Una Favola o il racconto di una cronaca millenaria?
Una Favola o il racconto di una cronaca millenaria?
C’era .. una volta, nel VI sec. a.C., un Aristocratico Etrusco che partì dalla Città di Cortona, su una splendida biga, trainata da due potenti cavalli e si diresse in direzione della Città di Viterbo … e lì perì in battaglia ….
Parte del fascino di studiare la storia risiede nello scoprire quanto “dell’uomo di allora” alberghi ancora in quello di oggi. Certo le diverse circostanze sociali come pure ambientali, attraverso i secoli ci restituiscono un uomo diverso, sicuramente “ma non sempre”, evoluto! Mi piace visitare i musei perché custodiscono le testimonianze più significative degli uomini più creativi, studiosi e raffinati che ci hanno preceduto e le loro abitudini di vita quotidiana.
Ero in uno di questi meravigliosi scrigni: il Museo Nazionale Etrusco di Viterbo nella Rocca Albernoz, dove un intero spazio è dedicato al corredo della tomba della biga da parata di Ischia di Castro con i relativi resti di una coppia di cavalli sacrificati nel tumulo insieme al loro condottiero.
Del prezioso sepolcro datato fine VI sec. a. C. mi ha colpito il particolare decorativo del mezzo di trasporto, forgiato in metallo a forma di foglia di palma che mi ha riportato immediatamente agli elementi decorativi dell’altare etrusco del Melone2 del Sodo sito alle falde di Cortona che risale al VI Sec.a.C.. Sono uguali! Anche al MAEC sono conservati decori molto simili. Un’emozione! E’ vero che mi entusiasmo facilmente ma ritrovare in un museo come quello di Viterbo, grande e importante per la quantità e la qualità dei variegati reperti etruschi e rinvenire in soli due ritrovamenti archeologici la forgia della foglia di palma, mi ha fatto riflettere a lungo.
Mi porta inevitabilmente a studiarne le eventuali differenze e a immaginare le connessioni tra gli artigiani di Cortona con quelli delle altre lucumonie etrusche.
Prima del IV sec a.C. gli etruschi decoravano seguendo la più alta tradizione orientalizzante della Grecia Classica per poi abbandonarla a favore dello stile corinzio. Dunque si apre per me un nuovo ciclo di ricerche. Sarò immersa fra nuove stampe di foto, stralci di testi antichi, appunti, e fotocopie della Treccani che documenteranno le rappresentazioni delle foglie delle palme disegnate sugli specchi, gli orecchini e sulle pietre funerarie etrusche del tempo. Disegnando le varie palme entro in empatia con esse e già mi accorgo che è espresssa una disciplina numerologica nei petali: a volte sono 5 altre 13 … Nel prossimo futuro esaminerò la superba collezione conservata al MAEC dove cercherò “ tracce dal ViVo” del Nobile Condottiero Etrusco che visse e morì nel VI sec. a.C. !
Roberta Ramacciotti