Il Palazzo del Comune era la Star indiscussa per i turisti

Il Palazzo del Comune era la Star indiscussa per i turisti

.. La prima volta che visitai la Città di Cortona “ne” rimasi incantata come tutte le persone che amano la storia… In questa città le testimonianze etrusche, medioevali e rinascimentali erano e sono ancora impresse in forma originale. Ricordo che in Piazza della Repubblica passeggiavo circolarmente con il “naso all’insù” e desideravo freneticamente rapire con gli occhi l’intimità del centro storico. Studiavo le diverse logiche architettoniche che si erano sovrapposte fra le mura nel tempo ed i differenti stili di decorazione delle costruzioni.

Il Palazzo del Comune era la star indiscussa per i turisti e non solo per il suo ruolo istituzionale. Esso svettava, ancora più imponente, perché sulla piccola piazza e da consumato attore, raccoglieva migliaia di sguardi ammirati. Importanti elementi strutturali come la grande e ripida scalinata, tre ordini di facciata, un balcone di gusto medioevale, le finestre ad arco, la campana ed il grande orologio sul maschio lo rendevano unico.

Poi i miei piani prospettici si allargavano per scorgere i profili di confine della piazza e all’angolo sinistro, dove sbucava via Guelfa, scorgevo, all’ultimo piano di una casa signorile una fetta di un elegante colonnato in pietra serena. il Palazzo cinquecentesco Mancini Sernini appariva con un colpo di teatro!

L’edificio denominato più comunemente Palazzo del Cristofanello, architetto e scultore (al secolo Giovan Battista Infregliati) era stato voluto nel XVI da Benedetto Laparelli protonotaro apostolico di Paolo III Farnese. Allora le famiglie signorili ostentavano la loro ricchezza ed influenza sui Comuni costruendo magnifiche dimore.

Gli edifici, come per gli uomini, mostrano attraverso la facciata la personalità del progettista, ma sta anche alla sensibilità di chi osserva a cogliere gli aspetti intrinsechi di una particolare attrazione.

La facciata in pietra serena mostrava tre ordini: quello inferiore era bugnato ad ampie arcate, la mediana aveva grandi finestre ad arco divise da lesene ed intonacate da un leggero rosa pastello e la superiore era costituita da un’ampia loggia con dieci colonne e 6 pilastri.

Quello che contemplavo nella bellezza del progetto aristocratico era lo spessore stilistico dell’architetto, dimostrato concependo le grandi e tante aperture delle finestre e del loggiato che, oltre a tessere ricami scolpiti e preziosi, catturavano tutta la luce possibile nella stretta e buia via Guelfa. Il Palazzo per la sua potenzialità era compresso.

Anche per una città come Roma apparirebbe molto vistoso, ma l’eccentricità nell’arte, come quella disegnata dal Cristofanello, richiede molto gusto e questo edificio “ne ha da vendere!”

Il bugnato era una lavorazione sporgente della pietra che segnava un carattere aggressivo, ricco ed inavvicinabile dell’edificio. Il tempo ha addolcito l’anima del Palazzo perché la vecchia materia ora è consumata dalle intemperie che l’hanno smussata ed arrotondata .

Nella superba dignità architettonica Giovan Battista Infregliati ha creato una poesia di 5 arcate, 5 finestre, 6 pilastri, 10 colonne, complessi riti matematici per giochi di funzionalità nascosta dagli scultorei elementi architettonici.

Attualmente è la sede centrale della Banca Popolare di Cortona che ha provveduto a numerosi restauri.

Ora come allora ci fantastico sopra disegnandolo ed immaginando di arredarlo come mia dimora! Chissà se mi affaccerò mai da quel colonnato? Chissà com’è Cortona da quella angolazione? Un giorno devo proprio entrare e salire il magnifico scalone che intravedo dall’estreno e…..magari mi verrà di alzarmi la punta della veste come le antiche dame…

Roberta Ramacciotti

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