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Cronaca cortonese

Ott 08

2024

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“Cresciamo nel Piccolo Teatro della Città di Cortona”

Le socie della Compagnia del “Piccolo Teatro della Città di Cortona” Livia Angori e Francesca Barciulli hanno iniziato un’avventura meravigliosa nella quale si vedono protagoniste, insieme ad una quindicina di fanciulle/i dai 6 ai dieci anni per creare un laboratorio teatrale: “Cresciamo nel Piccolo”.

In pochi giorni si sono completate le iscrizioni e questo dimostra come la comunità Cortonese creda in questo progetto formativo dove i giochi teatrali, adeguati all’età dei fanciulli, saranno degli stimoli per la loro crescita e la conoscenza delle loro potenzialità.

Livia attraverso una mia intervista telefonica ha raccontato come ha presentato il suo progetto in una riunione con i genitori, li ha adeguatamente informati riguardo tutti i molteplici aspetti che l’attività del laboratorio teatrale affronterà. Primo fra tutti riconoscere nel bimbo il desiderio di imparare, di ascoltare e lavorare insieme agli altri compagni, ma che sarà sempre un gioco che li porterà ad avere una corretta presenza scenica. Ha inoltre sottolineato che i bimbi non dovranno mai scoraggiarsi “impariamo a ridere di noi stessi” ed a vivere con leggerezza le eventuali difficoltà.

E’ certo importante l’insegnamento dell’ironia.

Ha anche spiegato che la sede del Piccolo in Via Guelfa, 46 non sarà un luogo dove si potranno parcheggiare i propri figli o un doposcuola.

Penso che sarà fondamentale anche comprendere l’originale passione del bimbo perché a volte i genitori proiettano sulla prole tutti i sogni che loro non sono riusciti a realizzare, ed allora un qualsiasi fanciullo non a proprio agio con l’attività teatrale, in un altro sport o hobby potrebbe invece divenirne il campione.

Fare Teatro è una disciplina specifica che porterà i giovani appassionati ad impegnarsi fino a conoscere il proprio spirito di sacrificio. Non sempre tutti possiamo fare tutto e quando si tratta di bambini ricordiamoci che desiderano principalmente amore, solo e tanto amore.

Ci saranno delle regole da rispettare e la stessa Livia Angori mi ha spiegato che il loro obiettivo è creare un gruppo di lavoro di bimbi che imparino a crescere insieme conoscendosi, acquisendo consapevolezza di ciò che si compie.

Sarà un Gioco e sarà Bello!

Lavorare insieme è un’esperienza profonda per qualsiasi individuo. I fanciulli agiranno con giocosità e scopriranno quello che non immaginavano mai di poter esprimere, daranno fiducia alle loro inclinazioni e si ritroveranno altrettanto stupiti nell’ammirare la propria amichetta del cuore recitare la Gioia e la Tristezza, l’Antipatia e la Simpatia.

Impareranno a complimentarsi l’uno con l’altro ma anche ad aiutarsi, perché non tutto sarà sempre semplice. Nel conoscersi i bimbi non sempre saranno pronti nell’accettarsi e scoprirsi realmente “meno Alti e Belli dei loro Supereroi”!

Impareranno invece a condividere le difficoltà e questo li spaventerà di meno quando dovranno affrontare la loro trasformazione in giovani donne e uomini.

Ricordiamoci delle nostre infanzie e tutto sarà più comprensibile!

Dunque a Livia e Francesca spetta il compito più difficile e certamente delicato perché sono consapevoli dell’enorme responsabilità che si assumono sulla formazione dei giovani attori, il loro insegnamento serio e sensibile non si limiterà ad agire nell’ambito di un palcoscenico ma travalicherà inevitabilmente la profondità delle giovani anime desiderose di imparare ad esprimersi.

Il Teatro ha sempre affascinato l’Uomo perché in esso l’Umanità si è sempre rispecchiata con sacralità.

Livia e Francesca li affascineranno raccontando la favola della storia del Teatro e li prenderanno sempre per mano per inseguire il Sogno più antico del Mondo: il Racconto dell’Umanità, l’amore e l’odio, la sua bontà e crudeltà, la sua bellezza e la sua vanità.

Le due signore sono motivate dalla loro profonda passione per il teatro che hanno coltivato sempre “amatorialmente” nelle loro vite e con tanto successo.

Meritano la fiducia come accompagnatrici teatrali e Livia ha tenuto a dichiarare nella sua intervista, che è motivata principalmente dal suo sentimento di amore nei confronti dei bimbi.

E’ mamma e nonna ed è particolarmente protettiva del mondo fanciullesco.

A Cortona mancava proprio da tempo un laboratorio teatrale del Piccolo per i piccoli, allora non possiamo che augurare alle Belle Signore il miglior lavoro!

Dedicarsi con amore e passione alla conoscenza e diffusione dell’arte teatrale è un’altissima missione perché eleva ed espande lo spirito di chi la pratica e di chi la osserva. Ascoltare è anch’essa un’Arte delicata che muove note, a noi interne.

L’Attore ha la necessità fisiologica di avere un pubblico e lo spettatore può godere di un bel regalo.

E’ dunque ancora più importante per la vita riconoscere quanto sia necessario acquisire anche la conoscenza di giovarsi degli spettacoli teatrali perché questa pratica assume ricchezza per il proprio benessere. Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ago 11

2024

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La “Maternità” di Gino Severini

Come dipingerebbe Gino Severini oggi la sua “Maternità”?

Già perché allora nel 1916 era ammirata come un’opera laica di grande contemporaneità, mentre noi oggi la studiamo come un prodotto oramai classico di sofisticata tradizione interpretativa.

Come uomo Severini “fotografò” nella sua “Maternità” il suo dramma personale di padre e marito per la grave malattia del suo bimbo appena nato, che morì di polmonite poco dopo la nascita, ma come artista dipinse per il mondo, l’orrore per il conflitto in corso della Prima Guerra Mondiale dove persero la vita milioni e milioni di persone, tutti figli sacrificati.

Ma per quale causa, visto che la violenza oggi è decuplicata?

Nel Santuario di Santa Margherita di Cortona c’è una cappella votiva ai caduti cortonesi della Prima Guerra Mondiale, un affresco dipinto da Osvaldo Bignami che riporta i nomi di oltre seicento concittadini che non fecero mai ritorno in Valdichiana. E’ una pittura che mi sconvolge ogni volta che la guardo perché mi scuote nell’animo.

Da mamma penso alla “morte nel cuore” delle altrettante loro mamme.

