L’ambiente esercita un effetto profondo sull’animo …
L’ambiente esercita un effetto profondo sull’animo …
… L’ambiente esercita un effetto profondo sull’animo …
Avevo lo sguardo incollato al Camposanto di Cortona ed ero al centro di un importante triangolo composto anche dal Duomo e dalla Chiesa del Gesù, ora sede del Museo Diocesano del Capitolo, dove sono tuttora raccolte le pitture del Beato Angelico, di Bartolomeo della Gatta, del Maestro Luca Signorelli, di Pietro Berrettini e del Crespi…potrei continuare, ma non mi basterebbero le righe consentite dalle mie battute, sarà invece un piacere per me, entrare nel dettaglio nei prossimi articoli …
Ero affacciata da Piazza Duomo e meditavo sulla bellezza dell’esistenza, la luce in Toscana era limpida ed i colori erano più intensi, da quel posto osservavi il cielo che si univa alla terra.
Nonostante avessi di fronte il luogo sacro dei nostri defunti, non mi sentivo depressa perché nella vallata sorgeva la vita. L’esistenza si riproponeva tutti i momenti, con lo sbocciare di un fiore e la crescita di una pianta. Chissà, in quel medesimo istante, quante foglie si sarebbero aggiunte ai rami degli alberi nella sconfinata Val di Chiana?
Sotto di me, sulla sinistra, scorgevo parte del Parco Archeologico di Cortona e in considerazione delle sue origini etrusche di importante lucumonia, pensavo: “Chissà quanti altri segreti custodirà ancora?”
Mi divertiva individuare dei potenziali “meloni” e li facevo notare a mio marito che mi era accanto: ”Guarda nel giardino di quel casolare, nota il rialzamento circolare del terreno, l’erba ha un colore diverso ed al suo lato c’è persino un pino marittimo (albero di culto per gli antichi greci e romani), lì sotto c’è una tomba!” e lui mi rispondeva: “ Fatti gli affari tuoi, se fosse il giardino di casa tua, desidereresti che te lo sequestrassero per effettuare degli scavi?”
Allora, come ora, lo imbruttisco con lo sguardo, gli rivolgo le spalle e continuo imperterrita la mia ricerca! Ma in queste zone non si gioca all’archeologo, perchè di storia sotto le zolle “ce n’è ancora tanta!”.
La prima volta che esaminai con distacco emotivo la geografia della dislocazione della città, pensai che sorgeva su una piramide naturale, ed allora mi complimentai silenziosamente con gli etruschi per la scelta, magari, come “cugini” degli egizi, chissà quanti cunicoli sotterranei potrebbero aver scavato nelle viscere del suo colle!
Al di là delle mie personali e bizzarre fantasie, si potevano visitare delle tombe bellissime che conservavano l’essenza di una millenaria cultura.
Ma lo scrigno d’eccellenza, dove attualmente sono tenuti i più prestigiosi reperti archeologici rinvenuti in questi luoghi, è rappresentato dal Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona. Qui è conservato il lampadario in bronzo risalente alla metà del IV secolo a.C. e che testimonia l’alto livello di ricchezza e potenza raggiunta dalle famiglie principesche di quei tempi.
Chi visita la città di Cortona non può esimersi dallo studio del Popolo Etrusco, perché è dalla sua eredità che ha estratto il suo ineguagliabile D.N.A. di luogo di Alto Culto.
Roberta Ramacciotti