuova serie televisiva, invece è la storia fortunata di una sessantasettenne che ha la fortuna di potersi operare per aggiustare la sua colonna vertebrale. Ultimamente soffrivo di crampi alle dita dei piedi e di ripetuti addormentamenti alle gambe e un leggero dolore sordo accompagnava le mie giornate come una colonna sonora.

Bene! Ora basta fare i giusti compitini assegnati dal chirurgo e tutto sarà meglio di prima ma nel frattempo ho scoperto di avere il terrore nell’attraversare le strade anche sulle strisce pedonali, di scegliere i marciapiedi con meno buche, stradine con la pavimentazione più liscia possibile e sto attenta che non ci siano pozze d’acqua o grumi di terriccio che potrebbero farmi scivolare e cadere.

E’ vero che indosso un busto corazzato di ferro e cammino dritta, ho anche un bell’aspetto “per dirla” come chi mi incontra, ma mi terrorizzano le pallonate dei ragazzini che non interrompono il loro gioco al mio passaggio e temo ancora di più quei cagnolini che ti sfrecciano fra le gambe mentre i loro padroni si godono le loro chiacchierate al cellulare, tutto assolutamente senza controllo!

Dunque deve essere difficile e terrorizzante vivere per quelle persone che indossano il loro handicap a vita, in fondo è facile per me che spero di buttarlo come un cappotto vecchio tra qualche mese ma pensare di dover sopportare senza speranza l’invisibilità e l’incomprensione, insieme alla mancanza di premura della società che mi circonda deve risultare orrendo!

Allora mi chiedo e lo domando a Voi: Siamo Civili? Siamo veramente Democratici? Abbiamo compreso realmente il valore del Convivere e Condividere gli ultimi preziosi doni di Madre Terra?

No! Non lo abbiamo capito e ci nascondiamo dietro il cattivo operato dei nostri politici per giustificare le nostre gravi maleducazioni, allora ricominciamo proprio da noi!

Guardiamoci intorno per non spettegolare ma per aiutare, guidiamo con prudenza, rallentiamo e fermiamoci nei pressi delle strisce pedonali. Usiamo i Social per intasare di foto i siti comunali dove le strisce non sono visibili, dove mancano le indicazioni stradali, dove non sono presenti gli scivoli per le carrozzelle. Mettiamo i Social al Servizio della Società non utilizziamoli per farci del male. Impariamo anche a divertirci rispettando la sicurezza di quelli che ci vivono intorno. Piccole cose che se compiute da tutti sono Grandi Numeri Positivi.

Diversamente, viste le precarie condizioni che deve subire un portatore di handicap cosa potrà mai significare per lui l’elezione di un nuovo Sindaco o di un Presidente degli Stati Uniti, lo studio di un PIL se l’ABC del suo Quotidiano è ostacolato da un ascensore rotto o dalla mancanza di un abbattimento di una barriera architettonica, spesso gli è impossibile usare un mezzo pubblico e pensate che è scelto dai criminali perché è semplice da derubare.

Sarebbe bello, mentre passeggi, ascoltare un genitore che spiega ai suoi bambini che dobbiamo avere cura di ciò che ci vive intorno. Invece noto che oggi è più comodo e facile essere più caritatevoli verso le migliaia di cagnolini che vivono nelle nostre case, mentre non lo siamo verso un bimbo estraneo che ha necessità di cure. E’ crudele, ma riflettiamo su questa realtà.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Giu 06

2024

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Sala Nocchia, di nuovo Quì

E’ un venerdì sera a Cortona, la fine di un maggio che non vuole  dare spazio all’estate ormai incombente. Ma alla fine cederà e rimpiangeremo a lungo questa aria tiepida, mai invadente, portatrice di piacevolezze atmosferiche.

Sono in via Guelfa davanti alla sede del Piccolo Teatro della Città di Cortona intitolato a Marco Nocchia, un ambiente piccolo, angusto per lo scopo a cui è stato adattato, ma carico di significati. Conosco questo fondo perché ci sono stato nel 2020 per un evento molto simile. I soci del Piccolo erano chiamati ad esibirsi proponendo testi classici, propri o rivisitazioni di pezzi famosi. Era stata una piacevole sorpresa perché allora ero totalmente a digiuno, e anche un po’ scettico, sulla qualità degli attori che invece mi avevano sorpreso positivamente. Era stata una bella serata.

Questa volta sono preparato. Entro e mi ritrovo avvolto in una atmosfera che sa di magico e di amore per il teatro. Le pareti sono letteralmente  tappezzate da locandine di spettacoli allestiti negli anni dalla Compagnia. E’ un viaggio a ritroso nel tempo. Riconosco opere famose a cui ho assistito anche in prestigiosi teatri romani ma soprattutto mi incanto a leggere tra gli interpreti nomi di amici e conoscenti, di gente che incontro al bar, alcuni presenti in sala, altri no.

E’ un teatro dentro la gente, dentro la comunità cortonese. Amici, parenti o semplicemente persone che sono cresciute insieme. Qualcuno nato in altre regioni ma accomunato dall’indiscutibile amore per Cortona.

