Cortona tutta da disegnare

Cortona tutta da disegnare

… La conoscenza con il centro storico di Cortona avveniva in una bella, fredda, ma assolata mattinata autunnale. Era un sabato e  mentre la mia amica Paola cercava di uscire con difficoltà dallo sportello, stretto tra altre due macchine nella piazzola adiacente Porta Colonia, non mancavo di ammirare la Chiesa di Santa Maria Nuova. Le rinnovavo i miei complimenti, l’avevo scorta il giorno prima con sorpresa, per la sua elegante posizione nel territorio fuori le mura.

“Vieni Roberta, oggi c’è anche il mercatino a Cortona e passeggeremo per le vie della città!” Così, con le mani in tasca e bavero del giaccone alzato, seguivo la mia amica che si infilava sotto un grande arco in pietra. Nel momento in cui avevo attraversato la soglia di Porta Colonia, solida, grigia, antica e protettrice, ero entrata nel “Cerchio Cortonese”. Le mura, ancora oggi, sono percorribili dall’interno e vi lascio immaginare il meraviglioso panorama della Val di Chiana che acquisisci da una semplice passeggiata! Il percorso verso il centro si apriva sul lato sinistro con una piazzetta ornata da una fontanella in pietra. Adoro l’acqua e trovo non ci sia miglior benvenuto per un viandante di una sorsata di liquido fresco e trasparente, anche raccolto dalle proprie mani.

Su entrambi i lati della stradina notavo le testimonianze medioevali nei disegni delle facciate delle case e nei negozietti: una galleria d’arte, una bottega di alimentari che ti restituiva l’odore del pane appena sfornato, un calzolaio, un negozio di pasta all’uovo, una merceria, un bar ristorante indicato con una insegna genuina ”CUCINA TIPICA CORTONESE” dove, in quel futuro che ancora non conoscevo, avrei mangiato il miglior arrosto della mia vita!

La via si infilava nella cittadina con il movimento sinuoso di un serpente, incontravo ancora una macelleria ed un laboratorio di un abilissimo maestro del legno. Era una direttrice quietamente viva.

Ogni tanto mi addossavo alle pareti dei palazzi per far passare le poche macchine dei residenti, alzavo lo sguardo ed osservavo i palazzi nobiliari. Belle le diverse mostre in pietra serena che ornavano i portoni e le finestre: le più ricche, le più vecchie, le più articolate e le più rovinate. In un palazzo trecentesco scoprivo la “porta del morto”, perfettamente restaurata, l’avevo studiata sui libri di scuola e pensavo che il padrone di casa di un tempo l’aveva usata quella “unica ed ultima volta!”

Quella era via Dardano, importante non solo per essere una indispensabile arteria, ma anche per il rilevante nome che testimoniava l’intreccio delle tante leggende e storie che si narravano sulle origini di Cortona. Poi alla Croce del Travaglio si apriva dinanzi a me un ventaglio di immagini, un carosello di colori fatto di bancarelle ed ombrelloni, il vociare allegro di saluti e pettegolezzi cittadini, di donne con buste gonfie di acquisti, di uomini “osservatori” addossati alla parete riscaldata dal sole, di turisti confusi perché indecisi su quale cosa fotografare prima, se il folklore o la maestà del cuore di Cortona.

Il duecentesco Palazzo del Comune, presentava sul lato settentrionale delle notevoli finestre in stile gotico, l’ottocentesco Teatro Signorelli regalava con il suo loggiato un salotto coperto alla città, l’imponente Palazzo Casali, la cui costruzione risaliva ai primi decenni del trecento e tuttora sede del Museo dell’Accademia Etrusca, presentava sulla sua parete laterale, gli stemmi consumati in pietra serena degli antichi Comandanti,”Storie vissute di condottieri duri ed impavidi, di glorie e sconfitte, di alleanze e tradimenti”.

In questo luogo tutte le cose, anche le più preziose, erano offerte alla vista di chiunque per poterne godere. A Cortona il turista si sente subito parte di tutto, l’ama subito per questo.

Di una cosa ero certa, questi luoghi mi affascinavano tanto da non essere soddisfatta di ritrarli solo con la mia macchina fotografica, desideravo disegnarli a matita, per percepire una più profonda ed intima conoscenza con quel posto. Così mi ritrovavo nella cartolibreria “Nocentini” di Ruga Piana a comprare un album ”Fabriano”, il primo di una lunga serie …….

Roberta Ramacciotti

 

2 Comments

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