Meditiamo la Nostra Pasqua sulle pietre della Via Crucis
Meditiamo la Nostra Pasqua sulle pietre della Via Crucis
Cortona ha il privilegio di possedere una delle più belle Vie della Cristianità: La via Crucis di Gino Severini.
Potenti Sensazioni e Profondi Sentimenti.
E’ un’opera d’arte composta da 15 mosaici, 98 x 70 cm, collocati in altrettante edicole in pietra serena che come in piccoli teatrini rappresentano la più drammatica delle trame. E’ un Museo a cielo Aperto datato 1947, da poco era terminata la 2°Guerra Mondiale. La via si inerpica sul versante periferico est del paese fino al Santuario francescano di Santa Margherita. La scenografia ha i colori grigi della pietra, il verde dell’edera e dei cespugli spontanei, l’azzurro del cielo e le forme astratte delle nuvole. La vista si affaccia sulla Val di Chiana e supera i confini del Lago Trasimeno per perdersi dopo i monti Cetona e l’Amiata.
L’emozione di fronte a tale visione supera le aspettative e straborda dalle nostre persone. E’ uno schock positivo e rigenerante! E’ un luogo che ti fa assimilare la percezione del volo degli uccelli.
E’ il giusto modo per elevare il nostro spirito e allontanarlo dalle banalità quotidiane mentre ci si concentra sulle questioni serie.
La Comunità Cortonese, dopo le grandi guerre, volle ringraziare la sua Santa Protettrice per aver custodito la città dai bombardamenti. Si racconta che i tedeschi durante al 2°Guerra Mondiale tentarono di creare una stazione di carri armati sul piazzale del Santuario, ma il cedimento del terreno fece scegliere un punto diverso ai militari e la città fu salvata dalle incursioni aeree.
Nei giorni che hanno anticipato il periodo pasquale ho percorso la Via Crucis creata dall’artista Gino Severini. E’ un appuntamento che non mi perdo mai!
Nelle Edicole che testimoniano la Passione di Cristo è espressa artisticamente la Drammaticità Divina fatta UOMO, tutte richiamano alla” raccolta interiore” dello spettatore, persino del più laico.
Severini ha scelto con i tasselli dei suoi mosaici la forza dei colori per creare i vari volumi e per dare forma ai sentimenti.
Ha usato classicamente l’arte bizantina ma non c’è traccia di staticità perché le ha infuso un’anima: la sua.
Non è un semplice passeggiare dato il dislivello, è una via decisamente faticosa, ma dopo l’osservazione alle prime edicole, sono stata totalmente assorbita in un percorso personale che mi ha molto commosso.
Non sentivo più il mio corpo. Ero solo Spirito.
Studiavo meravigliata come l’artista fosse riuscito ad esprimere con la sola rigida tecnica del mosaico, i complessi e molteplici messaggi religiosi e sentimenti umani implicati nella storia della Via Crucis. Dalle prime formelle è stupefacente leggere la forza intensa sprigionata dai soli pezzetti di pietra del volto della Madonna, il sentimento che la Grande Mamma Terrena nutre e conserva ancora per la speranza di “un ripensamento” del Figlio che non avverrà … poi l’Accusa, la Giustizia del Processo, la Sentenza, la Tortura, la Dignità nella Sofferenza. Gino Severini riesce con semplici segni a comunicare quello che solo centinaia di pagine di vangeli raccontano. La Rassegnazione disegnata con l’abbandono delle mani del Cristo, il dolore di una madre, di una donna, il viso dell’uomo che aiuta Gesù dopo la caduta a riprendersi la croce in spalla, l’umiliazione della nudità, la crudeltà dei soldati “senza volto”, la commiserazione dell’uomo che è costretto ad inchiodarlo alla croce. Nella 15° edicola mi hanno colpito gli sguardi Romantici della Madre e di Maria Maddalena che raggiungono l’intensità degli oli dell’Espressionismo, è datata 1942 la magnifica crocifissione dipinta ad olio da Guttuso.
Il racconto visivo del drammatico sacrificio di un UomoDio, a favore di tutta l’Umanità narrato dal Severini, è un grido allo Spreco di una Vita.
Nella stazione del Divino Consolatore il bimbo con il dito in bocca scrive uno scatto fotografico di “quella giornata” e l’eleganza drammatica della posa della donna con l’orecchino rosso, inginocchiata che piange al passaggio del Martire, rappresenta nelle stampe delle vesti le composizioni geometriche colorate caratteristiche del Severini e sembrano l’anticipazione delle maglie della “moda di Missoni prima maniera”.
Il disegno dei tetti della sua amata Cortona sono un accenno al cubismo ed i campi fioriti sono un Inno alla Vita e al suo Dovuto Rispetto.
Mentre riflettevo e calmavo il mio respiro per le emozioni ricevute riflettevo sul particolare percorso che invita a non fuggire dalla propria persona ma che aiuta a dialogare con la nostra intimità.
Spero di incontrarvi tutti in salita ed in discesa per codesta magnifica via e, nel frattempo, Vi auguro una Dolce Santa Pasqua.
Roberta Ramacciotti blog www.cortonamore.it®
p.s. le foto non risultano nitide perchè i mosaici sono protetti da un vetro