Dunque l’avvento della Grande Guerra uccise anche tutte le libere sperimentazioni pittoriche e materiche che tanto avevano affascinato gli artisti all’epoca perché tutta la loro fantasia si sciolse al sole di fronte alle atrocità perpetuate sugli uomini. La stessa luce elettrica cambierà in quegli anni la visione delle accecanti giornate estive o i chiari di luna, si percepirono infatti nuove strade artistiche ma ciò non poté rassicurare molti di loro che per non smarrirsi nell’orrore abbandonarono le sperimentazioni e cercarono conforto in un ritorno al recente passato pittorico. I geni creativi avevano necessità di riavvolgere la matassa del tempo per ritrovarsi esseri pietosi, cercarono di ridesiderare le cose semplici e di riportare l’ordine naturale delle cose.

Gli Artisti sopra ogni cosa sono e saranno sempre donne e uomini con particolari sensibilità, pronti a sacrificare le loro comfort zone per liberare la passione della loro poesia, raccontare la loro filosofia, mostrare la loro pittura, scultura e architettura.

Nella visione della “Maternità” di Gino Severini conservata al MAEC sono racchiusi tutti codesti pensieri.

Purtroppo Ora come Allora continuiamo a vivere a braccetto con le atrocità delle guerre diffuse per il mondo a macchia di leopardo, con l’aggravante di non aver imparato Nulla per difenderci dalla parte Crudele dell’Uomo.

In un solo giorno di bombardamenti nella sola Ucraina, la nostra atmosfera si avvelena portandoci di 50 anni in avanti e poi parliamo di auto Elettriche, Nuove Fonti Rinnovabili?

NO COMMENT!!!

Allora di fronte alla conoscenza di dover rispettare oggi la sostenibilità ambientale ed economica nel mondo per il mondo come rappresenterebbe la sua Maternità il Severini?

In verità penso che il pittore avendo già allora dipinto laicamente la sua Madonna con il Bimbo oggi non aggiungerebbe nulla di più e questo eleva l’opera ad essere tutt’ora un lavoro di grande avanguardia.

Lui ritrae l’istinto materno, la cura per un figlio e prima ancora il sacrificio della donna e la responsabilità che mette nella sua gravidanza dove ama far crescere un feto sano.

La Donna è un elemento Sacro per il proseguimento della specie umana e il tutto non potrebbe che essere interpretato diversamente!

Più volte come pittrice, di fronte ad un immacolato foglio bianco, mi sono posta lo stesso quesito perché nel mondo la Donna continua ad avere una vita Difficile.

Sono tante le immagini che propongono le artiste contemporanee e non sempre rimandano l’immagine serena di una madre con in braccio il suo bimbo che nutre.

Oggi molte figure di donne vengono ritratte crocifisse o mentre allattano, hanno il viso incappucciato da un passamontagna nero come nell’importante opera di Argelia Bravo.

Del resto viviamo un’umanità violenta!

Ma non meravigliamoci o scandalizziamoci perché già il Maestro Hieronymus Bosch nel 1497 dipingeva una santa crocifissa e conosciamo bene quanto le donne debbano sacrificarsi per raggiungere ”l’uguaglianza” con il maschio.

L’Arte Vera è lo specchio del nostro vivere perché mette a nudo Verità Comode e Scomode.

Posso aggiungere che per alleggerire la visione delle cose ho ammirato la Presidente Giorgia Meloni scendere la scaletta con la sua figliuola per intraprendere l’ultima missione economica e politica in Cina. Del resto le scuole sono chiuse ed un fanciullo apprezza di conoscere il lavoro del proprio genitore e sa comprendere così, a volte più dei grandi, il perché delle sue assenze da casa.

Mi ha riempito d’orgoglio vedere e sapere l’inserirsi della Signora Meloni nell’impenetrabile mondo maschile dove solo la sensibilità di una donna e madre possono scalfire i muri dell’indifferenza.

Spero dunque si dia più fiducia e potere alle donne perché visti i risultati attuali ottenuti dai secoli precedenti di sola conduzione maschile, non ci resta che provare.

Da progressista ho sperato di veder ricoprire da Donne della Sinistra Italiana le cariche più alte dello Stato, non è stato così, allora è importante sostenere “Tutte” la Presidente Meloni nella sua doppia lotta: quella Visibile della Politica/Partitica e quella Invisibile e più subdola dei Maschi al Potere perché è importante non essere “fascisti dentro” considerando purtroppo quanti finti “personaggi di sinistra” girino indisturbati.

Dunque siamo partiti dalla visione poetica che Gino Severini aveva della “Maternità” nell’Arte fino ad arrivare ai giorni nostri.

Credo che oggi disegnando, mi affiderei comunque a una visione dolce della donna madre perché qualsiasi altro pensiero l’allontanerebbe dalla sua natura di leonessa protettrice della specie, questo non limiterebbe nel modo più assoluto per qualsiasi donna di vivere la propria esistenza senza necessariamente intraprendere il ruolo di madre.

Siamo partiti da un capolavoro pittorico ma ciò è coerente perché l’Arte stessa è scienza nella storia dell’Uomo ma questo sarà fonte di approfondimento per un altro articolo per il futuro.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Giu 06

2024

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Sala Nocchia, di nuovo Quì

E’ un venerdì sera a Cortona, la fine di un maggio che non vuole  dare spazio all’estate ormai incombente. Ma alla fine cederà e rimpiangeremo a lungo questa aria tiepida, mai invadente, portatrice di piacevolezze atmosferiche.

Sono in via Guelfa davanti alla sede del Piccolo Teatro della Città di Cortona intitolato a Marco Nocchia, un ambiente piccolo, angusto per lo scopo a cui è stato adattato, ma carico di significati. Conosco questo fondo perché ci sono stato nel 2020 per un evento molto simile. I soci del Piccolo erano chiamati ad esibirsi proponendo testi classici, propri o rivisitazioni di pezzi famosi. Era stata una piacevole sorpresa perché allora ero totalmente a digiuno, e anche un po’ scettico, sulla qualità degli attori che invece mi avevano sorpreso positivamente. Era stata una bella serata.

Questa volta sono preparato. Entro e mi ritrovo avvolto in una atmosfera che sa di magico e di amore per il teatro. Le pareti sono letteralmente  tappezzate da locandine di spettacoli allestiti negli anni dalla Compagnia. E’ un viaggio a ritroso nel tempo. Riconosco opere famose a cui ho assistito anche in prestigiosi teatri romani ma soprattutto mi incanto a leggere tra gli interpreti nomi di amici e conoscenti, di gente che incontro al bar, alcuni presenti in sala, altri no.

