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Ott 05

2025

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Pensiero Creativo

Il Pensiero Creativo ha un valore enorme per l’Uomo.

Persino per raggiungere una scoperta scientifica dove occorrono la competenza, il rigore e il coraggio, se non ci fosse anche una dose di “Pensiero Creativo” il tutto rimarrebbe tragicamente più immobile.

Il mondo principe del pensiero creativo è indubbiamente l’Arte.

Porto l’esempio di un grande capolavoro pittorico di Luca Signorelli e pubblico un particolare del tondo della “Vergine con il Bambino e Santi” (1510-1515) conservato al Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona. Sappiamo quanto, il Maestro a noi caro, abbia donato all’evoluzione del pensiero artistico con i suoi studi laici del corpo maschile e femminile, oli e tempere indimenticabili per pose innovative “fotografate” da lui in torsioni, piegamenti sempre in procinto di dinamiche azioni. Tutti i suoi capolavori hanno dato coraggio e slancio ad opere dai soggetti non prettamente religiosi e sono stati precursori della splendida opera di Michelangelo nella Capella Sistina. In questi capolavori non si legge solo una meravigliosa Bellezza Estetica ma si legge la nuova filosofia dell’Uomo Rinascimentale.

Per la nostra razza è fondamentale dare valore e fiducia alle intuizioni perché offrono il coraggio di sperimentare nuove combinazioni chimiche, differenti calcoli matematici affinché si possano progettare diverse strutture edili, nuovi ponti, molteplici modi di volare e di navigare, per migliorare la nostra vita sulla Terra.

Insomma, così si è sempre sperato!

Nel passato persino nella più tremenda povertà vissuta dagli uomini e le donne nei Sassi di Matera, se non avessero avuto Pensieri Creativi, non avrebbero potuto sopravvivere. Ricordo come la visita all’interno di quelle che furono abitazioni fino agli anni ”60, mi lasciò meravigliata e commossa. Al tempo ascoltai dalla guida la narrazione di una tipica giornata di vita di quelle famiglie direttamente dall’interno di un sasso oramai disabitato, ci disse solo alla fine dell’intrattenimento che ci era nato e cresciuto. Con la gestualità che avrebbe fatto invidia ad un attore consumato, ha scandito metro per metro le azioni che si compivano di fronte ad un recesso dedicato alla pulizia personale, in un altro antro mimava i gesti del nonno mentre si specchiava, spiegava quello che rappresentava il ricovero delle bestie, delimitava l’area del braciere come quello della cisterna. Le sue parole esprimevano l’amore per il ricordo di intimità familiari ormai perse. E’riuscito a ricostruire come in 3D le scene, tanto da emozionarmi per il senso di nostalgia evocato.

La guida, con il suo Pensiero Creativo, ci ha fatto viaggiare nel tempo e comprendere.

Ma il nostro stupore ha superato persino le nostre aspettative perché ci ha con orgoglio insegnato che la povertà può essere una condizione, ma la dignità eleva l’ingegno di qualsiasi uomo, anche quello con meno mezzi e così ci ha spiegato il significato della nobiltà della civiltà contadina che nulla getta, nulla spreca. Superlativo è stato il lavoro di ricostruzione dei suoi avi nei sassi. Questi antri abitativi, scavati nella morbida e calda roccia con piccoli pezzi di ferro appuntiti o solamente con rocce acuminate come facevano gli uomini preistorici, presentavano soluzioni architettoniche ecosostenibili degne del grande architetto Gaudì di Barcellona. Si scavava con l’inclinazione verso il basso del pavimento e del soffitto scalettato, per consentire di poter far entrare il più possibile la luce al suo interno (spostavano lo Zenit!) e per bucare le eventuali bolle di gas derivate dalla fermentazione del mosto, si creavano sul soffitto delle sporgenze rocciose angolari e per un ricircolo virtuoso e rinnovabile dell’aria si creava un buco in basso confinante con l’esterno.

Pensiamo dunque come sia addirittura fondamentale e necessaria la creatività spesa dall’Uomo per migliorare le più estreme condizioni di vita.

Il Mondo, abitato dai popoli cambia nel tempo, perché nel Bene e nel Male l’Uomo Vivo è curioso e crea nuove soluzioni che lo possano rendere sempre più bello, sano e felice, perlomeno apparentemente, perché la creatività deve essere comunque gestita dal buon senso.

Se poi pensiamo al Maestro Gino Severini ed ai suoi colleghi futuristi che con il loro radicale ed audacissimo fanatismo hanno sprigionato energia e visioni premonitrici persino nella comunicazione pubblicitaria oggi fonte di Massima Economia, allora possiamo renderci conto quanto valore può possedere un Pensiero Creativo.

Interi network basano il loro business milionario sulla vendita di prodotti attraverso la pubblicità che viene trasmessa con gli spot, ma è anche inserita con abilità creativa nei telegiornali, nelle fiction, nei talk show.

Tutto si Vende e si Compra con metodi e modalità dettati da Pensieri Creativi che smuovono Miliardi.

Sono solo pochi esempi che però aprono un mondo di altri Pensieri Creativi!

Allora tutte queste idee ed energia come possiamo spenderle in positività?

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Set 19

2025

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L’Ultimo Cavaliere Stefano Andreoli

Chi è Stefano Andreoli? Un conduttore radiofonico, uno scrittore, un autore televisivo, Uno degli Ultimi Cavalieri che spendono le loro parole a favore delle donne e che “c’azzecca” con Cortonamore.it?.

Allora Leggete!

Quando sono in casa o in macchina, tra una lavatrice, una veloce risposta ad una email, una girata al minestrone o in coda sul GRA o in viaggio per arrivare a Cortona, seguo da anni, con piacere e curiosità, gli interventi radiofonici di Stefano Andreoli.

Nel suo “Il Geographic” all’interno del programma Bonjour Bonjour in onda dalle 7,00 alla 10,00 su Radio Monte Carlo offre dei “flash raccontati” sugli argomenti più disparati come i Dialetti, i Mondiali di Calcio, l’Invecchiare, le Mance al Ristorante…

Quella mattina raccontava: “ App d’Incontri”

“ Lo dicono tutti: conoscere nuove persone è diventato estremamente complicato.

Cambiano i tempi … Oggi c’è molta diffidenza verso il prossimo. Soprattutto da parte delle ragazze … Quante ne abbiamo fatte, noi maschi, nella storia? Le cose che sono successe nei secoli, ce le portiamo tutte sulle spalle … è ovvio che le donne abbiano diffidenza verso gli uomini. Per me è incredibile che nel mondo esistano ancora donne che accettino di uscire con gli uomini. Di salire sulle loro macchine, di entrare da sole, di notte, nelle loro case. Mi verrebbe da dire: Ma com’è possibile, ma siete matte?  Ma non li leggete i giornali?

E qua noi maschietti che ci lamentiamo del fatto che approcciare una donna è diventato molto difficile, dovremmo fare un minimo di autocritica …

Secoli in cui le donne, di fatto, erano proprietà prima dei loro padri, e poi dei loro mariti. Senza dimenticare che esistono – ancora oggi – società in cui alle donne non è permesso fare cose che noi consideriamo ovvie: ballare, cantare, mostrare il volto, uscire da sole… persino parlare. E quindi è ovvio che ci sia un po’ di diffidenza. Anche verso le app di incontri.

