Gino Severini Oggi si Riscatta
Gino Severini Oggi si Riscatta
Per comprendere realmente e senza pregiudizi il Movimento Futurista dalla sua nascita, inizierò da una breve cronologia per riconoscere come siano andate “realmente le cose”.
Nel 1880 a Trento (allora impero Austro-Ungarico) si inaugurò il primo Impianto di Illuminazione Elettrica Pubblica.
Nel 1909, il 13 Gennaio, decollò il primo triplano di costruzione interamente italiana vicino all’Ippodromo di Mirafiori.
Nel febbraio 1909 sul quotidiano francese “Le Figaro” il poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti espose i principi base del Movimento Futurista che si nutriva di letteratura, poesia, arte, musica e teatro.
Nel febbraio del 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono il Manifesto dei pittori futuristi e nell’aprile dello stesso anno il Manifesto tecnico della Pittura Futurista.
Nel luglio del 1914 scoppiò la Prima Guerra Mondiale che si concluse nel novembre del 1918.
Nel 1917 la Rivoluzione Bolscevica marcò un destino epico non solo per le future URSS ed UE ma anche per gran parte del mondo.
Fra il 1918 e il 1920 si diffuse la Spagnola, una pandemia influenzale, che causò nel mondo 50 milioni di morti, più che in guerra, solo in Italia si contarono 600.000 vittime.
Nel 1919 Benito Mussolini fondò il partito fascista che governò l’Italia dal 1922 al 1943 sotto un regime totalitario fortemente repressivo e drammaticamente violento.
Il 21 Ottobre 1924 andò in onda la prima trasmissione radio in Italia.
Nel 1929 venne scoperto il potere antibatterico della Penicillina.
In questo contesto storico l’Uomo Occidentale visse Enormi Cambiamenti dettati dalle molteplici scoperte scientifiche e la conseguente Rivoluzione Industriale condizionò l’Uomo a concepire una Nuova Visione del Mondo.
Tutto questo è ben vissuto ed espresso dal Movimento Artistico Futurista e raccontato nella mostra allestita a Roma nella Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea.
Gino Severini racconta che quando venne in contatto con Marinetti per decidere se aderire o meno al Movimento Futurista, invitò personalmente nel gruppo anche Amedeo Modigliani ma il pittore si rifiutò di aderire tanto che Severini lo trascrisse nel suo libro “La vita di un pittore”:
“queste manifestazioni non gli andavano, il complementarismo congenito lo fece ridere, e con ragione, perciò invece di aderire mi sconsigliò di mettermi in quelle storie; ma io avevo troppa affezione fraterna per Boccioni, inoltre ero, e sono sempre stato pronto ad accettare l’avventura …”
E vista la poliedricità delle stupende opere del Severini fortuna nostra è quella di poterne godere, invece per lui e per molti altri artisti costò loro una damnatio memoriae. Ancor oggi hanno necessità di riscattarsi e la mostra di Roma rende loro i giusti onori.
In verità Gino Severini è entrato oramai da tempo nel firmamento degli artisti Illustri di riconoscimento mondiale, ma ancora troppe riserve sono ancora aperte sul Movimento Futurista che ebbe il solo difetto di essere apprezzato anche dal Dittatore Mussolini che ne comprese immediatamente l’enorme valore e lo fece suo strumento per affascinare le piazze.
E’ una storia che avrebbe avuto un lieto fine culturale se contemporaneamente il Regime non si fosse sporcato del sangue delle persone perseguitate, torturate e uccise.
Personalmente ho cercato di dissociare le crudeltà fasciste e naziste dall’affascinante e vulcanico Movimento Futurista che è nato prima dell’avvento della dittatura mussoliniana e non aveva certamente inizialmente l’obiettivo di pubblicizzare il fascismo, ma solo di cercare mecenati potenti perché le sperimentazioni tra arte e scienza sono sempre risultate costose.
Schierarsi è un limite alla propria libertà, scegliere invece è una ricchezza che ognuno di noi compie con il proprio coraggio e limpidezza.
Dall’immediato secondo dopoguerra solo artisti coraggiosi e liberi di spirito e pregiudizi politici studiavano il futurismo nelle poche biblioteche aperte, note le testimonianze di Prampolini e Balla, mentre su un altro versante il manifesto dello Spaziolismo 1947 di Lucio Fontana rivelava nelle sue opere il rapporto evoluto dal Movimento Futurista, ma mai cessato, tra arte e scienza.
Nella mostra di Roma le emozioni ed interpretazioni artistiche sono alla portata dei bambini che osservano e giocano tra i capolavori e commentano le opere con appropriate osservazioni, perché se l’arte deve essere “spiegata troppo” allora è un’altra cosa!
Il Futurismo che ci piaccia o no lascia un’eredità importante e sta a noi farne buon uso, dopo Alberto Burri e Lucio Fontana fino all’arte cinetica degli anni 50 … e questi Illustri Signori sono solo una millesima quota degli artisti che sono maturati dopo il Movimento Futurista.
L’arte è una fabbrica di energia per chi la compie e per chi la osserva, nutre tutti indistintamente.
In questo contesto il nostro Gino Severini è presente con quadri di grande rappresentanza dove gli stessi titoli ne descrivono fedelmente i temi. Pubblico la foto di un ritaglio della “Danseuse articulée” del 1915 Olio su Cartone che presenta elementi mobili collegati da spaghi, della Fondazione Magnani Rocca Mamiano di Traversetolo (Parma). Oggi questa opera potrebbe apparire un gioco per ragazzi, ma allora Severini aveva il coraggio di sperimentare nuove strade. Sfidava i salotti buoni, quelli dei guadagni sicuri, del resto sappiamo che avrebbe avuto la capacità di dipingere meravigliose maternità ad olio ma, chi vive nell’avanguardia conosce e accetta il rischio di non essere compreso, magari non contemporaneamente o spesso solo alla sua morte.
Con il loro radicale e audacissimo fanatismo il Movimento Futurista ha sprigionato energia e visioni premonitrici.
Marinetti descriveva “l’arte è per noi inseparabile dalla vita. Diventa arte-azione e come tale è la sola capace di forza profetica e divinatrice.”
E fu veramente profetica, F.T. Marinetti scriveva ancora: “gli uomini del futuro parleranno con telefoni senza fili”, e sempre di Marinetti: “ La massima originalità, la massima sintesi, il massimo dinamismo, la massima simultaneità e la massima portata mondiale. Ecco che cos’è la pubblicità” e ancora Fortunato Depero scriveva nel Manifesto dell’Arte Pubblicitaria Futurista nel 1931: “L’arte dell’avvenire sarà potentemente pubblicitaria”.
Sono veramente sorprendenti questi annunci espressi un secolo fa! E’ quasi impensabile questa capacità profetica, ma questo dono lo hanno i filosofi, i poeti e gli artisti, certo ognuno ha il suo stile ma tutti sono mossi da una febbre interna che si chiama energia ed ecco perché ci dobbiamo affidare alla cultura perché dona una visione più profonda ed autentica del Mondo che ci circonda.
Oramai lo sappiamo la Realtà spesso è più interessante di una Favola banale.
Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®