Il “regista” dell’evento è Vito Cozzi Lepri. E’ un coordinatore che ha lasciato ai suoi discepoli ampia libertà. Ognuno poteva rappresentare quello che voleva come voleva. Unico vincolo era che dovevano recitare in coppia. In pratica un duetto obbligatorio.

Scelta apparentemente semplice ma in effetti studiata “a tavolino”. L’obiettivo era quello di far sprigionare al massimo l’energia che è in ognuno di noi senza vincoli di dogmi teatrali per spingere le persone che già si cimentavano in questo meraviglioso hobby ad andare oltre, a gettare il cuore oltre l’ostacolo e contemporaneamente attirare nuove leve, nuove preziose risorse che fossero in grado di mettersi in discussione e entrare nella grande famiglia teatrale per proseguirla nel tempo.

Posso dire che c’è certamente riuscito. Il risultato è stato ottimo.

In questo ambiente che trasuda amore per il teatro si è sprigionata una energia calda verso la quale non si poteva restare indifferenti, sono stato coinvolto in ogni singola esibizione saltando da scene profondamente drammatiche a duetti divertenti sul filo di una brillante ironia. Felicità e tristezza a braccetto come vecchi amici.

Una cosa posso affermare senza tema di smentite come diretto testimone di ambedue gli eventi a quattro anni di distanza uno dall’altro; sono cresciuti, il livello medio della recitazione, anzi delle interpretazioni, è molto alto, molto vicino al professionismo che per alcuni interpreti è già un fatto acquisito.

Un unico grosso neo, l’inadeguatezza della sala che ha costretto gli attori a dei veri “salti mortali” per esibirsi con qualità ma, del resto l’indifferenza delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo non ha permesso di individuare nuove e più adatte strutture per questa attività che qualifica e rende migliore la comunità cortonese, un vero fiore raro che dovrebbe essere coltivato con amore, un bene prezioso che poche altre comunità possiedono.

Ho sentito dire che esisterebbero in Cortona luoghi che potrebbero essere più adatti a questa esigenza ma che occorre volontà e determinazione da parte delle autorità per renderli disponibili e agibili.

Come spesso accade, anche in questo caso, speriamo nella prossima amministrazione!

Fabio Romanello

Giu 06

2024

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Un Duetto per Uno

Gli inviti piacevoli non si rifiutano mai e così eccomi a varcare la porticina della piccolissima ma antichissima sede in via Guelfa della Compagnia del Piccolo Teatro della Città di Cortona, la Sala Nocchia.

L’inizio dello spettacolo è previsto per le ore 21.00 eppure sono solo le 20,30 e non ci sono più posti a sedere!

Nonostante non si sia dato spazio alla pubblicità per questa “antiprova generale”, gli attori del Piccolo hanno seminato e raccolto negli ultimi 50 anni stima e considerazione da tutta la comunità del territorio cortonese.

Il teatro con il suo palcoscenico allestito con pochi mezzi è efficiente e dignitoso. Al suo interno intravedo tante foto incorniciate e me ne colpisce una del maestro Eugenio Lucani, grande piccolo uomo, pittore nella vita, simpatico e spiritoso attore per passione, ancora nel cuore del Piccolo.

Osservo le locandine degli spettacoli incorniciate e appese alle pareti di roccia, i loro vetri rispecchiano puliti, c’è cura, c’è amore.

Poi sono distribuite perfino le locandine, perfettamente preparate dal Presidente Mario Parigi, queste occorrono per seguire e riconoscere, con la dovuta attenzione, il lavoro di tutti, persino dei più nascosti, come quello dell’insostituibile e affidabile Tecnico Carlo Lancia.

L’appuntamento di stasera è la risposta di una stimolante sfida lanciata dal Direttore Artistico Vito A. Cozzi Lepri ai suoi attori: “Un Duetto per Uno”. Formate una Coppia e recitate insieme ciò che la vostra fantasia vi chiederà. Potrete prendere in prestito i versi dei più grandi drammaturghi o persino riadattarli, potrete persino scrivere voi stessi una nuova sceneggiatura! “Coraggio mettetevi in gioco!” Fidatevi del vostro entusiasmo, della vostra intelligenza, della carica espressiva che deciderete di offrire agli spettatori. Lasciate spazio al vostro istinto, allo stile che deciderete di rappresentare …

Sono certa di non poter riprodurre con precisione le parole lanciate dal Direttore Artistico ma visto l’egregio risultato riportato dai Soci che si sono messi alla prova, l’invito è stato certo accolto e compreso e l’obbiettivo è stato raggiunto abbondantemente!

Annoierò forse parte dei miei cari lettori ma desidero riportare in codesto scritto tutti i nomi dei partecipanti perché è giusto che vivano il loro meritatissimo Momento di Gloria.

In uno spazio di tempo, piccolissimo per la verità, hanno regalato tanta commozione e gioia lasciando rientrare il loro pubblico a casa sereno e contento.