All’inizio, sì, forse, magari funzionavano… poi ora si sono riempite di sciroccati. Gente strana. Allupati, truffatori, o tutt’e due le cose. Insomma, internet non sembra più il modo migliore per conoscersi. Su internet è troppo facile far finta di essere chi non si è! E allora… come si fa a conoscersi? …”

Dunque Stefano Andreoli in questo testo non si esprime con la levatura di Dante Alighieri, del resto non gli è neppure richiesto, allora cosa mi ha colpito? Come donna e come mamma prima ancora che da giornalista mi ha centrato per l’attenzione che dedica a noi donne, al nostro difficile vivere quotidiano, di quanto siamo timorose nel prendere un treno temendo un’aggressione, la paura che abbiamo nel passeggiare sotto casa dopo il tramonto, il piacere di gustarci un drink in un bar dopo una giornata di lavoro …  

Andreoli non formula pesanti accuse, non usa parole scandalose o espressioni violente, fa una narrazione breve, del resto il suo è un testo radiofonico, dalle frasi sincere condite dalla spontaneità, quello sfogo che potrebbe raccontargli una sua amica e lui allora sarebbe pronto ad abbracciarla.

Mi è stato di grande conforto apprendere di questa sua iniziativa e cioè che sia partita da un uomo l’idea di comunicare attraverso una importante emittente radio i forti disagi che vivono ancora al giorno d’oggi le donne Occidentali e Orientali. Semplici frasi ma dritte al cuore di chi ci vuole proteggere.

I miei suoceri si sono conosciuti nel dopoguerra in tram e vantano ben 4 pronipoti, i miei genitori si sono conosciuti in una gita in pulman al Terminillo e vantano 4 nipoti.

Oggi non sarebbero incontri raccomandabili per le nostre figlie!

Andreoli scrive per passione, penso che da bimbo prima di camminare abbia “scritto con la parola” e non lo fa per scandalizzare ma per analizzare e raccontare fatti e favole, che hanno il sapore della verità.

Non è vanitoso ma è orgoglioso della sua conoscenza perché è lo strumento migliore che ha per cantare le sue storie con originalità politica. Lo fa a modo suo con un inconfondibile buon umore e gli ascolti lo premiano sempre! Sa farsi accogliere in auto, al lavoro, nei negozi, nei piccoli studi professionali, del resto siamo tutti bombardati da colossali negatività tanto da essere assetati di freschezza ed onestà intellettuale.

Provate a seguire su internet Stefano Andreoli.com e ad ascoltare gli ultimi 5 minuti del video del monologo, sono un bell’esempio di buona vita, da lui fortemente consigliato.

E’ la sua vivacità pacata a colpirmi per come espone i suoi contenuti profondi e sensibili che però non mancano mai di un fondo di allegria (quando è necessaria e mai irrispettosa). E’ leggero, non appesantisce mai i concetti e le sue ultime gag ironiche “lasciano sempre all’ascoltatore l’ultima battuta” e le legittime considerazioni.

Sono state proprio le sue riflessioni gentili e comprensive sulle donne a colpirmi perché è proprio dal mondo maschile che devono arrivare questi importanti segnali.

Non è fondamentale conoscere i numeri statistici di questi consensi ma è necessario aumentarli velocemente, perché il mondo occidentale ha avuto magnifiche idee di sviluppo democratico tra le popolazioni ma purtroppo ha peccato di presunzione inquinando artificiosamente i rapporti tra gli esseri umani che hanno sempre meno capacità e possibilità di dialogare con amore.

Allora l’articolo desidera manifestare la mia gratitudine come donna all’autore del pezzo e sottolineare come sia importante ed educativo per la società il diffondersi di simili messaggi.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Ago 26

2025

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Pittori e Scultori al Piccolo Teatro

Una Via in Salita per scoprire un Paese in Pietra Antica, una Via in Discesa che si apre sul Mondo Intero. Questa è Via Guelfa in Cortona.

La sede della Compagnia del Piccolo Teatro della Città di Cortona si trova proprio fra queste correnti ascensionali e i Soci del Piccolo hanno organizzato una Mostra di Pittura e Scultura con le loro stesse opere per conoscersi e per scambiare anche con le Comunità Cortonese e della Val di Chiana, quella “energia positiva” di cui tanto si parla ma della quale “si fa poco uso”.

Ma come è possibile che degli attori, uomini e donne con la passione della recitazione possano cimentarsi nel disegno, nelle pitture ad olio, nelle sintesi figurative a collage, nelle fusioni a cera o in accademiche e perfette illustrazioni a china e raffinati acquarelli?

Allora pensiamo ad un foglio bianco, una grande tela, poi immaginiamo l’artista che si trova di fronte ad una scenografia ancora inesistente, ma dentro di se avverte il desiderio di esprimere la sua energia, le sue idee e la sua prorompente emozione quando le riconosce dentro di se. Così con coraggio, passione e amore si mette a nudo e si schiude al mondo.

Un tempo scrissi per descrivere il Disegno: Guardando un foglio .. Partii dallo spazio infinito e lo immaginai nel bianco di un foglio .. Piccolo, Grande che sia stato aveva la capacità di ospitare migliaia di punti neri e, loro insieme, potevano comporre disegni musicali infiniti. L’avevo presa come un’avventura da compiere per la ricerca dell’armonia e dell’equilibrio tra gli oggetti da rappresentare. Poi mi sono accorta che erano le fotografie dei pensieri nella mia mente.”

Dunque tutti noi del Piccolo, il nostro Presidente Mario Parigi che ben ci rappresenta e unisce, la nostra brava Organizzatrice Donella Baccheschi siamo lieti di condividere questa Mostra all’interno ed all’esterno della Comunità Cortonese come un inno alla Libertà di Pensiero. Questa seconda Edizione è dedicata ad un grande amico del Piccolo lo scomparso Giovanni Fumagalli, un artigiano del legno, talmente bravo e poetico nel trattare le varie essenze da elevare ad arte i suoi preziosi decori.

Negli anni “80, quando venivo in visita a Cortona, già dalle prime volte venni catturata dalla bravura di questo uomo, chiuso emotivamente al pubblico, ma aperto con amore e passione al suo lavoro. Nella sua bottega in Via Dardano sfidava con il suo respiro e la pelle delle sue mani, le inalazioni degli acidi e i vapori degli oli per schiarire, colorare, curvare il legno.

Oggi sarebbe bello poter educare i nostri giovani a questo sensibile e sofisticato artigianato ma è difficile in un mondo dove “il tempo è denaro” e nel quale non vengono contemplati i meriti.

Allora noi Soci della Compagnia del Piccolo Teatro della Città di Cortona siamo Attori, Artisti e Creativi colmi di fantasia, amore e buona volontà e, a volte, sfidiamo l’Utile per scegliere l’apparentemente Inutile!

