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Febbraio, 2022

Feb 19

2022

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Pigiama per sei una commedia che dona Allegria

L’Allegria è un qualcosa di veramente importante.

E’ quell’inafferrabile “cosa” che rigenera l’anima come una lavanda gastrica aiuta a disintossicare un corpo.

Chiunque di noi, dopo una giornata magari un po’ complicata, con un solo momento passato in Allegria riprende energia e si sente più forte.

E’ così, provatelo!

Chi invece di Voi, ha assistito al Teatro Signorelli di Cortona alla commedia “Pigiama per Sei”, tanta spensierata comicità se l’è riportata a casa con la certezza di poter risfogliare alcune pagine dello spettacolo divertenti nei momenti difficili, proprio come quel cioccolatino gustato al momento giusto.

“Pigiama per sei” di Marc Camoletti, è uno scritto sul più classico dei triangoli Lui, Lei e L’Altra.

Nel flash di una serata racconta di una situazione buffa ma anche simpatica che si svolge in una bella seconda casa … Di più non racconto visto che siete tutti invitati in teatro.

Gli equivoci piccanti scambiati tra Laura Curino, Antonio Cornacchione, Rita Pelusio, Max Pisu, con Roberta Petrozzi e Rufin Doh, un cast veramente pieno di energia, sono diretti dalla regia di Marco Rampoldi che, oltre ad essere un bravo direttore ha distribuito le battute e le situazioni con molto buon gusto poi, con l’ottimo testo di Marc Camoletti tutto gli è stato più facile.

Nulla di così scontato vista la Volgarità Gratuita che circola!

Per tutta la durata dello spettacolo il pubblico, grazie alla bravura della compagnia teatrale ma anche alla cura della scene di Nicolas Bovay, dei costumi colorati e appropriati scelti da Gianluca Sbicca non si è accorto di rimaner seduto per quasi due ore. E questo di per sé è già un gran successo!

Tra le risate spontanee degli spettatori nessuno si è distratto dal constatare la bravura di Antonio Cornacchione (.. povero Silvio …) e dell’impareggiabile cabarettista Rita Pelusio per le difficoltà di alcune battute pari a quegli incredibili scioglilingua cantati anche dalla nostra grande Mina.

In più dalle luci di Manuel Frenda, al suono di Marco Strobel Ticozzi, grazie agli effetti speciali sono state abbreviate quelle necessarie “tappe in confusione” dettate dalla commedia. Ottime strategie di scena che il pubblico ha apprezzato.

Una commedia articolata ma non complicata, leggera e allegra, del resto sappiamo che è più facile far piangere che ridere.

Bravi e Grazie ancora alla compagnia teatrale di “Pigiama per sei” per averci fatto dimenticare per una sera i Brutti Pensieri!

Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®

Feb 12

2022

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Così Parlò Bellavista Luciano De Crescenzo

Il richiamo al botteghino lanciato dal nome della popolare attrice Marisa Laurito è stato sufficiente per riempire di spettatori il Teatro Signorelli, e poi se non fosse stato sufficiente, l’adattamento teatrale di Geppy Gleijeses di “Così Parlò Bellavista” scritto da Luciano De Crescenzo, grande filosofo e scrittore, ha convinto i più dubbiosi.

Tanto, tanto affollamento e speriamo che non siano stati usati i green pass falsificati, diversamente altro che distanziamento!

Ma: Pensiamo Positivo.

Oggi del resto c’è sete di spensieratezza e voglia di evasione e una cura per alleggerire gli stati d’animo “colpiti e in parte affondati” dalla pandemia può essere soddisfatta certamente dalle rappresentazioni teatrali.

Forse le aspettative relative allo spettacolo al Signorelli  saranno state eccessive, ma la recita è stata debole.

E’ difficile per me scriverlo, facile chiederlo al pubblico che era in sala. Eppure il variegato e amato folklore napoletano era completamente descritto. La spavalderia, il coraggio, la creatività e quel particolare spirito d’iniziativa napoletana, la 500 tappezzata di giornali, l’arte di arrangiarsi, la disoccupazione, il banco del lotto, il negozio d’immagini sacre, il pizzo dei clan della camorra, il tavolo dei pomodori, la figlia in cinta, i pregiudizi campanilistici che poi non sono tanto differenti da quelli razziali, con un Nord e un Sud che concludono la commedia con un caloroso abbraccio.

Ma allora cosa è mancato?

