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Cronaca cortonese

Gen 16

2025

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DI LA’ DAL FIUME di Massimiliano DEIANA

Un caro amico mi ha mostrato un libro pubblicato nell’ormai passato 2024: DI LA’ DAL FIUME di Massimiliano Deiana.

Accolgo sempre con piacere le segnalazioni riguardo attività ed iniziative legate al nostro territorio perché “fanno comunità”. Il narrato è una favola vestita di storia e leggende legate alla vita di Leonardo da Vinci nella provincia di Arezzo ed all’incarico che al tempo ricevette dai Medici per progettare la bonifica della Val di Chiana. Il racconto ci avvicina persino alla Regina Elisabetta II del Regno Unito appassionata di storia e letteratura.

La trama è a tratti misteriosa e rocambolesca con vicende narrate a strati viaggiando nel tempo, attraverso i personaggi di una famiglia: c’è un nonno, adorato ed amato come un padre da un nipote, una mamma, un babbo, amici e una bella giovane donna di cui innamorarsi … Del resto una piccola saga familiare che ha legami diretti con la casa Reale d’Inghilterra è un’idea che incuriosisce certamente.

Cosa mi ha attirato in questo libro? La descrizione dei nostri viottoli e chiesette di campagna, bagnate da ruscelli dalle acque cristalline e il pensare che ci possa aver passeggiato Leonardo mi ha entusiasmato. Poi è descritto l’amore per i libri antichi e per la pittura e sono narrate le vicende, a volte banali, che si accompagnano alla creazione di un capolavoro.

Sul quadro della Gioconda e sulle sue “gemelle” dipinte dai suoi assistenti, i misteri storici si alimentano con il trascorrere della narrazione e si intrecciano con la storia dell’arte. In verità, in parte, li inventiamo anche noi che non conosciamo ovviamente tutte le vicende accadute nel quotidiano di allora e ci piace immaginare fatti affascinanti per costruire cinematograficamente un Passato accattivante.

E’ avvolgente anche il semplice calore umano che si scambiano i protagonisti, giovani e anziani che sconfina dalle pagine del libro e che in questi tempi bui, scalda il cuore di ognuno di noi.

Massimiliano Deiana è un avvocato che esercita la sua professione ma quando cessa di lavorare libera il suo spirito dipingendo e leggendo di storia dell’arte. Porta un cognome sardo di cui va fiero ma è nato in Toscana ed ama il suo forte legame con il territorio natale.

“DI LA’ DAL FIUME” è un libro per famiglie che ci tiene incollati su di una comoda poltrona fino all’ultima riga. Del resto basta l’amore per un simpatico e vivace racconto ben descritto a scuotere la nostra curiosità, un argomento per le piacevoli chiacchierate familiari a fine pasto con tozzetti e vin santo e poi le coincidenze storiche ci sono e gli stessi personaggi famosi sono realmente esistiti.

Dunque una promozione accattivante per una gita alla scoperta di una certa chiesetta in una valle aretina e per gli appassionati delle pitture botaniche di Leonardo da Vinci sono percorsi naturali dove riconosci le vegetazioni da lui stesso studiate. La storia dell’arte lo riconosce come il gran pittore ma in verità lui si annoiava nel dipingere, per lui era solo un mezzo per “annotare”  mentre si appassionava di più a trascorrere una giornata da “vero scout” ad ammirare gli intrecci naturali tra la flora e la fauna.

Questo libro ci provoca domande veramente interessanti e in forma leggera e leggibile per tutti, un piccolo trampolino di lancio per chi vorrà approfondire in seguito con studi più complessi. Spiega la fatica necessaria affrontata dagli “addetti ai lavori” inerenti le ricerche storiche, i costi, i sacrifici e quanto spesso dei piccoli colpi di fortuna aiutino per raggiungere l’obiettivo.

La lettura è divertente, calda e accogliente, piena di dubbi storici che offrono suspence come i suoi personaggi.

Trascrivo una nota dell’autore: “… dentro queste pagine c’è tutto l’amore che provo per ciò che ci circonda, la mia terra, la mia città, il mio lavoro, i miei valori, le mie passioni, la mie amicizie, la mia meravigliosa famiglia e le mie piccole cose, che non sono molte ma sono preziose, perché anche le cose possono avere un’anima…”

Cari lettori con questa sua riflessione vi lascio alla vostra quotidianità preziosa più di uno scoop pubblicitario che spesso è costosissimo ma anche tanto effimero.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Dic 11

2024

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DON CIOTTI

Subito dopo l’intervista a Don Ciotti nella sede del Centro Congressuale di Sant’Agostino a Cortona ho pensato: “Forse ho incontrato un Santo!”

I Manager si fanno pubblicità, i Santi No, perché quelli veri non hanno bisogno di spiegarti i Massimi Sistemi con parole difficili che tra l’altro intimoriscono e allontanano le persone, l’Amore Universale si condivide nelle società occidentali attraverso l’esercizio della giustizia, delle pari opportunità e con la generosa assistenza ai più bisognosi.

Rivolgo il benvenuto a Don Ciotti, ha gli occhi limpidi, non sfugge lo sguardo e gli pongo la mia prima domanda: “Don Ciotti lei si sente oggi nel 2024 più San Francesco il poeta dell’Amore Universale o più frate Elia suo ingegnere gestionale? “

Mi risponde:” Innanzitutto non esiste “un” Don Ciotti perché rappresento un Noi. Tutte le cose che sono state fatte lo sono state accogliendo l’enorme contributo delle forze etiche, sociali, culturali e politiche nel senso più profondo del termine, tutto è stato raccolto e ridistribuito al servizio del sociale, del più debole … mi sento vicino allo spirito di San Francesco e poi sono grato al Papa che ha voluto dare al suo pontificato un’impronta di sobrietà, di attenzione al povero con l’invito ad essere tutti più semplici”.

Quando si sveglia al mattino qual è il suo primo pensiero?: ”Ringrazio il Signore per i beni del Creato .. dormo poco, ma già nelle prime ore dell’alba dove ammiro la bellezza dei cieli, rifletto sui contenuti e le dinamiche degli incontri che avrò durante la giornata … Ringrazio il dono della Vita … Se dovessi ritornare sui miei primi passi, ripercorrendoli non farei certi errori, sicuramente ci metterei ancora più forza perché oggi più che mai la realtà è ancora più frantumata e in sofferenza, molti ambienti sociali soffrono di marginalità invalicabili, di esclusione allo studio, al lavoro, alla cura e sono abbandonati alla violenza. Non ricevono assistenza riguardo le loro fragilità … E’ stato fatto tanto in passato ma è necessario fare di Più perché i tempi cambiano e con essi anche i vari tipi di violenza, di soprusi e sopraffazioni. Oggi per fare del bene bisogna creare una politica sociale trasversale e nel qual caso i Governi non dovessero proteggere le classi più deboli divenire una spina nel fianco. Tacere diverrebbe una Colpa e Parlare un Obbligo Morale.”

