Silvio Orlando “La Vita Davanti a sé”
Lunedì 29 novembre 1°serata abbonamento turno giallo: “Si ricomincia!”.
Il Teatro Signorelli è al completo. Centinaia di occhi si cercano, si salutano, si ritrovano, ormai ci riconosciamo nonostante s’indossi tutti le mascherine.
Quando prevedo di scrivere un articolo mi preparo e studio l’argomento tracciando una bozza. Molto spesso però accade che cancelli tutto perché le sensazioni che mi hanno colpito dalla recita mi sovrastano a tal punto da portarmele nelle tasche del cappotto per giorni.
E’ il caso de “LA VITA DAVANTI A SE” tratto dal romanzo La Vie Devant soi di Romain Gary di cui Silvio Orlando ha scritto la riduzione teatrale, la regia e interpretato il suo monologo colmo di sentimento e significato.
Bravo! Anzi Eccelso!
Il Teatro è Vero quando ti Emoziona, quando la sua narrazione “riporta a galla” le parti più nascoste o celate delle nostre intimità, quei meandri nei quali non sempre e mai con felicità, ci vogliamo specchiare.
La serata di ieri ha “messo a nudo” tutti noi perché raccontava la storia della Brutta Umanità vista dal mondo di un bambino, Vista dagli Invisibili.
Mai come in questo momento in cui prepariamo i pacchi di Natale per i senzatetto, apprendiamo di giorno in giorno le drammatiche condizioni imposte alle donne Afgane e l’avanzare di un esercito di disperati sfrattati dalle dittature dei loro paesi, per le guerre, le carestie, scordando magari di guardare verso le nostre stesse periferie urbane, mai come in questo momento le parole scritte da Romain Gary ci entrano dentro.
Quale Società che vuole essere Rispettata nega il culto scelto da professare, quale Società nega a un bambino l’abbraccio caldo di una madre, quale società tortura nei Campi di Concentramento, quale Società nel 2021?
L’opera “LA VITA DAVANTI A SE” racconta l’esistenza di una signora anziana, una donna ebrea sopravvissuta all’Olocausto, che si prende cura dei figli delle prostitute in un fatiscente condominio dai piani alti senza ascensore.
Questa misera esistenza è messa in scena dalla recitazione di Silvio Orlando che interpreta uno dei bimbi adottati, quello più grande, l’unico che non può abbracciare, come accade per gli altri ospiti della casa la propria madre, perché non c’è, non esiste.
E lui ne soffre tanto. Come per tutti i bimbi è ancora forte in lui la voglia di essere felice e allora non si vuol dar per vinto e s’inventa di tutto per farsi notare da una qualsiasi donna, da una qualsiasi mamma per ricevere il più gradito dei rimproveri come prova d’Amore.
Silvio Orlando che è un Poeta prima di essere un eccezionale Attore esprime quanto disperato desiderio abbiamo di amare ed essere amati. Purtroppo da Adulti lo dimentichiamo.
E’ un testo difficile e pesante per le nostre Coscienze ma l’eccelsa e umile bravura di Silvio Orlando ci accompagna per mano e ci spaventa meno.
A volte mentre recitava percepivo il fanciullo che c’è ancora in lui!
La fantasia del bimbo di Romain Gary ricerca il Bello nel Brutto perché nella sua infantile saggezza sa già che “o questo o nulla!” allora impara ad amare tutto.
Le battute all’apparenza comiche in verità sono pause per consentire di assorbire la Pura Drammaticità del Testo.
Ma non voglio ne spaventare e neppure allontanare chi non ha ancora assistito allo spettacolo perché è un vero capolavoro di recitazione teatrale e un testo che ci ricorda solo di amare.
A fine spettacolo gli applausi intensi e ripetuti hanno obbligato la risposta di un Bis che si è presentata con un Silvio Orlando musicista che ha offerto al pubblico della magnifica musica dal vivo. Sottolineo la bravura del canto di Kaw Sissoko che suona la kora un affascinante strumento che riesce a evocare la goccia della rugiada.
Bellissima e gradita sorpresa!
A sipario chiuso, per un attimo la Platea è rimasta attonita, in attesa di riprendere fiato prima di proseguire la propria vita ma in modo diverso e sicuramente con più Amore nelle proprie tasche. Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®