E’ un teatro dentro la gente, dentro la comunità cortonese. Amici, parenti o semplicemente persone che sono cresciute insieme. Qualcuno nato in altre regioni ma accomunato dall’indiscutibile amore per Cortona.

Il “regista” dell’evento è Vito Cozzi Lepri. E’ un coordinatore che ha lasciato ai suoi discepoli ampia libertà. Ognuno poteva rappresentare quello che voleva come voleva. Unico vincolo era che dovevano recitare in coppia. In pratica un duetto obbligatorio.

Scelta apparentemente semplice ma in effetti studiata “a tavolino”. L’obiettivo era quello di far sprigionare al massimo l’energia che è in ognuno di noi senza vincoli di dogmi teatrali per spingere le persone che già si cimentavano in questo meraviglioso hobby ad andare oltre, a gettare il cuore oltre l’ostacolo e contemporaneamente attirare nuove leve, nuove preziose risorse che fossero in grado di mettersi in discussione e entrare nella grande famiglia teatrale per proseguirla nel tempo.

Posso dire che c’è certamente riuscito. Il risultato è stato ottimo.

In questo ambiente che trasuda amore per il teatro si è sprigionata una energia calda verso la quale non si poteva restare indifferenti, sono stato coinvolto in ogni singola esibizione saltando da scene profondamente drammatiche a duetti divertenti sul filo di una brillante ironia. Felicità e tristezza a braccetto come vecchi amici.

Una cosa posso affermare senza tema di smentite come diretto testimone di ambedue gli eventi a quattro anni di distanza uno dall’altro; sono cresciuti, il livello medio della recitazione, anzi delle interpretazioni, è molto alto, molto vicino al professionismo che per alcuni interpreti è già un fatto acquisito.

Un unico grosso neo, l’inadeguatezza della sala che ha costretto gli attori a dei veri “salti mortali” per esibirsi con qualità ma, del resto l’indifferenza delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo non ha permesso di individuare nuove e più adatte strutture per questa attività che qualifica e rende migliore la comunità cortonese, un vero fiore raro che dovrebbe essere coltivato con amore, un bene prezioso che poche altre comunità possiedono.

Ho sentito dire che esisterebbero in Cortona luoghi che potrebbero essere più adatti a questa esigenza ma che occorre volontà e determinazione da parte delle autorità per renderli disponibili e agibili.

Come spesso accade, anche in questo caso, speriamo nella prossima amministrazione!

Fabio Romanello

Mag 02

2024

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Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento

Nel Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio si è declinata un’interessantissima conferenza del dr. Paolo Giulierini già Direttore del MAEC e del Mann, rispettivamente il Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, organizzata dalla Signora Carla Rossi su desiderio di Don Ottorino che tanto lavoro spende affinché questo magnifico luogo di culto viva principalmente, come naturale sede di Caritas.

Il tema della Spiritualità e Arte dagli Etruschi al Rinascimento è stato l’argomento trattato prendendo in considerazione il cammino dell’Uomo nel territorio cortonese e del suo più ampio perimetro.

Il dr Giulierini ha reso coinvolgente il narrato citando luoghi e chiese noti al pubblico presente.

Dai cippi della località Carpaccio che testimoniano i rilievi astronomici degli etruschi che osservavano il sole, la luna, le stelle, i fulmini e le saette, come il volo degli uccelli, ed attraverso questi studi, pensavano di comprendere il volere delle loro Divinità.

Persino molti anni dopo Frate Elia ha avvertito il bisogno di erigere la seconda Chiesa dedicata a San Francesco a Cortona sul suolo di un antico santuario Etrusco. E chi di noi, non è venuto a conoscenza dell’eccezionale ritrovamento delle tantissime statuine votive a San Casciano dei Bagni ritenuto un posto dalle grandi proprietà di guarigione?

L’Uomo ha sempre avvertito Presenze Divine, ed ha anche sempre richiesto loro: Protezione.

La Porta Bifora di Cortona ha conservato per secoli una statuetta dalle due facce che significava che era lì per proteggere il regno dei morti e dei vivi. Studiando i vari culti pagani e religiosi si comprendono le difficoltà esistenziali degli uomini di quell’epoca e si capiscono le strategie adottate dalle classi dirigenti.

Posso solo menzionare in modo frammentario pochissimi esempi perché la conferenza è stata ricca di elementi che il Gulierini snocciolava in “quantità industriale” e con la massima disinvoltura tipica dell’uomo colto ma mai noioso.

Dunque il pensiero dell’Uomo Antico è stato sempre più sofisticato di quello che possiamo immaginare e le varie venerazioni e dottrine che l’uomo ha deciso di seguire verso le sue Divinità sono state sempre dettate dal desiderio di sentirsi Protetto in tutte le fasi della sua vita, quella Giovanile, Adolescenziale, Adulta e per la Vecchiaia.

I Soggetti Spirituali dovevano proteggere le donne in cinta, i neonati, i fanciulli che erano colpiti da una devastante mortalità soprattutto nei primi mesi di vita.

In sintesi posso affermare che le varie testimonianze archeologiche come quelle storiche rinascimentali hanno evidenziato come l’uomo abbia evoluto nel corso dei secoli il suo rapporto con il Divino o meglio ancora come la “Classe Dirigente” del momento abbia ritenuta più utile una dottrina piuttosto che un’altra, del resto è sempre stato difficile scindere la politica dalla religione ed il contrario.

Poi la conferenza è atterrata sui miracoli che una comunità di artigiani ha attribuito ad un dipinto di una dolce Madonna con il suo Bimbo proprio nella località del Calcinaio e della successiva costruzione della sua Chiesa quella di Santa Maria delle Grazie. Un Grande Voto di Riconoscenza alla Madonna per i miracoli compiuti in quella piccola comunità.

Visitando l’interno della grande navata, dilatata dal disegno prospettico che ne amplifica le dimensioni in altezza e profondità, lo stato d’animo del visitatore anche del più profano, viene catturato dalla musicalità del calcolo matematico dell’architetto Francesco di Giorgio Martini.

Gli spazi parietali bianchi sono delineati in verticale e in orizzontale dalla grigia pietra serena, modanature e pilastri pensati con una geometria ordinata ed elegante, imponente e armonica dove all’interno di questi riquadri sono state collocate grandi finestre ornate da proporzionati timpani in pietra. Gli alti occhi tondi invadono gli interni con la luce naturale di un intero giorno. Molto si è scritto e parlato su questo Capolavoro della sua Pura Perfezione ornata poi dalla vetrata di Guillaume de Marcillat e dai dipinti del Papacello, del fiorentino Jacone e di Alessandro Allori.