La Cerimonia di inaugurazione ci ha visti riuniti a presentarci gli uni agli altri, liberi di raccontarci ed abbiamo avuto l’onore istituzionale di avere presente il Sindaco di Cortona ma prima ancora era presente l’uomo Luciano Meoni, che si è amabilmente calato nella nostra creativa atmosfera. Grazie per averci ascoltato con curiosità ed interesse fino alla fine!

Il Prof Amedeo Vito Cozzi Lepri nostro esimio regista, al quale ci affidiamo per qualsiasi consiglio, ha curato la presentazione della dedica a Giovanni Fumagalli, ricordando non solo il suo valore artistico, ma l’uomo, l’amico, lo scrutatore dell’anima. Infatti, era noto per le sue sintetiche e fulminanti battute sulle persone che incontrava o le varie situazioni che viveva. Era un uomo libero di spirito e di parola.

La Donella Baccheschi, da perfetta padrona di casa ha presentato con ironia e gentilezza i partecipanti invitando tutti a raccontarsi.

Azelio Cantini ha dedicato una poesia, una dolce e tenera preghiera al Fumagalli, accompagnato alla chitarra dal bravo Daniele Bellaveglia che ha curato con delle belle canzoni tutti gli intervalli dell’evento. E’ stato un momento veramente molto commovente.

Mario Bocci attore dalle battute inimitabili, di fronte al ricordo doloroso dell’amico non è riuscito a parlare, ma le sue lacrime sono state la sua prosa. Va sottolineato che è un vero artista della pittura ad olio e chissà come la sua storia sarebbe stata diversa se avesse scelto il pennello come carriera amatoriale al posto della sua brillante recitazione. Già perché non dimentichiamoci che ognuno di noi nella vita ha svolto tanti mestieri diversi spesso molto lontani dall’essere creativi. A seguire è stata chiamata sua moglie Anna Maria Spera che con i suoi ritratti ad olio sfida le più sofisticate e realistiche fotografie.

Jole Crivelli è una bella signora che si presenta sul palco carina e leggiadra come i suoi quadri che sono veramente fantasiosi. Ogni opera è una fiaba dai decori e colori freschi e allegri, un vero soffio primaverile. Teresa d’Ippoliti una figura preziosissima all’interno del Piccolo perché oltre ad essere una bravissima truccatrice, risolve tutti i più incredibili problemi scenografici e di costume in teatro, dipinge con gioia sua e nostra, fiori e frutta dai colori luminosi e le sue opere, sono un vero e proprio inno alla vita. L’architetto Lucia Lucchini è una professionista del disegno accademico e una maestra nell’acquarello che ha portato in mostra quattro opere commissionatele in passato  dal Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona. Tommaso Musarra è un pittore, scultore e ceramista, è di pregio la fusione che ha presentato in mostra “l’Arlecchino alla maniera di Severini”.

Poi a seguire è intervenuto il nostro Presidente Mario Parigi un uomo di cultura e passioni molteplici, sapiente storico e musicista che nell’ultimo anno sta dedicando persino molto impegno anche alla pittura.

Un complimento non mi deve sfuggire al bravissimo pittore Franco Sandrelli che oltre a dipingere luminosi scorci di Cortona rappresentandoli in modo indimenticabile, ritrae maestosi cavalli che con la loro corsa e la chioma al vento sono fonte di vitalità.

Ieri sera, uscendo dalla sede della mostra, avevo bisogno di riordinare le idee, lo faccio sempre camminando e mi sono ritrovata nella luce del crepuscolo ad osservare le decise pennellate di luce sulle tegole rosa del Sandrelli. E’ stato Emozionante perchè mi sono sentita dentro un suo quadro!

Cari Lettori e Amici c’ero anch’io con un’opera in mostra, ma non posso rischiare un’accusa per “conflitto d’interesse” Naturalmente scherzo! Esprimo invece il piacere che dona all’anima la partecipazione a questi incontri. La costruzione condivisa di un lavoro, gli scambi di esperienze dove all’interno si sviluppano nuove idee magari per le prossime edizioni e noi del Piccolo siamo pronti ad accogliere i nuovi Soci con lo spirito libero che ci distingue.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Lug 09

2025

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Cortona E’ un Concerto

Cortona raccoglie in un felice concerto di convivenza una moltitudine di persone provenienti da tutte le parti del mondo. Sono di tutte le età, donne, uomini, bambini, ragazzi e fanciulle, persone semplici e professionisti di alto profilo che passeggiano ed osservano la pietra sotto i loro piedi, i vicoli stretti ed in salita, si incuriosiscono delle piante dei capperi fiorite, delle tante chiese museo che possono visitare gratuitamente.

Cortona sa accogliere, in verità tutta l’Italia lo sa fare con generosità.

Dunque pensate come nella crescita di un bimbo possano rimanere impressi i primi viaggi all’estero e proviamo ad immaginare cosa conserverà nei ricordi con la sua libera fantasia. Si divertirà a ricordare i giochi e gli amichetti incontrati al Parterre e sicuramente avrà provato a toccare l’acqua della fontana abitata da quei Grandi  Pescioni!

Non tutti gli stranieri provengono da metropoli eleganti e sofisticate, molti trascorrono le loro vite in paesini sperduti del Minnesota, dell’Arizona … case prefabbricate in altrettante cittadine dove il mattone più antico risale all’800, del resto l’America è tanto altro oltre New York. Vediamo Cinesi o Giapponesi, Argentini, Indiani … Veramente Cortona ha il privilegio di incontrare il Mondo in casa propria. La Pietra Serena Millenaria di Cortona suscita miracoli di emozioni per chi vive il resto dell’anno in un soffocante appartamento cittadino, lontano da parchi e immerso in spianate di cemento ed in questo particolare momento gli alberi, il verde donano una preziosa frescura.

A Cortona sono spesso organizzati dei piacevoli Concerti dove le stesse sedi meritano gli interessi artistici: il Teatro Signorelli, il Chiostro del Centro Congressi di Sant’Agostino, il museo del MAEC, la Chiesa di San Domenico. Sono sempre molto frequentati e apprezzati soprattutto se organizzati in modo da non sovrapporsi con altri appuntamenti culturali.

Spesso accade ed è un peccato. Vero che non siamo perfetti, ma piacerebbe accorgermi che le varie associazioni cortonesi, soprattutto quelle di diverso orientamento politico, imparassero a dialogare e collaborare.

Ultimamente ho assistito al teatro Signorelli ad un concerto di musica da camera di ottimo livello organizzato da NUME Festival. L’attore principale dei tre brani esibiti era il violoncellista Steven Isserlis che si è esibito nella composizione di Johann Sebastian Bach (1727) nella Sonata per viola in sol maggiore, BWV (1027) con il pianista Boris Kusnezow, poi il concerto è proseguito sulle note di Maurice Ravel che la compone dopo la Prima Guerra Mondiale, la Sonata per violino e violoncello in do maggiore, M73 con il violinista Vlad Stanculeasa, fondatore e direttore artistico di NUME Academy & Festival. La raggiante serata si è conclusa con il romantico Franz Schubert Quintetto (1819) “ La Trota in Do Maggiore, Op.114,D.667. Il bravo Steven Isserlis suonava un violoncello del 1740 del liutaio Domenico Montagnana, veneziano di adozione. In verità i solisti suonavano tutti strumenti settecenteschi perchè spesso i musei, le fondazioni e molti privati danno in uso questi preziosi elementi ai meritevoli artisti perché queste particolari creazioni artigianali soffrono se non utilizzati e si tarlano facilmente. Nel meraviglioso quintetto si sono distinti per bravura il violista Ettore Causa e la brillante violinista Stella Chen. Tutti, come il contrabbassista Luis Cabrera che ha iniziato a suonare il suo strumento all’età di 10 anni e dal 2024 è primo contrabasso dell’Orchestra Sinfonica di Barcellona (OBC), girano il mondo come concertisti e per prestigiosi incarichi didattici presso Accademie ed Università sparse nella nostra Terra. E tutto ci riporta a Cortona che Ospita il Mondo. In platea infatti il 60% dei presenti erano stranieri.

