“Quasi Amici” Massimo GHINI Paolo RUFFINI
L’Idea della sceneggiatura e della realizzazione del film di successo “Quasi Amici” scritta dai registi francesi Olivier Nakache e Eric Toledano è nota, invece è di nuovissima uscita lo spettacolo messo in scena con l’adattamento teatrale e la regia di Alberto Ferrari.
Con le due serate al Teatro Signorelli siamo solo alla decima rappresentazione provinciale sulle previste 85. Presto, in febbraio, debutteranno nella Capitale, il rodaggio sarà concluso e per allora saranno pronti per La Critica.
Un uomo ricco Filippo, tetraplegico, è in cerca del suo ideale badante. Il suo staff pensa di consigliarlo, invece lui ascolta solo le sue emozioni …
La scelta dei due Attori: Massimo GHINI e Paolo RUFFINI risulta vincente. Sono due anime diverse che si incontrano in palcoscenico, si scontrano, si intrecciano e poi si abbracciano.
Apro una parentesi per una considerazione: se si fossero incontrate due donne, sarebbe stato “un film” completamente diverso!
E’ una sceneggiatura difficile, scritta su di un pentagramma di domande e risposte secche, drammatiche e comiche, in una scenografia minimalista che “mette a nudo” gli attori e comprime la loro recitazione, senza che possano arricchire con il proprio mimo dei vuoti. Spesso un oggetto colorato, messo in scena su di un mobile, consente un movimento delle braccia, uno sguardo, l’ammiccamento di un’espressione facciale che riempie una pausa…
E’ una parte faticosa per Ghini. Non è facile rimanere immobili quando il tuo corpo reagisce naturalmente con il movimento, eppure è bravissimo.
Ruffini sta crescendo in teatro e molto. Paolo non interpreta una semplice parte comica, nelle battute del suo personaggio Driss, povero, pigro e sfigato si legge quella disperazione che lo spaventa e che lo ha fatto voltare sempre dall’altra parte, almeno fino all’incontro con Filippo.
La Compagnia teatrale che fa da loro cornice sono tutti giovani attori e attrici: bravi e pieni della voglia di far bene e ci riescono. Chissà magari tra queste nuove leve vedremo nascere delle celebrità!
Lo stile scenografico scabro e un po’ ruvido nella sua asetticità, scelto dal regista Alberto Ferrari, sorprende il pubblico che rimane per un po’ sospeso perché forse si aspettava solo una commedia brillante, invece il “molto altro” è di più e la platea lo apprezza.
Nel lavoro viene raccontato un Capitale Umano che si mette a confronto. Colpisce l’idea dell’affetto che sboccia fra i due diversissimi estranei e dell’attaccamento dimostrato con parole e modi insoliti.
Battute ironiche e scherzose che rendono meno drammatica la vita del malato, ed è proprio questo aspetto curioso che avvicina Filippo a Driss perché in sua compagnia non si sente compatito.
Infatti, non sono raccontate le cure difficili e costose, il dolore e la sofferenza dello stato fisico che purtroppo esistono e sono inesorabili per codeste persone, invece emerge la voglia di giocare che custodisce dentro di se Filippo, un Malato Grave.
La maggior parte del pubblico è uscita sorridente, molti hanno dichiarato che è stato il primo vero spettacolo riuscito della stagione al Signorelli! Sono anche sicura però di donare dei consigli e non una critica, perché il Regista talentuoso Alberto Ferrari è in grado offrire agli spettatori uno spettacolo perfetto! Il testo dona poesia che rappresentata in teatro ti commuove fino alle lacrime, allora portatevi anche un fazzoletto per il prossimo spettacolo.
Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®