Ma Don Ciotti non si limita ad essere il Grillo Parlante dei Governi, propone, promuove e coordina tutte le iniziative etiche di volontariato che si compiono intorno a e con lui. Ha l’appoggio di Papa Francesco ma sono i Governi che devono ascoltare le denunce, riconoscere i problemi e stanziare dei capitoli di spesa per difendere il Popolo dalla droga che viene spacciata indisturbata e che crea una filiera di negatività. Pensiamo alla violenza che genera, alla malattia del corpo e a quella dell’anima e non riflettiamo mai abbastanza riguardo l’assistenza necessaria per i figli dei drogati. Pensiamo ancora al gioco d’azzardo, alla prostituzione, all’usura, alla violenza delle donne, alla corruzione …

Don Ciotti dedica pensieri e strategie per combattere il male, ma cura la spiritualità delle azioni perché ci invita a cercare Dio in noi e tra di noi, pensa al peccato e al peccatore perché si devono salvare tutti dall’emarginazione e dalla violenza.

I suoi racconti sono molteplici ed esorta gli adulti ad ascoltare i giovani perché è attraverso il loro sentire che potranno arrivare le soluzioni.  Noi vecchi possiamo proporre solo vecchie soluzioni!

Allora ecco scendere in campo la forza del “Noi” che lui sottolinea di continuo perché il Nostro Buon Futuro Sociale lo raggiungeremo con pari diritti e dignità solo se capiremo che non possiamo solo delegare la totale responsabilità ai Politici, ai Magistrati e alle Forze dell’Ordine, ma vivendo anche noi nella quotidianità il sentimento dell’accoglienza.

Don Ciotti ha ricevuto in eredità la sua missione dalla strada: da un barbone. Ha raccontato che da ragazzo andando tutti i giorni a scuola in autobus, aveva notato un uomo vestito di stracci seduto su una panchina: “Quest’uomo leggeva libri e sottolineava le pagine con quelle matite di una volta rosse e blu .. poi, superata la mia grande timidezza, ho preso contatto con lo sconosciuto e ho scoperto essere stato un medico molto amato e rispettato nel suo paese ma poi un dolore troppo grande, lo ha intrappolato nella sua paura di vivere .. allora quell’uomo sempre muto che non rispondeva mai a nessuna delle mie domande, un giorno improvvisamente mi disse: “guarda laggiù quei ragazzi che entrano ed escono dal bar, si sballano di alcol e farmaci!” Io non compresi immediatamente l’altruistico grido di allarme del barbone perché a Torino nei primi anni “70 non era ancora conosciuto il potere devastante e distruttivo dell’eroina e non raccolsi subito la gravità del messaggio.”

Don Ciotti non lo incontrò più, quell’uomo morì, ma gli rimase addosso l’eredità del suo dono: l’amore per la giustizia e la solidarietà nei confronti di chi ha bisogno. 

Purtroppo non è sufficiente un pasto al giorno, occorre molto ma molto di più!

Ognuno di noi nel suo piccolo mondo può determinare delle scelte. Ogni ragazzo, bambino, fanciulla che riusciamo ad allontanare dalle droghe è una vittoria, ogni donna alla quale offriamo un lavoro onesto la sottraiamo alla prostituzione, ogni uomo al quale concediamo un’occupazione lo sottraiamo all’usura, alla criminalità … e non si parla solo di immigrazione da paesi in guerra ma degli stessi nostri compaesani: milanesi, calabresi, siciliani, veneti e napoletani … Non occorre andare in India per fare volontariato probabilmente nel nostro stesso palazzo c’è dell’aiuto da offrire.

La Forza risiede nella Condivisione, nel Noi per poter esserci sempre, da Soli non è possibile!

Don Ciotti è tra gli Uomini Sacri al Genere Umano perché ha il coraggio con la sua mano destra di riceve la forza e l’energia dell’Amore Universale e con la Sinistra cerca di ostacolare il Male. Ci insegna ad individuare la strada che unisce la Terra e il Cielo.

E’ riduttivo e insignificante scrivere che viva una vita Difficile, i suoi incubi sono quelli di tutte le anime perseguitate. Lui va oltre il Religioso Sentimento Cattolico, segue il puro messaggio di Cristo, lo abbraccia totalmente: amore, comprensione e compassione verso il prossimo: donne, uomini e bambini, gialli, neri o con gli occhi a mandorla.

Don Ciotti è una persona di elevatissima profondità e coerenza umana al passo con i tempi, l’abbandono al materialismo è il suo rifugio.

Coglie il silenzioso grido di dolore dei giovani, nutre per loro un amore protettivo senza confini e pregiudizi, e denuncia il disagio delle loro connessioni internet che non sono relazioni tra coetanei.

Lui ci invita a seguirli educandoli e sostenendoli dando loro fiducia e responsabilità.

 “Allora è necessario restituire l’uomo a se stesso”.

E’ un uomo nato nelle montagne bellunesi e con la sua famiglia si è trasferito a Torino una città ai piedi delle Alpi. E’ un uomo mite che ha un profondo amore per la giustizia.

La registrazione di questa conferenza curata da Carlo Lancia sarà trasmessa nelle scuole ma a mio avviso far conoscere Don Ciotti alle scolaresche del territorio avrebbe rappresentato un enorme valore per i ragazzi. È un uomo che non si dimentica e che fa uscire il meglio dalle nostre persone.

Predica la teologia della fatica e ci invita a diffidare dei camminatori solitari e commuove il pubblico femminile riconoscendo l’enorme valore del sentimento umano delle donne: “gli apostoli hanno abbandonato il Cristo sotto la Croce le Donne erano lì a piangerlo e custodirlo”.

Riflettiamo sul nostro piccolo ma essenziale operato perché “la fiammella dura più di una vampata”

Grazie Don Ciotti

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Nov 21

2024

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LUCA MERCALLI PREMIO PANCRAZI

La Fondazione Nicodemo Settembrini di Cortona ha assegnato il Premio “Pietro Pancrazi”, alla sua XIII Edizione, al Prof. Luca Mercalli, Climatologo, Presidente della Società Metereologica Italiana e Direttore della rivista Nimbus da lui fondata.

La manifestazione è stata interessantissima per la cura dell’organizzazione che ha speso il Vice Presidente Mario Parigi. Lo stesso Mercalli ha dichiarato che non avrebbe potuto sceneggiarla meglio. La regia del Parigi con i testi e i video scelti, hanno tenuto alta l’attenzione degli spettatori offrendo dei contributi che hanno spiegato più di mille parole le catastrofi alluvionali.

Con grave danno per l’Umanità le fake news sul clima imperano e vorrebbero riportarci indietro di 50 anni, nonostante siano stati pubblicati al riguardo studi scientifici di altissimo profilo che spiegano le cause che hanno portato la crisi climatica e ambientale sulla terra.