Gli spettatori Tutti, persino quelli in piedi e fuori dalla porta d’ingresso e che sostavano in strada, si sono divertiti tantissimo, si sono anche inteneriti, impietositi e scossi fino alle lacrime …

I primi ad aprire lo spettacolo sono stati Mario Parigi e consorte Donella Baccheschi: “Marieo e Donietta” un testo scritto da Donella Baccheschi ispirato al dramma di Romeo e Giulietta di W. Shakespeare.

Brillante sia l’idea che la scrittura che sfida con un lieto fine la Storia. Donella oltre ad essere una brava attrice si supera come sceneggiatrice e regista, conducendo il disinvolto Mario verso grandi successi.

– Francesca Barciulli e Alessio Bozzella: “Angel-A-Lo specchio” di Luc Besson. I due attori hanno recitato benissimo ma devo sottolineare la bravura della Francesca Barciulli. Mi complimento anche per la loro scelta del pezzo: una perfetta sintesi di ricchezza introspettiva.

– Ancora “Romeo e Giulietta” di W.S. interpreti Elena Nesci e Azelio Cantini noto raffinato poeta cortonese. La brava e bella Elena quella sera avrebbe ricevuto i complimenti dalla stessa Giulietta!

Suggestivo e piacevole il flauto traverso di Romano Scaramucci che ha accompagnato la recita.

– Lucia Marchesini e Pier Domenico Borrello: “Immediata Conoscenza” di Francesco Chianese. Bravi attori, una coppia teatrale vincente, colmi di spirito, ironia e padronanza scenica. Da seguire.

– Valentina Benigni e Enrichetta Giornelli con Susanna Malentacchi: “La Camera Buia” di Tennessee Williams. Coraggiose per la scelta di un testo che rappresenta una realtà esistenziale di una desolazione devastante, dove la solitudine è il minor dramma. Susanna Malentacchi invita inizialmente alla riflessione sul pezzo. Perfetta nella parte la Enrichetta, ma ho l’obbligo di puntare i riflettori sulla Valentina Benigni una delle rivelazioni di successo della serata al suo debutto: Bravissima!

– Livia Angori e Francesca Barciulli con Claudio Binario in “Figli” di Mattia Torre. Ancora complimenti per la Francesca che da eclettica attrice sa calarsi e bene in molteplici ruoli. Per la “pensionata” e mamma Livia (in Scena e nella Vita) posso solo rimarcare che per tutti i lavori teatrali che ricopre è una luminosa attrice, utile e indispensabile suggeritrice e sapiente regista.

Bravo Claudio, in scena tutti i ruoli sono indispensabili.

– Susanna Bocci e Luca Merli con Mario Bocci: “La moglie ebrea” di Bertold Brecht. Iniziamo dal più facile: Mario è un attore indimenticabile del Piccolo che si presta sempre per passione e non sbaglia mai. Luca Merli è perfetto nel ruolo. Susanna Bocci ha superato se stessa, di solito è brava ma con questo pezzo, con il quale ha debuttato da fanciulla in teatro, ci trasporta attraverso la sua crescita teatrale personale, dentro la recita c’è tutta la sensibilità di una donna ferita, umiliata, sconfitta drammaticamente e condannata a sparire per sopravvivere. La narrazione scuote le nostre coscienze politiche. Susanna ha rapito e commosso il pubblico. Non me ne vogliano le altre!

– Anna Maria Matarazzo e Osvaldo Cucciniello: “Due” una poesia di Erri De Luca. Che dire? Conoscendoli personalmente penso che il De Luca lo abbia scritto per Anna Maria e Osvaldo. Bravi perché con il loro amore e la devozione vissute insieme nella vita e ultimamente anche in teatro, hanno ricordato a tutti quanto sia stupefacente un Amore di Sempre per Sempre.

– Francesca Barciulli e Giuliana Bianchi : “Due Donne” di Ferenc Molnar. Le due giovani Signore sono due stelle teatrali, inconfondibili quanto indispensabili per il Piccolo.

La Francesca merita un nuovo elogio per un altro ruolo interpretativo perché è veramente abile in scena, sta crescendo molto.

Per ultima la Giuliana Bianchi: la più modesta o la più timida delle attrici del Piccolo? La più brava? Si! ne ho la certezza! Ma da un po’ sicuramente la più nascosta! La Giuliana nello spettacolo ci ha regalato la perfezione di una piccola parte, ma conosciamo le sue eccelse interpretazioni del passato. Spero allora e presto, molto presto, le si affidino occasioni difficili perché da lei investite, apparirebbero facili e noi vedremo risplendere il sole.

Dunque una variegata rappresentazione di sentimenti, personaggi, di idee, tutte profonde, acute e mai banali.

Bravi! E Sopra Ogni Cosa Bravo Vito A. Cozzi Lepri che da vero Leader Colto ha dato spazio ai suoi allievi tanto da promuoverli a registi, attori, costumisti, sceneggiatori e scenografi.

Si è respirata Cultura di Vera Intellighenzia e peccato che in tema di “elezioni politiche” non ci sia stato nessun Aspirante Sindaco perché avrebbe indiscutibilmente compreso, che Cortona possiede nei Soci della Compagnia Teatrale del Piccolo un gioiello prezioso che brilla di entusiasmo, di ricchezza intellettuale, di positività, di spirito di sacrificio e di simpatia. E’ una comunità che ha imparato a fare gruppo dunque un nucleo solido di riferimento per un paese.

