Una Passeggiata … un Articolo …
Una Passeggiata … un Articolo …
Stanca di ascoltare attraverso le trasmissioni televisive i “comizi” dei politici italiani che criticano solo gli errori degli altri e mai i propri, scatto verso la porta d’ingresso decisa a compiere due passi all’aria aperta. Rammentate i titoli dei temi della maturità scolastica? Erano belli lunghi e complessi, tanto che i somari nelle righe del loro svolgimento li trascrivevano e pensavano di essere già a metà dell’opera. Gli uomini dei nostri partiti hanno lo stesso atteggiamento. Per rispondere del loro operato, ripetono le stesse domande che gli pongono gli intervistatori e poi si fermano, perché sanno prevedere, per esperienza, che uno scandalo ad arte ruberà la scena e così passeranno i giorni … poi ci sarà un altro cattivo esempio, poi fatalmente una disgrazia .. e passeranno gli anni … Aria! … Aria!
All’inizio di ogni mia passeggiata sono sempre affranta, delusa da ogni speranza, tanto annoiata da non avere più la forza di combattere mentalmente la finta stupidità pubblicizzata ad arte dai nostri politici a danno del nostro vivere ed a copertura delle loro continue malefatte.
Poi, ad ogni passo, il mio respiro compie miracoli e dopo una ventina di marce mi sento indistruttibile e pronta per ridare vita ad un mio pensiero.
Scrivere un nuovo articolo è un po’confrontarsi con il lettore. Non rappresenta per il giornalista solo una “benevole sfida”con altre idee, perché l’intellettuale mette a nudo le proprie e si espone ai lettori che sono tanti e diversi fra loro per modo di pensare. E’ anche riduttivo motivare la sfrenata voglia di scrivere solo al nostro narcisismo che ci induce di esibire quello che scriviamo, su pentagrammi di bellissime note perché: scrivere, per noi, rappresenta la nostra scelta di vivere, è esistenziale!
Dunque passo dopo passo, tornando al labirinto politico italiano, ragionavo sulla scelta del minor male, perché di questo si trattava, diversamente ritenevo e ritengo che attualmente non sarebbero esistite soluzioni pacifiche. Vedo nel governo delle larghe intese la soluzione più democratica perché rispetta di più le percentuali scelte dagli elettori e per questo, i compromessi che tutti siamo costretti a studiare ed accettare, formano solchi meno profondi fra le varie forze politiche. E’ chiaro per tutti che molti temi non verranno “mai messi in discussione” se non come slogan per commedie elettorali, lo hanno dimostrato le azioni politiche in Italia degli ultimi 50 anni. Allora vediamo nascere subito provvedimenti che migliorino la qualità della vita ordinaria della società italiana e che vengano seminati investimenti lungimiranti per la storia a venire. I Progetti sono tanti ma occorre scegliere quelli giusti che sono “quelli” che coinvolgono in positivo i nostri nipoti rispettando il Lavoro, la Sanità, la Giustizia e l’Istruzione per tutti i cittadini che con le loro tasse, contribuiranno al raggiungimento di tali obiettivi. Non sono messi per ordine d’importanza ma personalmente li sento sullo stesso piano strategico per conseguire il progresso civile di qualsiasi nazione nel XXI secolo d.C.
Solo per questo c’è tanto lavoro per tutti, per i Dominanti che devono rappresentare l’esempio e per la società che non sempre è lo specchio del suo governo.
Mentre i miei passi si facevano più sciolti insieme alla matassa dei miei pensieri, vedevo una macchina in sosta con lo sportello del navigatore aperto. Il mio binocolo visivo l’avvicinava sempre più fino ad arrivare a mettere a fuoco una signora anziana seduta al suo interno. Era affetta da Parkinson. Mentre muoveva incessantemente il capo, mi chiedevo come non provasse dolore al collo per la forza che ci metteva, poi suo figlio, o comunque un suo caro, le si è avvicinato e delicatamente le ha messo un dolcetto in bocca chiedendole se le piacesse. La signora continuando “nel moto perpetuo del capo” ha risposto svelando nello sguardo un impercettibile luccichio che prima non avevo scorto. Apparentemente non aveva modificato la sua gestualità.
Quello scambio di amore mi ha riempito, la giornata e molte di quelle future. Allora la società sana esiste ed è intorno a noi! Siamo tanti ma non occupiamo le prime pagine dei giornali e chiediamo ai Grandi Dominanti:
“siete pronti a rivedere la vostra Sete di Potere? Diversamente, che cosa “ve ne farete di governare” su un Deserto di Cadaveri?
Roberta Ramacciotti