Il carisma luminoso di De Crescenzo che quando descriveva ironicamente con un sorriso i suoi compaesani ti trascinava a ridere con allegria. E’ mancata la capacità di espressione di un Troisi che con il suo “timido recitare” trasformava con pochi gesti pieni di pudore, una scena tragica in vera comicità.

Dai grandi interpreti come la Marisa Laurito, Geppy Gleijeses, Benedetto Casillo e Gianluca Ferrato ci aspettavamo pìù sentimento. E’ mancato il calore verace napoletano che mai va dato per scontato per propria definizione. Mi rendo conto che l’avranno rappresentata centinaia di volte ma aimè il teatro ha solo il “bello della diretta!”

Gli special invece si sono accesi di ammirazione per la grande caratterista napoletana Antonella Cioli alle prese con una “lavastoviglie imbizzarrita” e Gigi de Luca il piccolo attore dalla grade anima recitativa che cercava ripetutamente il cavallino rosso. Bravi, anzi Bravissimi.

La magnifica scenografia di Roberto Crea del Palazzo dello Spagnolo nel Rione Sanità a Napoli, riprodotta fedelmente dal libro di De Crescenzo, ha restituito il realistico ambiente di miseria e nobiltà, uno specchio dell’immortale napolanità, unica nel mondo.

Luciano De Crescenzo quando era ancora tra gli sconosciuti era un ingegnere e si lamentava spesso per la mancanza di soldi, fu allora che un “blocco in ascensore” avvenuto insieme a un dirigente della Mondatori segnò il punto di svolta per la nuova carriera di scrittore. Anche nello spettacolo c’è una scena in ascensore che determinerà una svolta positiva ma … di più non scriverò! 

Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®

Feb 12

2022

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“Alessio Boni e Marcello Prayer”

Il 29 dicembre 2021 sono tornati i protagonisti di quella che fu, nella primavera scorsa, la riapertura teatrale del Teatro Signorelli a Cortona: Alessio Boni e Marcello Prayer.

Li rincontriamo con piacere come autori e attori della ballata per Cesare Pavese “L’estate perduta”.

Sono stati accompagnati dai bravi musicisti e cantanti, Roberto Aldorasi e Francesco Forni.

Nell’opera gli attori Boni & Prayerrecitano i sentimenti amorosi della vita di Cesare Pavese, i suoi pensieri, le delusioni, i trasporti e le speranze della vita del famoso scrittore in un racconto sensibile a due voci.

Una formula già adottata anche per lo spettacolo di primavera “Anima Smarrita” su Dante Alighieri, quello che definii allora “Un Sommo Spettacolo” sicuramente per la superba qualità di recitazione di entrambe gli attori, soprattutto penalizzati al tempo dalle ristrettezze sulla gestualità scenica dovute ai sistemi di sicurezza sanitaria.

Apprezzai quello che allora pensai fosse un eccellente escamotage: “Un Palcoscenico, due Attori vestiti di nero, due Voci che intonano i versi danteschi sovrapponendosi fino a divenire una sola nota. Soli pochi gesti delle mani, intonati al sentimento e al trasporto appassionato della lettura sono stati sufficienti a coinvolgere gli spettatori…”

Questa formula è stata ripresentata e il pubblico pur rimanendo ammirato dalla bravura dei protagonisti non è però tornato a casa portandosi dietro quella particolare emozione che dopo una serata in teatro ti arricchisce l’anima.

Oramai nelle più belle e storiche biblioteche d’Italia per non parlare nelle librerie commerciali si allestiscono egregie recitazioni anche accompagnate da solisti musicali.

Allora perché non formulare in teatro per il teatro uno spettacolo più articolato?

Perché non donare di più?

Anche il pubblico più vergine è disposto a vivere una bella esperienza. Gli spettatori si rianimano solo per l’aspettativa di una rappresentazione, figuriamoci quando si mangia con gli occhi il sipario aperto!

La mia vuole essere una critica costruttiva, per questo desidero offrire una soluzione: perché non introdurre in scena una ballerina che volteggiando a passo di danza, vestita di tulle colorati, riempia la scena e che incanti incarnando le diverse personalità femminili che Cesare Pavese ha amato e desiderato?

Gli attori recitano Pavese che ricorda l’amore per le donne che ha incontrato, allora perché non inserire in scena una coreografia femminile?

Completerebbe lo spettacolo per coerenza ma soprattutto regalerebbe, leggerezza, animazione, fantasia e ammirazione per la forma d’arte che è anche la danza.

Peccato perché la soluzione sarebbe stata veramente semplice per i due attori con la loro grande esperienza. Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®