In questo contesto di rara raffinatezza, dove è facile ordinare i propri pensieri e devo contenere l’ammirazione per il progetto dell’architetto, scorgo nel braccio destro del presbiterio tantissimi pacchi di cartone sulle panche della Chiesa. Sono la testimonianza del Banco Alimentare fortemente voluto e seguito da Don Ottorino, raccolto, svolto e distribuito nella sua casa, il Santuario di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio.

Allora comprenderete che il luogo vive di una profonda e luminosa Bellezza perché è facile assistere alla processione di persone alle quali vengono regalati pacchi di generi alimentari, azioni compiute preservando sempre la dignità dei bisognosi.

La gentilezza del dr Paolo Giulierini si inserisce nelle azioni di volontariato che sostengono il Santuario oramai abbandonato all’incuria amministrativa di prevenzione e protezione dell’intero corpo di fabbrica. Un Gioiello Rinascimentale completamente abbandonato dai Partiti Politici e Religiosi e da chi se ne dovrebbe occupare per reale competenza da decenni e decenni.

Dunque l’attrazione del personaggio Giulierini a cui siamo grati, ha ripopolato gli scranni affascinandoci descrivendo il cammino spirituale dell’uomo etrusco fino all’epoca rinascimentale. L’archeologo ci ha narrato come fin dai tempi antichi l’uomo sia sempre stato grato ai doni della Madre Terra: l’acqua, la luce, il fuoco e tutti i doni della terra. L’essere umano per sua natura ha sempre perseguito il proprio benessere, peccato che OGGI sia in atto la distruzione di Madre Natura e che siano rifiutati tutti i Miracoli che le poche Diplomazie Democratiche esistenti riescano faticosamente a proporre.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mar 18

2024

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MASSIMILIANO GALLO e FABRIZIA SACCHI AMANTI

Si conclude in Bellezza il turno Giallo dell’abbonamento teatrale del Signorelli di Cortona.

E’ stata un’affascinante stagione ricca di contenuti, ottime rappresentazioni di Arte, Musica e Spettacolo e sicuramente si sono rappresentate recite migliori rispetto a quelle dell’anno passato.

La Commedia “Amanti”, scritta da Ivan Cotroneo, presenta un ottimo testo per la Compagnia Teatrale e la bravura indiscussa dei protagonisti Massimiliano Gallo e Fabrizia Sacchi la elevano ad un gran Bello Spettacolo.

La serata è comunque arricchita anche dalla maestria di Orsetta De Rossi, Eleonora Russo e da Diego D’Elia, particolarmente abili nel delineare le loro figure di secondo piano.

Dunque un Trionfo perché il tema dell’amore e del tradimento, ben recitato con battute e riflessioni a volte spiritose, maliziose, ironiche, allegre, tristi ma mai volgari, hanno toccato con piacere la sensibilità degli spettatori.

Del resto Ivan Cotroneo è una firma televisiva e cinematografica di vincente esperienza.

In questa circostanza debutta con la sua sceneggiatura e regia teatrale di Amanti con assoluta maturità.

Il risultato è Ottimo.

Quindi una commedia vivace, scritta su di un pentagramma con più note, dai dialoghi leggeri e profondi e per tutta la durata della rappresentazione, il pubblico ha apprezzato manifestando la sua approvazione con ripetuti e sinceri applausi per l’intera compagnia di attori.

Il bravo Massimiliano Gallo è un generoso attore e intonatissimo cantante (scoprirete piacevoli sorprese!) che con la sua qualità di grande Istrione, ha la capacità di arrivare sulla platea come una marea a volte potente, altre leggera e la spiaggia siamo noi che con i nostri sentimenti accogliamo la sua splendida recitazione.

In alcune battute l’attore Gallo rende omaggio al compianto Massimo Troisi prendendo il ritmo della sua recitazione.

Questo fa di Massimiliano Gallo un Grande Attore Napoletano e un Grande Uomo.

Ma, Ancora, Bravi Tutti!

Un “10 e lode” a Fabrizia Sacchi nell’interpretazione femminile di una nevrotica Claudia, Pieni Voti alla Orsetta De Rossi nel brillante ruolo dell’analista e promossi a pieni titoli sia Eleonora Russo nel ruolo di una moglie pesante e fastidiosa che per Diego D’Elia nella parte del debole e soggiogato marito di Claudia, una coppia che desidera ardentemente un figlio …

Il racconto è dei più realistici sull’amore, sulla passione, sulla bugia, sul matrimonio, sul maschile e il femminile e la vicenda ha un’imprevedibile ma realistico epilogo e per questo, appare più compreso dalle persone.

Di più non svelo perché è una commedia assolutamente consigliata e i miei lettori riconoscono la sincerità della mia incondizionata critica. Dunque non posso che assicurare una serata piena di amore allegro, appassionato, dolce e malinconico.

Buon Divertimento

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Gen 07

2024

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Capodanno a Cortona

Nella serata del 31 Dicembre la Piazza del Comune di Cortona si era vestita di Gioia, Luci e Musica. Erano in migliaia, giovani famiglie, grandi e piccini, adolescenti scatenati fino alla generazione “boomer”.

Un pubblico straripante che parlava più lingue. Mai come in quest’ultimo anno si ascoltava l’Americano, lo Spagnolo, l’Inglese, l’Est Europa, il Francese, lingue Asiatiche e poco l’Italiano …

Il Comune di Cortona ha affidato per il terzo anno consecutivo la direzione artistica dell’evento del Capodanno in Piazza ad Andrea Caneschi per la fiducia conquistata dai precedenti successi.

Pensate che l’amministrazione comunale, per favorire le soste delle macchine, aveva consentito l’accesso al Parterre tanto che molti automezzi sono stati posteggiati persino oltre i campi da tennis!

Anche quest’anno il Caneschi non ha smentito le aspettative perché ha saputo scegliere dei grandi artisti del territorio che senza alcuna prova, si sono esibiti insieme, direttamente dal vivo, per la prima volta in Piazza. Veri Professionisti.

Cominciamo a nominare il bravo Dj Marco Mancini che ha catturato subito il pubblico e non era cosa facile, perché solo con lo studio si riesce a divertire una piazza di varie età e gusti.