Presente un pubblico di eccezione: tanti, tanti studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado dei licei di Cortona, tutti educatissimi e attenti ascoltatori e un bel po’ di boomer che però non guastano mai! :o) 

Nella sede del Teatro Signorelli di Cortona grazie all’ospitalità dell’Accademia degli Arditi con il Patrocinio del Comune, Luca Mercalli ha presentato attraverso la sua attività di giornalista il suo magistero critico, vivace, curioso e scientifico per nulla retorico. L’impegno per le sue divulgazioni sulla crisi climatica e ambientale della Terra è totale, un vero e proprio missionario. Pensate che a 17 anni ha costretto i suoi genitori ad accompagnarlo oltre confine per poter acquistare testi sulla meteorologia allora introvabili in Italia! Erano gli anni “80. Fin da piccolo ha avvertito e dimostrato una grande sensibilità verso le sue montagne Torinesi.

Gli scienziati di tutta la Terra purtroppo non vengono ancora ascoltati e lo dimostrano le assenze alla COP29 a Baku in Azerbaijan importante paese casualmente esportatore di petrolio e gas.

E’ ormai chiaro che gli Stati, le Compagnie Petrolifere, i proprietari delle miniere di carbone e le Multinazionali non vogliono affrontare l’inevitabile rivoluzione economica/finanziaria necessaria per salvare la Razza Umana dall’estinzione, non hanno mai veramente intrapreso delle azioni che potessero bloccare le emissioni dannose. Temono forti perdite per le loro ricchezze personali, invece noi comuni mortali temiamo per le nostre vite, dei figli e nipoti!

Mercalli però ci da una speranza perché afferma che è stata scoperta la causa che determina gli sconvolgimenti climatici e ambientali ed è l’Uomo, si siamo noi proprio noi, con le nostre abitudini consumistiche fatte di plastica, petrolio, carbone ad inquinare la Terra…!

Ma questo è anche un bene perché siamo in grado di individuare una reale soluzione! Ma aimè gli anni sono passati dalle prime denunce negli anni “60 e stiamo ancora nel 2024 attraversando la preistoria del percorso da attuare per mitigare le cause che porteranno alla distruzione della razza umana nel Mondo.

La Terra beninteso sopravviverà all’Uomo!

Allora accade che le bombe con le loro emissioni tossiche continuino ad esplodere e i paesi che sono in via di sviluppo bruciano gas e carbone mentre sono pochissimi i paesi virtuosi che stanno adottando ottime misure per contrastare il diabolico trend. Noti studi economici hanno inequivocabilmente stabilito che l’ammontare dei costi per ricostruire i Paesi colpiti per esempio da alluvioni molto vicino a noi come in Emilia e Romagna, sono 10 volte superiori a quelli che sarebbero necessari per pianificare già da oggi una linea comune “mondiale” di interventi veramente efficaci per evitare la distruzione che provocano gli eventi catastrofici climatici e ambientali.

Ma dobbiamo essere tutti d’accordo.

Forse l’Elite mondiale crede di gestire l’Immortalità o pensa di trovare un rifugio esclusivo su Marte?

In un’intervista prima della conferenza di Cortona ho domandato al prof Mercalli:

“Cosa posso fare io, mia figlia, i bimbi che incontro al parco, il commercialista, il panettiere, insomma le persone comuni, per interrompere l’aggravarsi dei fenomeni catastrofici metereologici?”

Mercalli: “Crisi climatica, crisi ambientale, crisi del nostro futuro .. la prima cosa da comprendere è che le risorse del nostro pianeta sono limitate e che ogni volta che noi consumiamo un prodotto della Terra riduciamo le ricchezze della sua miniera e in più abbiamo aumentato i materiali in discarica. In una società dove ci si sente realizzati attraverso il consumo sfrenato, cambiare consapevolmente attraverso un abito mentale più parsimonioso non vuol dire vivere in miseria ma ciò che poteva essere sufficiente 40 fa come chiudere il rubinetto dell’acqua quando ci laviamo i denti, serve a poco ed allora bisogna aumentare il peso del nostro impegno come, ad esempio, trasformare la nostra casa che attualmente è un dispersore di enormi quantità di energia. Si può lavorare sull’isolamento termico sostituendo gli infissi di porte e finestre e poi è significativo installare impianti che catturano le energie rinnovabili come gli impianti fotovoltaici e i pannelli termici per l’acqua calda. All’osservazione che l’Italia presenta città e borghi antichi nei quali è impossibile o addirittura deleterio applicare le nuove tecnologie si può rispondere che queste realtà occupano solo il 10% del territorio nazionale mentre nell’altro 90% ci sono capannoni, aree di parcheggio, centri commerciali, scuole e uffici, ministeri e anche brutte periferie di grandi città, tutte situazioni adatte a favorire l’installazione di pannelli solari o altro.

Nessuno chiede di mettere i pannelli solari sulla cupola del Brunelleschi o su S. Pietro ma si può certamente iniziare da situazioni più adatte.

Questo per quanto riguarda l’uso domestico, poi ci sono altre realtà come l’eolico e idroelettrico che sono gestite dagli Stati e dalle Grandi Industrie.

Il secondo tema sono i trasporti e l’incidenza sull’inquinamento dell’aria. Non usare l’aereo dove non è necessario vale 2 tonnellate e mezzo di Co2 ossia un terzo delle emissioni di un anno di un italiano. Utilizzare i mezzi pubblici, il telelavoro e il cellulare che aiutano le riunioni e diminuiscono gli spostamenti, poi c’è il tema del cibo che spesso viene sprecato perché acquistato, non consumato e buttato. Spesso, per moda, ci facciamo catturare da cibi esotici trasportati nei container oltreoceano, mentre dovremmo mangiare cibi locali freschi e stagionali e noi italiani in questo contesto siamo proprio fortunati! Mangiare poca carne perché gli allevamenti hanno una responsabilità importante sulle emissioni. Poi ci sono gli oggetti, nulla si conserva e tutto si butta anche se funziona ancora. Non va bene! Anche qui è necessario abbandonare le mode che esasperano i restyling. Ritornare a Riparare prima di Buttare in discarica, eliminare “l’usa e getta” dove si può.

Tutto ciò può far molto ma la parte preponderante del problema appartiene alla politica dei Grandi Paesi condizionata dai Potenti produttori Petroliferi e di Gas e di Carbone. Anche se il Sistema Democrazia si sta indebolendo, ci consente ancora di votare allora pretendiamo dalle coalizioni italiane di Destra e Sinistra che abbraccino la richiesta trasversale del popolo italiano di mettere in atto le procedure per la transizione ecologica; penso che chi le inserirà per primo nel programma di Governo potrebbe avere anche l’appoggio del partito degli astensionisti. E’ facile chiedono solo Onestà!

In un mondo saturo di informazioni tossiche indirizziamoci verso le divulgazioni scientifiche che non sono manipolate da interessi contrattuali. Oggi la scienza ci ha dato una diagnosi ed anche se ci spaventa e appare scomoda, dobbiamo impegnarci ad accettarla perché l’alternativa sono le alluvioni in Emilia Romagna, la siccità prossima alla desertificazione in Sicilia, la tempesta Vaia, un vero e proprio uragano, che ha distrutto milioni di alberi e conifere nel nostro Nord Italia.