I Popoli sono inquinati di prepotenza, corruzione e violenza.

E’ sempre più difficile espandere civiltà e democrazia, dunque la Compagnia del Piccolo Teatro di Cortona c’è e lo insegna con il suo trasparente ma faticoso lavoro perché non dimentichiamoci mai che di giorno sono operai, avvocati, contadini, pensionati, maestri, commercianti e casalinghi … ma di notte, invece di cadere in tentazione di una comoda poltrona davanti alla TV, escono per conoscersi, confrontarsi e per agire nel nobile gioco del teatro simbolo per l’uomo di tanta religiosa vitalità!

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

p.s. L’invito è esteso a Parroci, Ministri e Vescovi … C’è in giro tanta, troppa delinquenza, allora una enorme marea di positività ed energia può affogare questa criminalità e Cortona possiede nei Soci del Piccolo un importante antibiotico per la comunità perché loro sono pronti ad accogliere i fanciulli e i giovani aspiranti attori che si vogliono impegnare a crescere innanzitutto come donne e uomini migliori attraverso la disciplina del teatro.

Allora che inizi una campagna per assegnare al Piccolo di Cortona un’altra nuova sede più grande e i Risultati saranno Garantiti!

Mag 18

2024

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Mario PARIGI e Le Origini del Fascismo a Cortona (1919-1925)

Nel mese di maggio alla @factorydardano44 Mario Parigi, storico e scrittore, ha proposto ad Aldo Calussi, ideatore e curatore dei tantissimi e frequentatissimi pomeriggi culturali cortonesi, un suo libro: Le Origini del Fascismo a Cortona (1919-1925)”.

Il racconto, in tema di politica e delle imminenti elezioni europee, è dei più interessanti ed opportuni, mentre è stato addirittura coinvolgente quasi fino alla commozione, per gli ospiti che hanno riconosciuto, attraverso le fotografie dell’epoca, il proprio nonno, lo zio, l’amico del babbo o il proprio allora solo un bambino.

Gli argomenti trattati dal Parigi non sono stati “storia di propaganda” perché è un intellettuale schietto e onesto, forse come pochi, ma ha offerto una preziosa occasione alla comunità cortonese per comprendere come un fenomeno divenuto tragicamente nazionale, si sia potuto seminare sin nei più piccoli centri italiani.

Il Fascismo è stato un progetto studiato scientificamente e a tavolino, con processi diversi indirizzati specificatamente nelle varie regioni tra il Nord e il Sud d’Italia.

Le colonie organizzate per i fanciulli che non si erano mai allontanati dai territori d’origine e non avevano mai visto il mare, sono servite ad infondere simpatia e le stesse gare sportive dovevano risultare aggregative nel nome del Popolo Italiano.

Il Regime cercava consensi e delineava l’accrescere del suo Potere con le più ragionate strategie, anche le più crudeli, che però erano “vestite da buoni panni”.

Ciò è avvenuto purtroppo con la prepotenza e attraverso la violenza perchè la Democrazia non era prevista e neppure contemplata!

Al riguardo Mario Parigi con le sue meticolose ricerche, attraverso le consultazioni degli archivi regionali e statali, è riuscito a ricomporre e ricostruire nomi e fatti, foto e cerimonie, festeggiamenti e sconfitte, tutto documentato dalle note bibliografiche.

Non poteva certo generalizzare gli argomenti perché in quel pomeriggio in via Dardano 44 è come se ci fosse stata una “Presa Diretta” con i protagonisti cortonesi di quel ventennio!

Per un paese piccolo o grande che sia avere la possibilità di poter gestire autonomamente la ricostruzione di quel periodo ha un grande valore e coinvolge tutti in enormi responsabilità.

Ogni paese, frazione, cittadina o piccolo centro deve sentire il bisogno di conoscere la propria storia mentre, invece, per le grandi città le ricostruzioni sono curate direttamente dalla grande politica nazionale.

Nelle scuole non si sono mai letti paragrafi riguardo le due Grandi Guerre meno che mai studiato il Ventennio Fascista mentre si è sempre sussurrato: I Protagonisti di quegli anni sono ancora in vita!

Diversamente dalla Germania che ha processato i suoi crimini, nel nostro Sconfitto Paese il passaggio dei Gerarchi Fascisti alle loro funzioni nel Nuovo Parlamento Italiano è stato accompagnato da silenziosi e complici consensi, quando per le strade le vendette dei cittadini venivano bagnate con il sangue.

Senza voler entrare nel merito di un colore politico, rosso o nero che sia, posso ricordare semplicemente che la prepotenza e la sopraffazione dell’individuo con torture, minacce, crimini e abusi di potere tanto da impedire la facoltà del lavoro, il diritto di proprietà e di esistenza, sono esperienze vissute da dover rappresentare alle generazioni future proprio per poterle scongiurare.

Scrivere un diario di bordo quando ancora i capitani delle navi e i loro nipoti sono ancora in vita e  possono offrire testimonianze dirette, risulta un’occasione rara per rielaborare lutti e ingiustizie.

