Esperienze di Teatro

Esperienze di Teatro

A 15 anni quando ero rilassata facevo le scale a due a due, diversamente, quando ero “carica” le salivo e scendevo a tre a tre e con il mio motorino il “Corsarino Zeta Zeta“ piegavo in curva in piazza della Balduina la sera “ingarellandomi” con i maschietti. Allora il mio delirio di onnipotenza mi seguiva ovunque persino nelle aule del liceo artistico dove ero così furba da non perdermi una sola sillaba raccontata dai professori per poterla ripetere alle interrogazioni senza mai dover aprire un libro. Ero una Disciplinata Scavezzacollo! I pomeriggi erano tutti occupati a pulire la candela del mio Morini 50. Come sentii parlare a scuola da alcuni compagni di Teatro Sperimentale praticato in una villa antica nel cuore dei Parioli naturalmente mi precipitai ignara di quello che avrei potuto rischiare! Ero proprio una “Spaccona”, ma mi sentivo già Anna Magnani! Quella sera di tanti anni or sono, la ricordo come fosse ieri, una fresca serata di primavera inoltrata, il tramonto aveva lasciato ancora qualche raggio violaceo nel cielo blu della notte. Le candele illuminavano un luogo indimenticabile, soffitti a volta, capitelli, decori affrescati, il Palazzo era veramente abbandonato, la sua sporcizia vestiva la dimora e non la spogliava certo della sua superba eleganza. Il giardino incolto copriva la nostra occupazione, incosciente di quello di cui sarei potuta giustamente essere incolpata, mi integrai subito nel gruppo di giovani. A quell’età tutto può essere solo più facile o più difficile ma mai molto meditato! Ad Uno ad Uno cominciarono a recitare un brano di una tragedia di Shakespeare, altri declamarono le loro poesie, poi arrivò il mio turno. Annunciai di recitare un pezzo della lirica dei Fiori del Male di Charles Baudelaire, non ne sapevo nulla, mi era stato appena consegnato il libretto da un capellone intellettuale dall’aria molto seria e impegnata che mi metteva una certa soggezione. Difficile, proprio Difficile per me anche solo immaginare cosa fosse … la Timidezza intendo!

Mi posi al centro della sala come avevano fatto in precedenza tutti gli altri prima di me. Allora vestivo perennemente in jeans e giubbetto di Pelle Rossa, avevo sempre i capelli appiattiti dal casco. Ero magra pur mangiando perennemente! Non scorderò mai quel momento della mia vita perché fu il mio Sliding Doors. Mi bloccai al centro di quello che avevamo definito come palcoscenico, il punto focale di un immenso salone con le grandi porte finestre che si affacciavano sul buio giardino. Ero incantata dall’oscurità che mi voleva risucchiare da quei grandi fori, le orecchie mi ronzavano “a mille”, il respiro non passava più attraverso le mie corde vocali. Ero del tutto Muta. Immobile era soprattutto il mio cervello che per la prima volta si stava presentando alla Persona Roberta. Quel Blocco fu Catartico perché “mi mise a nudo” per la prima volta di fronte a me stessa. Mi vidi com’ero, come sarei potuta Crescere e Divenire. In quella frazione di secondo divenni più adulta abbandonai la spensieratezza, sentii freddo e caldo per la prima volta. Dei potenti fari mi illuminarono la strada della vita facendomi rendere consapevole dei miei punti di forza e di debolezza, le mie mediocrità e le mie eccellenze. Non mi piacqui subito. Imparai ad amarmi più avanti ma quell’esperienza mi diede il coraggio di essere finalmente me stessa per come “finalmente” ero riuscita a conoscermi. Respirai per la prima volta il dono dell’Umiltà ed ebbi il coraggio di annunciare a tutti che non ero in grado di esprimermi in una recita. Salutai tutti e me ne andai. Non tornai più in quel luogo, non seppi mai come portarono avanti il loro discorso di Teatro Sperimentale ma per me fu il momento più prezioso della formazione della mia personalità. Ebbi il coraggio di voler bene ai miei Limiti e amare la volontà di Superarli.

Roberta Ramacciotti

 

 

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