Il fatto umanamente triste è che purtroppo neppure personaggi carismatici mondiali come Antònio Guterres Segretario Generale delle Nazioni Unite e Papa Francesco sono riusciti a comunicare il dramma che abbiamo di fronte. “

Queste e tante altre parole sono state spese da Luca Mercalli per farci comprendere che gli eventi eccezionali che oggi viviamo sono eventi climatici e ambientali moderati rispetto a quelli che potranno capitare tra 10, 20 o 50 anni”.

E’ un po’ come se le persone che vivono all’occidentale siano oramai drogate dalle “vite facili”!

La Fondazione Settembrini ancora una volta ha portato a Cortona un personaggio di fama e cultura, prezioso per la nostra società moderna che ci ha illuminato sul nostro presente e prossimo futuro.

Ci ha scoperti ancora predatori dei tesori terrestri ma sta a noi redimerci e accettare con piccole e grandi rinunce di difendere la bellezza che ci circonda.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ott 08

2024

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“Cresciamo nel Piccolo Teatro della Città di Cortona”

Le socie della Compagnia del “Piccolo Teatro della Città di Cortona” Livia Angori e Francesca Barciulli hanno iniziato un’avventura meravigliosa nella quale si vedono protagoniste, insieme ad una quindicina di fanciulle/i dai 6 ai dieci anni per creare un laboratorio teatrale: “Cresciamo nel Piccolo”.

In pochi giorni si sono completate le iscrizioni e questo dimostra come la comunità Cortonese creda in questo progetto formativo dove i giochi teatrali, adeguati all’età dei fanciulli, saranno degli stimoli per la loro crescita e la conoscenza delle loro potenzialità.

Livia attraverso una mia intervista telefonica ha raccontato come ha presentato il suo progetto in una riunione con i genitori, li ha adeguatamente informati riguardo tutti i molteplici aspetti che l’attività del laboratorio teatrale affronterà. Primo fra tutti riconoscere nel bimbo il desiderio di imparare, di ascoltare e lavorare insieme agli altri compagni, ma che sarà sempre un gioco che li porterà ad avere una corretta presenza scenica. Ha inoltre sottolineato che i bimbi non dovranno mai scoraggiarsi “impariamo a ridere di noi stessi” ed a vivere con leggerezza le eventuali difficoltà.

E’ certo importante l’insegnamento dell’ironia.

Ha anche spiegato che la sede del Piccolo in Via Guelfa, 46 non sarà un luogo dove si potranno parcheggiare i propri figli o un doposcuola.

Penso che sarà fondamentale anche comprendere l’originale passione del bimbo perché a volte i genitori proiettano sulla prole tutti i sogni che loro non sono riusciti a realizzare, ed allora un qualsiasi fanciullo non a proprio agio con l’attività teatrale, in un altro sport o hobby potrebbe invece divenirne il campione.

Fare Teatro è una disciplina specifica che porterà i giovani appassionati ad impegnarsi fino a conoscere il proprio spirito di sacrificio. Non sempre tutti possiamo fare tutto e quando si tratta di bambini ricordiamoci che desiderano principalmente amore, solo e tanto amore.

Ci saranno delle regole da rispettare e la stessa Livia Angori mi ha spiegato che il loro obiettivo è creare un gruppo di lavoro di bimbi che imparino a crescere insieme conoscendosi, acquisendo consapevolezza di ciò che si compie.

Sarà un Gioco e sarà Bello!

Lavorare insieme è un’esperienza profonda per qualsiasi individuo. I fanciulli agiranno con giocosità e scopriranno quello che non immaginavano mai di poter esprimere, daranno fiducia alle loro inclinazioni e si ritroveranno altrettanto stupiti nell’ammirare la propria amichetta del cuore recitare la Gioia e la Tristezza, l’Antipatia e la Simpatia.

Impareranno a complimentarsi l’uno con l’altro ma anche ad aiutarsi, perché non tutto sarà sempre semplice. Nel conoscersi i bimbi non sempre saranno pronti nell’accettarsi e scoprirsi realmente “meno Alti e Belli dei loro Supereroi”!

Impareranno invece a condividere le difficoltà e questo li spaventerà di meno quando dovranno affrontare la loro trasformazione in giovani donne e uomini.

Ricordiamoci delle nostre infanzie e tutto sarà più comprensibile!

Dunque a Livia e Francesca spetta il compito più difficile e certamente delicato perché sono consapevoli dell’enorme responsabilità che si assumono sulla formazione dei giovani attori, il loro insegnamento serio e sensibile non si limiterà ad agire nell’ambito di un palcoscenico ma travalicherà inevitabilmente la profondità delle giovani anime desiderose di imparare ad esprimersi.

Il Teatro ha sempre affascinato l’Uomo perché in esso l’Umanità si è sempre rispecchiata con sacralità.

Livia e Francesca li affascineranno raccontando la favola della storia del Teatro e li prenderanno sempre per mano per inseguire il Sogno più antico del Mondo: il Racconto dell’Umanità, l’amore e l’odio, la sua bontà e crudeltà, la sua bellezza e la sua vanità.

Le due signore sono motivate dalla loro profonda passione per il teatro che hanno coltivato sempre “amatorialmente” nelle loro vite e con tanto successo.

Meritano la fiducia come accompagnatrici teatrali e Livia ha tenuto a dichiarare nella sua intervista, che è motivata principalmente dal suo sentimento di amore nei confronti dei bimbi.

E’ mamma e nonna ed è particolarmente protettiva del mondo fanciullesco.

A Cortona mancava proprio da tempo un laboratorio teatrale del Piccolo per i piccoli, allora non possiamo che augurare alle Belle Signore il miglior lavoro!

Dedicarsi con amore e passione alla conoscenza e diffusione dell’arte teatrale è un’altissima missione perché eleva ed espande lo spirito di chi la pratica e di chi la osserva. Ascoltare è anch’essa un’Arte delicata che muove note, a noi interne.

L’Attore ha la necessità fisiologica di avere un pubblico e lo spettatore può godere di un bel regalo.

E’ dunque ancora più importante per la vita riconoscere quanto sia necessario acquisire anche la conoscenza di giovarsi degli spettacoli teatrali perché questa pratica assume ricchezza per il proprio benessere. Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ago 11

2024

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La “Maternità” di Gino Severini

Come dipingerebbe Gino Severini oggi la sua “Maternità”?

Già perché allora nel 1916 era ammirata come un’opera laica di grande contemporaneità, mentre noi oggi la studiamo come un prodotto oramai classico di sofisticata tradizione interpretativa.

Come uomo Severini “fotografò” nella sua “Maternità” il suo dramma personale di padre e marito per la grave malattia del suo bimbo appena nato, che morì di polmonite poco dopo la nascita, ma come artista dipinse per il mondo, l’orrore per il conflitto in corso della Prima Guerra Mondiale dove persero la vita milioni e milioni di persone, tutti figli sacrificati.