L’altra scelta vincente è stata rappresentata dal Maestro Enrico Giovagnola, ottimo sax e si sa che il sofisticato suono di questo strumento crea sempre una particolare e piacevole atmosfera. Il Giovagnola è anche ingegnere del suono, importante ruolo per gestire al meglio le diverse uscite sonore tra le varie esibizioni della musica dal vivo, come quelle metalliche, comprese le voci parlanti creando una potenza di uscita equilibrata per l’ascolto gradevole del pubblico.

Ecco loro due sono stati il cuore pulsante della serata perché hanno curato i tempi e l’editing musicale di tutto e preparato il terreno per la buona riuscita del progetto di Andrea.

Sono lavori che si preparano da molti mesi prima! Si deve prevedere sempre un piano B e tenere presente la molteplicità dei gusti internazionali perché, a Cortona, non è mai solo una “festa di paese”.

Coinvolgente ed emozionante è stata la musica dal vivo curata da Anna Rossi e Giulio Angori, rispettivamente cantante e bassista.

Dunque lo spettacolo cortonese è stato un Successo, un esperimento riuscito e gradito dal pubblico perché si sono per la prima volta “messe insieme la musica elettronica con una live band”.

Hanno donato emozioni contemporanee e romantiche. Bravi!

Ma le idee dell’organizzatore sono state ancora più accurate perché ha scelto Soo Hee Briganti, un’altra artista nostrana, che ha regalato con la sua Aerial Dance, un’esibizione di disciplina cinese, uno spettacolo indimenticabile. V’invito a trovare e ammirare  su You Tube i filmati!

Non è mancato poi l’ospite VIP: Dado Pecchioli il genio delle percussioni che ha prestato il suo talento a Cortona, un musicista che accompagna Alessandra Amoroso e che è rimasto folgorato dalla bellezza della città. E chi può rimanerne esente!

Sono stati veramente tanti i visitatori durante le Festività Natalizie e molti stranieri avendo vissuto lo scorso anno questa nottata memorabile, si sono tenuti in contatto con il Caneschi per ritrovarsi in Cortona anche questo Capodanno. Pensate con quali emozioni devono aver custodito il ricordo della Piazza a migliaia e migliaia di Km dall’Italia e da chissà che paesini!

Per questo ci “fischiavano spesso le orecchie”!

Del resto l’illuminazione della Piazza della Repubblica quest’anno è stata spettacolare. Il Signorelli e il Beato Angelico hanno impresso le loro colorate figure rinascimentali sulla grigia pietra restituendo una Storia Unica nel Mondo.

Auguro a tutti un Buon 2024.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Nov 16

2023

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Orchestra Filarmonica Pugliese Una Realtà Internazionale

L’Orchestra Filarmonica Pugliese nasce nel 2013 dalla volontà di un gruppo di musicisti da tempo attivi sul territorio che, aiutati dalla Regione Puglia, hanno costruito e promuovono un polo musicale dal carattere internazionale di altissima qualità musicale.

Molti insegnano al conservatorio, altri sono solisti, altri ancora partecipano saltuariamente a dei piccoli concerti, alcuni organizzano serate musicali nelle indimenticabili quanto belle e accoglienti masserie pugliesi o in veri e propri castelli, dove giardini e ambienti monumentali raccolgono tra la “Bellezza” la cultura musicale.

Tutti diplomati al Conservatorio, tutti Maestri che vivono con una grande febbre “addosso” placabile solo attraverso il suono dei loro strumenti. Sono uomini e donne che Oggi hanno sempre più difficoltà a mantenersi con il lavoro musicale.

Sono figlia d’arte e conosco quante spaghettate “aglio olio e peperoncino” in casa hanno ospitato mirabili Professori e Maestri di quartetti d’archi o di piccole e grandi orchestre. I musicisti sono persone generose che provano tante ore al giorno per mantenere una buona qualità del suono.

Tanti sacrifici tutti in “sordina”!

Queste premesse per spiegare il grande dispiacere che ho provato quando ho assistito al concerto che l’Orchestra Filarmonica Pugliese ha eseguito il 9 novembre scorso nel Teatro Signorelli.

Un’esibizione di altissimo livello, perfetta ma, purtroppo, ad assistere solo poche persone.

Teatro semi vuoto, ordini di palchi deserti come testimoniato dalla foto che pubblico.

Peccato perché neppure due sere prima lo spettacolo “Travolti Da Un Insolito Destino nell’Azzurro Mare D’Agosto” recitato dai bravi Euridice Axen e Giuseppe Zeno aveva fatto registrare un Sold Out, per altro meritatissimo.

Vero che la Lina Wertmuller ha scritto un piccolo capolavoro ma Mozart e Rachmaninov non sono proprio gli ultimi arrivati!

Eppure si deve prender atto che siamo sempre meno colti, più stressati e non abbiamo più la capacità di comprendere quanto possa far bene all’anima l’ascolto di una buona musica.

La musica, a volte, “sballa!”

Al piano il Maestro Raffaele D’Angelo, accompagnato dagli orchestrali diretti da Gudni Emilsson hanno eseguito di Wolfgang Amadeus Mozart sia l’Overture delle Nozze di Figaro che il concerto in “la maggiore kv 488”, mentre la seconda parte della serata ha visto al piano la Maestra Shiran Wang, accompagnata sempre dagli orchestrali diretti però da Claude Villaret che hanno eseguito, di Sergej Rachmaninoff, il concerto nr.3in d minor op.30.

Con queste due opere il pubblico ha viaggiato nel tempo.

Consideriamo che nel 1786 l’allestimento viennese delle Nozze di Figaro, dai contenuti colmi di fermenti sociali, fu contrastato dal pubblico aristocratico mentre a Praga fu un immediato successo. Erano gli anni della Rivoluzione Francese 1789.

Con Sergej Rachmaninoff (Russia 1873/Stati Uniti (Beverly Hills) 1943) compositore, pianista e direttore entriamo in un mondo molto diverso.

Egli scrisse: “Io sono me stesso solo nella musica. La musica basta a una vita intera, ma una vita intera non basta alla musica”

Con Rachmaninoff respiriamo nelle sue composizioni il suo amore per la Russia, la sua patria natale che tanto e sempre rimpianse, del resto lui e la sua famiglia vi vivevano negli agi. Nelle note che scriveva si avvertono il dolore e la nostalgia che gli causò abbandonarla a causa della rivoluzione del 1917. All’epoca era già famoso nel mondo per i suoi successi e fu accolto negli Stati Uniti d’America dove proseguì la sua carriera ma il ritmo della vita moderna non gli era congeniale.

