Pier Augusto Breccia l’Oracolo Pittorico.
Pier Augusto Breccia l’Oracolo Pittorico.
I quadri di Pier Augusto Breccia sono viaggi che approdano in pianeti paralleli ai nostri, non c’è confine nel suo spazio-tempo, quel limite rappresenta la sua sfida esistenziale.
Per ogni dipinto ti offre un biglietto per attraversare le sfere tridimensionali della nostra esistenza, ma sappi, che quando tornerai, non sarai più quello di prima.
Per il Dottor Breccia è grande l’Universo ed è complessa ed affascinante la particella più piccola di un atomo. Da quando è nato non ha mai smesso di pensare ed ha sempre avuto il desiderio di conoscere anche quello degli altri.
Gli sono amici i filosofi, nemici i cultori dell’assuefazione.
Per lo spettatore, riconoscere di vivere nei suoi ambienti mentali metropolitani, ha la valenza di un chiarimento esistenziale. Improvvisamente una sintesi di riflessioni ed opere umanamente conosciute le vediamo rispecchiarsi attraverso i suoi quadri.
E’ banale ritrovarci solo un’angoscia di vita, un gusto metafisico, lui riesce a prenderci per mano, dove abbiamo avuto paura di inoltrarci e ci decodifica la sua capacità di volare nella tridimensionalità dell’anima e di catturarne la Luce.
Ama Dio, dialoga in continuazione con Lui perché lo aiuta ad allargare la sua conoscenza. Dio gli ha anche insegnato ad avere fiducia nell’Uomo.
Breccia sta dimostrando a tutti che non spreca il dono dell’intelligenza, sente le pulsazioni della terra, le molecole che si trasformano in continuazione, giorno dopo giorno. Non da nulla per scontato e definito, vive nel vortice del TUTTO e lo studia continuamente ed è felice di godere della sua evoluzione.
Sembra non riposarsi mai. Non è vanitoso del suo sapere e non si spaventi alcuno di fronte a tanta sofisticata filosofia matematica, dentro di noi ne abbiamo ampio corredo, a chiunque la scelta di scoprirla.
Quando lo vedo chino su se stesso, stanco ma deciso, fra un esercito de “Gli Scalatori del Cielo” ammiro la sua tenacia, la sua voglia di vivere e la qualità della fatica del suo pensiero.
Il Maestro Breccia riesce a descrivere con il quadro “ La Città del Verbo” un volo in assenza di atmosfera, (assenza di comunicazione umana) sopra una grande metropoli ideale. Compie in uno spazio senza tempo, un’esperienza unica, non ha pregiudizi, solo quello di lasciarsi vivere da altri. Sa che “Noi” siamo di Tutti e Nessuno è Solo di Se Stesso, per questo possiamo essere infinitamente ricchi oppure rimanere avari nel proprio pozzo prosciugato dall’acqua.
E’ una lirica completa di sentimenti, di logiche, di accettazioni e di rivelazioni culturali dove non ho mai sentito urlare il silenzio con tanta potenza.
Roberta Ramacciotti
Pubblicato giornale L’Etruria anno 2010