FALZANO .. una strage da non dimenticare ..
FALZANO .. una strage da non dimenticare ..
Ripropongo due articoli pubblicati sul giornale L’Etruria riguardo: FALZANO una strage da non dimenticare ..
Presentato nella sede della Provincia di Roma
Il FALEGNAME di OTTOBRUNN
PROCESSO AD UN CRIMINALE DI GUERRA
di Alessandro Eugeni
L’ingordigia di pochi a riscatto del sangue di milioni di persone?
Spero che i morti per le esecuzioni urlino più dei vivi nelle orecchie dei colpevoli.
… Nello spazio della mia stessa rubrica il 15 febbraio scorso annotavo il libro Il FALEGNAME di OTTOBRUNN scritto da Alessandro Eugeni presentato il 28 gennaio 2012 nella Sala Consiliare di Cortona. Lo scrittore racconta, con un atto di verità, di Josef Scheungraber, ex Comandante della Wehrmacht, che durante l’occupazione tedesca in Italia, il 27 giugno 1944, ordinò l’uccisione di 14 persone, prese a caso, tra uomini e donne dai 15 ai 67 anni a Falzano di Cortona. Rinchiuse in un edificio le fece saltare in aria con l’esplosivo. Tutto volutamente premeditato. Nel 1944 furono tante le stragi perché l’Alto Comando Tedesco, non riuscendo a sgominare i partigiani impegnati nella dura resistenza contro il regime, aveva emesso direttive che avrebbero giustificato persino il massacro di donne e bambini. Nel 2006 il tribunale di La Spezia aveva condannato Josef Scheungraber all’ergastolo in contumacia, ma è il giudizio della Corte di Monaco di Baviera a suscitare clamore perché è la prima volta che la giustizia tedesca emette una pena all’ergastolo nei confronti di un ufficiale della Wehrmacht che fino ad allora aveva vissuto libero nel suo paese. In Italia non c’è risonanza per la sentenza, non vengono inviati giornalisti per riportarne la cronaca, solo pochi e molti per propria iniziativa e fra il pubblico c’era Alessandro Eugeni. Il libro è un reportage, vecchio stile. Alessandro si rivela un cronista storico di rilievo e testimonia anche la forte volontà del giovane popolo tedesco, di riscattarsi di fronte alla storia. La lettura cattura l’attenzione, è scrupoloso nell’accertare ed acquisire documentazione. Si astiene dall’emettere giudizi nonostante sia persona emotiva e dotata di una profonda carica di umanità. Riporta dati oggettivi e proprio per questa sua caratteristica il suo testo è adatto alle letture scolastiche, efficace sarebbe tradurlo anche in tedesco. Mi sono chiesta tante volte: come può una persona “normale” cambiare la sua natura mite e perpetuare simili massacri? Un “normale” cittadino trasformarsi in carnefice? Possibile che non si abbia la volontà di trasgredire degli ordini così folli? E se fosse inevitabilmente così, allora: mai dovremo, nel nostro futuro, sfiorare anche lontanamente la possibilità di guerre. Invece accade. In data 27 giugno 2012, è stata scelta la prestigiosa sede della Provincia di Roma per diffondere la conoscenza del libro. Anche per questa occasione erano presenti i parenti delle vittime. Nella sala tutti abbiamo condiviso il discorso del nostro Sindaco Andrea Vignini che è intervenuto insieme al Ministro Plenipotenziario, Friedrich Dauble, dell’Ambasciata tedesca a Roma, Pietro Folena presidente dell’Associazione “Metamorfosi”, il giornalista Christaiane Kohl, oltre l’autore e l’editore. La parole di Vignini sono state illuminanti per la sua capacità di analisi che espone con raffinata dialettica. E’ importante che gli ascoltatori provino interesse nell’assorbire i vari interventi, tutti molto stimolanti perché le persone devono “rincasare” con la voglia di raccontare ad altri. Al sindaco Vignini va anche riconosciuta una particolare sensibilità perchè ha seguito personalmente il processo in Germania. Tutti gli anni con l’Amministrazione Comunale di Cortona organizza una “Cerimonia alla Memoria” sul luogo della strage di Falzano. Sono sue le parole: “La presenza vuole simboleggiare l’attenzione al ricordo”. Ho ritratto sul piazzale d’ingresso della Sede della Provincia di Roma, lo scrittore Eugeni insieme al Sindaco Vignini scegliendo come sfondo “Europa” un meraviglioso bronzo dello scultore toscano Sandro Chia. “Europa” perché è dall’unione sociale e civile tra i popoli che si può consolidare quella politica … Roberta Ramacciotti
I Nostri Morti Vogliono Trovar Pace
I Nostri “ Vivi” …Vivere …
Sabato 28 gennaio 2012 – h. 10:30
La Sala Consigliare del Comune di Cortona era gremita di gente accorsa ad assistere alla presentazione del libro: “IL FALEGNAME DI OTTOBRUNN” PROCESSO AD UN CRIMINALE DI GUERRA di Alessandro Eugeni. Lo scrittore racconta di Josef Scheungraber, ex Comandante della Wehrmacht, che durante l’occupazione tedesca in Italia, il 27 giugno 1944, ordinò l’uccisione di 14 persone tra uomini e donne dai 15 ai 67 anni a Falzano di Cortona. Nel 2006 il tribunale di La Spezia lo aveva condannato all’ergastolo in contumacia ma è il giudizio della Corte di Monaco di Baviera a suscitare clamore perché è la prima volta che la giustizia tedesca emette una pena all’ergastolo nei confronti di un ufficiale della Wehrmacht che fino ad allora aveva vissuto libero nel suo paese. Andrea Camilleri che ha curato la prefazione del libro, apprezza l’onestà intellettuale di Eugeni che ha scelto di divenire un testimone non solo dei fatti drammatici narrati nel suo libro, ma del pensiero del popolo tedesco che vuole riscattarsi per primo di fronte alla storia, ed il processo di Monaco di Baviera, descritto nel libro, è un Atto di Verità.
