La Cronoscalata Camucia-Cortona

La Cronoscalata Camucia-Cortona

… Passeggiare per Cortona la mattina prestissimo è fra i momenti più intimi che vivo con la mia città … Le persone, se sono troppe in giro, alterano gli squarci prospettici che amo di più di questi ambienti medioevali.

In una fredda giornata di aprile percorrevo in salita le strade che mi portavano a San Cristoforo. Stringevo al collo lo sciarpone, ero ancora calda di letto, ma il cielo terso e l’azzurro trasparente, mi avevano catapultata giù dal letto.

Viaggiavo come un fantasma attraverso i vicoli, ma non era una sensazione inospitale, non mi smarrivo, sorridevo alle  mura perché avevano occhi ed orecchie.

Ero arrivata alla mia amata panchina vicino a Porta Montanina e mi tuffavo nel panorama. Tutto era avvolto da un silenzio francescano interrotto dal rombo di un motore; allora ho rivolto lo sguardo verso la direzione da dove giungeva una Lancia Fulvia HF “fine anni ’60”, tutta colorata e con grandi numeri sul cofano e sulle fiancate. All’interno viaggiavano una coppia di turisti che indossavano caschi integrali, vestiti da bianche tute ignifughe coperte dai tanti loghi degli sponsors.

Perdonavo l’interruzione del mio personale rituale magico, perché questa visione mi riportava alla mia gioventù di 40 anni or sono, dove ancora non si temevano i disastri ecologici ora annunciati e dove in tutte le famiglie italiane, si respirava una sana fiducia per il progresso tecnologico.

Quella macchina partecipava al Campionato Italiano Montagna con la Cronoscalata Camucia-Cortona. Questa manifestazione, che periodicamente si spostava per tutta l’Italia, raccoglieva centinaia di macchine d’epoca che andavano ad annoverarsi dagli anni ’30 ai ’70 ed erano accompagnate anche dalla presenza di filanti prototipi avveniristici.

Una volta giunta in paese, osservavo con interesse gli equipaggiamenti dei piloti che passeggiavano per la città. Cortona riprendeva vita ed in quelle due giornate, dedicate una alle prove e l’altra alla gara, ospitava un mondo all’apparenza da “operetta”. Le auto arrivavano numerose e l’organizzazione di accoglienza le radunava al Parterre e si potevano così avvicinare, toccare e confrontare. Ogni modello era un pezzo di storia dell’industria automobilistica italiana ed europea e mi riportavano all’epoca del Carosello, di Studio Uno e di Calimero e Carmencita…..

Un’elite di uomini e di donne che non snobbava l’olio dei motori e l’odore di benzina e che aveva la fortuna di godersi la passione di un collezionismo prezioso e costoso, ma che si era assunta anche la responsabilità di conservare le sue testimonianze culturali. Queste manifestazioni automobilistiche erano un museo a cielo aperto viaggiante che offriva a tutti il piacere di un ricordo.

Si rivedevano le vecchie protagoniste dei Rally di Montecarlo, di film famosi come “un uomo ed una donna” diretto da Claude Lelouch, nel quale i dialoghi più significativi si svolgevano in una Lancia.

Ogni auto portava con se il benessere del dopoguerra italiano, un mondo cha ha radici nel nostro recente passato.

Assistendo alla manifestazione ho constatato personalmente la serietà degli sportivi. Ho individuato nei concorrenti capacità di conduttori, organizzatori e costruttori.

Anche il pubblico cortonese si è distinto per la prudenza perchè si accostava alla dinamica mostra, con le dovute precauzioni.

Roberta Ramacciotti

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