I pezzi che hanno rappresentato raccontavano le evoluzioni della moda e del costume delle epoche e del gusto ma soprattutto i pentagrammi esprimevano i pensieri rivoluzionari di allora che accompagnano sempre in ogni era l’Uomo.

Un concerto musicale come quello al Signorelli genera energia e fantasia positiva.

E questo fatto ci porta ad una buona considerazione quella di saper attrarre il turista di qualità che rispetta la nostra cultura e il desiderio di Arte che circonda noi italiani fin dalla nostra nascita.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Giu 06

2025

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Invito a Città di Castello

Luca Signorelli con il suo “Martirio di San Sebastiano” (olio su tela 1498 circa) conservato nel Palazzo Vitelli nella Pinacoteca Comunale di Città di Castello ci invita a vivere una forte emozione.

Trovarsi di fronte ad un capolavoro che suscita forti sentimenti a tutte le donne e gli uomini “nei secoli e dei secoli” porta l’essere umano ad abbracciarsi in una comunione ritrovata e primitiva, essenziale e sempre più preziosa come un bicchier d’acqua.

Partendo da Cortona in una bella giornata di sole si vive in auto una piacevolissima gita dove la vista del verde dei boschi e dei campi coltivati cattura e rasserena l’animo. Le strade sono facilmente percorribili (lo noto con piacere da romana!) e in meno di un’oretta ci si ritrova in una cittadina umbra in pietra e cotto, pulita ed ordinata.

Il museo si trova proprio vicino ad uno dei varchi nelle mura antiche ed offre un percorso tra Capolavori di varia grandezza. L’accoglienza è delle migliori.

L’edificio è elegante con la facciata impreziosita da grottesche graffite da Cristoforo Gherardi e bottega su disegno di Giorgio Vasari e si affaccia su un bellissimo giardino all’italiana.

In questo luogo sono facili immaginare le carrozze trainate da cavalli maestosi, trine, pizzi e broccati di seta, anche se un tempo mi dicono fosse un generoso orto.

All’interno le sale presentano belle pitture decorative e le opere esposte stupiscono per la loro importanza: Spinello Aretino, Neri di Bicci, Botteghe di Domenico Ghirlandaio e di Andrea della Robbia, Cola dell’Amatrice, Raffaello Sanzio, il Pomarancio ….

Quello che mi ha rapito è stato il “Martirio di San Sebastiano” perché ho sentito di rincontrare con gioia un vecchio amico. L’opera infatti era stata scelta come immagine della locandina della Mostra ai Musei Capitolini di Roma dedicata a “Luca Signorelli e Roma e Oblio e Riscoperte” che naturalmente ho visitato con passione nel 2019.

La mostra celebrava particolarmente la comprensione che aveva avuto il Signorelli riguardo la potenzialità espressiva del nudo in pittura. Sono noti i suoi corpi dipinti con grazia e dinamicità, essi hanno donato al Rinascimento un enorme contributo con la sua unicità e conosciamo l’ispirazione che hanno generato persino in artisti come  Michelangelo e Raffaello incontrati mentre lavoravano in Vaticano.

Luca Signorelli nasce e muore a Cortona ma c’è un “Suo Durante”, una meravigliosa esistenza vissuta in compagnia della sua ineguagliabile Arte che si è sviluppata nelle regioni delle Marche, della Toscana e del Lazio e in città come Firenze e Roma.

Di lui scriveva Giorgio Vasari: “Fu Luca persona d ottimi costumi, sincero et amorevole con gli amici, e di conversazione dolce e piacevole con ognuno, e soprattutto cortese a chiunche ebbe bisogno dell’opera sua e facile nell’insegnare a suoi discepoli. Visse splendidamente e si dilettò di vestir bene; per le quali buone qualità fu sempre nella patria e fuori in somma venerazione”.

Viveva agiatamente, da vero Signorotto, oggi diremmo come un eccellente borghese ma ciò non indebolì la sua vena creativa perché era bravo in pittura e imparava umilmente dai suoi stessi errori, si correggeva ancor prima che il suo Maestro Piero della Francesca glieli indicasse.

Il Signorelli dipingeva corpi atletici sempre in pose molto studiate e presentate con naturale eleganza. Il nudo era la figurazione prediletta che usava per raccontare l’Uomo Rinascimentale e il Davide di Donatello che ha potuto ammirare personalmente a Firenze nella casa dei Medici, ha ispirato la muscolatura levigata e slanciata dei suoi uomini imitandone anche a volte la languida rilassatezza. Persino in soggetti dolorosamente drammatici come nel Martirio di San Sebastiano è evidente come il sentimento del dolore sia posto dall’artista in secondo piano rispetto alla bella composizione architettonica disegnata dei corpi del Santo e dei suoi aguzzini. Amava anche rivisitare la Classicità dandole personalmente più intraprendenza e azione e sempre nel “Martirio di San Sebastiano” si ammirano le citazioni pittoriche dell’Archeologia dell’Antica Roma Imperiale collocate tra paesaggi e scene urbane.

Sempre nel medesimo museo è esposto un altro suo capolavoro da poco restaurato dipinto nel 1516 insieme alla sua bottega “Vergine con Bambino e Santi Francesco, Bonaventura, Luigi di Tolosa, Antonio di Padova, Cecilia, Chiara, Caterina ed Elisabetta d’Ungheria (olio su tavola cm 305×202)

L’opera è un tripudio di fiori e colori, corone, aureole e pagine di carta preziose, stoffe tessute a telaio con fili d’oro ed emana una ricca musica celestiale. E’ un grande capolavoro dedicato alla sacralità religiosa quasi barocca per sontuosità e vistosità.

Proseguendo la visita risulta interessante anche la collezione di arte moderna del ‘900 che presenta artisti del calibro di Giorgio de Chirico, Carlo Carrà, Mario Mafai, Filippo de Pisis, Gerardo Dottori … Una interessante e ricca esperienza da ricordare e rammentare per rivivere anni passati dove la storia degli uomini è raccontata attraverso i dipinti, le sculture, gli affreschi e i reperti archeologici.

Dunque i capolavori hanno dei padri, dei figli e dei fratelli perché le idee si mescolano, si fondono e si scindono per rigenerarsi in altro e fino a che ci sarà vita umana su questa terra, questo processo affascinante non si fermerà mai e donerà sempre Stupore.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Mag 25

2025

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Museo al Binocolo

Nelle opere museali esistono capolavori che meritano di essere ammirati e studiati per la loro bellezza, per i pensieri che ci evocano e per le curiosità storiche che ci svelano.