Questo è il miracolo della Democrazia, infatti Mario Parigi ha studiato con onestà le vicende vissute in quegli quegli anni e la sua conferenza presentata precedentemente anche in altre sedi, ha concesso sempre diritto di replica.

Le Vendette sono inutili ma i Nemici vanno comunque riconosciuti per salvarsi!

Per questo il lavoro di ricerca e scrittura di Mario Parigi hanno un valore immenso che potrà anche essere portato come esempio disciplinare in tutte le scuole.

Aggiungo che dobbiamo porre la massima attenzione oggi ai fenomeni di bullismo, di omotransfobia, intolleranza religiosa e di razza o di qualsiasi altro fenomeno che denunci la volontà di sopraffazione nei confronti dell’altro perché attraverso i secoli, i brand dei partiti cambiano nome e colore per seguire le tendenze, proprio come le mode, ma le crudeltà perpetuate sulle persone comuni sono purtroppo le stesse.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mag 02

2024

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PICCOLO TEATRO DELLA CITTA’ DI CORTONA

CINQUANT’ANNI DI SPETTACOLI

(1973-2023)

“Il Teatro scuote i Pensieri dell’Uomo, Commuove, Divaga, Istruisce, porta allo Scoperto le Filosofie di Vite Passate, Presenti e Future. Il Teatro è l’Eterna Rappresentazione della DONNA e dell’UOMO su questa Terra. Li Unisce e Li Divide.

Rappresenta i Giovani e i Vecchi, i Sani e i Malati, i Ricchi e i Poveri, è l’espressione della politica dei sentimenti.

Quando il Teatro diventa Sublime è Poesia e non morirà mai finché vivrà l’Essere Umano”.

(rr 1.05.23)

Il 13 aprile scorso, la Compagnia del Piccolo Teatro della Città di Cortona ha invitato tutta la cittadinanza a partecipare alla conclusione delle celebrazioni dei suoi primi 50 anni di attività con un’altra presentazione del libro “PICCOLO TEATRO DELLA CITTA’ DI CORTONA CINQUANT’ANNI DI SPETTACOLI (1973-2023)” curato dal prof. Vito Amedeo Cozzi Lepri, Preside di professione, Scrittore e Regista per passione.

In verità non ci sono confini tra passioni e doveri, tutto contribuisce ad arricchirci con uguale importanza.

Per la cittadinanza non è stato solo un pomeriggio trascorso nell’elegante sala Medicea del MAEC, ha rappresentato una di quelle rare occasioni dove ci si rincontra tra intimi amici, colleghi di lavoro, vecchi compagni di scuola, vicini di casa, opposti in politica. Più che una conferenza è stata una riunione che ha riaccolto in privato la comunità cortonese.

Non ero presente ma il socio Azelio Cantini mi ha inviato un bel video girato dal romano Carlo Lancia, cortonese di adozione, altra preziosa risorsa per la memoria storica di Cortona e quello che scrivo è ciò che prepotentemente le immagini e il sonoro mi hanno trasmesso.

Sono occasioni rare per ritrovare le proprie radici, per riavvolgere matasse ingarbugliate, dove noi “turisti residenti” risultiamo per i cortonesi spesso il prezzemolo in ogni minestra, magari non sempre risultiamo opportuni e per alcuni, spero pochi, “ci azzecchiamo poco”!

Gli onori di casa del nuovo Presidente del Piccolo Mario Parigi sono stati simpatici e avvolgenti e insieme al Presidente uscente e già nostalgico Ferdinando Fanfani, la sua commozione era tangibile, hanno chiamato a intervenire e contribuire con un pensiero o un ricordo tutti i presenti e ciò ha creato un evento vivace ma anche un pò malinconico per la cittadinanza.

I rappresentanti di tutte le Istituzioni e quelle della vita civile Cortonese hanno partecipato con sentimento come l’assessore Silvia Spensierati in rappresentanza del Comune e il Prof. Paolo Bruschetti, Vice Lucumone dell’Accademia Etrusca.

Anche l’intervento del Dott. Mario Aimi Presidente dell’Accademia degli Arditi ha regalato un bellissimo cameo ricordando uno spettacolo al Signorelli dell’allora ottantacinquenne Ernesto Calindri, attore indimenticabile, che gli aveva personalmente raccontato come Cortona per lui significasse il suo primo debutto avvenuto nel teatro del Seminario di Cortona. La sua famiglia in quegli anni viveva a Cortona perché il suo babbo vi lavorava.

Dunque Cortona conserva tesori negli scrigni grandi del Teatro Signorelli come in quelli piccoli del Piccolo.

Sempre illuminanti gli interventi del Prof. Nicola Caldarone Presidente del Comitato tecnico del MAEC, attualmente impegnato a Terontola insieme al poeta Azelio Cantini in “Lezioni di Teatro“ a raccontare l’importanza del teatro che “parla” direttamente al pubblico e che offre da millenni un metodo efficace per educare una comunità. Sono entrambi impegnati a presentare l’attività teatrale di molti autori mondiali come Shakespeare, del nostro Dario Fo e di Moliere che nel suo “Avaro” mette in evidenza, oggi più che mai, il difetto dell’avaro sentimento umano nei confronti del profitto che non è mai sufficientemente ricco, a costo della stessa vita umana.