Il concerto nr.3 in d minor op.30 composto nel 1909 è tra i più famosi al mondo per l’enorme difficoltà esecutiva riservata al pianista, tanto da richiedere al solista una solidissima tecnica virtuosistica insieme a tanta resistenza. All’epoca Rachmaninoff era stato più volte in tournè nell’Occidente ma amava poco quella vita frenetica dettata dagli impegni concertistici. In quella che io penso sia la sua “Opera Summa” si avvertono le note “dei contrasti romantici” dedicati alla bellezza dei paesaggi russi contrapposti a quelli che evocano l’ansia che provava tra le città già colme di cemento quando si recava in tournée.

Il fascino compositivo dei pentagrammi dei vari strumenti dell’orchestra corrono come su binari paralleli insieme a quello predominante del pianoforte impegnato per tutta la durata del concerto.

Al riguardo esprimo i massimi complimenti alla pianista Shiran Wang per aver generosamente regalato un’esecuzione da 110 con la lode.

Aggiungo anche che l’orchestra presentava con tre violoncelliste ed il primo violino donna una marcata emancipazione femminile e in ultimo … ci dobbiamo riabituare a nutrire tutti i nostri 5 sensi con il Bello, credetemi è Bello! 

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ott 21

2023

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Luca Signorelli Ha Pregato nella Sua Annunciazione di Volterra

La mostra dedicata a Luca Signorelli è stata visitata dagli studiosi del Maestro più famosi al mondo e ha ospitato un gran numero di guide di Storia dell’Arte che hanno presentato i quadri agli appassionati con mille commenti dai contenuti differenti.

E’ pur vero che esistono diverse scuole di pensiero riguardo l’interpretazione della Storia passata e quindi della stessa Arte che la testimonia attraverso le immagini.

Mi sono soffermata ore ad ascoltare e a guardare le opere in diversi giorni e poi all’improvviso ho notato sulle ali dell’Angelo dell’Annunciazione di Volterra dipinta dal Maestro Luca due musi di scimmia.

Persino il mio occhio attento e critico che oltre a leggere la bellezza e l’eleganza pittorica che il Signorelli ha impresso non si era mai accorto che compaiono distintamente dipinti “due musi di scimmia”.

Una rivolge lo sguardo stupito verso il Cielo mentre l’altra guarda l’immaginario spettatore con tristezza e stupore. In verità non c’è da meravigliarsi perché ogni Capolavoro Pittorico del calibro del Signorelli raccoglie nelle sue composizioni geometriche, perfettamente armonizzate, piani di conoscenza degni di un’enciclopedia.

Nell’arte cristiana la rappresentazione della scimmia ha molteplici significati come la malizia, l’astuzia, la lussuria, il peccato, la corruzione. L’interpretazione dipende sempre dal contesto in cui sono inseriti e più o meno nascosti. Pensate che una scimmia incatenata può rappresentare persino la virtù della temperanza!

Dunque perché il Signorelli ha sentito l’esigenza di trasmettere nel 1491 un messaggio abilmente velato? Era un uomo colto, un politico attivo, un artista richiesto e affermato ed era a conoscenza di come si comportasse male il Potere allora, proprio per questo suo sapere, ha usato abilmente la diplomazia dell’immagine. Si Proteggeva ma la voglia di esprimersi era più coraggiosa e non era un temerario!

Nell’Annunciazione di Volterra, arte cristiana, la scimmia, per il Signorelli ha rappresentato  l’uomo comune che rivolge due messaggi: il primo chiede, con la sua smarrita espressione rivolta verso il Cielo, la Protezione Divina per la Maternità di Maria dalla Cattiveria del Mondo mentre l’altro triste muso rivolto verso lo spettatore richiede invece il coinvolgimento dell’intera Umanità affinché si responsabilizzi e combatta la Corruzione e i Peccati compiuti dalla Chiesa Stessa.

Il Signorelli ha depositato nel suo Quadro una Sua Profonda Personale Preghiera che certamente non immaginava sarebbe arrivata ai nostri giorni.

La pittura nel passato non poteva essere esplicita nelle opinioni se non per quelle dettate esclusivamente dai Committenti Ricchi e Potenti. Quelle di Natura Religiosa erano espletate prettamente dalla Chiesa Romana mentre le politiche dai vari Regnanti, Imperatori, Duchi e Principi.

Il tema era quasi sempre politico/religioso e il pittore sviluppava la richiesta al meglio della sua tecnica dipingendo la bellezza perché attraverso di essa non si sbagliava mai ed era facile affascinare il cliente ma bisognava stare molto attenti a non uscire troppo visibilmente fuori tema o a prendere iniziative “contro corrente”.

Dobbiamo immaginare che i grandi pittori fossero una categoria a contatto stretto con i VIP e che per questo riuscivano oltre a conoscerli personalmente, anche a carpirne la vera naturale personalità. La splendida Annunciazione di Volterra del 1491 ha nascosto tra le piume di un pavone attraverso i secoli quello che il Signorelli griderà poi al Mondo Intero senza più veli nel Giudizio Universale della Cappella di Orvieto nel 1504, l’esigenza di una Umanità senza Peccato.

E’ stata un’esperienza stupenda vivere intensamente la mostra al MAEC del Signorelli, le ripetute visite mi hanno consentito di studiare e riconoscere persino gli interventi dei suoi collaboratori nelle importanti tavole. Nelle altre sale del Museo sono infatti esposte delle opere della sua scuola dove si riconoscono facilmente i cartoni “signorelliani” dell’uomo con il turbante e la tipica iconografia dei volti come anche alcune pose delle mani non sempre ben riuscite.

Questi giochi saranno possibili anche dopo la chiusura della mostra perché il MAEC conserva perennemente molte opere di Luca Signorelli e della sua Bottega.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ott 12

2023

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BULLISMO Regole Sconosciute ai Ragazzi

Un video trasmesso al TG: un gruppo di ragazzine aggrediscono a calci e pugni una compagna perché non aveva fatto copiare un compito.

Un altro video: una decina di sconosciuti incappucciati si infiltrano nel Liceo milanese Leonardo ad una festa e con lo spray al peperoncino provocano violenza, risse, guerriglia urbana.

Ancora: fanciulli costretti a cedere le loro scarpe firmate, l’orologio, il cellulare o la paghetta ai bulli che incontrano in classe tutti i giorni.

Una Vita d’Inferno per gli adolescenti.

Proviamo a tornare indietro nel tempo per cercare di ricordare le sensazioni, i profumi, le emozioni che vivevamo a 10, 12 e 15 anni. La nostra vita sociale si svolgeva principalmente in classe e i compagni erano il nostro mondo focale dopo quello familiare.