Attraverso i loro racconti veniamo facilmente trasportati in altre epoche.

Sono tanti i fattori che ci attraggono in un museo quanti sono i nostri desideri di conoscenza e poi questi ambienti oggi sono proprio progettati affinché il visitatore si senta a proprio agio e possa contemplare al meglio i preziosi in esso conservati.

La visione d’insieme di un’opera ci da molto, ma, ancora di più, quella della scoperta di alcuni particolari perché proprio essi svelano dei segreti ben nascosti anche se, in fondo, sono palesemente sotto gli occhi di tutti.

Alcuni artisti tra i più famosi, proprio perché potevano frequentare i Potenti dell’epoca, celavano dietro la loro arte anche attività politiche e di spionaggio e spesso non mancavano di veicolare messaggi proibiti tra il popolo.

Vi farò solo pochi esempi perché lascerò a voi il divertimento attraverso le vostre future visite museali di individuare altri misteri!

Dunque nel Platonico Rinascimento, dove interi testi enciclopedici potevano essere racchiusi in una sola pala d’altare, durante la passata visita della mostra che il MAEC ha dedicato al Maestro Luca Signorelli, mi sono soffermata ore a guardare le opere in giorni diversi e sempre da varie angolazioni, fino a scandagliarne il più piccolo particolare e poi, all’improvviso, ho notato che sulle ali dell’Angelo dell’Annunciazione di Volterra, il Signorelli aveva dipinto due musi di scimmia. Una rivolgeva lo sguardo stupito verso il Cielo mentre l’altra guardava l’immaginario spettatore con tristezza e stupore. La prima domandava a Dio com’era possibile osservare nel mondo tanta crudeltà e come Lui stesso potesse sacrificare il proprio Figlio per la salvezza dell’Umanità, mentre l’altra scimmia entrava in comunione con il sentimento di impotenza sentito dall’Uomo Comune di fronte alla violenza. Luca era realmente a conoscenza di come si comportasse male la classe dirigente del suo principale Committente, la Chiesa Cattolica, ma il suo Amore Cristiano aveva comunque prevalso sulla sua prudenza.

Nell’arte Cattolica la rappresentazione della scimmia ha molteplici significati come la malizia, l’astuzia, la lussuria, il peccato, la corruzione. L’interpretazione dipende sempre dal contesto in cui sono inserite queste figure, pensate invece che una scimmia incatenata può rappresentare persino la virtù della temperanza! Allora immaginiamo il Signorelli di fronte alla sua opera nascente, giorno dopo giorno incontrarsi con Dio, dialogare con Lui direttamente tra una pennellata e l’altra, e maturare, da cristiano fervente, una potente preghiera di Amore.  Nel 1491 attraverso la “diplomazia dell’immagine” ha invocato la Protezione Divina affinché lo spettatore trovi la forza di combattere i Peccati compiuti dalla Chiesa Stessa. Certo non immaginava che la sua preghiera sarebbe arrivata ai nostri giorni pertinente e attualissima!

Un’altra gestualità interessante gli artisti la realizzano anche attraverso le varie pose delle mani dipinte. Le Mani Parlanti! Del resto la figura di Arlecchino con il volto celato dalla sua maschera nera, è sempre riuscita, attraverso i movimenti delle mani, a comunicate i più molteplici sentimenti!

E’ pur vero che esistono diverse scuole di pensiero riguardo l’interpretazione di un’opera d’arte ma il linguaggio delle dita dei personaggi ha avuto sempre il suo peso per decifrare i più nascosti significati, gli intrecci delle dita per indicare le conversazioni. Al riguardo il Maestro Pinturicchio con la “Disputa di Santa Caterina d’Alessandria” 1492-94 dipinge il dettaglio del pollice e l’indice della mano destra della Santa che afferrano l’indice della sinistra, come a enumerare contandoli sulle dita, i punti chiave della sua fede; spesso riconoscibili sono gli scongiuri di un San Giovanni per presagire minacce imminenti, gli indici puntati invece affermano principi indiscutibili e le mani benedicenti diventano poi fonti di comando.

Per ascoltare la voce dei quadri allora osserviamo attentamente le mani dei soggetti. Chi tiene la mano destra con l’anulare e mignolo piegati significa che sta parlando, se sono più di un personaggio a compiere questo gesto significa che stanno conversando.

Nell’Annunciazione del Beato Angelico che possiamo ammirare nel Museo Diocesano di Cortona l’Angelo Gabriele designa con la mano destra Maria mentre con la sinistra indica Dio, la fonte del Messaggio e del Comando.

Poi ancora ci sono i gesti da decifrare dei corpi dei personaggi raffigurati nelle opere perché la sola collocazione nelle prospettive o in vicinanza di colonne ne spiegavano persino l’importanza.

Per questo quadri come la Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca conservata nella Galleria Nazionale delle Marche nella Città di Urbino ha sempre destato tanta attenzione storica, politica e religiosa. Le scene osservate dallo spettatore lo impegnano in molteplici riflessioni e studi. La caduta dell’Impero d’Oriente con la presa di Constantinopoli da parte dei vittoriosi Turchi segna un “11 Settembre” per la Chiesa Cattolica che sarà costretta a dialogare con altri Poteri per difendere la sua stessa sopravvivenza nel mondo delle religioni e ciò si legge nella scena dei tre personaggi statuari, vestiti con fogge di culture completamente diverse.   

Nei suoi quadri Piero riesce a far percepire l’assenza di aria, colloca i suoi personaggi dipingendo i visi con la pelle del colore della pietra chiara, tanto da risultare statuari, dunque sono in una collocazione metafisica, fuori da un qualsiasi ambiente comune perché lui li vuole dentro la Storia dell’Uomo di Sempre.

Del resto, un buon quadro rilascia sempre la sensazione che qualcosa di impensabile stia per accadere quando lo si ammira per la prima volta perché quando è Arte, quella vera, il suo potere temporale nutre da sempre quello spirituale. Esso non deve mai essere nulla di prevedibile e di scontato, allora e solo allora, può gareggiare per l’eternità terrestre.

Per questo dobbiamo sempre dare fiducia all’Arte.

Ma non esistevano solo le pale pittoriche e i grandi affreschi commissionati per i Palazzi Patrizi o Chiese, nei musei si raccolgono opere più private che custodiscono messaggi di amore. Particolarmente ne amo una della Bottega del Signorelli (tempera su tavola primo quarto del XVI sec.) conservata nella sala grande del MAEC di Cortona.

L’energia dell’amore in quella Madonna Tanto, Tanto, Mamma, è percepibile da chiunque e nello studio delle sue mani è disegnato il triangolo divino sottolineato dal contatto delle sue tre dita e osservate la potenza della prospettiva masaccesca che ne approfondisce il messaggio. Ogni piccolo autore ignoto può lasciare il suo grande capolavoro e il nostro sconosciuto ci è riuscito.