Ma per quale causa, visto che la violenza oggi è decuplicata?

Nel Santuario di Santa Margherita di Cortona c’è una cappella votiva ai caduti cortonesi della Prima Guerra Mondiale, un affresco dipinto da Osvaldo Bignami che riporta i nomi di oltre seicento concittadini che non fecero mai ritorno in Valdichiana. E’ una pittura che mi sconvolge ogni volta che la guardo perché mi scuote nell’animo.

Da mamma penso alla “morte nel cuore” delle altrettante loro mamme.

Dunque l’avvento della Grande Guerra uccise anche tutte le libere sperimentazioni pittoriche e materiche che tanto avevano affascinato gli artisti all’epoca perché tutta la loro fantasia si sciolse al sole di fronte alle atrocità perpetuate sugli uomini. La stessa luce elettrica cambierà in quegli anni la visione delle accecanti giornate estive o i chiari di luna, si percepirono infatti nuove strade artistiche ma ciò non poté rassicurare molti di loro che per non smarrirsi nell’orrore abbandonarono le sperimentazioni e cercarono conforto in un ritorno al recente passato pittorico. I geni creativi avevano necessità di riavvolgere la matassa del tempo per ritrovarsi esseri pietosi, cercarono di ridesiderare le cose semplici e di riportare l’ordine naturale delle cose.

Gli Artisti sopra ogni cosa sono e saranno sempre donne e uomini con particolari sensibilità, pronti a sacrificare le loro comfort zone per liberare la passione della loro poesia, raccontare la loro filosofia, mostrare la loro pittura, scultura e architettura.

Nella visione della “Maternità” di Gino Severini conservata al MAEC sono racchiusi tutti codesti pensieri.

Purtroppo Ora come Allora continuiamo a vivere a braccetto con le atrocità delle guerre diffuse per il mondo a macchia di leopardo, con l’aggravante di non aver imparato Nulla per difenderci dalla parte Crudele dell’Uomo.

In un solo giorno di bombardamenti nella sola Ucraina, la nostra atmosfera si avvelena portandoci di 50 anni in avanti e poi parliamo di auto Elettriche, Nuove Fonti Rinnovabili?

NO COMMENT!!!

Allora di fronte alla conoscenza di dover rispettare oggi la sostenibilità ambientale ed economica nel mondo per il mondo come rappresenterebbe la sua Maternità il Severini?

In verità penso che il pittore avendo già allora dipinto laicamente la sua Madonna con il Bimbo oggi non aggiungerebbe nulla di più e questo eleva l’opera ad essere tutt’ora un lavoro di grande avanguardia.

Lui ritrae l’istinto materno, la cura per un figlio e prima ancora il sacrificio della donna e la responsabilità che mette nella sua gravidanza dove ama far crescere un feto sano.

La Donna è un elemento Sacro per il proseguimento della specie umana e il tutto non potrebbe che essere interpretato diversamente!

Più volte come pittrice, di fronte ad un immacolato foglio bianco, mi sono posta lo stesso quesito perché nel mondo la Donna continua ad avere una vita Difficile.

Sono tante le immagini che propongono le artiste contemporanee e non sempre rimandano l’immagine serena di una madre con in braccio il suo bimbo che nutre.

Oggi molte figure di donne vengono ritratte crocifisse o mentre allattano, hanno il viso incappucciato da un passamontagna nero come nell’importante opera di Argelia Bravo.

Del resto viviamo un’umanità violenta!

Ma non meravigliamoci o scandalizziamoci perché già il Maestro Hieronymus Bosch nel 1497 dipingeva una santa crocifissa e conosciamo bene quanto le donne debbano sacrificarsi per raggiungere ”l’uguaglianza” con il maschio.

L’Arte Vera è lo specchio del nostro vivere perché mette a nudo Verità Comode e Scomode.

Posso aggiungere che per alleggerire la visione delle cose ho ammirato la Presidente Giorgia Meloni scendere la scaletta con la sua figliuola per intraprendere l’ultima missione economica e politica in Cina. Del resto le scuole sono chiuse ed un fanciullo apprezza di conoscere il lavoro del proprio genitore e sa comprendere così, a volte più dei grandi, il perché delle sue assenze da casa.

Mi ha riempito d’orgoglio vedere e sapere l’inserirsi della Signora Meloni nell’impenetrabile mondo maschile dove solo la sensibilità di una donna e madre possono scalfire i muri dell’indifferenza.

Spero dunque si dia più fiducia e potere alle donne perché visti i risultati attuali ottenuti dai secoli precedenti di sola conduzione maschile, non ci resta che provare.

Da progressista ho sperato di veder ricoprire da Donne della Sinistra Italiana le cariche più alte dello Stato, non è stato così, allora è importante sostenere “Tutte” la Presidente Meloni nella sua doppia lotta: quella Visibile della Politica/Partitica e quella Invisibile e più subdola dei Maschi al Potere perché è importante non essere “fascisti dentro” considerando purtroppo quanti finti “personaggi di sinistra” girino indisturbati.

Dunque siamo partiti dalla visione poetica che Gino Severini aveva della “Maternità” nell’Arte fino ad arrivare ai giorni nostri.

Credo che oggi disegnando, mi affiderei comunque a una visione dolce della donna madre perché qualsiasi altro pensiero l’allontanerebbe dalla sua natura di leonessa protettrice della specie, questo non limiterebbe nel modo più assoluto per qualsiasi donna di vivere la propria esistenza senza necessariamente intraprendere il ruolo di madre.

Siamo partiti da un capolavoro pittorico ma ciò è coerente perché l’Arte stessa è scienza nella storia dell’Uomo ma questo sarà fonte di approfondimento per un altro articolo per il futuro.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Giu 06

2024

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Sala Nocchia, di nuovo Quì

E’ un venerdì sera a Cortona, la fine di un maggio che non vuole  dare spazio all’estate ormai incombente. Ma alla fine cederà e rimpiangeremo a lungo questa aria tiepida, mai invadente, portatrice di piacevolezze atmosferiche.

Sono in via Guelfa davanti alla sede del Piccolo Teatro della Città di Cortona intitolato a Marco Nocchia, un ambiente piccolo, angusto per lo scopo a cui è stato adattato, ma carico di significati. Conosco questo fondo perché ci sono stato nel 2020 per un evento molto simile. I soci del Piccolo erano chiamati ad esibirsi proponendo testi classici, propri o rivisitazioni di pezzi famosi. Era stata una piacevole sorpresa perché allora ero totalmente a digiuno, e anche un po’ scettico, sulla qualità degli attori che invece mi avevano sorpreso positivamente. Era stata una bella serata.

