La Livella di Totò
La Livella di Totò
La Morte ci spaventa! I decessi delle persone care ci addolorano. Le morti dei personaggi importanti apprese e lette sui giornali ci rammentano lo stato democratico della Condizione Finale dell’Uomo. Dall’Ultimo secondo delle nostre vite fino a quello Zero diveniamo Tutti realmente Uguali.
Ricorrevano i primi anni ’80 … Era Sera.
Sopra la mia testa c’era un cielo senza Luna, era però popolato da tante Stelle.
Sul lungomare laziale, una villa illuminata a festa appariva incorniciata da un immenso manto blu scuro, brillante al tempo stesso, come lo può essere solo d’estate. In questo posto da sogno siamo tutti amici, riuniti per festeggiare Marina.
Mi sono isolata perché ho colto nella mia intimità il “passaggio” di uno di quei rari momenti dove avverti che tutto è in perfetto equilibrio.
Desideravo godermi questa rara o forse apparente perfezione perché so durerà solo che pochi attimi.
C’era piacevolezza intorno a me.
La nostra comitiva del mare era un gruppo formato da tante persone diverse, belle, brutte, intelligenti, timide, aggressive, effimere, colte e superficiali, eleganti e trasandate.
Marina ci voleva tutte presenti per il suo compleanno perché rappresentavamo i tempi della sua prima giovinezza e rievocavamo tutti i suoi ricordi di Ragazze e Ragazzi Interessanti non “Piatti”, ma Unici ed Irrepetibili.
Ascoltavo il rumore del mare, anche il frangersi morbido dell’onda lunga accompagnava la profondità di quel particolare momento.
Avevo posizionato sul viso il mio sorriso più sereno, tanto da non far preoccupare, del mio silenzio, mio marito e gli amici che mi stavano accanto.
Il Tutto era come immobile, pronto per essere fotografato a 360 gradi, ed in quell’attimo, dopo un ciak invisibile la calda voce impostata di Massimo emerge sorprendendoci da un lato del salone:
“… Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza per i defunti andare al Cimitero.
Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tenè chistu pensiero.
Ogn’anno, puntualmente … St’anno m’è capitato ‘navventura … dopo di aver compiuto il triste omaggio (Madonna!) si ce penzo, che paure!
Ma po’ facette un’anema e curaggio … “
Massimo Ghini, quello che diverrà nei giorni attuali, un grande attore, aveva cominciato a recitare: ‘A Livella’di Totò.
La sua voce, nella nitidezza dell’aria raggiungeva le nostre anime, accarezzava le foglie degli alberi, si disperdeva nell’infinità dell’universo. Come uno strumento musicale diffondeva note sublimi, drammatiche, che ti penetravano fin nello stomaco per rapirti, scuoterti intenerirti.
“… Ma chi te cride d’essere…nu ddio? Ccà dinto,’o vvuo capi,ca simmo eguale? … Muorto si’tu e muorto so’ pur’io; ognuno comme a ‘na’ato é tale e quale”.
“Lurido porco!…Come ti permetti paragonarti a me ch’ebbi natali illustri, nobilissimi e perfetti, da fare invidia a Principi Reali?”.
“Tu qua’ Natale … Pasca e Ppifania!!! T”o vvuo’ mettere ‘ncapo…’int’a cervella che staje malato ancora e’ fantasia?… ‘A morte ‘o ssaje ched”e?…è una livella …”
Massimo era tra i “ragazzi fichi” della compagnia, ma in quel momento aveva raggiunto un grado di indefinibile bellezza, risplendeva di una luce immortale, esprimeva la Saggezza Universale quella che sprigiona solo la Magnifica Poesia.
Grazie Massimo e Grazie a Totò.
Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®