Gli interventi degli ospiti sono dei veri e propri contributi a favore del ricordo dei vari allestimenti teatrali del Piccolo.

La poliedrica persona del Parigi, nella sua nuova investitura, ha saputo attirare per questa significativa riunione eminenti figure dirigenziali di Cortona.

I miei non sono stucchevoli complimenti, con essi desidero sottolineare come i molteplici interessi del Parigi che vanno dal giornalismo alla musica, dall’attività di storico e scrittore e molto altro ancora, potranno attrarre nuovi soci al Piccolo, questione fondamentale per la sopravvivenza di questo tipo di associazioni amatoriali.

Il Consiglio del Piccolo è sostenuto soprattutto dai suoi membri: donne e uomini che con sacrificio e amore sostengono l’attività teatrale del Piccolo. Persone che nella vita svolgono i più svariati  lavori e quando giunge il momento in famiglia del meritato riposo, si incontrano nella sede di via Guelfa per iniziare “l’altro lavoro fatto di sogni”!

Questo piccolissimo ambiente è stato trasformato in passato nella sala prove dalle volenterose mani di Eugenio Lucani, Nanni Fumagalli, Rolando Bietolini e da Mario Bocci altro attore di successo del Piccolo presente in sala.

E… finalmente entra in scena il grande Vito!

Uomo di raffinata cultura, poliedrico “attore professore, regista preside” nonché filosofo e scrittore.

Il complesso lavoro di Vito Amedeo Cozzi Lepri per il libro del Piccolo è stato costruito con la pazienza, costanza, cultura e determinazione. Lui ha intrecciato contatti casuali o voluti con le persone, ha tessuto un sapiente lavoro psicologico con la vitalità e l’intelligenza che lo distingue.

Vito oltre a investigare, scovare tra incartamenti impolverati dal tempo, ha speso molta energia nel ricontattare figli e nipoti di registi, soci e attori per ridare vigore alle singole storie che hanno contribuito a creare tutti i 70 spettacoli messi in scena dal Piccolo dal 1973 al 2023 tanto che occorrerebbe aggiungere un’appendice al libro stesso perché c’è già molto del nuovo.

Vito è un uomo positivo che per natura desidera unire e non dividere.

Dunque una riunione che ha visto ben speso il patrocinio del Comune di Cortona, della Banca Popolare di Cortona e dell’Accademia Etrusca.

Non ci sono solo espansioni culturali in questi progetti c’è crescita di conoscenze e amicizie.

Vito Cozzi Lepri ha impostato la lettura del libro in un arco di 5 Atti dove il Prologo accenna a degli aneddoti, avventure e curiosità dei 50 anni di vita privata e pubblica del Piccolo.

Si potrebbero scrivere altre 70 sceneggiature!

Nel Romanzo della descrizione delle commedie del Piccolo, Cozzi Lepri racconta di quando recitava al fianco di Franco Sandrelli uno dei fondatori del Piccolo che creò insieme alla moglie Luigina Crivelli, una vera “nuvola creativa”.

Sempre la Maestra Crivelli, insieme al Sandrelli e i colleghi di allora, professori della scuola negli anni”70 di Cortona, promossero l’attività teatrale perché capivano quanto questa energia potesse positivamente aiutare a far crescere una meravigliosa generazione.

Vito ha raccontato ancora di Franco Sandrelli presente in sala insieme alla figlia Eleonora, di quanto fosse artista dentro, pittore, scenografo, attore e regista poi ancora della Maestra Luigina Crivelli, del Comm. Giuseppe Favilli, del prof. Mario Fattorini, come anche di Corrado Pavolini regista, drammaturgo, critico letterario, poeta, librettista, tutte persone luminose che lasciarono quell’eredità della quale godiamo oggi.

Ha raccontato anche di Azelio Cantini quando si addormentò e non avviò la musica per la scena perché stanco di una partita a tennis durata 2 ore e della successiva mangiata di 6 paste del Vannelli.

Ha raccontato pure di piccole curiosità citando la Signora Candida Marri preziosa e indispensabile “trova robe” per le scene degli spettacoli.

Poi Azelio Cantini con la sua sensibile poesia ha omaggiato chi non è più tra noi e ricordiamoci che erano e sono solo Attori Dilettanti dove il collante è l’amore per il teatro!

L’intervento di Donella Baccheschi, una delle più giovani e valide acquisizioni tra i soci racconta di una Donella fanciulla timida, muta fino a vent’anni, anche se oggi non ci potrebbe credere nessuno visto il piacere che ha nel parlare e quanta classe e presenza scenica riesce a spendere bene sul palcoscenico!

Ciò spiega quanto lavoro utile promuove la disciplina dell’introspezione teatrale.

L’intervento sul finire del brillante Andrea Santiccioli, senza microfono, fa respirare l’aria delle quinte del Piccolo, l’allegria, la spontaneità, l’energia e la profondità e fantasia.