Questa volta sono preparato. Entro e mi ritrovo avvolto in una atmosfera che sa di magico e di amore per il teatro. Le pareti sono letteralmente  tappezzate da locandine di spettacoli allestiti negli anni dalla Compagnia. E’ un viaggio a ritroso nel tempo. Riconosco opere famose a cui ho assistito anche in prestigiosi teatri romani ma soprattutto mi incanto a leggere tra gli interpreti nomi di amici e conoscenti, di gente che incontro al bar, alcuni presenti in sala, altri no.

E’ un teatro dentro la gente, dentro la comunità cortonese. Amici, parenti o semplicemente persone che sono cresciute insieme. Qualcuno nato in altre regioni ma accomunato dall’indiscutibile amore per Cortona.

Il “regista” dell’evento è Vito Cozzi Lepri. E’ un coordinatore che ha lasciato ai suoi discepoli ampia libertà. Ognuno poteva rappresentare quello che voleva come voleva. Unico vincolo era che dovevano recitare in coppia. In pratica un duetto obbligatorio.

Scelta apparentemente semplice ma in effetti studiata “a tavolino”. L’obiettivo era quello di far sprigionare al massimo l’energia che è in ognuno di noi senza vincoli di dogmi teatrali per spingere le persone che già si cimentavano in questo meraviglioso hobby ad andare oltre, a gettare il cuore oltre l’ostacolo e contemporaneamente attirare nuove leve, nuove preziose risorse che fossero in grado di mettersi in discussione e entrare nella grande famiglia teatrale per proseguirla nel tempo.

Posso dire che c’è certamente riuscito. Il risultato è stato ottimo.

In questo ambiente che trasuda amore per il teatro si è sprigionata una energia calda verso la quale non si poteva restare indifferenti, sono stato coinvolto in ogni singola esibizione saltando da scene profondamente drammatiche a duetti divertenti sul filo di una brillante ironia. Felicità e tristezza a braccetto come vecchi amici.

Una cosa posso affermare senza tema di smentite come diretto testimone di ambedue gli eventi a quattro anni di distanza uno dall’altro; sono cresciuti, il livello medio della recitazione, anzi delle interpretazioni, è molto alto, molto vicino al professionismo che per alcuni interpreti è già un fatto acquisito.

Un unico grosso neo, l’inadeguatezza della sala che ha costretto gli attori a dei veri “salti mortali” per esibirsi con qualità ma, del resto l’indifferenza delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo non ha permesso di individuare nuove e più adatte strutture per questa attività che qualifica e rende migliore la comunità cortonese, un vero fiore raro che dovrebbe essere coltivato con amore, un bene prezioso che poche altre comunità possiedono.

Ho sentito dire che esisterebbero in Cortona luoghi che potrebbero essere più adatti a questa esigenza ma che occorre volontà e determinazione da parte delle autorità per renderli disponibili e agibili.

Come spesso accade, anche in questo caso, speriamo nella prossima amministrazione!

Fabio Romanello

Mag 02

2024

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Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento

Nel Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio si è declinata un’interessantissima conferenza del dr. Paolo Giulierini già Direttore del MAEC e del Mann, rispettivamente il Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, organizzata dalla Signora Carla Rossi su desiderio di Don Ottorino che tanto lavoro spende affinché questo magnifico luogo di culto viva principalmente, come naturale sede di Caritas.

Il tema della Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento è stato l’argomento trattato prendendo in considerazione il cammino dell’Uomo nel territorio cortonese e del suo più ampio perimetro.

Il dr Giulierini ha reso coinvolgente il narrato citando luoghi e chiese noti al pubblico presente.

Dai cippi della località Carpaccio che testimoniano i rilievi astronomici degli etruschi che osservavano il sole, la luna, le stelle, i fulmini e le saette, come il volo degli uccelli, ed attraverso questi studi, pensavano di comprendere il volere delle loro Divinità.

Persino molti anni dopo Frate Elia ha avvertito il bisogno di erigere la seconda Chiesa dedicata a San Francesco a Cortona sul suolo di un antico santuario Etrusco. E chi di noi, non è venuto a conoscenza dell’eccezionale ritrovamento delle tantissime statuine votive a San Casciano dei Bagni ritenuto un posto dalle grandi proprietà di guarigione?

L’Uomo ha sempre avvertito Presenze Divine, ed ha anche sempre richiesto loro: Protezione.

La Porta Bifora di Cortona ha conservato per secoli una statuetta dalle due facce che significava che era lì per proteggere il regno dei morti e dei vivi. Studiando i vari culti pagani e religiosi si comprendono le difficoltà esistenziali degli uomini di quell’epoca e si capiscono le strategie adottate dalle classi dirigenti.

Posso solo menzionare in modo frammentario pochissimi esempi perché la conferenza è stata ricca di elementi che il Gulierini snocciolava in “quantità industriale” e con la massima disinvoltura tipica dell’uomo colto ma mai noioso.

Dunque il pensiero dell’Uomo Antico è stato sempre più sofisticato di quello che possiamo immaginare e le varie venerazioni e dottrine che l’uomo ha deciso di seguire verso le sue Divinità sono state sempre dettate dal desiderio di sentirsi Protetto in tutte le fasi della sua vita, quella Giovanile, Adolescenziale, Adulta e per la Vecchiaia.

I Soggetti Spirituali dovevano proteggere le donne in cinta, i neonati, i fanciulli che erano colpiti da una devastante mortalità soprattutto nei primi mesi di vita.

In sintesi posso affermare che le varie testimonianze archeologiche come quelle storiche rinascimentali hanno evidenziato come l’uomo abbia evoluto nel corso dei secoli il suo rapporto con il Divino o meglio ancora come la “Classe Dirigente” del momento abbia ritenuta più utile una dottrina piuttosto che un’altra, del resto è sempre stato difficile scindere la politica dalla religione ed il contrario.

Poi la conferenza è atterrata sui miracoli che una comunità di artigiani ha attribuito ad un dipinto di una dolce Madonna con il suo Bimbo proprio nella località del Calcinaio e della successiva costruzione della sua Chiesa quella di Santa Maria delle Grazie. Un Grande Voto di Riconoscenza alla Madonna per i miracoli compiuti in quella piccola comunità.

Visitando l’interno della grande navata, dilatata dal disegno prospettico che ne amplifica le dimensioni in altezza e profondità, lo stato d’animo del visitatore anche del più profano, viene catturato dalla musicalità del calcolo matematico dell’architetto Francesco di Giorgio Martini.

Gli spazi parietali bianchi sono delineati in verticale e in orizzontale dalla grigia pietra serena, modanature e pilastri pensati con una geometria ordinata ed elegante, imponente e armonica dove all’interno di questi riquadri sono state collocate grandi finestre ornate da proporzionati timpani in pietra. Gli alti occhi tondi invadono gli interni con la luce naturale di un intero giorno. Molto si è scritto e parlato su questo Capolavoro della sua Pura Perfezione ornata poi dalla vetrata di Guillaume de Marcillat e dai dipinti del Papacello, del fiorentino Jacone e di Alessandro Allori.

