La Scuola
La Scuola
L’articolo è un piccolo o grande lavoro che il giornalista dedica all’opinione pubblica. Nella Rubrica del giornale L’Etruria mi è stato affidato il compito di curare argomenti di arte musica e spettacolo, altri sono gli spazi dedicati alla partitica. Solo che, sarà la depressione da influenza, saranno le eccessive piogge, il muraglione storico di Volterra franato, Cortona deserta e come abbandonata a se stessa, che neanche la meravigliosa Annunciazione del Beato Angelico, conservata nel Museo Diocesano di Cortona, riesce a scuotermi. Proprio non riesco a non pensare agli uomini licenziati che incontro personalmente o che osservo in televisione, allo stile di vita che quei genitori saranno costretti a imporre ai loro figlioli nati con lo smartphone nella mano destra e il pc in quella sinistra. Il perché di questo drammatico epilogo sociale non sta a me spiegarlo, siamo bombardati mediaticamente dalla “Crisi Economica” e dunque ognuno di noi si è fatto una propria opinione … ma una cosa forse non sarà troppo tardi scrivere: sull’importanza della scuola. La cultura è un mezzo potente per comprendere e difenderci, per progettare e ricominciare e sopra ogni cosa cura la nostra meravigliosa personale unicità.
E’ diabolico per me rivivere a ritroso quello che storicamente ho appreso dai libri e dai racconti familiari del dopo guerra e di quella che fu la ricostruzione, solo che noi, vivremo passando dal “bello al brutto”, se la Comunità Europea non riprogetterà delle politiche agricole, commerciali e industriali più consone ai singoli stati. Perfetto il contenuto del discorso del nostro Presidente Napolitano rilasciato a Bruxelles ma … vedremo… Intanto cosa fare nella nostra “sfruttata” Italia? Possiamo curare il benessere della scuola, impegnare i nostri figli con lo studio. Purtroppo è evidente come lo Stato italiano non si sia più preso cura dell’Istruzione Pubblica, diversamente dagli altri paesi europei che lo considerano un investimento strategico! Agli insegnanti è stata rilasciata la totale responsabilità di educare in fatiscenti edifici le nuove generazioni nel momento più delicato della loro formazione civile e sociale. Persino un mezzo potente come la televisione che potrebbe essere usato dallo Stato come supporto per gli insegnanti educa “all’apparire e non all’essere”. Non discuto il costo di un canone RAI ma ne contesto l’investimento per la qualità delle trasmissioni e l’uniformità forzata dell’informazione. In un momento come questo aprirei un canale con solo “Ricerca e Trova Lavoro”.. Ci sono programmi televisivi che reputo vere e proprie bombe atomiche nel cervello dei nostri ragazzi, droghe micidiali a lento assorbimento, mondi di “tronisti”, vallette e finti eroi dalle spalle pompate che probabilmente si sgonfierebbero dallo spavento di fronte ad un ragno sul loro cuscino … O devo pensare che siano scientificamente studiate le demenzialità trasmesse, tutte a beneficio dello sviluppo della deficienza nei quozienti intellettivi dei nostri figli.
Roberta Ramacciotti Pubblicato sul giornale l’Etruria Febbraio 2014