La nostra crescita, le nostre prime esperienze pubbliche, indipendenti dalla protezione della famiglia, le abbiamo vissute proprio in seno alla scuola. Ci insegnavano ad essere fiduciosi, a condividere gli spazi, le letture, i giochi e gli studi.

Imparavamo che dovevamo rispettare le regole per un benessere comune.

Si formavano con le prime simpatie i gruppetti di “amici”, inevitabilmente c’era il ricco invidiato, come lo “sfigato”, ma non era permesso prendere in giro nessuno e chi lo faceva si prendeva una “nota” che era costretto a far firmare da un genitore e allora un bello schiaffone potevi certo aspettartelo.

Ad oggi viene spesso messo in discussione un rimprovero di un professore nei confronti di un giovane che ha persino falsificato la firma del proprio genitore in una nota punitiva perché il “giusto richiamo deve rimanere uno strumento di per sé educativo e perché bisogna fare attenzione a non esagerare nei toni, nei contenuti e nella frequenza con cui si riprende un alunno”. 

Al riguardo c’è stata addirittura una sentenza della Cassazione che si è espressa a favore dell’educatore proprio perché ha mantenuto il rimprovero dentro i “giusti toni” e ciò significa però che un genitore si è recato presso uno studio di un avvocato e lo ha incaricato di procedere contro il comportamento del professore nei confronti del figlio perché lo ha ritenuto troppo pesante.

Ma ci rendiamo conto?

Possiamo ipotizzare che il passo successivo di quel figlio, studente di scuola elementare, probabilmente consisterà in una sua firma falsa su di un assegno bancario!

La vita non si vive come in un film tragicomico!

Ai mie tempi dovevi imparare e scoprire chi sei e in che cosa consistesse vivere civilmente. Dovevi comprendere che esistevano due direzioni, quella buona e quella cattiva e che le Regole non ti avrebbero mai “legato le mani” ma ti avrebbero reso più forte.

Ora Altro Mondo!

I programmi trash in televisione, le fiction che mirabilmente presentano figure di affascinanti delinquenti e criminali, come i post sui social che promuovono un mondo coatto, volgare, fatto di soldi facili, sacrificio zero, con zero sentimenti, condito con tanta cocaina e tutto ciò e ben altro non aiutano i giovani a riconoscere la vita vera!

I giovani studenti “normali”, dove intendo per “normalità” una sana voglia di scoprire e imparare, e magari con nessuna voglia di uniformarsi a degli standard che non sentono, conoscono la persecuzione di una violenza inaudita e non perché non siano intelligenti, ma solo perché sono timidi o un po’ meno belli dei “fichi del Grande Fratello” e in un’età dove non si ha ancora compreso chi sei e come ti puoi difendere comporta grossi traumi.

Purtroppo non sempre le vittime raccontano o denunciano perché sono ricattati dai baby/delinquenti, a volte in casa hanno genitori frustrati da un lavoro faticoso e mal retribuito e che non hanno la forza da dedicare all’ascolto dei figli, così sono soli e immensamente indifesi.

Vite Difficili e non ci vuole molto per comprendere.

Poi c’è la scuola che dovrebbe insegnare a vivere, vigilare e proteggere la crescita giovanile ma non ha i mezzi per contrastare le minacce agli studenti se non quelli “eroici” e pensiamo alla Preside dell’Istituto di Caimano.

Per ultimi ho lasciato “Il Meglio della Storia”: i genitori dei Bulli, Quelli che giocano ad essere più giovani degli stessi Figli; Quelli che i F: non “si toccano”; Quelli che giustificano le sbronze dei F. “del resto lo fa solo d’Estate!”; Quelli che loro stessi non sanno cosa comporti essere genitori perché soffrono di affezione familiare e sociale; Quelli che si stupiscono! “non può essere stato mio figlio!!!!”(ma scusa dove stavi mentre cresceva?); poi, forse i peggiori, Quelli che incondizionatamente danno ragione ai propri F. perché non vogliono rotture di … Pensieri!

Poi ci sono Quelli della generazione dei drogati, delle pasticche prese in discoteca che si promuovono a genitori, ma purtroppo sono solo in grado di insegnare ai figli che ci si diverte solamente sbronzandosi.

Dunque il fenomeno del Bullismo è esploso fra i giovanissimi con una violenza fisica inimmaginabile, una crudeltà psicologica spesa dai coetanei, finti amici e cattivi compagni di scuola, dove i soggetti vengono ghettizzati, esclusi da cene tra amici o piccoli eventi, dispetti, richieste impossibili, sfregi alla persona od ai suoi oggetti, fino ad arrivare all’aggressione fisica.

Naturalmente i bulli sono sempre in Tanti a esercitare la crudeltà contro Una sola Persona.

Questa è la loro “fantastica forza”, da Soli sono il Niente!

I bulli scelgono di maltrattare esclusivamente i soggetti più deboli e fragili del resto sono vigliacchi e a loro “piace vincere facile!”

Ma come siamo arrivati a tale violenza che parte persino dalle prime classi scolastiche?

La Responsabilità è sicuramente dei Genitori ma il supporto del nostro Stato Democratico non c’è stato e non c’è.

Non si applica la Censura e c’è un Organo della nostra Repubblica che finanziamo come contribuenti che potrebbe consentire la visione di quelle fiction solo ad un pubblico adulto. Sono racconti che se ben letti promuovono mondi criminali dove l’indisciplinato è un angioletto, una figura da emulare rispetto ad altre ben peggiori. Alcune sceneggiature tessono trame dove si raccontano di uomini e mondi raggiungibili solo grazie al facile guadano dello spaccio di droga, macchine di lusso, attici con affacci sul Colosseo, donne bellissime e disponibili, tutto fedelmente riportato dalla realtà ma che regie astute, omettono la puzza dello scannato quando non paga la tangente, invece “creano eroi falsi e quasi buoni”.

E’ un sistema subdolo per entrare nei pensieri dei fanciulli.

Il Bullo si può annientare isolandolo, perché lui si nutre esclusivamente della cattiveria che semina nella sua “corte” da solo è Nulla. Probabilmente, vista l’età dei giovanissimi alcuni potrebbero ancora redimersi. Sarebbe miracoloso e possiamo realmente lavorarci, ma non da soli.

Mi sorge un pensiero molto preoccupante: i bulli di oggi diventeranno i padri e le madri di domani, inevitabilmente i loro cuccioli, desiderosi per natura di imparare ed imitare i grandi, finiranno per dilatare e aggravare la situazione come la conosciamo oggi.