In questo contesto di rara raffinatezza, dove è facile ordinare i propri pensieri e devo contenere l’ammirazione per il progetto dell’architetto, scorgo nel braccio destro del presbiterio tantissimi pacchi di cartone sulle panche della Chiesa. Sono la testimonianza del Banco Alimentare fortemente voluto e seguito da Don Ottorino, raccolto, svolto e distribuito nella sua casa, il Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio.

Allora comprenderete che il luogo vive di una profonda e luminosa Bellezza perché è facile assistere alla processione di persone alle quali vengono regalati pacchi di generi alimentari, azioni compiute preservando sempre la dignità dei bisognosi.

La gentilezza del dr Paolo Giulierini si inserisce nelle azioni di volontariato che sostengono il Santuario oramai abbandonato all’incuria amministrativa di prevenzione e protezione dell’intero corpo di fabbrica. Un Gioiello Rinascimentale completamente abbandonato dai Partiti Politici e Religiosi e da chi se ne dovrebbe occupare per reale competenza da decenni e decenni.

Dunque l’attrazione del personaggio Giulierini a cui siamo grati, ha ripopolato gli scranni affascinandoci descrivendo il cammino spirituale dell’uomo etrusco fino all’epoca rinascimentale. L’archeologo ci ha narrato come fin dai tempi antichi l’uomo sia sempre stato grato ai doni della Madre Terra: l’acqua, la luce, il fuoco e tutti i doni della terra. L’essere umano per sua natura ha sempre perseguito il proprio benessere, peccato che OGGI sia in atto la distruzione di Madre Natura e che siano rifiutati tutti i Miracoli che le poche Diplomazie Democratiche esistenti riescano faticosamente a proporre.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mar 18

2024

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MASSIMILIANO GALLO e FABRIZIA SACCHI AMANTI

Si conclude in Bellezza il turno Giallo dell’abbonamento teatrale del Signorelli di Cortona.

E’ stata un’affascinante stagione ricca di contenuti, ottime rappresentazioni di Arte, Musica e Spettacolo e sicuramente si sono rappresentate recite migliori rispetto a quelle dell’anno passato.

La Commedia “Amanti”, scritta da Ivan Cotroneo, presenta un ottimo testo per la Compagnia Teatrale e la bravura indiscussa dei protagonisti Massimiliano Gallo e Fabrizia Sacchi la elevano ad un gran Bello Spettacolo.

La serata è comunque arricchita anche dalla maestria di Orsetta De Rossi, Eleonora Russo e da Diego D’Elia, particolarmente abili nel delineare le loro figure di secondo piano.

Dunque un Trionfo perché il tema dell’amore e del tradimento, ben recitato con battute e riflessioni a volte spiritose, maliziose, ironiche, allegre, tristi ma mai volgari, hanno toccato con piacere la sensibilità degli spettatori.

Del resto Ivan Cotroneo è una firma televisiva e cinematografica di vincente esperienza.

In questa circostanza debutta con la sua sceneggiatura e regia teatrale di Amanti con assoluta maturità.

Il risultato è Ottimo.

Quindi una commedia vivace, scritta su di un pentagramma con più note, dai dialoghi leggeri e profondi e per tutta la durata della rappresentazione, il pubblico ha apprezzato manifestando la sua approvazione con ripetuti e sinceri applausi per l’intera compagnia di attori.

Il bravo Massimiliano Gallo è un generoso attore e intonatissimo cantante (scoprirete piacevoli sorprese!) che con la sua qualità di grande Istrione, ha la capacità di arrivare sulla platea come una marea a volte potente, altre leggera e la spiaggia siamo noi che con i nostri sentimenti accogliamo la sua splendida recitazione.

In alcune battute l’attore Gallo rende omaggio al compianto Massimo Troisi prendendo il ritmo della sua recitazione.

Questo fa di Massimiliano Gallo un Grande Attore Napoletano e un Grande Uomo.

Ma, Ancora, Bravi Tutti!

Un “10 e lode” a Fabrizia Sacchi nell’interpretazione femminile di una nevrotica Claudia, Pieni Voti alla Orsetta De Rossi nel brillante ruolo dell’analista e promossi a pieni titoli sia Eleonora Russo nel ruolo di una moglie pesante e fastidiosa che per Diego D’Elia nella parte del debole e soggiogato marito di Claudia, una coppia che desidera ardentemente un figlio …

Il racconto è dei più realistici sull’amore, sulla passione, sulla bugia, sul matrimonio, sul maschile e il femminile e la vicenda ha un’imprevedibile ma realistico epilogo e per questo, appare più compreso dalle persone.

Di più non svelo perché è una commedia assolutamente consigliata e i miei lettori riconoscono la sincerità della mia incondizionata critica. Dunque non posso che assicurare una serata piena di amore allegro, appassionato, dolce e malinconico.

Buon Divertimento

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Gen 07

2024

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Capodanno a Cortona

Nella serata del 31 Dicembre la Piazza del Comune di Cortona si era vestita di Gioia, Luci e Musica. Erano in migliaia, giovani famiglie, grandi e piccini, adolescenti scatenati fino alla generazione “boomer”.

Un pubblico straripante che parlava più lingue. Mai come in quest’ultimo anno si ascoltava l’Americano, lo Spagnolo, l’Inglese, l’Est Europa, il Francese, lingue Asiatiche e poco l’Italiano …

Il Comune di Cortona ha affidato per il terzo anno consecutivo la direzione artistica dell’evento del Capodanno in Piazza ad Andrea Caneschi per la fiducia conquistata dai precedenti successi.

Pensate che l’amministrazione comunale, per favorire le soste delle macchine, aveva consentito l’accesso al Parterre tanto che molti automezzi sono stati posteggiati persino oltre i campi da tennis!

Anche quest’anno il Caneschi non ha smentito le aspettative perché ha saputo scegliere dei grandi artisti del territorio che senza alcuna prova, si sono esibiti insieme, direttamente dal vivo, per la prima volta in Piazza. Veri Professionisti.

Cominciamo a nominare il bravo Dj Marco Mancini che ha catturato subito il pubblico e non era cosa facile, perché solo con lo studio si riesce a divertire una piazza di varie età e gusti.

L’altra scelta vincente è stata rappresentata dal Maestro Enrico Giovagnola, ottimo sax e si sa che il sofisticato suono di questo strumento crea sempre una particolare e piacevole atmosfera. Il Giovagnola è anche ingegnere del suono, importante ruolo per gestire al meglio le diverse uscite sonore tra le varie esibizioni della musica dal vivo, come quelle metalliche, comprese le voci parlanti creando una potenza di uscita equilibrata per l’ascolto gradevole del pubblico.

Ecco loro due sono stati il cuore pulsante della serata perché hanno curato i tempi e l’editing musicale di tutto e preparato il terreno per la buona riuscita del progetto di Andrea.

Sono lavori che si preparano da molti mesi prima! Si deve prevedere sempre un piano B e tenere presente la molteplicità dei gusti internazionali perché, a Cortona, non è mai solo una “festa di paese”.

