L’Annunciazione di Cortona
L’Annunciazione di Cortona
La prima volta che vidi l’Annunciazione del Beato Angelico al Museo Diocesano di Cortona ebbi l’emozione che colpisce gli interessati di settore quando si “incontra dal vivo” uno dei miti appassionatamente studiati sui libri di scuola.
Il Beato Angelico ne ha dipinte altre due su tavola: l’Annunciazione del Prado e l’Annunciazione di San Giovanni Valdarno, entrambe di incomparabile bellezza e per ognuna di esse si potrebbero anche scrivere interi libri.
In queste tre opere l’Angelico esegue nuovi e perfetti studi prospettici che rappresentano l’Uomo Rinascimentale al centro degli avvenimenti nel Mondo.
Per quei tempi il genio del Brunelleschi si era ormai compiuto.
Le tre Tavole sono abilmente e diversamente progettate pur contenendo gli stessi elementi religiosi che testimoniano teologicamente l’Annunciazione esprimendone appieno il significato.
Rispetto all’Annunciazione di Cortona le altre due appaiono più preziose per lo sfarzo di colori e materiali, polveri di lapislazzuli e malachite impiegate per gli impasti delle tempere oleose; sono dipinti con virtuosismo i tessuti di pregiate sete, pannellati su eleganti corpi e varie forme di elementi di sofisticate decorazioni arredano ed impreziosiscono le opere d’arte rispecchiando il gusto tardo gotico.
Studiandole emerge come quella di Cortona risulti la più mistica e sicuramente la più cara al pittore perché Giovanni da Fiesole al secolo Guido di Pietro detto il Beato Angelico o Fra’ Angelico era un religioso domenicano con profonde doti di umanità e umiltà.
L’Annunciazione del Museo Diocesano è concepita come una rappresentazione teatrale: la luce centrale è diffusa sulle grandi figure dei protagonisti, posti all’interno di un portico e centrati rispettivamente fra due archi, la fuga esterna del colonnato guida lo sguardo dello spettatore sulla Palma simbolo che rappresenta il futuro martirio di Cristo e nello spazio profondo della quinta, si compie la “Cacciata dal Paradiso Terrestre”. Sembra impossibile ma tutto è “Semplice ed Elegante”.
E’ inafferrabile la Bellezza dell’Angelo che comunica la Parola di Dio a Maria, una fanciulla ritratta appena diventata donna, modesta, umile che però ha il coraggio di guardare negli occhi il messaggero di Dio per svelare la sua consapevolezza e accettazione di essere l’Elemento del primo processo di riconciliazione tra Dio e l’Uomo dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre.
Il libro di Maria posato sul suo manto azzurro è il simbolo della Profezia che si avvera: il Cristo che Lei concepirà e partorirà sarà Colui che si sacrificherà per salvare l’Umanità.
Inoltre la gestualità delle mani incrociate ad alcova di Maria rappresenta il sentimento della sua accoglienza, uno degli indici delle dita dell’Angelo che seguono il flusso delle parole scritte, indica la Colomba a significare la presenza dello Spirito Santo, il mezzo del concepimento, inoltre l’orto botanico che simboleggia la purezza di Maria, viene dipinto con varie qualità di piante che sono tuttora fonte di utili studi per i botanici … Questi sono solo dei semplici cenni di ragionamenti e riflessioni che potrebbero svilupparsi durante la contemplazione di questo enorme quadro.
Il riconoscimento di un “Capolavoro” in un’opera avviene quando lo spettatore inaspettatamente ne viene rapito e percepisce di fronte ad essa una forte energia.
E’ stupefacente come una “semplice ricetta” costituita di matite pennelli e colori possa trasformarsi in qualcosa di infinitamente potente per l’animo umano ma, quando un Uomo/Pittore/Religioso come il Beato Angelico sfonda “il muro del suono attraverso i secoli” e lascia un testamento di immortalità umana fatto di commozione, riflessione e contemplazione avviene un miracolo!
Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®