Il fenomeno del Bullismo è ancora più vasto da analizzare, ma cominciamo a munirci di amore, sacrificio e rispetto e spendiamo il nostro tempo per “coltivare campi di grano invece di gramigna”.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Set 28

2023

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1523 Muore Luca Signorelli, il Maestro

Il 16 ottobre del 1523 muore il Maestro Luca Signorelli a Cortona e solo un mese dopo il Cardinale Silvio Passerini che governava e dimorava nel Palazzone di Cortona, la sua villa extra urbana, avrebbe diretto anche Firenze per conto di Giulio Medici appena eletto Papa Clemente VII.

Allora ripercorriamo a ritroso alcune tappe storiche e significative della vita del Maestro affinché siano sempre più leggibili le complessità concettuali da lui dipinte.

Il Maestro Luca nel 1482 aveva affrescato nella Cappella Sistina, insieme a Bartolomeo della Gatta, “ Il Testamento di Mosè ” su commissione di Sisto IV: bellezza, matematica geometrica, gusto, eleganza, capacità di narrazione politica e religiosa erano descritti nella regia pittorica dei due maestri.

I soggetti dipinti dal Signorelli sono inferiori numericamente “parlando” rispetto a quelli lavorati dal collega della Gatta ma si distinguono facilmente perché Luca si discosta sempre con decisione e coraggio dalle convenzionali iconografie rinascimentali. Infatti è presente un nudo maschile seduto al centro della composizione con la gamba accavallata con vicino di spalle un altro personaggio in piedi che compie una forte torsione del busto dove, inconfondibilmente, si riconoscono lo stile del Signorelli nel disegnare le gambe i glutei e l’appoggio su di una sola anca. Molti volti e pose delle figure si ripresenteranno da lui dipinte ad Orvieto nella Cappella di San Brizio.

Nel 1527 ebbe inizio il Sacco di Roma ad opera delle truppe imperiali che erano al soldo di Carlo V d’Asburgo composte principalmente dai Lanzichenecchi tedeschi. Erano di prevalente fede protestante, animati da un forte sentimento antipapale, ai quali per altro, era stato negato “lo stipendio” da anni, dunque si presentava una condizione ghiotta per loro per fare bottino.

La Splendente quanto Corrotta Capitale del Papato Cattolico fu devastata e distrutta.

Solo un terzo della popolazione sopravvisse. C’è certezza che nel letto del Tevere sia depositato quella parte del bottino che non fu potuto essere trasportato perché molti degli assalitori morirono di peste insieme ai romani.

Certo il Signorelli non seppe mai di codesta strage perché era già passato a miglior vita quando si compì, ma aveva vissuto, osservato e criticato le cause che avevano alimentato una simile disfatta. Lo testimonia il Tondo Signorelli esposto al MAEC che dipinse fra il 1510/12 dove sono presenti la Madonna con il Bambino con i Santi; Michele raffigurato con la bilancia come pesatore di anime raffigurate con due corpi nudi, un uomo e una donna, destinati uno in Paradiso e l’altro all’Inferno e indovinate a chi è stata destinata la sorte delle fiamme eterne? Alla Femmina Naturalmente! Poi sono rappresentati San Vincenzo e San Marco Evangelista che sorregge il modello della città e Margherita da Cortona senza aureola perché ancora non proclamata Santa, lo sarà nel 1728.

Il tempo scorre velocemente al giorno d’oggi e i 20 anni di quei tempi forse potrebbero corrispondere ad un solo anno di oggi.

Pensiamo allora ad una decina di anni prima della morte del Signorelli quando sempre nella Cappella Sistina Michelangelo Buonarroti aveva completato nel 1512 il suo primo ciclo di affreschi nella volta che era stato commissionato da Papa Giulio II (Della Rovere). In quella stessa sala il giovane Michelangelo studiò l’arte del Signorelli che non si accontentava di disegnare “normali ed eleganti figure”, ma le voleva persino nude. Gli piaceva disegnare da prospettive difficilissime, facce con il cipiglio e tante rughe, sfidava sempre le sue capacità tanto che ritraeva i soggetti di lato, di fronte, di spalle e spesso in piena torsione del dorso tanto che ti aspettavi da un istante all’altro che queste immagini si animassero proprio come una molla una volta appena liberata!

Molti anni dopo venne commissionato al Buonarroti il Giudizio Universale da Papa Clemente VII (Medici) che però morirà prima del compimento dell’opera. Michelangelo studiò per quell’opera Il Giudizio Universale del Signorelli che dipinse per il Duomo di Orvieto nel 1504.

Il Buonarroti consegnerà il suo capolavoro a Papa Paolo III Farnese, tra discordanti e pericolose critiche, quel Papa che convocò poi il Concilio di Trento nel 1545 nel quale fu progettato un profondo restyling della Chiesa di Roma.

Nella storia della vita di un grande maestro come il nostro Luca, esistono tanti “Prima e Dopo” e conoscerli serve per interpretare i suoi quadri che sono enciclopedici.

Non sapere che quando il Signorelli era ancora in vita, nel 1520, Papa Leone X (Medici) scomunicò il teologo tedesco Martin Lutero, un frate agostiniano, perché promuoveva la Riforma Protestante e che ancor prima il 23 maggio 1498 veniva impiccato e poi bruciato sul rogo della Repubblica di Firenze il domenicano Girolamo Savonarola significa non possedere la chiave di decodifica di tutte le sue opere.

Nel mondo Occidentale Oggi la religione cristiana cattolica è osservata con più laicità rispetto ad allora quando invece era molto dispotica e dogmatica. Grazie a Papa Francesco nei suoi Angelus domenicali fa spesso cenno all’Amore Universale, l’unico sentimento profondo compreso da tutte le Donne e gli Uomini sulla Terra perché il Santo Padre non minaccia gli infedeli ma li ama e li comprende.

Luca Signorelli era colto, ricopriva cariche politiche e diplomaticamente sapeva relazionarsi con Papi e Nobili corrotti, crudeli e privi di scrupoli, ma con la sua enorme energia e creatività sapeva affascinarli, tanto che con la sua fantastica furbizia, era capace di ingannarli rappresentando loro una “commedia nella commedia” superando la censura del tempo … lui ci è riuscito ed oggi ci racconta quelle difficili realtà di allora, non sempre potute narrare nei libri, ma che riconosciute nei suoi dipinti sono ora sotto gli occhi di tutti! Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®