Da allora dovranno trascorrere ancora secoli per arrivare alla sfrontatezza dell’arte surrealista che spesso non avrà bisogno di essere spiegata perché i suoi arroganti artisti sono maestri nel saper aggredire l’intimo dei loro spettatori, loro non si pongono filtri, del resto nel nostro Occidente nessuno rischia la forca per essersi permesso certe libertà! Magari in altri paesi si rischia la tortura e persino la vita ma da noi no!

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Apr 04

2025

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M&M Musica e Radio Folk donano la loro Musica

Sabato 29 marzo al Teatro Spina di Castiglion Fiorentino si è svolta una serata simpatica e piena di allegria grazie alla generosità del complesso musicale degli M&M Medici e Musica insieme alla partecipazione del brillante Daniele Bellaveglia di Radio Folk. Il tema musicale era rappresentato dal “Viaggio” con la Musica Italiana e Internazionale a partire dagli anni “60.

Si può viaggiare nel proprio cuore e in quello delle persone che incontri nella vita.

Ha organizzato l’evento l’associazione Rotary Club Cortona Valdichiana con il patrocinio del Comune di Castiglion Fiorentino, una serata di beneficenza il cui incasso andrà a favore del restauro della Chiesa del Gesù di C.F.

Lo spettacolo, teatro sold out per una risposta solidale dal territorio, è stato amabilmente presentato dalla Presidente del Rotary Club Cortona Valdichiana Eleonora Sandrelli.

Per il complesso dei fantastici M&M Medici e Musica erano presenti Paolo Angori alle chitarre, Piero Angori alla batteria, Giorgio Sgrevi alla chitarra, Marco Margioni alle tastiere, Marco Feri al sax tenore, Francesco Diodato al sax soprano, Carlo Casettari al basso insieme alle belle e brave cantanti Stefania Battaglini e Ilaria Scatizzi.

Un complesso veramente molto amato e seguito nel territorio per la bravura e la generosità perché hanno sempre messo a disposizione il loro tempo libero per cause benefiche. Il sentimento che li anima è l’amore per la musica ed il desiderio di condividerlo con la gente del territorio dove lavorano e vivono con le loro famiglie.  

E’ qualcosa di bello, importante e veramente prezioso per tutta la Comunità perché seminano Gioia e Serenità.

Nascono nel 2012 come un gruppo di medici dell’azienda sanitaria aretina che si sono uniti con la “voglia di fare musica” e negli anni hanno scoperto nel gruppo la forza dell’amicizia.

Sono passati molti anni da allora, ed anche se molti di loro sono oramai in pensione, non è mai mancato l’impegno nel lavoro e il desiderio di essere utili alle persone.

Allora il loro incontro periodico settimanale e a volte mensile, si è trasformato in una fonte rigenerativa personale e collettiva anche dopo ore massacranti spese in ospedale.

Un’unica band musicale di colleghi appartenenti al mondo ospedaliero che quando acquisivano un “esterno”, per la sua bravura di musicista, gli attribuivano allegramente “una laura in medicina ad honorem”!

Si Scherza Naturalmente ed è ovvio che nei concerti di beneficenza sono decisamente fuori luogo giudizi di alcun genere ma spero mi siano perdonati i complimenti a Carlo Casettari per il sentimento profondo espresso nella sua esecuzione della canzone Creuza de ma’ di Fabrizio de Andrè (musica di Mauro Pagani), è stato piacevole riascoltare  “Parigi” cantata dal suo autore Marco Margioni e poi c’è stato un momento emozionante e nostalgico per la canzone “Impressioni di Settembre” dei PFM cantata e suonata dal bravo Daniele Bellaveglia di Radio Folk accompagnato sempre dai M&M tanto che si è chiesto anche il bis!

Tutti, ma proprio tutti, veri artisti consumati!

L’elenco è lungo per riportare i tanti concerti che hanno donato alle varie associazioni. Personalmente li ho conosciuti nel lontano 2016 proprio nel Teatro Spina per il concerto dedicato al ricordo di Fabrizio Meoni, un campione di motociclismo morto durante la Barcellona-Dakar. Meoni senza mai “farsi bello” aveva lavorato, insieme a Padre Arturo Buresti, al progetto della realizzazione di una scuola in un sobborgo di Dakar che oggi porta il suo nome.

Storie drammatiche ma profondamente belle per l’esempio che donano all’Umanità.

Sono sicura però che i nostri medici musicisti conservino i concerti più belli nei loro cuori, quelli improvvisati, suonati e cantati nelle corsie per i loro malati.

Sono proprio Uomini e Donne speciali. Grazie di tutto.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Apr 02

2025

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QUARANTA GIORNI

Le luci dello spettacolo “Quaranta Giorni” si aprono su un piccolo uomo disperato di nome Giona che consuma da solo il suo misero pasto nel suo alloggio di fortuna.

Ha perso tutto dall’ultimo Disastro, si proprio uno di quelli che ci vengono annunciati tutti i giorni al telegiornale: Inondazioni .. Terremoti .. Tsunami .. Frane .. Guerre .. Carestie .. macabre e spaventose regie rubate alla fabbrica del cinema. Terribile Pensarlo invece Pura Realtà.

Giona, l’attore, come prime battute recita “Ninive” di Chiara Arrigoni, l’opera dal quale la brava regista Alessandra Bedino ha tratto l’ispirazione per la regia di “Quaranta Giorni”.

Giona a Dio: ”Io giuro che non ti chiedo più di farmi passare questo odio alla fine mi ci trovo bene ci passo le giornate così è una cosa che mi fa sentire meno solo ma ti chiedo invece solo una cosa … manda giù l’acqua che li spazzi via tutti … che ci liberi si, ci liberi di quell’odore terribile che hanno addosso, plastica scadente profumi costosi corpi sudati che corrono da una parte all’altra verso il nulla … e ci liberi di tutto tutto … Perché è quello che meritano Perché se ci deve essere un mondo dopo questo sfacelo Non è per loro. Sia fatta la tua volontà.”

Dunque quest’Uomo vive la sua disperazione nella periferia di Ninive, una grande metropoli, dove tutti, uomini donne e cose, sono al servizio di un Re viziato e capriccioso e della sua Corte debosciata.

Loro Possono Ordinare Tutto via internet, dal cibo più improbabile, alle droghe, come alle bambole del sesso in carne e ossa.

Tutto messo a disposizione dalla politica dello Schiavismo Volontario un tempo chiamato Lavoro.

Tutto questo apparentemente però, perché anche i Privilegiati sono inconsapevolmente schiavi del Consumismo Plastificato che tutto ha distrutto di umano ci fosse “in giro”.

Non citerò la narrazione biblica del profeta Giona e neppure quella del Nuovo Testamento, ma la presenza leggendaria di un personaggio millenario come il suo, nell’opera della Arrigoni, aiuta a rafforzare il messaggio: dobbiamo riportare l’Umanità nel suo alveo, nella sua terrena dimensione, perché l’Uomo è sfuggito alla sua stessa natura e il suo comportamento sta pregiudicando anche l’esistenza della flora e della fauna sulla terra.

