I Magnifici 7 del Club Severini
I Magnifici 7 del Club Severini
Si è conclusa da pochi giorni al MAEC di Cortona la Mostra dei pittori e scultori del Club Severini. E’ “riduttivo definirli solo artisti“ perché sono un gruppo di amici che hanno condiviso una passione per le correnti pittoriche del ‘900, un’ammirazione per il Maestro Severini ed un amore per Cortona. Studiosi che hanno analizzato la storia dell’arte, fino a fare proprie le idee e le esperienze di chi li ha preceduti. Il loro iniziale processo è stato di semplice “copiatura delle grandi opere” utilissimo perché attraverso il lavoro delle riproduzioni aumenta sensibilmente la possibilità di entrare più facilmente in empatia con le cose o le persone che si vogliono osservare e capire.
Evaristo Baracchi, Nicola Caldarone, Era Laziosi, Enzo Olivastri, Urano Rossi, Franco Sandrelli e Paolo Santucci, nascono tutti con la matita in mano. Questa grande capacità li ha avvicinati anche umanamente. Per la maggior parte di loro e diversamente, per lo scomparso Olivastri che ha vissuto la pittura per mestiere, gli altri personaggi sono stati Designer, Vignettisti, Collaboratori di allestimenti teatrali, Professori e Presidi di Liceo, Scrittori di saggi, narrativa e poesia come nel caso di Nicola Caldarone che ha abbracciato più professioni. Ed è proprio da lui che desidero iniziare le mie riflessioni. E’una vera rivelazione come pittore. Nei quadri: il ”Concerto di Fisarmoniche” e nei “Violoncelli alla prova” esprime una sapiente maturità cubista-futurista. Le sue Geometrie di Forme e Colori sono in perfetta armonia e le composizioni rimangono affascinanti sia nella visione d’insieme che esaminandone i dettagli da vicino. Il Caldarone è affascinato dalla ’maniera del realismo’ e nella mostra ha esposto un grande quadro che ritrae il ”Cristo e la cacciata dei mercanti dal tempio” a figura intera dipinto con questo stile, gli piace sicuramente per gusto e la sua buona tecnica gli permette di cimentarsi in quel tipo d’opera, ma è nel cubismo e futurismo che esce come un Fuori Classe. Penso che non lo intuisca neppure lui. E’ un maestro per come scompone e ricompone gli attori del quadro. Le forme delle dita dei musici si conformano con le tastiere delle pianole e pone sullo stesso piano di scorrimento anche la testa del suonatore e ne rispetta il parallelismo con i segmenti neri, come ancora: le forme dei triangoli si ritrovano per l’avambraccio del musicista e nella triangolazione delle gambe in basso. Le verticalità e le orizzontalità pittoriche sono scandite con differenti colori e sono perfettamente incastrate fra loro seguendo il ritmo del suo metronomo. L’Uomo e gli Oggetti sono decorativi l’uno per l’altro ma la bravura non si limita alla bella rappresentazione perché si percepiscono l’azione, il suono e tutto ciò è tipico della corrente cubo-futurista. I visi esprimono la loro concentrazione nel suonare e nel sentire la loro melodia, sono impegnati, hanno gli occhi chiusi perché viaggiano attraverso le note dei loro pensieri …
Anche per i violoncelli di Nicola s’immagina di ascoltare la musica e si percepiscono le vibrazioni del legno, i segni dei raggi che partono d’impatto da sotto il violoncello sono una firma dell’azione futurista, non c’è discontinuità nelle due opere ed il risultato è di un altissimo gusto pittorico. Per qualsiasi artista è sufficiente una sola opera per segnare un punto importante in una corrente d’arte e lui con i suoi due quadri, potrebbe intrattenere una lezione sul cubo-futurismo: ha una visione futurista matura, completa e moderna della miglior accademia.
Ricordiamoci che i Severini, Balla, Boccioni .. erano Maestri d’Avanguardia: sperimentavano ed a volte dissacravano sfidando anche i Potenti di allora. Ora quelle intuizioni geniali e originali sono vissute ormai nei salotti. Non è una considerazione dispregiativa e meno che mai di denigrazione ma è un’osservazione oggettiva perché si deve dare sempre il giusto omaggio al coraggio verso chi ha “osato per primo”. Gli artisti che scelgono la strada dell’avanguardia, compiono enormi sacrifici e privazioni per vivere la pittura sperimentale come forma di vita.
Evaristo Baracchi ha il dono di sentire il volume. Crea con elegantissima plasticità, donne meravigliose, desiderate e amate. Ha una visione del femminile moderna per pose e dinamismo, ma al tempo stesso, le espressioni sono dolci e remissive dallo sguardo abbassato … Belle e importanti le fusioni esposte in bronzo.