Nel 1944 l’Alto Comando Tedesco, non riuscendo a sgominare i partigiani impegnati nella dura resistenza contro il regime, aveva emesso direttive che avrebbero giustificato persino il massacro di donne e bambini. Due soldati tedeschi, reduci dal saccheggio di una fattoria nella zona, furono uccisi e, per vendetta, il giovane Sottotenente Scheungraber, fece rinchiudere persone “prese a caso” in un edificio di Falzano facendole saltare in aria con l’esplosivo, dilaniando così i loro corpi. Tutto volutamente premeditato. Quei poveri contadini già sfiniti dagli stenti della guerra, venivano martoriati per il solo torto di risiedere in quelle campagne. Penso che più si allontana il tempo degli eccidi perpetrati dai nazisti tedeschi nei confronti della misera gente e sostenuti all’epoca dai fascisti italiani, più ci rendiamo conto di quanto sia alto il rischio di dimenticare, invece di cercare di conoscere la verità e perdonare. Penso che si possa e si debba provare pietà verso gli “uomini crudeli”, ma solo dopo che questi abbiano espiato le loro colpe attraverso un profondo e sincero pentimento. Eugeni si rivela un cronista storico di rilievo. La lettura scorre veloce e si mantiene alta l’attenzione. E’scrupoloso nell’accertare ed acquisire documentazione, ha serietà. L’esposizione dei fatti è logica, chiara e si astiene dall’emettere giudizi nonostante sia persona emotiva e dotata di una profonda carica di umanità. Riporta dati oggettivi e proprio per questa sua caratteristica il suo testo è adatto alle letture scolastiche. Parte dell’Italia di allora è stata corresponsabile con l’esercito tedesco di molti altri drammi all’interno e fuori della nostra nazione e voglio interpretare il lavoro silenzioso della nostra diplomazia e politica nel dopoguerra, come una necessità per costituire l’attuale Unione Europea. Ma questi legami non possono fondarsi sull’ingiustizia e sugli inganni e soprattutto pesare sulle spalle di poveri innocenti. Questi e molti altri aspetti sono trattati nel libro di Eugeni che mi sta facendo vedere gli stessi luoghi di spensieratezza che io e mio marito viviamo nei weekend in un’altra chiave: l’erba macchiata di sangue, il fumo acre della morte, il boato delle esplosioni, gli agguati tesi a tradimento, visi scavati dai digiuni e dalle sofferenze, gli sguardi attoniti ed increduli. Un altro mondo, eppure anche ora, che comodamente ci permettiamo di studiare le passate malvagità, le cronache dei telegiornali internazionali riportano continuamente notizie di brutali violenze sugli esseri umani. Dunque dobbiamo solo cercare di non impazzire di fronte a tante crudeltà e di non sprecare gli attimi felici che riusciamo a vivere concentrando le nostre energie per aiutare chi soffre più di noi. Eugeni che fino a ieri era “un volto comune tra la folla”, con il suo debutto come scrittore credo abbia raggiunto un po’ di pace, perché con il suo lavoro di indubbio valore, ha contribuito a dare giusta sepoltura alle vittime innocenti di queste persecuzioni dando un senso alle loro vite uniche.
Spero che i morti per le esecuzioni urlino più dei vivi nelle orecchie dei colpevoli …
Roberta Ramacciotti