L’incomparabile regia di Alessandra Bedino in “Quaranta Giorni” rappresentata al Teatro Spina di Castiglion Fiorentino, organizzata dalla Pro loco in collaborazione con il Comune esprime, attraverso un lavoro di grande tessitura con la sua “Compagnia Invisibile”, il drammatico disagio dell’Uomo Comune sulla Terra costretto, di giorno in giorno, ad annullare i suoi pensieri, sogni e desideri. La sua piccola esistenza, un tempo colma di poesia è oramai sopraffatta dal potere delle multinazionali che obbligano gli Stati all’assoluta politica consumistica.

E’ storicamente vero che, nascosto dietro la meravigliosa ripresa economica degli anni del dopoguerra, si celava l’inizio inconsapevole della distruzione della razza umana sulla Terra grazie alla spinta forzata del Consumismo fatto tutto di plastica e petrolio. 

L’opera teatrale è una metafora della imminente catastrofe globale. Giona sul palco è un uomo che è stato eletto all’ascolto della Parola di Madre Terra, infatti, la figura di Dio in scena è Donna, ma nonostante il privilegio concesso, anche lui rimane sordo e sfiduciato e non avverte l’urgenza di convincere il Re e la sua Corte alla “conversione” per permettere all’Umanità di salvarsi.

Le luci sapientemente distribuite sulla scena curate da Alessio Rosi, enfatizzano il buon lavoro delle maschere in cartapesta create e dipinte da Carlo Giabbanelli. Gli effetti sonori, le musiche e le scenografie sono curate dalla regista Alessandra Bedino con l’aiuto degli svariati costumi di Norma Angelini la cui fantasia ha dato spessore allo spettacolo creando un unicum. Pensate che i visi dei manichini dipinti dalla Angelini sono dei veri capolavori di realismo pittorico e non posso non menzionare la sua brillante idea della scatola contenitore della “donna oggetto” insieme a tutti gli altri complementi di scena costruiti da lei con materiali riciclati. Una donna ricca di Fantasia! Brava!

Per la verità Bravi proprio Tutti!

E’ una recita al passo con i tempi, i nostri dolorosi tempi. 

La “Compagnia Invisibile” è composta da Stefano Berbeglia, Giuliana Bianchi nella parte del Re, Annalisa Cei, Carlo Giabbanelli, Cordelia Palla, Stefania Salvietti e Giovanni Visibelli nella parte di Giona insieme alla regista Alessandra Bedino.

Sono stati tutti molto generosi e molto coraggiosi perché il tema, quanto mai attuale, risulta anche molto difficile da accettare per il pubblico.

Molti spettatori non desiderano ascoltare la voce della realtà ed allora preferiscono ignorare il Problema, ma quello Rimane, si Consolida e prende sempre più Forma perché non viene Ostacolato.

In verità siamo tutti molto spaventati per ciò che ci potrà accadere, ma voltarci dall’altra parte non mitigherà il futuro che ci attenderà ed allora di fronte ad un lavoro studiato onestamente e presentato con professionalità e spettacolarità ci dobbiamo semplicemente rigenerare di fiducia e gratitudine.

Gli attori della Compagnia degli Invisibili hanno seminato in platea pensieri dall’alto valore del grano e le scomode denunce presentate forse potrebbero risultare salvifiche se comprese dagli uomini per tempo.

La forza del Teatro risiede proprio nell’esercizio dell’introspezione offerta dagli attori alla platea e poi sta a noi spettatori rimanerne arricchiti.

Il Teatro può curare anche le angosce personali e sociali che viviamo, perché condividerle psicologicamente è il primo passo per comprenderle, affrontarle e superarle.

Bravi, Bravi, Bravi e pensare che nella vita gli attori della “Compagnia degli Invisibili” vivono altri mestieri, e allora l’impegno amatoriale per il Teatro li rende ancora più Preziosi.

Speriamo che il Comune di Cortona insieme all’Accademia degli Arditi del Teatro Signorelli di Cortona prendano in considerazione di patrocinare una giornata dello spettacolo “Quaranta Giorni” tratto da Ninive di Chiara Arrigoni con la regia di Alessandra Bedino. Penso alle scuole di Cortona e del Territorio della Val di Chiana, ai loro giovani studenti perché immagino possano trovarlo molto interessante proprio perché riguarderà il Loro prossimo Futuro.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Feb 20

2025

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LA BELLEZZA

Quante volte siamo rimasti stupiti per l’inaspettata quanto potente attrazione provata nei confronti di una persona sconosciuta con un’apparente insignificante fisicità? La sua luce interna ci aveva catturati!

Spesso ascoltiamo: la Bellezza ci salverà?… Ma quale? Quella dei nasi rifatti, degli zigomi pompati come meloni, dei seni gonfiati che sfidano la legge di gravità o la Bellezza della Gentilezza, dell’Ascolto, della Comprensione, dell’Amore verso il Prossimo anche quello più Scomodo e Difficile.

Purtroppo nel “Civile” mondo occidentale è diffusa l’indispensabile moda dell’apparire “Sano e Disegnato” ad imitazione persino di personaggi di alcuni cartoni animati. Per fare un solo esempio: ricordate Jessica Rabbit? Quante ne incontriamo a passeggio?

Penso che sia fallimentare per l’Umanità perseguire questo tipo di Bellezza perché Povero di Pensiero, Pericoloso e Ingannevole mentre dovremo volgere lo sguardo a quella strada illuminata dall’energia dell’Amore che da sempre alimenta l’Esistenza della Natura Umana.

Nel Rinascimento l’iconografia di Simonetta Vespucci, splendida ventenne fiorentina, dipinta platonicamente dal Botticelli nella sua Primavera, nella Nascita di Venere … è stata fonte di ispirazione per gli artisti dell’epoca per rivelare il processo di crescita intellettuale dell’Uomo perché non si limitava ad esprimere solo un bel viso, ma la cura intima che l’Uomo aveva dei suoi Nuovi Pensieri.

Quella Bellezza rappresentata era un manifesto Laico Politico Sociale in quel periodo storico di grandi trasformazioni.

Oggi la ragione di voler diventare belli risiede nel raggiungere e possedere personalmente un potere attrattivo nei confronti dell’altro, magari per dominarlo e non sempre compiacerlo. Una effimera egoistica esibizione fine a se stessa che a volte può rasentare la crudeltà. “Io sono Bello/a e posso tutto, tu sei Brutto/a Sparisci!

Una Bellezza che invece di Curare, Ammala l’Anima e indebolisce l’Uomo terrorizzato inconsciamente dalla Vecchiaia che avanza.

La civiltà e i buoni sentimenti stanno sparendo già dai primi banchi di scuola, le famiglie non insegnano la comprensione, la responsabilità dettata dal coinvolgimento sociale verso l’ascolto per i Brutti e Poco Sani perché il diversamente abile invece di essere protetto e aiutato in famiglia ed in società è spesso bullizzato, poco compreso e sicuramente emarginato.

Allora quando nella serata televisiva RAI dello scorso 13 febbraio c.a. il Festival di Sanremo ha ospitato Dario D’Ambrosi uno dei maggiori artisti d’avanguardia italiani con il suo Teatro Patologico, il mio cuore si è illuminato di amore, perché l’elegante platea e tutti gli spettatori nel mondo, collegati con la trasmissione, avrebbero ricevuto un’inaspettata energia dai suoi “particolari attori” affetti da pensieri e comportamenti di malati di mente.