Era Laziosi è l’unica donna in mostra, ma per differenza non meno interessante. I visi femminili sono da lei elegantemente presentati in punta di pennello, possiede la sapienza di formarli con un tratto unico e preciso, invidiato dal miglior segno lasciato dal pantone. Questa è una grande capacità perché nell’arte grafica pittorica è richiesta un’audace sintesi pittorica. La sua è apprezzata e ricercata. Lei si può permettere di definire un viso con poche, pure e decise pennellate bagnate di colore nero alla maniera di Matisse e sempre come il grande Henry non racchiude e comprime i volumi e li definisce solo con il diverso colore. Lei è una magnifica ritrattista.
Dalla pittura di Enzo Olivastri emerge una personalità romantica, malinconico in pittura, ama la sua città e la dipinge con la delicatezza di un innamorato. Segna sulle tele la sua solitudine pittorica (nella vita era amatissimo dalla sua famiglia) ma ognuno di noi custodisce un proprio mondo interiore che non sempre si ha la necessità o la volontà di esternare. C’era un quadro esposto nella mostra che mi ha particolarmente colpito: fotografava un vicolo deserto illuminato da un unico lampione di ferro ancorato alla parete in pietra di un palazzo vecchio ed ho pensato che lui, a volte, si deve essersi sentito come quell’unico lampione nella sua amata Cortona.
Anche Urano Rossi è scomparso come Enzo per me era è il Maestro delle carandache e della sanguigna in mostra c’era un meraviglioso studio a matita “Cortona da via San Sebastiano” che riproduceva una visione del gioco prospettico dei palazzi, tetti e comignoli di Cortona dalla Carbonaia: che spettacolo!
Il pittore Franco Sandrelli ha esposto il suo piccolo capolavoro nel “Casale cortonese”. Bellissimo come il luogo che ci immaginiamo nelle “fiabe”! La vista della costruzione ci appare luminosa come dopo una camminata buia nel fitto bosco, rovi, umidità, fatica oscurità .. Poi il paesaggio cambia perchè si apre in una radura illuminata dal sole e stiepidita dai suoi raggi e la natura restituisce all’uomo: Serenità! Penso che gli risultasse particolarmente caro il momento che lo ha dipinto …
Paolo Santucci, ultimo dei “Magnifici Sette” ma non certo per ordine di importanza, possiede una Visione Grafica Moderna su temi antichissimi. Esprime la Bellezza Classica Senza Tempo della Donna come Dea. Muse Eleganti per bellezza ellenica e per portamento. Il Maschio per lui è il Cavallo, un simbolo positivo per l’Uomo Antico e nella Storia. Il fascino che irradiano le sue tele è irresistibile e quando ci soffermiamo di fronte ad esse ci si arricchisce.
Per Santucci ammiro la maturità artistica per aver abbracciato con decisione il ‘Suo Stile’, prima di lui il pittore Mario Tozzi come le elegantissime scomposizioni picassiane e le “sezioni” di Campigli o gli studi dei cavalli di Fazzini. Nel caso di Paolo ha solo la colpa di essere “nato dopo di” perché con maturità e originalità esprime una grafica pittorica di elevatissimo livello.
In nessuno di loro si legge presunzione pittorica certo alcuni sono più bravi di altri, ma lo spessore umano e l’energia espressa è intensa per tutti i Personaggi del Club Severini.
Hanno avuto gioia e capacità di condividere nel loro circolo intellettuale le grandi esperienze pittoriche del Severini e non solo … Bella ed invidiabile esperienza!
Spero che gli studenti del Liceo Classico di Cortona abbiano visitato ‘tutti insieme’ questa mostra perché accertarsi personalmente attraverso le tele originali conservate in un museo e non limitare la propria conoscenza della storia dell’arte, solo attraverso lo studio sui libri, regala una rigenerazione intellettuale senza eguali.
Roberta Ramacciotti
4 Comments
Si e dimenticata di ricordare che quasi tutti i pittori ivi inseriti erano gia stati descritti in modo completo da Carlo Bagni nel libro PERSONAGGI CONTEMPORANEI DEL MONDO ARTISTICO CORTONESE editr graficq l’etruria nel 1992
Buongiorno Gentile Giorgia,
E’ Cortese a sottolineare di essermi dimenticata solo una cosa, in verità, ha ragione, perchè moltissime altre osservazioni e notizie potrebbero essere aggiunte all’articolo che a volte deve rientrare in x battiture. Le pubblico con piacere il suo commento per aiutarla a diffondere il libro di: Carlo Bagni PERSONAGGI CONTEMPORANEI DEL MONDO ARTISTICO CORTONESE editr grafica l’etruria nel 1992. Raccogliere notizie interessanti sui personaggi che hanno e continuano ad amare Cortona è lo spirito di questo blog
AugurandoLe Buone Cose, spero di risentirLa tra queste righe.
Roberta Ramacciotti
Un articolo molto “tecnico” ma anche molto “sentito”. Da osservatore “normale” ho visto nella mostra tanta passione e altrettanata vicinanza con Cortona.
grazie per la tua attenzione.
Al di la di tecnicismi di espressione, che in me, ti assicuro, non sono elementi di ”fanaticheria” ma sono degli autentici sforzi per cercare di ‘alitare’ sui miei scritti i sentimenti che si animano nel mio cuore … rr
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