Bellissima la sua riflessione sul fatto che fare teatro significa principalmente diventare belle persone.

Vero! Il teatro fa emergere dalle nostre profondità la nostra bellissima luce! Fare teatro significa esplorare se stessi e scoprire il nostro opposto. Il coraggio poi è nell’accettarsi ma … questo è un altro meraviglioso film.

Naturalmente è nello stile professionale di Vito ricordare i successi del Pescatori, Alfredo Fazzini, Rolando Bietolini, Susanna Bocci, Augusto Bietolini, Marco Nocchia, Mario Bocci nel libro ci sono tutti nessuno escluso!

Vito ha elogiato particolarmente Lina Bartelli per il lavoro da regista e della messa in opera di Jesus Christ Superstar ed ha sottolineato anche l’altro meritatissimo successo della sua regia e cura delle “Donne che corrono con i lupi” del 2019. Ricordo ancora la recita “da brividi” di Giovanna Bianchi nel monologo di Franca Rame. Fu Magnifica Unica.

Poi Vito ha raccontato con il cuore e l’emozione nella voce, gli aneddoti e le accidentali occasioni che hanno caratterizzato le prove delle scene dei vari 70 spettacoli, aneddoti commoventi anche per me che non conoscevo tutti i personaggi che menzionava, perché bastava immergersi nel bagaglio della melanconia umana per comprendere il valore dei ricordi raccontati dal Preside.

Ma fermiamoci perché il libro va letto, va ricordato e rivissuto.

Di tutti c’è stato un meritato ricordo e Vito spinge proprio tutti a mettersi in gioco, invita persino l’abbottonato e serissimo, esimio Professor Paolo Bruschetti.

Un libro che verrà conservato nella biblioteca del Comune di Cortona per il suoi ricordi in esso raccolti e per l’intimità cortonese in essa conservata.

Mi perdoneranno i “dimenticati” in codesto scritto, perché nel libro ci sono tutti i bravi e sensibili personaggi che hanno contribuito a far nascere, crescere e “mantener sana” la salute della Compagnia del Piccolo Teatro di Cortona, ma noi giornalisti abbiamo sempre il difetto di dover contenere le battute!

Fuori dalle mura secolari del MAEC soffiano Venti di Guerra. Dentro le vite umane respirano più che mai le passioni, perché più si teme di perderle, con più forza esse dilagano perché del teatro ci si innamora una sola volta, ma è per tutta la vita.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mag 02

2024

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Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento

Nel Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio si è declinata un’interessantissima conferenza del dr. Paolo Giulierini già Direttore del MAEC e del Mann, rispettivamente il Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, organizzata dalla Signora Carla Rossi su desiderio di Don Ottorino che tanto lavoro spende affinché questo magnifico luogo di culto viva principalmente, come naturale sede di Caritas.

Il tema della Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento è stato l’argomento trattato prendendo in considerazione il cammino dell’Uomo nel territorio cortonese e del suo più ampio perimetro.

Il dr Giulierini ha reso coinvolgente il narrato citando luoghi e chiese noti al pubblico presente.

Dai cippi della località Carpaccio che testimoniano i rilievi astronomici degli etruschi che osservavano il sole, la luna, le stelle, i fulmini e le saette, come il volo degli uccelli, ed attraverso questi studi, pensavano di comprendere il volere delle loro Divinità.

Persino molti anni dopo Frate Elia ha avvertito il bisogno di erigere la seconda Chiesa dedicata a San Francesco a Cortona sul suolo di un antico santuario Etrusco. E chi di noi, non è venuto a conoscenza dell’eccezionale ritrovamento delle tantissime statuine votive a San Casciano dei Bagni ritenuto un posto dalle grandi proprietà di guarigione?

L’Uomo ha sempre avvertito Presenze Divine, ed ha anche sempre richiesto loro: Protezione.

La Porta Bifora di Cortona ha conservato per secoli una statuetta dalle due facce che significava che era lì per proteggere il regno dei morti e dei vivi. Studiando i vari culti pagani e religiosi si comprendono le difficoltà esistenziali degli uomini di quell’epoca e si capiscono le strategie adottate dalle classi dirigenti.

Posso solo menzionare in modo frammentario pochissimi esempi perché la conferenza è stata ricca di elementi che il Gulierini snocciolava in “quantità industriale” e con la massima disinvoltura tipica dell’uomo colto ma mai noioso.

Dunque il pensiero dell’Uomo Antico è stato sempre più sofisticato di quello che possiamo immaginare e le varie venerazioni e dottrine che l’uomo ha deciso di seguire verso le sue Divinità sono state sempre dettate dal desiderio di sentirsi Protetto in tutte le fasi della sua vita, quella Giovanile, Adolescenziale, Adulta e per la Vecchiaia.

I Soggetti Spirituali dovevano proteggere le donne in cinta, i neonati, i fanciulli che erano colpiti da una devastante mortalità soprattutto nei primi mesi di vita.