E’ risultato uno spettacolo brillante, prorompente che ha scosso la nostra intima comfort zone che difendiamo nascondendo le disgrazie umane sotto il tappeto. Per fortuna non tutti sono così ingrati e vigliacchi nei confronti delle persone meno fortunate, ma uno schiaffo sulle nostre facce incipriate risveglia i più addormentati!

Anche la nostra Cortona ha offerto in passato il suo cuore nella prima e seconda edizione del Festival IntegrArs 2018/19 dei “Ragazzi Speciali” della Polisportiva del CAM di Ferretto, nella splendida sede del Teatro Signorelli e questo miracolo è stato possibile grazie alla professionalità spesa da tutto lo staff del CAM, dall’Accademia degli Arditi che ha messo a disposizione il Teatro Signorelli, dal Comune di Cortona che ha patrocinato gli eventi insieme agli sponsor, tutti hanno creato le reali condizioni affinché questo speciale evento sia stato possibile.

In quei due importanti appuntamenti hanno avuto l’opportunità di recitare i Ragazzi Speciali del CAM: i loro occhi hanno visto, la loro poesia è stata ascoltata e i loro gesti ammirati dal pubblico. Hanno scoperto forze da loro ignorate fino a quel momento.

Sono persone che soffrono di molti e diversi disagi fisici e psichici, hanno subito violenze, sono nati deformi, hanno subito incidenti, ma con l’amore e la professionalità delle cure di questo tipo di Istituti hanno la possibilità di realizzare il sogno di vivere al meglio la vita che è stata loro concessa da Madre Natura.

Abbiamo scoperto come queste rappresentazioni diano loro gioia e che alimentino tanto coraggio nelle loro famiglie, spesso lasciate sole ad affrontare situazioni persino impossibili.

Abbiamo necessità di un ritorno alla Purezza e speriamo di poter partecipare ad una terza edizione dello spettacolo Integras nella sede del Teatro Signorelli di Cortona per imparare ancora dalla spontaneità di sentimento dei Ragazzi Speciali del CAM di Ferretto, un uccellino mi ha raccontato che presto questo piccolo sogno si potrebbe ancora realizzare per ridare Gioia e Amore.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

Dic 18

2024

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JOVANOTTI a BELVE

CHI di NOI non ha seguito l’intervista a Jovanotti della Fagnani a Belve?

Il sedici dicembre è stata trasmessa l’ultima puntata della stagione di Belve, una trasmissione di successo ideata e condotta dalla giornalista Francesca Fagnani in prima serata su RAI 2.

I riflettori sono solo due, come le domande e le risposte che si succedono apparentemente su calcolo binario.

Sempre e solo due sono i visi ripresi nei primissimi piani.

Le serate sono uno “special psicologico”, domande intelligenti e le più intime, vengono rivolte democraticamente a tutti i suoi prescelti.

Dunque i suoi ospiti, se hanno l’umiltà di studiare le puntate precedenti, non possono presentarsi impreparati o meravigliarsi!

Dalle prime inquadrature alla Fagnani colpiscono la sua bellezza e la vitalità che trasmette nello splendore del suo sguardo che cattura i suoi ospiti e inchioda gli spettatori fino alla sigla di chiusura del programma. Il suo primo piano è già uno show televisivo e nella trasmissione si confrontano vivacemente e sorprendentemente due personalità: l’Ospite e l’Intervistatrice.

In questo contesto Jovanotti ha raccontato la sua storia di Bambino, di Ragazzo, di Uomo.

E’ una star internazionale eppure tra gli ospiti del programma è stato tra i personaggi che “non si è dato un tono”.

Nel mondo televisivo che è quello dei più costruiti e per definizione “finti”, lui è riuscito a consegnarsi con autenticità.

Complimenti, ha Coraggio da Vendere nel Privato e nel Pubblico!

Con solarità e positività Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha risposto alle domande più insidiose che da Perfetta Belva la Francesca gli ha rivolto. Chi conosce la trasmissione, percepisce subito dallo sguardo della giornalista che sta già “gustando con ghiottoneria” la prossima zampata all’Ospite.

Il personaggio che la Fagnani interpreta in Belve mi ha sempre ricordato uno dei protagonisti di un vecchio film per ragazzi: “il libro della giungla”, Kaa un simpatico pitone desideroso di ipnotizzare e mangiare Mowgli un fanciullo indifeso nella giungla, ma Kaa fallisce sempre per fortuna, invece, l’intervistatrice spesso vince su Maggiorenni Vaccinati.

Anche in questa occasione ha cercato e sperato in un gossip scavando in una vecchia amicizia di Jovanotti con l’attrice Valeria Marini, ma lui, da vero gentleman, ha dichiarato che sono stati “colleghi nei primi anni di lavoro”.

Che Belloooo! Fa sempre piacere scoprire che esistano ancora sentimenti di autentica galanteria in uomini decisamente moderni come è lui.

Per il resto Lorenzo si è raccontato con disinvoltura e semplicità proprio come ci riesce chi è maturato seguendo un sano sviluppo decisamente interessante e creativo.

Sempre con il sorriso la Fagnani lo ha inseguito per tutta la durata dell’intervista con interrogativi sempre più profondi e intimi sul legame con sua moglie, poi sulla malattia della figlia, i suoi rapporti con i genitori e la terribile perdita del fratello, ma lui ha saputo svelare e non svelare del suo percorso di vita, mantenendo salda la sua privacy.

Del resto la Fagnani è sempre border-line nell’incalzare l’intervistato/a, ma sa quando fermarsi e voltare pagina ed è abile nel mantenere un livello intellettualmente alto anche del pettegolezzo.

Il Cherubini è stato uno dei pochi che a Belve ha condotto la sua intervista invece di rimanerne prigioniero.

Bravo! Si vede che aveva studiato!

La sua normalità di essere uomo non ha mai penalizzato la sua genialità artistica e le droghe sono un mondo lontano da lui.

Ottimo messaggio per il mondo che lo segue! Chissà se certi personaggi “molto sopra le righe” non comincino a entrare in “Modalità Jovanotti”.

E’ un cantautore di successo perché si è sempre espresso fin dai primi tempi, con originalità consegnando al Pubblico prodotti all’avanguardia che però conservano sempre molto romanticismo. C’è amore nei suoi lavori. E questo all’Umanità che è stata e che sarà, piacerà sempre!

La sua Curiosità è il suo motore di ricerca. Ha dichiarato che lavora sempre con grande energia e si vede dalle opere che negli anni ha consegnato allo spettacolo.

E’ un Ricercatore della Fantasia più Elegante, la insegue e la fa sua.

Ma la sua particolarità è racchiusa nella sua poesia e si sa che è una cosa sacra e indispensabile per l’Umanità.

Colpiscono il soffio di vita che Jovanotti da alle parole delle sue canzoni.

Lui ha saputo far vibrare le corde della Poesia Universale, complimenti a lui e a noi che sappiamo godercelo.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®