Coinvolgente ed emozionante è stata la musica dal vivo curata da Anna Rossi e Giulio Angori, rispettivamente cantante e bassista.

Dunque lo spettacolo cortonese è stato un Successo, un esperimento riuscito e gradito dal pubblico perché si sono per la prima volta “messe insieme la musica elettronica con una live band”.

Hanno donato emozioni contemporanee e romantiche. Bravi!

Ma le idee dell’organizzatore sono state ancora più accurate perché ha scelto Soo Hee Briganti, un’altra artista nostrana, che ha regalato con la sua Aerial Dance, un’esibizione di disciplina cinese, uno spettacolo indimenticabile. V’invito a trovare e ammirare  su You Tube i filmati!

Non è mancato poi l’ospite VIP: Dado Pecchioli il genio delle percussioni che ha prestato il suo talento a Cortona, un musicista che accompagna Alessandra Amoroso e che è rimasto folgorato dalla bellezza della città. E chi può rimanerne esente!

Sono stati veramente tanti i visitatori durante le Festività Natalizie e molti stranieri avendo vissuto lo scorso anno questa nottata memorabile, si sono tenuti in contatto con il Caneschi per ritrovarsi in Cortona anche questo Capodanno. Pensate con quali emozioni devono aver custodito il ricordo della Piazza a migliaia e migliaia di Km dall’Italia e da chissà che paesini!

Per questo ci “fischiavano spesso le orecchie”!

Del resto l’illuminazione della Piazza della Repubblica quest’anno è stata spettacolare. Il Signorelli e il Beato Angelico hanno impresso le loro colorate figure rinascimentali sulla grigia pietra restituendo una Storia Unica nel Mondo.

Auguro a tutti un Buon 2024.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Nov 16

2023

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Orchestra Filarmonica Pugliese Una Realtà Internazionale

L’Orchestra Filarmonica Pugliese nasce nel 2013 dalla volontà di un gruppo di musicisti da tempo attivi sul territorio che, aiutati dalla Regione Puglia, hanno costruito e promuovono un polo musicale dal carattere internazionale di altissima qualità musicale.

Molti insegnano al conservatorio, altri sono solisti, altri ancora partecipano saltuariamente a dei piccoli concerti, alcuni organizzano serate musicali nelle indimenticabili quanto belle e accoglienti masserie pugliesi o in veri e propri castelli, dove giardini e ambienti monumentali raccolgono tra la “Bellezza” la cultura musicale.

Tutti diplomati al Conservatorio, tutti Maestri che vivono con una grande febbre “addosso” placabile solo attraverso il suono dei loro strumenti. Sono uomini e donne che Oggi hanno sempre più difficoltà a mantenersi con il lavoro musicale.

Sono figlia d’arte e conosco quante spaghettate “aglio olio e peperoncino” in casa hanno ospitato mirabili Professori e Maestri di quartetti d’archi o di piccole e grandi orchestre. I musicisti sono persone generose che provano tante ore al giorno per mantenere una buona qualità del suono.

Tanti sacrifici tutti in “sordina”!

Queste premesse per spiegare il grande dispiacere che ho provato quando ho assistito al concerto che l’Orchestra Filarmonica Pugliese ha eseguito il 9 novembre scorso nel Teatro Signorelli.

Un’esibizione di altissimo livello, perfetta ma, purtroppo, ad assistere solo poche persone.

Teatro semi vuoto, ordini di palchi deserti come testimoniato dalla foto che pubblico.

Peccato perché neppure due sere prima lo spettacolo “Travolti Da Un Insolito Destino nell’Azzurro Mare D’Agosto” recitato dai bravi Euridice Axen e Giuseppe Zeno aveva fatto registrare un Sold Out, per altro meritatissimo.

Vero che la Lina Wertmuller ha scritto un piccolo capolavoro ma Mozart e Rachmaninov non sono proprio gli ultimi arrivati!

Eppure si deve prender atto che siamo sempre meno colti, più stressati e non abbiamo più la capacità di comprendere quanto possa far bene all’anima l’ascolto di una buona musica.

La musica, a volte, “sballa!”

Al piano il Maestro Raffaele D’Angelo, accompagnato dagli orchestrali diretti da Gudni Emilsson hanno eseguito di Wolfgang Amadeus Mozart sia l’Overture delle Nozze di Figaro che il concerto in “la maggiore kv 488”, mentre la seconda parte della serata ha visto al piano la Maestra Shiran Wang, accompagnata sempre dagli orchestrali diretti però da Claude Villaret che hanno eseguito, di Sergej Rachmaninoff, il concerto nr.3in d minor op.30.

Con queste due opere il pubblico ha viaggiato nel tempo.

Consideriamo che nel 1786 l’allestimento viennese delle Nozze di Figaro, dai contenuti colmi di fermenti sociali, fu contrastato dal pubblico aristocratico mentre a Praga fu un immediato successo. Erano gli anni della Rivoluzione Francese 1789.

Con Sergej Rachmaninoff (Russia 1873/Stati Uniti (Beverly Hills) 1943) compositore, pianista e direttore entriamo in un mondo molto diverso.

Egli scrisse: “Io sono me stesso solo nella musica. La musica basta a una vita intera, ma una vita intera non basta alla musica”

Con Rachmaninoff respiriamo nelle sue composizioni il suo amore per la Russia, la sua patria natale che tanto e sempre rimpianse, del resto lui e la sua famiglia vi vivevano negli agi. Nelle note che scriveva si avvertono il dolore e la nostalgia che gli causò abbandonarla a causa della rivoluzione del 1917. All’epoca era già famoso nel mondo per i suoi successi e fu accolto negli Stati Uniti d’America dove proseguì la sua carriera ma il ritmo della vita moderna non gli era congeniale.

Il concerto nr.3 in d minor op.30 composto nel 1909 è tra i più famosi al mondo per l’enorme difficoltà esecutiva riservata al pianista, tanto da richiedere al solista una solidissima tecnica virtuosistica insieme a tanta resistenza. All’epoca Rachmaninoff era stato più volte in tournè nell’Occidente ma amava poco quella vita frenetica dettata dagli impegni concertistici. In quella che io penso sia la sua “Opera Summa” si avvertono le note “dei contrasti romantici” dedicati alla bellezza dei paesaggi russi contrapposti a quelli che evocano l’ansia che provava tra le città già colme di cemento quando si recava in tournée.

Il fascino compositivo dei pentagrammi dei vari strumenti dell’orchestra corrono come su binari paralleli insieme a quello predominante del pianoforte impegnato per tutta la durata del concerto.

Al riguardo esprimo i massimi complimenti alla pianista Shiran Wang per aver generosamente regalato un’esecuzione da 110 con la lode.

Aggiungo anche che l’orchestra presentava con tre violoncelliste ed il primo violino donna una marcata emancipazione femminile e in ultimo … ci dobbiamo riabituare a nutrire tutti i nostri 5 sensi con il Bello, credetemi è Bello! 

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®