Luca Signorelli Ha Pregato nella Sua Annunciazione di Volterra

Luca Signorelli Ha Pregato nella Sua Annunciazione di Volterra

La mostra dedicata a Luca Signorelli è stata visitata dagli studiosi del Maestro più famosi al mondo e ha ospitato un gran numero di guide di Storia dell’Arte che hanno presentato i quadri agli appassionati con mille commenti dai contenuti differenti.

E’ pur vero che esistono diverse scuole di pensiero riguardo l’interpretazione della Storia passata e quindi della stessa Arte che la testimonia attraverso le immagini.

Mi sono soffermata ore ad ascoltare e a guardare le opere in diversi giorni e poi all’improvviso ho notato sulle ali dell’Angelo dell’Annunciazione di Volterra dipinta dal Maestro Luca due musi di scimmia.

Persino il mio occhio attento e critico che oltre a leggere la bellezza e l’eleganza pittorica che il Signorelli ha impresso non si era mai accorto che compaiono distintamente dipinti “due musi di scimmia”.

Una rivolge lo sguardo stupito verso il Cielo mentre l’altra guarda l’immaginario spettatore con tristezza e stupore. In verità non c’è da meravigliarsi perché ogni Capolavoro Pittorico del calibro del Signorelli raccoglie nelle sue composizioni geometriche, perfettamente armonizzate, piani di conoscenza degni di un’enciclopedia.

Nell’arte cristiana la rappresentazione della scimmia ha molteplici significati come la malizia, l’astuzia, la lussuria, il peccato, la corruzione. L’interpretazione dipende sempre dal contesto in cui sono inseriti e più o meno nascosti. Pensate che una scimmia incatenata può rappresentare persino la virtù della temperanza!

Dunque perché il Signorelli ha sentito l’esigenza di trasmettere nel 1491 un messaggio abilmente velato? Era un uomo colto, un politico attivo, un artista richiesto e affermato ed era a conoscenza di come si comportasse male il Potere allora, proprio per questo suo sapere, ha usato abilmente la diplomazia dell’immagine. Si Proteggeva ma la voglia di esprimersi era più coraggiosa e non era un temerario!

Nell’Annunciazione di Volterra, arte cristiana, la scimmia, per il Signorelli ha rappresentato  l’uomo comune che rivolge due messaggi: il primo chiede, con la sua smarrita espressione rivolta verso il Cielo, la Protezione Divina per la Maternità di Maria dalla Cattiveria del Mondo mentre l’altro triste muso rivolto verso lo spettatore richiede invece il coinvolgimento dell’intera Umanità affinché si responsabilizzi e combatta la Corruzione e i Peccati compiuti dalla Chiesa Stessa.

Il Signorelli ha depositato nel suo Quadro una Sua Profonda Personale Preghiera che certamente non immaginava sarebbe arrivata ai nostri giorni.

La pittura nel passato non poteva essere esplicita nelle opinioni se non per quelle dettate esclusivamente dai Committenti Ricchi e Potenti. Quelle di Natura Religiosa erano espletate prettamente dalla Chiesa Romana mentre le politiche dai vari Regnanti, Imperatori, Duchi e Principi.

Il tema era quasi sempre politico/religioso e il pittore sviluppava la richiesta al meglio della sua tecnica dipingendo la bellezza perché attraverso di essa non si sbagliava mai ed era facile affascinare il cliente ma bisognava stare molto attenti a non uscire troppo visibilmente fuori tema o a prendere iniziative “contro corrente”.

Dobbiamo immaginare che i grandi pittori fossero una categoria a contatto stretto con i VIP e che per questo riuscivano oltre a conoscerli personalmente, anche a carpirne la vera naturale personalità. La splendida Annunciazione di Volterra del 1491 ha nascosto tra le piume di un pavone attraverso i secoli quello che il Signorelli griderà poi al Mondo Intero senza più veli nel Giudizio Universale della Cappella di Orvieto nel 1504, l’esigenza di una Umanità senza Peccato.

E’ stata un’esperienza stupenda vivere intensamente la mostra al MAEC del Signorelli, le ripetute visite mi hanno consentito di studiare e riconoscere persino gli interventi dei suoi collaboratori nelle importanti tavole. Nelle altre sale del Museo sono infatti esposte delle opere della sua scuola dove si riconoscono facilmente i cartoni “signorelliani” dell’uomo con il turbante e la tipica iconografia dei volti come anche alcune pose delle mani non sempre ben riuscite.

Questi giochi saranno possibili anche dopo la chiusura della mostra perché il MAEC conserva perennemente molte opere di Luca Signorelli e della sua Bottega.

Roberta Ramacciotti www.cortonamore.it®

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