In sintesi posso affermare che le varie testimonianze archeologiche come quelle storiche rinascimentali hanno evidenziato come l’uomo abbia evoluto nel corso dei secoli il suo rapporto con il Divino o meglio ancora come la “Classe Dirigente” del momento abbia ritenuta più utile una dottrina piuttosto che un’altra, del resto è sempre stato difficile scindere la politica dalla religione ed il contrario.

Poi la conferenza è atterrata sui miracoli che una comunità di artigiani ha attribuito ad un dipinto di una dolce Madonna con il suo Bimbo proprio nella località del Calcinaio e della successiva costruzione della sua Chiesa quella di Santa Maria delle Grazie. Un Grande Voto di Riconoscenza alla Madonna per i miracoli compiuti in quella piccola comunità.

Visitando l’interno della grande navata, dilatata dal disegno prospettico che ne amplifica le dimensioni in altezza e profondità, lo stato d’animo del visitatore anche del più profano, viene catturato dalla musicalità del calcolo matematico dell’architetto Francesco di Giorgio Martini.

Gli spazi parietali bianchi sono delineati in verticale e in orizzontale dalla grigia pietra serena, modanature e pilastri pensati con una geometria ordinata ed elegante, imponente e armonica dove all’interno di questi riquadri sono state collocate grandi finestre ornate da proporzionati timpani in pietra. Gli alti occhi tondi invadono gli interni con la luce naturale di un intero giorno. Molto si è scritto e parlato su questo Capolavoro della sua Pura Perfezione ornata poi dalla vetrata di Guillaume de Marcillat e dai dipinti del Papacello, del fiorentino Jacone e di Alessandro Allori.

In questo contesto di rara raffinatezza, dove è facile ordinare i propri pensieri e devo contenere l’ammirazione per il progetto dell’architetto, scorgo nel braccio destro del presbiterio tantissimi pacchi di cartone sulle panche della Chiesa. Sono la testimonianza del Banco Alimentare fortemente voluto e seguito da Don Ottorino, raccolto, svolto e distribuito nella sua casa, il Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio.

Allora comprenderete che il luogo vive di una profonda e luminosa Bellezza perché è facile assistere alla processione di persone alle quali vengono regalati pacchi di generi alimentari, azioni compiute preservando sempre la dignità dei bisognosi.

La gentilezza del dr Paolo Giulierini si inserisce nelle azioni di volontariato che sostengono il Santuario oramai abbandonato all’incuria amministrativa di prevenzione e protezione dell’intero corpo di fabbrica. Un Gioiello Rinascimentale completamente abbandonato dai Partiti Politici e Religiosi e da chi se ne dovrebbe occupare per reale competenza da decenni e decenni.

Dunque l’attrazione del personaggio Giulierini a cui siamo grati, ha ripopolato gli scranni affascinandoci descrivendo il cammino spirituale dell’uomo etrusco fino all’epoca rinascimentale. L’archeologo ci ha narrato come fin dai tempi antichi l’uomo sia sempre stato grato ai doni della Madre Terra: l’acqua, la luce, il fuoco e tutti i doni della terra. L’essere umano per sua natura ha sempre perseguito il proprio benessere, peccato che OGGI sia in atto la distruzione di Madre Natura e che siano rifiutati tutti i Miracoli che le poche Diplomazie Democratiche esistenti riescano faticosamente a proporre.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mar 23

2024

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Salvina Maria Ingo in Sangue Normanno e L’Amore Imperfetto

L’Amore Imperfetto e Sangue Normanno sono gli ultimi libri della scrittrice Salvina Maria Ingo che entra immediatamente, riga dopo riga, tra le pieghe delle nostre intimità, anche quando in alcune situazioni che descrive, non siamo ancora penetrati.

Ha una scrittura magnifica che illumina racconti semplici con una forma sempre elegante.

Tu lettore ci stai bene dentro perché è sempre ricca di riflessioni e spunti di pensieri, a volte ovvi, ma intanto non li avevi realmente mai messi a fuoco!

Lei scrive e tu leggi di Elena, Filippo, Tancredi e di Alessandra, di Corrado … e li impari a conoscere.

Con i suoi personaggi giochi a scacchi e cambi posizione per provare a comprendere, per capire i loro cuori perché Salvina descrive l’Amore in tutte le forme possibili a lei conosciute.

Ho imparato a provare ad ascoltare il diverso battito dei cuori dei suoi personaggi e, per come li racconta, sono tutti affascinanti persino i più subdoli. Non usa una penna ma una bacchetta magica per raccontare le tante sue storie.

Sono spesso Vite Amare, mai banali e sempre reali, ma gridano tutte la tanta voglia di vivere.

Libri intriganti che si scoprono con piacere pagina dopo pagina.

Spesso, tu lettore “vorresti entrarci” tra quelle righe per far parte di alcuni quadri scenici, per offrire quella spinta di coraggio al personaggio di turno perché a noi stessi magari, nella nostra vita reale, a volte è mancata.

Salvina Maria Ingo risveglia in noi il primario desiderio di comprenderci e di amarci per poi, poterci avvicinare Autentici all’Altro.

Quando si entra nel ritmo perfetto della sua scrittura vorresti che il libro non finisse mai.

Buona Lettura

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

p.s. I libri sono acquistabili online o dalla Feltrinelli