Luca Signorelli “Cortona Roma Cortona”
Luca Signorelli “Cortona Roma Cortona”
Cosa chiediamo ad una mostra che celebra uno dei nostri pittori preferiti? Quello di apprendere un aspetto della sua Arte a noi sconosciuto. Ogni giorno si ricerca e si comparano le opere fra i vari artisti, si leggono nuovi documenti e si hanno diverse intuizioni osservando magari gli stessi capolavori di sempre.
Sta volgendo al termine nei Musei Capitolini la mostra di “Luca Signorelli e ROMA Oblio e Riscoperte” che lo celebra particolarmente per aver compreso per primo le potenzialità espressive del nudo in pittura, i suoi corpi dipinti con Grazia e Dinamicità hanno donato al Rinascimento un enorme contributo con la sua Unicità.
Luca Signorelli nasce e muore a Cortona ma c’è un “Suo Durante”, una meravigliosa esistenza vissuta in compagnia della sua ineguagliabile Arte che si è sviluppata nelle regioni delle Marche, della Toscana e del Lazio e in città come Firenze e Roma.
Di lui scriveva Giorgio Vasari: “Fu Luca persona d’ottimi costumi, sincero et amorevole con gl’amici, e di conversazione dolce e piacevole con ognuno, e soprattutto cortese a chiunche ebbe bisogno dell’opera sua e facile nell’insegnare a’ suoi discepoli. Visse splendidamente e si dilettò di vestir bene; per le quali buone qualità fu sempre nella patria e fuori in somma venerazione”
Viveva agiatamente, da vero Signorotto, oggi diremmo come un eccellente borghese ma ciò non indebolì la sua vena creativa perché era bravo in pittura e imparava umilmente dai suoi stessi errori, si correggeva ancor prima che il suo Maestro Piero della Francesca glieli indicasse.
Il Signorelli dipingeva corpi atletici sempre in pose molto studiate e presentate con naturale eleganza. Il nudo era la figurazione prediletta che usava per raccontare l’Uomo Rinascimentale. Persino in soggetti dolorosamente drammatici come nel Martirio di San Sebastiano di Città di Castello è evidente come il sentimento del dolore sia posto dall’artista in secondo piano rispetto alla bella composizione architettonica disegnata dei corpi del Santo e dei suoi aguzzini. Amava rivisitare la Classicità dandole personalmente più intraprendenza e azione.
Nella mostra dei Musei Capitolini tutto ciò è ben spiegato. Nelle prime sale si narra la Roma di Sisto IV e per una reale visione urbanistica di allora siamo aiutati da un quadro del vedutista Vanvitelli dove i rovi e la terra nascondono le rovine della Roma Imperiale ed ospitano contemporaneamente greggi di pecore e carrozze signorili. In un’altra sala si mostra lo Spinario del 1° sec. a.C. una statua ellenistica in bronzo che fu per il Signorelli fonte di grande ispirazione durante il suo soggiorno nella città pontificia tanto da ridipingerlo in più di una sua opera. La scultura modella un fanciullo dal viso angelico che seduto cerca di estrarre una spina dal piede. La semplice gestualità esprime la concentrazione adolescenziale, non sono rappresentati il dolore o lo spavento, ma sono idealizzate l’inesperienza e l’ingenuità delle prime prodezze.
Sono stati scritti libri su questo soggetto riprodotto in tutti i secoli, considerate che lo stesso Medici ne mostrava uno in casa sua a Firenze. Al riguardo sono convinta che il Signorelli nella celebre casa fiorentina si sia innamorato anche del David di Donatello tanto da riprodurre in tutti i suoi uomini la stessa muscolatura levigata e slanciata imitandone anche a volte la languida rilassatezza.
Roma celebra il Signorelli come una sua creatura e ne ha pieno diritto, del resto il Maestro Cortonese insieme a Bartolomeo della Gatta (che noi ammiriamo nel Museo Diocesano di Cortona nella sala dell’Annunciazione del Beato Angelico) hanno dipinto nella Cappella Sistina il Testamento e la Morte di Mosè (1481/2). Pensate dunque agli incontri che hanno vissuto con Raffaello e Michelangelo, ma furono proprio questi eccezionali confronti la causa della “caduta della sua arte nell’oblio” per tanti secoli.
Nella Mostra sono presentate delle diapositive riprese nella Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto. Scrive di lui il Vasari: “.. invenzione bellissima, bizzarra e capricciosa per la varietà di vedere tanti angeli, demoni, terremoti, fuochi, ruine e gran parte de’ miracoli di Anticristo; dove mostrò la invenzione e la pratica grande ch’egli aveva degli ignudi, con molti scorti e belle forme di figure ..”
In questo tempio il Signorelli compie il suo Capolavoro che passa alla storia e dona una profonda ispirazione a Michelangelo per il suo Giudizio Universale nella Cappella Sistina. Sono due opere che mettono l’Uomo in diretta relazione con Dio, quello del Signorelli è dantesco e provocatorio per l’epoca, quello di Michelangelo umile e drammaticamente profondo.
Solo nel 1800 Luca Signorelli è stato riscoperto dai mercanti d’arte ed oggi è riconosciuto come il Pittore che aprì la porta al Rinascimento Michelangiolesco e Raffaelita.
Dunque i capolavori hanno “dei padri, dei figli e dei fratelli”, le idee si mescolano, si fondono e si scindono per rigenerarsi in altro e fino a che ci sarà vita umana su questa terra questo processo affascinante non si fermerà mai e donerà sempre Stupore.
Perché Cortona non organizza un Festival di Studi su Luca Signorelli? “Una tre giorni” di incontri internazionali di Storici dell’Arte, di promotori di Economia Turistica e di Professori Universitari per favorire, creare e sviluppare un’Economia Culturale di massimo prestigio? Al riguardo non dimentichiamo anche la figura di Pietro da Cortona!
Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®
Pubblicato Giornale L’Etruria